Titolo: Fifth Period Of
Soul's Massacre
Genere: Romantico;
Introspettivo; Triste
Rating: Arancione
Avvisi: Slash; OneShot
Personaggi: Frerard
Riassunto: I was just
like you, gave it my everything.
But nobody loves me and
its driving me insane. So who's the bitch now? Lasciami in pace, Gerard Way.
“Fifth
Period Of Soul's Massacre”
I was just like you, gave it my
everything.
But nobody loves me and
its driving me insane.
So who's the bitch now?*
“Vaffanculo.Vaffanculo
di cuore, Way.”
Potrei riassumere in una significante parola quel che ora sento
necessario di dirti. Un eloquente “vaffanculo”,
magari pure urlato, che esce dritto dal mio cuore. Nient'altro mi
serve; non necessito di ritrovarmi davanti la tua allegra faccia per dedicarti la mia
rabbia. Basta poco.
In realtà so che vederti ancora renderebbe
il tutto più difficile. Sentirmi osservato per l'ennesima
volta dai tuoi occhi così infinitamente profondi, quel tuo
fottuto sorriso appena accennato; piccoli accostamenti di emozioni che
mi istigherebbero ad odiarti. Ma
non cambierebbe nulla, neppure se riuscissi a mostrarti la
mia ugola vibrante mentre urlo il mio dolore su un palco che ora come
ora non divido più con te. Adesso non sei il mio vocalist,
troppo occupato a recitare una parte che non ti calza a dovere. Sei un
fottuto doppiogiochista, Gerard Way. Te l'ha mai detto nessuno?
Non voglio più tornare indietro sui miei passi,
correrò a perdifiato avanti ed indietro per questo sentiero
che da solo mi sono tracciato e, se qualcuno proverà a
fermarmi, penso proprio che sprecherà inutilmente il suo
tempo. Voglio continuare a pensare che se mai tu busserai di nuovo alla
mia porta sarò capace di rispedirti al mittente, dalla tua
cara mogliettina, che molto probabilmente ti starà
aspettando nel vostro nido d'amore.
Hai fatto le tue scelte?
Anche io ho fatto le mie, cazzo. Cosciente del fatto che mi
pentirò di non averti più accanto, sto scacciando
da tempo dalla mia testa l'idea che potrei morire dentro.
Ma cosa mi
consiglieresti di fare, tu che sei così bravo nello scappare
dai problemi?
Mi hai pian piano obbligato a tessere una sottile tela di disprezzo tra
me e te, e non c'è cosa che possa farmi più male.
Da quando abbiamo smesso
di essere semplicemente
noi? Adesso che non ci sei più da troppo tempo, non
posso fare a meno di sentire un impellente bisogno di dimenticarti. Vorrei tu scomparissi.
... or is this how I disappear?
Sei stato unicamente tu la causante di
tutto; ecco cosa mi ripeterò finché non mi
sentirò adeguatamente appagato. Ormai da mesi non necessito
né di obbiettività né di sensi di
colpa, quindi penso che potrei smerdarti fino a far sì che
la tua immagine cominci sempre di più ad assomigliare a
quella del peggiore degli stronzi, ad una puttana d'eccellenza, a
qualcosa di infinitamente lurido e disprezzabile.
Sei una troia splendida,
Gerard. Questo l'ammetto e non lo negherò mai. E sei tu, sei
sempre e solamente stato tu l'egoista e il bastardo della situazione.
Sei marcio e
nemmeno te ne rendi conto.
Eppure anche attaccarti non
riesce a farmi stare meglio.
No, non riesco a
scorticare dalla mia mente questa strana voglia di morire...
Can't find my way home,
but its through you and I
know
what I'd do just to get
back in his
arms.
Ti amo più di ogni
altra cosa, fottuto Way.
~
“Pronto?”
“Mikes, scusa.
Ti ho svegliato?”
“Ciao,
Frankie! No, figurati. A che cosa devo questa tua chiamata?”
“Beh, volevo
avvertirti che... cioè, io e Jam ci sposiamo.”
