Psychopath |

di Serpeverde_
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Psychopath 
Merita l'amore? 



"Non aver paura" era la frase che mi ripetevo costantemente. Non che servisse a molto, certo, ma attenuava quel senso di inquietudine che sentivo allo stomaco.

Odiavo impugnare il fucile, non credo che avrei mai avuto il coraggio di premere il grilletto.
Eppure mi chiamavano delinquente. 
Eppure mi avevano inserito tra i Cento.

"Hayden, oggi hanno ucciso un cinghiale" Jackson entrò nella tenda con un grosso osso in mano. 
Posai il fucile che stavo lucidando e lo invitai a sedersi sulla mia brandina.
Presi la coscia tra le mani, aveva un sapore stupendo. Sempre meglio della pantera dell'altra sera.

"Come stai? Ti fa ancora male il braccio?" chiesi al biondo che inghiottì il suo boccone e si affrettò a sorridere.

"Clarke mi ha medicato. Guarda, come nuovo" disse entusiasta piegando e schiudendo il braccio velocemente.
Un terrestre l'aveva pugnalato durante una perlustrazione.

"Calma calma" risi fermando quel moto convulso "O la prossima volta toccherà amputarlo"

Jackson segui la mia risata finendo il suo pranzo in pochi morsi. Era strano vederlo coi capelli scompigliati e sporchi di terra, quando sull'Arca era sempre stato vestito a puntino.
Quella versione di Jackson era molto meglio del ragazzo perfettino a cui mesi prima non avrei nemmeno chiesto dove si trovasse il bagno.

"Hanno trovato Murphy" buttó lì tastandosi la pancia "Quel bastardo non merita di essere curato"

"Curato? Che gli é successo?" chiesi curiosa. 
"É stato torturato dai Terrestri, mi sembra di aver sentito così" rispose poco interessato.

"Den, ho il turno di guardia. Ci vediamo prima dell'alba" aggiunse poco dopo abbracciando il fucile. 
Annuii "Mi raccomando, basta gesti suicidi"

"Non sono suicidi, sono solo folli" rise prima di chiudersi la tenda alle spalle.


••••
 

Ero terribilmente caustrofobica. La notte non riuscivo a passarla nella mia tenda, e quando dovevo trovavo ogni modo per evadere.

"Hayden!" urló Octavia correndomi in contro dalla Nave "Ehi! Scusami, mi servirebbe il tuo aiuto"

La seguii fino a dentro la Nave, un po' disorientata dalla richiesta ma impegnare il mio tempo era tutto ciò che mi restava.

"Clarke ha detto che sei brava con le medicazioni" disse sorridendomi, mi strinsi ancora di più nella mia confusione.
"Non ha tempo di occuparsene, ti va se ci pensi tu a lui? È innocuo ora, ha i polsi legati"

Seguii il suo sguardo verso l'angolo della stanza, e rabbrividii.
Era Murphy, ed era messo molto male.

"Su quel tavolo c'è tutto quello che ti serve, se succede qualcosa sono fuori" dichiaró "Non parlargli, non ne vale la pena"

E svanì, lasciando una me inesperta e un John sanguinante da capo ai piedi.




HELLO!!
Eccomi qui, adoro la serie, e nonostante Murphy dovrebbe essere un personaggio che non merita perdono o amore, io sono troppo sensibile.
E lo amo. Non lo giustifico, ma lo amo.
Il capitolo è corto, I know, si allungheranno. Se trovate la storia anche su wattpad, sono semprei io l'autrice, non è un plagio ;)
Spero che vi piaccia la storia, un bacio👑🎀


 





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