Se
Darren avesse potuto descriversi con una parola, sarebbe stata
"assorbitore."
Assorbiva
assolutamente ogni cosa: informazioni che leggeva online, storie che
gli raccontavano i suoi amici, musica, arte. Prestava moltissima
attenzione alle cose che gli piacevano e addirittura alle cose che
non gli interessavano più di tanto. Ma se si sentiva intrigato da
qualcosa o, beh, qualcuno, era lì che prestava il più attenzione
possibile. Osservava ogni singolo dettaglio della cosa che aveva
attirato così tanto il suo interesse. In genere non era così...
inquietante come nella situazione corrente.
Darren
era intrigato in un modo in cui non era stato in molto tempo.
Sapeva
che il nome del tipo era Christopher perché una volta aveva ricevuto
la sua posta a casa per sbaglio. Sapeva che Chris possedeva un gatto
sovrappeso che nutriva con una porzione generosa di cibo ogni mattino
e un'altra volta al pomeriggio, quando tornava a casa da qualunque
cosa facesse durante la giornata.
Darren
sperava di sapere che cosa facesse Christopher durante il giorno.
Sapeva
anche che Christopher aveva un'amica, una giovane ragazza di
bell'aspetto che qualche volta entrava anche quando Christopher non
era a casa. Generalmente dava da mangiare al gatto e basta (il che
probabilmente era il motivo per il quale quella cosa era sovrappeso,
in primo luogo) e se ne andava. Ma qualche volta era lì con
Christopher e, beh, quelli erano i giorni in cui Darren si ritrovava
(in modo inquietante, se ne rendeva conto) a guardare il più
possibile.
Quelli
erano decisamente i giorni in cui Christopher era più felice.
Ci
provava a non farlo così spesso - davvero, ci provava - ma il
ragazzo l'aveva all'amo e non sapeva nemmeno perché. Non era davvero
colpa di Darren se il suo vicino lasciava sempre le tende aperte, ok?
Era una finestra grande. Darren si annoiava spesso. Era solo che
conveniente.
Almeno
era quello che cercava di ripetere a se stesso.
Il
fatto è che quando Darren diceva che il tipo non chiudeva mai le
tende, significava che il tipo non chiudeva mai le sue cazzo di
tende. Mai. Questo era il motivo per il quale Darren aveva visto
Christopher in situazioni compromettenti.
La
prima volta che Christopher apparve alla finestra con solo un
asciugamano appeso alla vita, i capelli arruffati e bagnati e le
guance lievemente arrossate (si, Darren lo notava anche a distanza,
ok?), cercò con tutte le sue forze di non guardare. Anche l'essere
inquietanti dovrebbe avere i suoi limiti, quindi trascinò via lo
sguardo e si distrasse facendo qualcosa di altro.
Ma
poi risuccesse il giorno dopo. Di nuovo.
Il
terzo giorno, al suo vicino cadde l'asciugamano. E Darren perse
fottutamente la testa.
*
"Porta
qui il tuo culo!" sentì dire Darren appena mise piede nel
piccolo caffè . Docilmente, si fece strada verso la sua amica
Lauren, sorridendo mentre lei gli schioccava un bacio sulla guancia.
"Adesso porta il tuo culo sul palco. Sei in ritardo, bastardo."
"Mi
dispiace! Non so se hai notato ma sta fotuttamente piovendo fuori e
ci sono persone con gli ombrelli che bloccano la strada."
Lei
rise al tono esasperato di Darren. "Vai! Su, prima che Joey
venga fuori e ti trascini lui stesso sul palco." lo avvertì.
"Va
bene, va bene, vado."
Suonava
al caffè di Joey ogni venerdì pomeriggio e aveva addirittura dei
clienti abituali che venivano ogni settimana solo per vederlo
suonare. Era quasi imbarazzante quanto lo rendesse felice, ma Darren
era troppo concentrato a suonare la scaletta che aveva scelto (e
alcune canzoni proposte dai cliente) per curarsene.
*
Stava
seduto al bar per una pausa dal suo piccolo show quando successe.