“Cosa?! Frank,
ma quand-”
“L'abbiamo
deciso da poco, è una cosa un po' improvvisata.”
“Capisco... ma
va tutto bene?”
“Tutto
apposto. Senti, ora devo staccare però mi chiedevo se magari
tu potresti... ?”
“Beh, certo.
Lo dico io a Gee, non ti preoccupare.”
“Grazie,
Mikes.”
“Di nulla,
amico.”
~
Solo adesso mi rendo conto di come io abbia passato i miei ultimi
giorni; aspettando una tua telefonata, o qualsiasi altra cosa che mi
avrebbe fatto capire che almeno un po' te ne importava.
Sto vivendo con la consapevolezza che in conclusione non te
n'è mai
fottuto niente di quel
noi che di conseguenza esisteva solo nella mia testa. Eppure ci ho sempre stupidamente
creduto, Gee.
Mi sto per sposare, sto per portare all'altare una donna che da anni mi
sopporta, che mi ama incondizionatamente. E non è il fatto
che quel che sto facendo è solo una ripicca nei tuoi
confronti a farmi stare male; assolutamente
no! Ciò che mi sta facendo maledettamente
soffrire è non averti vicino
a me, adesso. Sono proprio un figlio di puttana, ecco.
... e penso che a mia madre
chiederò perdono un altro giorno.
Lo sai che domani mi sposerò e stanotte passerò
la mia intera notte di addio al celibato in completa solitudine,
guardando film horror di bassissima qualità alla televisione
e mangiando caramelle gommose fino a sentirmi male? Anche pensandoti, ovvio.
Credo che sarà la mia attività principale.
Sei il mio chiodo fisso, e nemmeno il pensiero della mia futura moglie
in balia di uno strip club per sole donne riesce a sortirmi rabbia o
disgusto.
Mi chiedo se tu sia contento di come mi hai ridotto, Gerard. Mi hai
sempre disprezzato così tanto oppure è stata tua
moglie a farti divenire sofferto nei miei confronti? Le mie sono ormai
solamente parole dettate da quel fottuto sentimento chiamato gelosia.
Questa è
invidia verso la tua donna e basta, rendetene conto e
cerca di non avere pena di me.
Alla fin fine sono semplicemente umano, non credi?
I'm just a man, I'm not a hero.
Dlin dlon.
Il suono quotidiano del campanello mi sveglia dai miei pensieri
riavvolgendomi in un attimo nel triste mondo chiamato realtà.
Estremamente stravaccato sul divano a cinque posti color verde acido
che tutti i giorni raccoglie il mio corpo in sovrappeso, mi domando
abbastanza sconvolto e scazzato chi cavolo possa suonare alla porta
targata Iero alle undici e mezzo di sera.
Qualche idiota in cerca
di rogne?
Mi alzo stancamente dall'imbottitura della sedia; addosso solo un paio
di boxer grigi comprati in non so quale discount ed una maglietta
alquanto vecchiotta dei Misfits. Con adeguata lentezza e barcollando un
bel po' mi costringo ad andare ad aprire la porta, anche solo per
osservare e di conseguenza frantumare la faccia di merda che ha avuto
il coraggio di venire a rompere le palle a quest'ora di notte in casa
mia. Apro l'uscio in maniera graduale, preparandomi fisicamente allo
sferrare un bel pungo, ma lo richiudo con uno scatto quando mi ritrovo
davanti due occhi dal colore indefinibile che mi scrutano con
insistenza. Quegli
stessi occhi per cui vivo.
“Frank, che cazzo fai. Apri, santiddio.”
Che diavolo ci fai alla
porta di casa mia, Gerard Arthur Way?
Dovresti per un attimo prendere fiato, chiudere quell'assurda boccaccia
che ti ritrovi e pensarci su. Anche se ti conosco, anche se
so quanto tu sia spesso fottutamente
impulsivo. Sono totalmente consapevole del fatto che
raramente riesci a renderti conto delle tue stesse azioni; eppure penso proprio di
meritarmi una soluzione
per tutto questo, sai?
