caffθ, colori e tabacco.

di httpjohnlock
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4 maggio 2014
Spazzasti via ogni traccia di dolore.
Come un uragano, una droga.
E te lo scrissi, in quel dannato biglietto.
Ma un uragano, portandosi disastri e frammenti di vite, dopo un po' termina e l'effetto della droga passa, e allora veniamo costretti a ricominciare a vivere, a tornare.

Mi rivestii sforzandomi di non indirizzare le pupille sulla tua figura sdraiata, ma presto mandai tutto al diavolo.
Mi avvicinai al letto ad una piazza, disfatto e disordinato, con le lenzuola impresse del nostro amore, e ti lasciai un lieve bacio sulla fronte liscia. Poi infilai una mano tra i tuoi capelli ma immediatamente la ritrassi.
Ogni fotogramma di noi entrς bruscamente nella mia mente facendomi sentire ogni millimetro del corpo, in fiamme.
Corsi in cucina cercando un posto dove mettere quel foglio spiegazzato.
Non volevo lo leggessi, non volevo mettere un punto a tutto questo, ma mi parve l'unica soluzione.
Sul tavolo quadrato c'era una macchinetta del caffθ e in un piatto bianco decorato con dei gufetti rossi, dalla forma vagamente tonda, grandi quanto metΰ palmo e dal colorito nocciola, i biscotti che avrei dovuto assaggiare la sera precedente.
Indeciso, ne presi uno e lo addentai.
Dopo qualche secondo, aprii un'anta e trovai due barattoli opachi; c'era uno dal coperchio verde scolorito che aveva un'etichetta con scritto a mano “sale” e un altro dal coperchio blu con la stessa etichetta e scritta.
Feci un sorriso velato di amarezza, misi il biglietto accanto alla caffettiera e me ne andai con ancora il tuo profumo sulla pelle.
Andy mi aspettava a Londra.

Capii troppo tardi che la soluzione c'era, ed era quel fottuto uragano.
Potevamo giocarci il cuore e rischiare, come dice la tua canzone, ma preferii lasciarmi odiare da te, con la speranza che tu riuscissi a dimenticarmi.
Che io riuscissi a dimenticarti.
Dimenticarci.
Perdonami, Marco.

«Ps. attenzione alle etichette dei barattoli.
Ti amo.»


Quel giorno tutto era nero.
L'assenza dei colori, l'assenza di te.
Nero come la pece, il carbone.
Nero come il panorama del mare di notte.
Nero come il vuoto, l'indifferenza, un addio, un'assenza.
Nero, come l'assenza di te.


 

«Il nero θ il colore del buio, della morte, del male
e del mistero, ci parla del vuoto e del caos.
Rappresenta il confine che segna la conclusione della fase vitale.»


 

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Eccoci arrivati alla fine di questa cosa un po' boh, strana.
Spero davvero che vi sia piaciuta, anche se non ho avuto molte recensioni ew.
Grazie a chi mi ha dato il proprio parere, a chi l'ha letta in silenzio, a chi θ piaciuta e a chi ha fatto cagare.
A presto! :)

tizianosbeat

 





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