Chiaramente
irritato e bagnato fradicio, mormorando parole che Darren immaginò
fossero una serie di imprecazioni, un ragazzo molto seccato sedeva
allo sgabello vicino al suo. Ovviamente a Darren ci vollero due
secondi per realizzare chi fosse.
Non
riuscì a non fissare i lineamenti del suo profilo, dalla mascella
definita del ragazzo al modo in cui i suoi capelli umidi cadevano
sulla fronte e sugli occhi, facendo venire voglia a Darren di
passarci le dita.
Christopher
appariva ancora più stupendo da vicino.
Darren
abbassò la testa e il suo dito indice si mosse nervosamente sul
bordo del suo bicchiere quando realizzò che il ragazzo aveva notato
il suo sguardo spudorato.
"Come
posso aiutarti?" chiese gentilmente Lauren.
"Solo
dell'acqua, grazie" rispose Christopher, portando entrambe le
mani ai capelli. "Anzi, fammi un margarita."
"Arriva
subito, signore." Lauren girò sui tacchi e gli lanciò uno
sguardo che urlava 'Parlagli!' e Darren si ritrovò ad arrossire. Ma
che cazzo. Stava arrossendo.
"Uh,
tutto ciò è patetico," mormorò Christopher vicino a lui. "Non
ci posso credere. Non ci posso credere! Sto sognando. E' un incubo.
Non è altro che un sogno del cazzo e mi sveglierò nel mio morbido,
caldo letto asciutto e tutto andrà bene."
"Uhm,
ti- ti serve una mano?" chiese esitante Darren, girandosi sulla
sedia per vederlo meglio.
"A
meno che tu non abbia vestiti asciutti, un cazzo di asciugamano, o
sai come si mette a posto una macchina, non penso che tu possa
aiutarmi," Christopher alzò lo sguardo verso di lui,
riconoscendolo all'istante. "Oh! Io ti conosco!"
Darren
ridacchiò, le guance di nuovo calde. Era ridicolo. Tu sei ridicolo.
"Già, sono il tuo vicino."
"Quello
che mi guarda mentre do da mangiare al mio gatto?" Il suo tono
diventò derisorio, un cambiamento drastico rispetto al Christopher
scontroso di qualche secondo fa.
Darren
quasì soffoco con l'aria. "I-io non- io non lo faccio."
Era
ovviamente una bugia e Christopher non gli credette affatto. "Si,
certo." disse in tono sarcastico.
"Comunque,
sono Darren." decise di presentarsi, un sorriso acceso sul suo
volto. "E credo di poterti trovare un asciugamano."
*
Tornò
con un asciugamanino ad un braccio e Joey all'altro. Christopher
sorrise quando lo vide, ma sembrò confuso quando vide Joey, che
stava tenendo in mano una maglietta bianca, stropicciata ma asciutta.
Darren
gli tese l'asciugamano mentre Joey si presentava a Christopher e gli
proponeva di appendere la sua giacca e la maglietta bagnata dentro.
"Ho questa, così la puoi mettere mentre i tuoi vestiti si
asciugano." gli passò la maglietta pulita e sorrise
educatamente.
Christopher
annuì con un sorriso compiaciuto sul volto. "Grazie. Davvero,
grazie mille."
"Nessun
problema" rispose. "Appena sei pronto. Darren ti farà
vedere dove si trova il bagno."
Joey
se ne andò annuendo brevemente mentre Lauren passava ancora una
volta vicino a loro, lanciando a Darren la stessa occhiata di prima.
Darren la ignorò e si concentrò di nuovo su Chris, che stava
passando l'asciugamano su e giù sui capelli bagnati, rendendoli
tutti sparati.
Darren
sorrise, quasi ipnotizzato.
"Lavori
qui?" chiese.
"Beh,
più o meno," alzò le spalle Darren, gli occhi ancora fissati
sul movimento delle mani di Chris sui suoi stessi capelli. "Joey
è abbastanza gentile da lasciarmi suonare qui ogni venerdì."
"Oh,
sei un performer?"
“Già,"
mormorò Darren timidamente. "E devo tornate sul palco adesso.
C'è qualcosa in particolare che vorresti sentire?"
Sembrò
pensarci un attimo, per poi sorridergli brevemente. "Sorprendimi."