“Vattene, Way. Non voglio né vederti né
parlarti.” cerco di assumere un tono autoritario, una voce
che da dietro questa sottile porta di legno d'acero possa risultare
almeno un po' seria. So che i miei sforzi risultano vani; non sono
tanto imbecille da non riuscire a capire che il suono uscito dalla mia
bocca è palesemente incrinato dal mio respiro affannato. Ho
incrociato i tuoi occhi per meno di cinque secondi e solo questo
è riuscito ad incasinarmi l'anima. Mi distruggi.
“Da quando sei diventato un fottuto bambino capriccioso,
Iero?!”
Credo di riuscire perfettamente ad immaginare l'espressione padrona sul
tuo volto, in questo preciso istante. Nasino all'insù
contratto in una smorfia indispettita, sguardo leggermente corrucciato
e quei tuoi capelli finalmente
di nuovo lunghi spettinati, inevitabilmente in balia del vento.
Perché non sono io il fottuto bambino capriccioso, tesoro. Non lo sono mai stato.
E mi chiedo come tu non faccia a capire che queste tue esclamazioni
acute non fanno altro che confermare la mia affermazione. A volte sei proprio infantile.
Non ti
rispondo. Non ho più fiato in gola;
me l'hai tolto semplicemente guardandomi, credo.
Ti sento pesantemente sospirare, davanti al mio silenzio. Poi un sussurro fioco.
“Dio, ti prego Frankie. Apri questa porta... ho bisogno di
vederti.”
No, Way. Perché
sei sempre così bravo ad abbindolarmi? M'illudevo, in una
mia immaginaria convinzione, che grazie a questa tua prolungata assenza
il potere che hai sempre esercitato su di me si fosse almeno un po'
affievolito. Stupidamente
mi sbagliavo. Come se fossi un robotico servo rispondo
subito al suono della tua voce, aprendo di scatto la porta ed
accorgendomi dopo poco dell'azione precedentemente fatta. Che diavolo mi succede?
La tua figura mi spiazza.
Seppur siano passati anni dalla nostra prima convivenza musicale,
ancora non mi sono abituato a guardati; ogni giorno con te è
come se fosse il primo. Il tuo corpo, ogni parte del tuo
fottuto corpo, mi uccide.
Odio quando sei struccato, mi sembri ancora più ingenuo ed
innocente di sempre. Stranamente - ironia
della sorte, forse - oggi nemmeno un filo di fondotinta o
di matita sul tuo volto. Fanculo
ancora, Way.
I'm in the basement, you're in
the sky.
Mi lanci improvvisamente un'occhiata soddisfatta, osservando il mio
fisico completamente bloccato davanti al tuo. Ecco i piccoli sprazzi di
malizia del vero Gerard; il
Gerard che si compiace davanti all'ennesima prova che sì,
sono fottutamente e allegramente sottoposto al suo volere.
Ti fiondi su di me, spingendomi velocemente addossato al muro del
corridoio. Chiudi la porta principale con uno slancio, provocando di
conseguenza un forte “bum!”
che riesce a discostarmi quasi del tutto dai miei assurdi quanto
monotoni pensieri.
Adesso però
sono i tuoi occhi l'unica cosa in cui mi costringo ad affondare.
"Frankie...” sapresti spiegarmi per quale fottuto motivo il
mio nome assume un significato diverso
quando è pronunciato dalla tua bocca?
Riesci a sussurrare sillabe comunissime trasformandole in sinfonia, e
questa cosa mi manda davvero in tilt. Quanto vorrei che l'unico nome
da te sempre dettato fosse il
mio.
Il mio cervello sta cominciando lentamente a liquefarsi, mentre vai ad
abbracciarmi le spalle, uno
di quegli abbracci che tanto amo. Il nostro inusuale
accostamento di braccia e ossi che riescono a riscaldarmi l'anima;
vorrei sprofondare e perdere i sensi adesso.
"Frankie... mi manchi terribilmente.”
