Affetto.
Amicizia.
Amore.
Sono
tutte ca**ate.
Non
esiste niente di vero.
La
vita è solo una menzogna, e va avanti così,
all'infinito.
Infondo,
tutto è una bugia.
Giuri
amicizia eterna alla tua compagna di banco delle medie, e passata al
liceo chi si è visto si è visto.
Giuri
amore a qualcuno e lo molli dopo un giorno perché l'hai
visto
pomiciare con una s****a che credevi essere tua amica.
Eppure,
nonostante questo, la vita va avanti.
E
ti accorgi che non te ne importa niente, in fondo lui non lo amavi
davvero, era solo la cosiddetta “botta e via”, uno
dei tanti; e
lei non era tua amica, ma un'ipocrita, una s****a, una p*****a.
È
davvero raro incontrare i veri amici, quelli che ti sono vicini
veramente, che ti aiutano in ogni momento, che capiscono quando hai
bisogno di loro e quando invece vuoi solo stare da sola, a
riflettere.
E
ancora più raro è incontrare il vero amore,
quello che è talmente
pazzo di te che farebbe qualunque cosa pur di renderti felice,
perfino morire.
E
a volte, arrivi a chiederti se esiste il vero amore.
Forse
no, ma c'è chi ci crede. E perché rovinargli
questa piccola
felicità? Tanto, prima o poi lo scoprirà da solo.
E
nel frattempo, nel vedere i bambini che giocano nel prato
spensierati, ignari di tutto, o due fidanzati che si guardano con gli
occhi accesi da una fiamma potentissima, o due adulti che ancora
vanno in giro tenendosi per mano, ti senti quasi meglio,
perché ti
si accende nel petto la flebile speranza che forse l'amore esiste.
Ma
se anche esiste, probabilmente si è dimenticato di te.
L'amore
ti è negato, non lo proverai mai.
È
qualcosa che non ti è concesso, che non ti è
permesso capire o
provare.
E
ti abbandoni a questa consapevolezza, rassegnata.
E
piano piano ti abitui, dopo 16 anni da quando i tuoi genitori sono
morti privandoti di quell'affetto di cui avevi bisogno, ormai hai
capito che è così.
Il
dolore non svanisce, ma è nascosto sotto la rassegnazione.
Mi
siedo su una panchina del parco sotto casa mia, dove sono andata a
fare una passeggiata per riflettere della mia inutile vita.
Non
capisco ancora cosa mi spinga ad andare avanti, mi sembra di
arrancare nel buio, alla ricerca di una luce che non esiste.
-Scusa,
posso?
Una
voce mi riscuote dai miei pensieri.
Un
ragazzo della mia età, al massimo un anno in più,
mi ha chiesto il
permesso di sedermi, forse per flirtare.
Alzo
le spalle e mi scosto, lasciandolo sedere.
Lo
osservo, ha i capelli neri, esattamente come i miei, e due grandi
occhi celesti.
-Come
ti chiami?- mi chiede.
Sì,
si è seduto per flirtare.
Poco
ma sicuro.
-Meg.-
rispondo semplicemente.
-Piacere,
io sono Mark
Non
rispondo, faccio semplicemente un cenno con la testa.
-Ti
va di fare una passeggiata?- mi chiede, diretto.
Annuisco.
Lui
sorride e io non posso fare a meno di ricambiare.
Infondo,
se non mi è concesso l'amore, posso almeno abbandonarmi alla
sua
ombra. Posso almeno abbandonarmi al pallido riflesso di quella luce
che cercavo.
E
anche se questa sarà l'ennesima botta e via, posso illudermi
per un
po' che non sia così, posso sempre immaginare che per una
volta
andrà diversamente.
Infondo,
cosa c'è di tanto sbagliato nelle illusioni?
Note
dell'Autore:
Ciao
a tutti, è la mia prima Fic. Non so se sia venuta bene, non
sono
molto brava a esprimere i sentimenti, ma ho voluto fare un
esperimento.
Vi
prego di recensire in tanti, anche solo per dire che fa schifo e che
questo decisamente non è il mio genere.
Un
bacio!
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