Come la colomba divenne corvo

di ConteDalCapelloPazzo
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Inspirò un po’ di fumo per poi soffiarlo fuori, sentiva quel sapore di nicotina sempre di più. Ogni volta sempre di più. Alle persone normali l’effetto diminuiva ogni volta di più lui provava un piacere sempre maggiore. Amava soffiarlo verso il cielo, verso le nuvole di quel cielo azzurro illuminato dal sole.
Il cielo, il Firmamento, ciò che accoglie a tutto, ma prima che quel fumo potesse giungere al cielo veniva spazzato via e disperso, come se lo rinnegasse. Lo aveva sempre pensato che la sua fosse una razza rinnegata dagli uomini. Loro non lo erano, le sue sembianze e quelle di sua madre erano umane, ma sua padre no. Era un uomo adulto dalle sembianze di ragazzino, lui stesso aveva a malapena 17 anni pur dimostrandone 21. Il suo corpo si era sviluppato velocemente, sia intellettualmente che fisicamente, forse significava che al contrario di ciò che si narrava lui sarebbe morto presto, con un corpo di polvere e sabbia.
- Polvere alla Polvere. Cenere alla Cenere-
Tanto valeva fumare. Se fosse morto, sarebbe morto presto. Se invece avesse ottenuto l’immortalità non gli avrebbe fatto nulla un po’ di fumo.
Era una vera scommessa, strano visto che lui non aveva mai provato il gioco d’azzardo. La sua vita era come un  lancio di dadi che ancora giravano sul tavolo del casinò.
Tutti si muovevano come suo padre aveva deciso, come se fossero pezzi degli scacchi, ma lui stesso era un pezzo sulla scacchiera dell’uomo che più odiava. Ne parlava spesso, Chekerface, l’uomo che lo aveva ridotto a infante e che aveva dato vita ai Vindice. Ma perché odiarlo? Grazie a lui aveva conosciuto sua madre, lady Rinte e aveva avuto lui, mentre un secondo figlio era nel grembo materno. Non lo capiva, bastava accontentarsi e sarebbero stati tutti felici,no?Infondo perché buttare la propria immortalità nell’odio per qualcuno? Aveva una bella moglie, un figlio gentile, un secondo figlio in attesa e,anche se Maes non ci pensava spesso,anche una figlia, Katia.
L’orologio scoccò l’ora di mezzogiorno. Si alzò da quella poltrona di velluto rosso su cui si era seduto qualche ora prima, si era limitato a osservare il quadro che aveva davanti, sopra il camino.


                                                Il tempo è la cosa più preziosa che un uomo possa spendere
                                                                                                               [Teofrasto- Filosofo Greco]
                             


Si diresse lungo il grande corridoio. Fece un sorriso, si aggiusto la tuba e il fazzoletto al collo come una cravatta, indossò un fazzoletto di seta e un fiore all’occhiello.
Un vindice fece un inchino – Suo padre Bermuda la attendava per iniziare la festa. Oggi è la festa dei suoi 17 anni, lord Maes-
Maes Von Vichtenstein fece un sospirò e aprì la porta. Era il suo compleanno, tanto valeva festeggiarlo.




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