Sussulto rumorosamente, quando sento queste tue parole morirmi a
ridosso della clavicola. Il mio corpo trema, ma tu sembri non farci
caso Cos'ha appena
detto, quest'uomo?
"Gee... Cristo Santo." discosti il viso dalla mia pelle tatuata,
lanciandomi un'occhiata sorpresa. Cos'è che riesce a
turbarti, il mio tono duro oppure la vibrazione del mio fisico? Il mio
corpo e la mia anima necessitano di te, ma il primo ti vuole ed il
secondo ti scaccia.
Quale dei due
vincerà, Gee? Perché sono stanco,
stanco di te e dell'effetto che mi fai.
Sto per cascare e non me ne importa nulla.
Ma ciò che
assassina il mio cuore è sapere che tu nemmeno te ne
accorgi...
"Mi odi così tanto, Frank?” uno sguardo da
cucciolo indifeso ed infinitamente dolce si affaccia sul tuo volto,
mentre vai a stringermi un po' più stretto. Mi domando se
questa sia un'innocente insicurezza o semplicemente l'ennesimo modo per
deviare il discorso.
Fottuto faccino tenero e
fottuta vicinanza col tuo corpo. Potrei collassare seduta
stante, e ammetto che l'idea mi pare quasi allettante.
Vorrei urlarti che no, non ti odio, ma che ogni volta che ti vedo le
mie certezze se ne vanno a fare in culo. Sai, è molto
semplice dedicare le proprie bestemmie ad un poster attaccato al muro
con protagonista la tua faccia, ma averti qui accanto a me fa tutto un
altro effetto.
Chissà se tu
provi lo stesso. “Quanto vorrei saperti
odiare... Gee, mi distruggi.”
"Frank... io no-”
"Hush, hunny. Io non voglio le tue scuse, non voglio che nulla esca
dalla tua bocca. Ogni cosa che dici continua a far aumentare il vuoto
che mi porto dentro. Quanto
ti amo non lo so nemmeno io...”
Ed ecco l'ennesima prova
che Frank Iero è un codardo.
Perché no, non ce la faccio a staccarti da me e mandarti
via. Questo sbilenco e melenso discorso che mi è appena
uscito dalle labbra con un non nulla è riuscito a farmi
capire che mai avrò la forza di dirti quel che veramente
penso; forse per paura
di farti del male, forse per timore di farmi del male.
Sono fottutamente pazzo, e la mia malattia mentale si chiama Gerard.
Dottore, esiste la cura?
Now you wait. Like a drug, like
the change in the pain.
It goes on for so long.
"Frankie...”
"Basta. Basta ti prego.” con un quasi inudibile sussurro mi
costringo a lasciarmi andare al corso degli eventi, abbandonandomi del
tutto al calore del tuo abbraccio. Riesco a smontare la tensione
portando le mie braccia a stringere lievemente la tua schiena, mentre
le tue candide mani continuano a tenermi stretto per le spalle.
"Santiddio, volevo fare l'incazzato almeno oggi ma sono veramente un
incapace...” un risolino isterico si affaccia alla mia bocca
mentre mormoro in maniera quasi incomprensibile, baciandoti lievemente
una guancia. “Mi
spieghi come cazzo fai a manipolarmi come fossi un
burattino?”
Ti sento soffocare qualche parola al mio orecchio, prendendo poi
possesso delle mie mani ed andandole a far combaciare al tuo sedere.
Quella parte del tuo fisico che io ritengo estremamente eccitante, e tu
lo sai.
"E se per una volta... per questa volta, fossi tu a trattarmi come una
bambola?” soffi sensuale, premendo lentamente il tuo corpo
addossato al mio. “Uhm, sì, sono la tua bambola
ora. Ti va?”
Enfatizzi con estrema lussuria tutte le parole che compongono la frase
da te appena pronunciata, leccandoti a scatto le labbra. Sì,
perché Gerard è ovviamente questo tipo di
persona. La gente lo venera, leggendo i testi delle sue canzoni
potrebbe arrivare a pensare che sia un depresso, qualcuno che ha
sofferto tanto nella sua esistenza - ma no, Gerard può anche
esser stato male, ma la sua è quasi del tutto una condizione
mentale. Chi non lo
conosce non può saper quanto bastardo e cinico possa essere.