*
E
a quanto pare Darren lo fece (la canzone era già nella scaletta, ma
Christopher non doveva saperlo.)
"I
don't know you, but I want you more for that." cantò le parole
lentamente, le dita a strimpellare dolcemente la sua chitarra.
Guardò
Christopher due volte mentre suonava, giusto per vedere se stesse
prestando attenzione, si disse, ed entrambe le volte Chris aveva un
piccolo sorriso sul volto.
“Words
fall through me and always fool me, and I can’t react.” cantò
Darren mentre si trovava ad arrossire per la seconda volta quella
sera. Si sentiva ridicolo, davvero, specialmente quando le sue dita
iniziarono a tremare lievemente sulle corde.
E
ok, sì, la canzone era già nella scaletta e Darren sapeva
esattamente perché fosse lì. Solo che non avrebbe mai pensato che
avrebbe avuto la possibilità di cantarla alla persona che in primo
luogo gli aveva fatto venire voglia di cantarla. Era incredibile,
l'intera notte si stava rivelando incredibile, ma Darren continuò
comunque a cantare.
Quando
in qualche modo riuscì a trovare gli occhi di Christopher nella
piccola folla - nonostante fosse buio e Christopher era molto lontano
in quel momento - ridacchiò nervosamente in mezzo al brano. Scosse
la testa imbarazzato e si riprese velocemente, mordendosi il labbro
durante la pausa della canzone e incrociando di nuovo lo sguardo di
Chris.
Anche
Christopher sembrava imbarazzato a quel punto mentre sorrideva e si
mordeva l'unghia del pollice, il drink sul bancone del bar,
completamente dimenticato.
Darren
si sentì volare.
*
"Christopher,
giusto?" chiese mentre tornava, come se non lo sapesse già,
prendendo un sorso dalla sua bottiglietta d'acqua e appoggiando la
sua chitarra in un punto vicino al sedile del vicino. "Cosa ne
pensi?"
“Sei
molto bravo," rispose, abbassando lo sguardo per incontrare gli
occhi di Darren. "Ed è solo Chris."
Darren
abbassò la testa, sentendosi le guance bruciare. "Ha, mh,
funzionato?"
"Ha
funzionato?"
"La
canzone."
Fu
il turno di Chris di sembrare timido. Abbassò lo sguardo sul suo
bicchiere e prese un sorso prima di dire, "Dipende, immagino."
"Da
cosa?"
"Da
quali siano le tue intenzioni."
Darren
si avvicinò, uno sguardo timido negli occhi. "Se quello che ho
cercato di fare ha funzionato." quasi sussurrò, toccando la
cannuccia del drink di Chris con un dito. "Lascerai che ti offra
un altro drink."
Con
un sorriso furbo sulle labbra e un'espressione felice sul viso, Chris
toccò con il dito quello che Darren aveva posato sulla
cannuccia."Okay."
*
Erano
entrambi un po' brilli e inciampavano ogni tanto sui loro stessi
passi, ma in qualche modo, dopo che Chris rimise i propri vestiti,
Darren riuscì a convincerlo ad andare insieme a piedi fino a
casa.
-"Siamo
vicino, è solo che conveniente."
"Già,
hai ragione. E' solo che conveniente."-
Quando
arrivarono lì, Chris si appoggio alla porta del suo appartamento con
un sorriso. Darren deglutì per togliere la secchezza dalla sua gola
quando un paio di brillanti occhi blu guardarono direttamente nei
suoi.
"Mi
hai davvero sorpreso con quella canzone," sussurrò Chris.
Darren non mancò di notare il tono nervoso della sua voce.
"Bene.
Intendevo ogni singola parola."
Fece
un passo per avvicinarsi a Chris quando sbuffò e si morse il labbro,
abbassando lo sguardo sul pavimento con un mezzo sorriso. "Era
una canzone intensa."
"Lo
so."
Quei
bellissimi occhi blu tornarono a guardare Darren e Chris si fermò al
suo dolce sorriso. Quello piegò la testa di lato, cercando di
interpretare la reazione di Chris, ma fu esattamente lì che Chris lo
sorprese afferrandolo per la cintura con due dita, avvicinandoselo,
un'espressione maliziosa e un po' stordita. Darren sentì l'aria
lasciare i suoi polmoni.
