La Liberatrice

di Mine_11
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Secondo

Nel cortile del palazzo erano stati imbanditi otto tavoli di legno rotondi. Sulle tovaglie realizzate in bisso dalle sfumature dorate c'erano vassoi pieni di pasticcini, antipasti, cestelli con della frutta fresca, piramidi di bignè ripieni di crema o panna e pile di piattini. Ogni invitato teneva in una mano una tazza da tè, mentre l'altra sorreggeva il piattino. Non ci si poteva sbagliare: stavano festeggiando qualcosa.
Altrimenti, perché mai Lady Nadiya avrebbe dovuto invitare sua sorella, Lady Malena, e suo marito, Lord Edgar, qui, a palazzo?
Lady Nadiya aveva sempre odiato la sorella per via della sua bellezza e fortuna. Già, fortuna. Lei era riuscita a sposare un uomo potente, intelligente, sano e ad avere tre figli perfetti, ordinati, ragionevoli e ubbidienti. Aveva insegnato loro davvero molto bene, lo dovette ammettere: il modo in cui si comportavano era ammirevole, soprattutto la figlia più piccola. Sembrava avesse il pieno controllo della situazione, al contrario di sua figlia Liya. Lei, alla sua età, si metteva a infastidire gli invitati con giochi ridicoli e fuori classe. Per colpa sua, era passata da una povera donna vedova a una donna che non era capace di insegnare le buone maniere. Ma grazie ad Alaja, le cose erano migliorate notevolmente e si era guadagnata di nuovo l'onore e il rispetto. Lady Nadiya si era sempre considerata la più sfortunata: suo marito, ormai defunto, era gravemente malato sin dalla giovane età. Prima di conoscersi ed essere costretta a fidanzarsi con lui -perchè, chiariamoci, lei non era innamorata; lo considerava un castigo di Dio-, sembrava che stesse guarendo e per un attimo ci aveva seriamente sperato. Invece, anni dopo, era peggiorato La malattia lo teneva ancorato al letto giorno e notte, gli impediva qualunque movimento, tanto che si sentì persino in colpa per la moglie. E così, per evitare di dipendere da lei, aveva detto basta alle medicine che lo mantenevano in vita e si era spento due giorni dopo. A Lady Nadiya era stato offerto un secondo matrimonio, ma aveva rifiutato.
Stava puntando ad altro, adesso.
«Le vostre figlie dove sono?» la voce stridula di Lady Caroline la riscosse dai suoi pensieri.
«Alaja sarà qui a momenti con il suo fidanzato» annunciò soddisfatta la donna.
Gli occhi blu oceano dell'amica si puntarono su di lei, curiosi di saperne di più. Se c'era una cosa che Lady Caroline amava era spettegolare gli altri e sapere tutto di tutti. Niente le passava inosservato. Non vedeva già l'ora di conoscere il Principe che poteva diventare il futuro Lord.
«E Liya?».
«Sta studiando».
O almeno era quello che sperava. Non voleva assolutamente che lei facesse parte a questo piccolo banchetto o avrebbe mandato a monte tutto. Peccato che ora la ragazza stava osservando tutto da una finestra che si affacciava sul cortile. Le parole di Alaja l'avevano tormentata così tanto che non era riuscita a studiare niente. Aveva intenzione di recarsi in biblioteca per continuare la lettura di un libro fantasy, quando aveva sentito delle voci provenire dal cortile e allora si era accorta che c'era in corso un banchetto. Tutti erano stati invitati.
Tutti tranne lei.
Era chiaro che sua madre non la volesse tra i piedi.
Si vergognava così tanto di dire che era sua figlia?
Strinse denti e pugni e percorse il corridoio, pestando il palchetto a grandi falcate. Fece per salire le scale, ma una voce la chiamò. Si fermò sul primo scalino e si voltò. Incrociò lo sguardo dolce di Lady Malena, la testa leggermente inclinata di lato e un sorriso appena accennato.
«Caspita, Liya. Sei cresciuta tantissimo. L'ultima volta che ti ho vista riuscivi a malapena a stare in piedi» disse, con una punta di tristezza.
Liya si inchinò, in segno di rispetto, ma gli scalini erano stretti e finì per perdere l'equilibrio. Tentò di afferrare il corrimano, inutilmente. Strizzò gli occhi, preparandosi a sentire il pavimento freddo scontrarsi con la sua guancia. Invece, due braccia l'avvolsero impedendo la caduta.
“Complimenti, Liya! Bella figura di merda. Sei proprio un'idiota.”
«Stai bene?» le chiese premurosa la donna.
La ragazza si allontanò di scatto, drizzando schiena e spalle. Si vergognava di quello che era appena successo, ma non poteva evitare di guardare quegli occhi così simili a quelli di sua madre. Sarebbe stato scortese nei suoi confronti.
«Sono veramente dispiaciuta» disse, mentre malediva gli scalini e chi gli aveva progettati.
Inaspettatamente, Lady Malena ridacchiò, sfiorandosi il labbro inferiore con l'indice piegato, come se cercasse di nasconderlo.
«Non devi preoccuparti. Può capitare» le fece l'occhiolino. «Sono sicura che un giorno ci riderai sopra».
