Lucius
non era un brav'uomo e non lo sarebbe mai diventato.
Ma
era indubbio che tenesse alla sua famiglia quanto tenesse a se
stesso, forse anche un po' di più.
E
come avrebbe potuto distruggere la sua famiglia? Come poteva lasciare
soli sua moglie e il bimbo da poco nato?
Sarebbero
finiti tra la rovina e il disonore, perchè di certo cessata la
guerra, non vi era più spazio per l'orgoglio del sangue puro e
per il disprezzo di quello corrotto.
Davanti
al giudice tremava, il sudore imperlava la sua fronte e impastava i
suoi capelli, rendendo il suo viso quasi sgraziato.
-Mio
signore, non ci fu mai un giorno nel quale io non temessi per la mia
vita, per la vita della mia famiglia. Sì, ammetto di essere
stato stupido, sono stato uno sciocco a riporre la mia fiducia verso
un uomo che reputavo di nobili intenzioni. Ma esiste forse una
condanna per la stupidità, miei signori?-
La
sua voce incerta a volte sembrava spegnersi, per poi riprendere
vigore dopo un accenno di colpo di tosse.
-Incontrai
il signor Riddle in circostanze del tutto normali e non ebbi
nessunissima idea delle sue inclinazioni per la violenza. Miei
signori, mi sono fidato, ho riposto in lui inizialmente la mia
amicizia ma... beh-
Lucius
Malfoy fece scattare gli occhi verso gli uomini che lo osservavano
quieti, dall'alto in basso, per poi ancorare il suo sguardo gelido ma
impaurito in quello di sua moglie, che con un cenno impercettibile
del capo gli fece capire...
“Parla
Lucius”
E
lui parlò.
Recitò
la sua parte con una maestria inquietante, rese giustizia alla
versione studiata con la moglie.
-Vedete
miei Lord della giuria, esiste una maledizione, che forse sarà
giunta alle orecchie di voi signori. Imperius, è questo il suo
nome. E io giuro solennemente, dinanzi a voi e ai miei antenati, che
fu questa maledizione manipolatrice ad avermi fatto compiere atti che
non farei neanche al mio peggior nemico, figuriamoci a persone
innocenti-
I
suoi occhi lucidi per le lacrime brillavano sinceri, mentre la sua
voce si spezzava ogni qual volta arrivava a raccontare i fatti più
scabrosi.
-La
mia vita sembrava non appartenermi, ogni mia azione era comandata da
mani invisibili, mani che non avevano alcun rispetto per la mia
anima. Ma come può essermene fatta una colpa? Possibile che
una marionetta debba pagare per la malvagità del suo padrone?
Miei signori...-
E
si alzò in piedi, avvicinando impercettibilmente il suo corpo
al banco degli imputati.
-Guardate
là, guardate mia moglie. Da poco mi ha donato un primogenito,
un bellissimo bambino.
Che
uomo potrebbe fare ciò di cui vengo accusato mettendoli in
pericolo?Che uomo miei signori illustri, avrebbe il coraggio di
stringere un innocente bambino tra le braccia, con le mani piene di
sangue?Non lo so miei signori, davvero non lo so, ma una cosa è
certa...-
-Quell'uomo
non sono io-
-Colleghi
del Wizengamot, alzate le mani se reputate l'imputato innocente e
assolto da tutte le accuse- la voce del giudice risuonava forte
nell'aula, creando un'atmosfera di attesa snervante.
Lucius
cercava in tutti i modi di mantenere la calma, stringendo le nocche
alle sue ginocchia e con lo sguardo fisso ai suoi piedi.
Dopo
qualche secondo si decise ad alzarli incerto, contando le mani alzate
con un il cuore che correva frenetico.
1...2....3....4....5...6.....7.....
La
voce del membro più anziano del Wizengamot interruppe il suo
conteggio.
-Signor
Malfoy, lei è innocente, ha eseguito le azioni per la quale è
stato accusato, sotto l'effetto della maledizione imperius, pertanto
la dichiariamo innocente.
Lucius
si alzò con le gambe che tremavano senza controllo e riuscì
a camminare solo quando sua moglie gli venne in contro con il viso
stravolto dal sollievo e lo prese tra le braccia.
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