"Era
già sulla tua scaletta?" chiese Chris con tono basso, la faccia
all'improvviso vicina a quella di Darren, i petti che quasi si
toccavano.
Darren
deglutì rumorosamente. "Veramente, sì."
"Nessuna
ragione in particolare?"
In
risposta, Darren fece scivolare la mano sul braccio di Chris. Passò
il palmo sui suoi bicipiti e sulle spalle, fermandosi alla morbidezza
del suo collo. Gli accarezzò la faccia con i pollici e strofinò il
naso contro il suo.
"Si,"
mormorò sulle labbra di Chris prima di premere le loro labbra contro
le sue.
All'inizio
era dolce e tenero, ma Chris prese rapidamente il controllo e
all'improvviso diventò intenso e appassionato. Le labbra di Chris
erano morbide e fredde, notò Darren; le sue labbra erano fredde.
Darren voleva riscaldare così tanto quelle labbra che si strinse
ancora più vicino a Chris, aprendo ancor di più la bocca e
baciandolo più forte. Succhiò il labbro inferiore di Chris mentre
passava le dita tra i capelli morbidi.
Chris
prese un respiro profondo, muovendo la mano per toccare quella che
Darren aveva ancora sul suo viso. Darren intrecciò le loro dita e si
staccò dolcemente.
Gli
occhi blu acceso lo fissarono apertamente, così vicini che Darren
quasi perse l'equilibrio.
"Non
voglio che finisca qui." ammise sottovoce Darren.
"Vuoi-
um" balbettò Chris. "Vuoi entrare e magari vedere cosa c'è
su Netflix?"
*
"Devo
confessarti una cosa," sbottò Darren mentre stavano entrambi
seduti sul divano di Chris con le gambe incrociate e le ginocchia che
si toccavano. "Ti guardavo. Attraverso la finestra."
Chris
piegò la testa e incontrò lo sguardo di Darren. "Mi guardavi."
"Già,"
mormorò Darren, con tono sconfitto. "In mia difesa, la lasci
sempre spalancata, okay? E io ci ho provato a non guardare. Fidati,
ci ho provato. Ma tu... Voglio dire, ti sei visto?" gesticolò
animatamente nella sua direzione. "Adesso pensi che sia la
persona più inquietante della terra, vero?"
Il
suono della risata di Chris lo prese un po' alla sprovvista e alzò
lo sguardo per guardare il viso del vicino.
"Lo
so," confessò Chris, un sorriso timido sulle labbra.
"Tu-
Cosa? Lo sai?"
"Beh,
non sei esattamente discreto." lo prese in giro. "Dopo un
po' ho iniziato a lasciarla aperta apposta e basta."
"Tu-"
Darren era senza parole. E lui non è mai senza parole. Darren ha
sempre qualcosa di dire in qualunque situazione, Eppure, eccolo lì,
assolutamente e totalmente senza parole. "Non posso crederci!"
"E'
lusinghiero, davvero. Specialmente dal ragazzo carino della porta
accanto." gli occhi di Chris si addolcirono e prese la mano di
Darren nella sua, intrecciando le loro dita insieme.
Darren
si irradiò. "Carino, eh?"
Chris
si avvicinò, il viso a qualche centimetro dal suo. "Molto."
Darren
chiuse il resto della distanza tra di loro e premette un piccolo
bacio sulla bocca di Chris. "Siamo persone molto strane e
stupide."
"Lo
siamo. Ma per qualche motivo, sembra che tu mi piaccia comunque."
Era
così dolce e sincero che Darren si ritrovò a brillare per la
felicità.
"So
che stiamo facendo tutto nell'ordine sbagliato." rise Darren,
"Ma mi piacerebbe davvero portarti di nuovo fuori. In modo
appropriato. Nel caso stanotte contasse come un appuntamento."
Con
un sorrisino, Chris annuì e gli strinse la mano. "Certo,"
disse. "Faresti meglio a sorprendermi di nuovo."
"Se
è questo che ricevo in cambio quando ti sorprendo," disse
Darren, avvicinando con la mano Chris, "puoi scommetterci il
culo che lo farò."