Lady Malena era così diversa da sua madre: affettuosa, divertente, allegra. Se lei l'avesse vista, col cavolo che si sarebbe messa a ridere. Anzi. L'avrebbe sgridata, chiedendosi che cosa aveva fatto di sbagliato per meritarsi tutto questo e poi l'avrebbe spedita in camera sua a studiare. Per un attimo, si domandò se erano veramente sorelle. Quella parola le faceva male al cuore anche solo a pensarla.
Era la stessa situazione in cui ora si trovava lei. Alaja assomigliava a Lady Nadiya e Liya a Lady Malena.
Un motivo in più per tenerla alla larga.
«Come mai è qui? Si è persa o sta cercando qualcuno?» indagò per distrarsi dai suoi pensieri.
«Certo, sono venuta a cercare la mia nipotina» incrociò le mani dietro la schiena. «Visto che ci vediamo si e no una o due l'anno, ho deciso di sfruttare questo banchetto per passare un po' di tempo con te. I miei figli non vedono l'ora di rivederti».
Liya arretrò di un passo, le labbra schiuse per lo stupore. I suoi cugini. 
Da quanto tempo che non li vedeva?
Quasi non ricordava le loro facce. L'idea le mise in ansia ed eccitazione; chissà quant'erano diventati grandi anche loro. Però, sorgeva un problema: ricordiamoci che Lady Nadiya non la voleva. Il suo viso divenne cupo.
«Mi dispiace, ma io devo studiare» inventò l'unica scusa che poteva salvarla da quella situazione.
«Ah, non accetto scuse» la liquidò la donna con un sorriso. «Gli studi possono essere rimandati di qualche ora, no?» le strinse una mano e, senza darle tempo di ribattere, la trascinò nel cortile. Appena ci mise piede, Lady Nadiya la fulminò con lo sguardo. Non ci impiegò molto a capire che era stata sua sorella ad andare a chiamarla, cocciuta com'era. Si era aspettata che mentisse, dicendo che stava male o che il giorno dopo aveva un interrogazione, invece, a quanto pare, non ci era riuscita. Non aveva ereditato niente da lei.
Tutta suo padre.
Immediatamente, i figli di Lady Malena s'illuminarono e si avvicinarono a salutarla.
“Comportati bene”, avrebbe voluto dirle con quell'occhiata che le aveva lanciato, ma lei aveva già spostato il suo sguardo verso sua sorella. Se avrebbe di nuovo distrutto la sua immagine, questa volta gliela avrebbe fatta veramente pagare.
Ma per sua fortuna, arrivò Alaja sottobraccio con il suo Principe e l'attenzione dei presenti fu puntata su di loro. Tirò un sospiro di sollievo e l'affiancò.
«Vi ho radunati qui oggi per annunciarvi il fidanzamento tra mia figlia Alaja e il Principe Kornil Hu'lles» esordì, soddisfatta dalle espressioni incredule degli invitanti. Nessuno si sarebbe mai aspettato che il fidanzato di Alaja fosse il figlio di una delle più famose famiglie russe. Molti anni fa era scoppiata una guerra tra Maghi. Alcuni erano contro le regole della città e volevano il potere, così decisero di unire le forze e di combattere contro Re III, colui che aveva preso e proposto le leggi. I Maghi che erano favorevoli si schierarono con lui, tra cui la famiglia Hu'lles, e si scontrarono con i nemici. Dopo quasi due anni di guerra, alla fine, Re III vinse e morì, trionfante. Era questo ciò che i libri e i sopravvissuti dicevano.
Kornil era alto e muscoloso, esperto in geografia e nel combattimento. Portava i capelli neri e occhi turchesi. Taciturno e saggio, sapeva sempre trovare la soluzione ad ogni situazione difficile e mantenere la calma. Tutti si congratularono con loro. Lady Nadiya approfittò della confusione per avvicinarsi a Liya che si era irrigidita di colpo. Gliene avrebbe dette di tutti colori, già se lo sentiva.
«Non dovresti studiare?» calcò l'ultima parola, quasi con rabbia.
«Pensavo fosse scortese rifiutare» si giustificò lei, sforzandosi di mantenere il contatto visivo.
«Non mi interessa quello che pensi tu» sibilò, trattenendosi dal tirarle uno schiaffo. Dire che era furiosa, era poco. Schioccò le dita e qualche istante dopo una gigantesca lucertola, dal muso allungato si fece spazio tra gli invitati e affiancò la sua padrona. «Ina, accompagnala nella sua stanza e fai in modo che ci resti» ordinò.
Ina era una delle tante Guardie che proteggevano e ubbidivano agli ordini di Lady Nadiya. Esse erano in grado di cambiare forma, diventando piccole o grandi a seconda dei casi. Ina arricciò appena la lunga coda e diede qualche colpetto con il muso sulla mano destra di Liya, incitandola a seguirla. La ragazza non obiettò e lasciò il cortile sotto lo sguardo triste e abbattuto di Lady Malena. Nè lei nè i suoi figli potevano prevedere che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrebbero vista.













N.a:

Buonasera, miei cari^^
Caspita, sono già arrivata a 30 visitatori. Grazie mille, davvero. :D
Direte: “Ma questa è cieca per caso? Non vede che non ha nessuna recensione? Cosa si mette a ringraziare?”
Beh, è vero. Non ho ricevuto ancora nessun commento. Ma, come ho già detto nel capitolo precedente, per me è già un passo avanti se qualcuno la legge.
Buona serata a tutti:*

~Mine_11















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