Il mio migliore amico.

di LostHope92
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La mia mente sembra galleggiare, in uno spazio non definito, tra ombre e paura.

Sulle mie scarpe una grossa macchia di sangue.

Cos'è successo?

Tom dice che è tutto ok, che è solo lo stress per lo studio eppure...non mi fido.

Sfogliavo le sue parole con emozione ogni volta, rileggevo ogni frase sempre con più trasporto, sentendomi unica,

Il mio Tom, di nessun'altra.

Non mi era mai successo di avere qualcosa solo per me, ormai da anni.

Tutto ciò che mi riguardava era passato tra le mani di qualcun altro, da generazioni.

Eppure leggere le sue parole, sentirmi chiamare da lui “mia dolce Ginevra” mi riempiva di orgoglio.

Non mi aveva scelta perchè era amico di uno dei tanti fratelli, non conosceva i miei genitori, non conosceva nessuno oltre me.

Ricaccio il pensiero molesto che si impiglia nel mio orecchio “non ti ha scelto lui, è solo costretto a leggere le tue parole. Se il diario fosse capitato nelle mani di un'altra ragazzina Tom sarebbe stato altrettanto gentile, altrettanto volenteroso di riempirla di attenzioni”

No, Tom non sarebbe stato lo stesso che parla con me, io sono speciale, almeno lo sono per lui.

E tanto mi basta.

Eppure la vocina torna a rovinare tutto.

Ti interessa essere l'unica di Tom...e non di Harry? Perchè di certo per lui non lo sei affatto”

Cosa stava succedendo?

Perchè ora lo stesso Tom mi risultava falso?

Sentivo le sue parole farsi sempre più ambigue, sembravano scivolarmi nel cuore come serpenti, per poi stringerlo con forza fra le spire.

Il fatto che intere ore fossero divorate dal nulla forse poteva veramente essere spiegato con lo stress.

Lo stress ha sporcato le tue scarpe di sangue?”

Non posso fare a meno di fissare il mio sguardo sulle scarpe marroni, logore e ora sporche.

Cosa mi hai fatto fare Tom?

La copertina scura del diario, che riposa sul letto tra le lenzuola, cattura il mio sguardo terrorizzato.

Sei come tutti gli altri Tom, ti interesso solo per i tuoi scopi, non sono niente, nessuno.

E sento montare la rabbia dentro di me, mi ribolle il sangue, fa scattare i nervi.

Le mie mani toccano per l'ultima volta quella stessa copertina che accarezzavo nei momenti di sconforto, quando la solitudine mi divorava lentamente.

Sei stato il mio migliore amico.

Mi maledico per le lacrime che scivolano sulle mie guance, bruciano come fiumi di lava, e precipitano su quello stesso diario che mi ha visto sorridere di gioia nel leggere le tue parole.

Ti stringo al petto per l'ultima volta, prima di dirigermi di corsa verso il secondo piano.






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