Mi sono ritrovato ad amare un individuo involontariamente lunatico,
estremamente egoista ed incapace di capire i sentimenti degli
altri. Che sfiga del
cazzo.
Avrai capito anche solo
una fottuta cosa di tutto quello che ti ho appena detto?
Mi domando e mi rispondo da solo; quasi
certamente no, questi tuoi discorsi non mi danno modo di
pensare in altra maniera. Ogni giorno che passa la mia idea di te
peggiora, eppure non posso fare a meno di necessitarti.
Vorrei possedere abbastanza coraggio per poterti spingere il tuo corpo
lontano dal mio, urlarti insulti dietro e sbatterti fuori casa. Magari
salutarti con la manina, sussurrando un “bye bye Gee”.
Ma no, cazzo. Quel
tuo sguardo malizioso, il tuo fiato sul mio collo... tutto questo mi
lascia capire che anche per questa volta rimarrò sotto il tuo controllo.
Mi chiedo come io faccia ad amare un essere tanto subdolo. Non capisci,
non riesci a capire che ogni tuo respiro riesce a trafiggermi lo
sterno. Starò
ancora al tuo gioco, Gee. Ma riuscirò mai ad
arrendermi all'idea che tu non sei mio?
Because we were the light in the
tunnel...
Mi avvicino al tuo viso, facendo finalmente combaciare le nostre labbra
in un bacio casto.
Qualcosa di relativamente soffice, un veloce contatto di morbidezza che
sprizza malizia da tutti i pori. “Sei
la mia
barbie, Gee?” adesso sto fingendo, indosso
una maschera del tutto formata da bugie e da un cinque per cento di
sensualità.
Questa faccia
che tu stai amando tanto non mi appartiene, lo sai?
Un tempo riuscivi a capirmi, un tempo riuscivi ad amarmi. La nostra
complicità è svanita alla stessa
velocità in cui i miei urli sono del tutto scomparsi dalle
nostre nuove fottute canzoni.
Questa cosa riesce a spaventarmi; se te lo dicessi mi rideresti in
faccia. Eppure vorrei aprirti il mio cuore ancora per un'ultima volta, prima
di metterlo in un forziere blindato ed abbandonarlo chissà
dove nell'oceano.
"Certo, honey.” gemi ancora qualche sciocca frasetta sui miei
capelli oleosi, andando poi con uno scatto a premere la mia bocca sulla
tua. Sussulto appena davanti a questa tua azione non so
perché inaspettata, per poi infilarti rudemente almeno mezzo
metro di lingua in gola. Ti esploro la cavità orale, mentre
sento il tuo corpo lievemente annasparmi addosso.
"Fr-ank...”
mi stacco un attimo,
quasi incerto davanti alla tua espressione soffocata.
Alterno momenti di tormento a scatti di ira, me ne rendo perfettamente
conto.
Ma adesso non posso fare a meno di pensare che da oggi in poi non mi
lascerò intimidire dal tuo faccino timido, non
avrò più pena
di te. Non questa volta, non ora che dentro me riesco ad avvertire un
focoso vulcano pronto ad esplodere. C'è qualcosa nella mia
anima che mi tormenta, ed urlare in un microfono non riesce
più a portarmi sollievo. Voglio farti del male, Gerard.
Anche se non riuscirò mai ad intaccare la tua anima, anche
se non sarò mai abbastanza
cattivo.
Ti amo troppo,
ecco a che fottuta conclusione sono arrivato. Fanculo.
... but without you, I'm
nothing.
"Sei la mia bambola, non puoi rimangiarti le parole. Stai zitto,
Gee.”
Provi a mugolare qualcos'altro, mentre vado a ribaltare le nostre
posizioni. Il corridoio di casa mia non è un bel posto in
cui farlo,
ma penso che mi accontenterò.
Le mure fredde, la posizione scomoda. Tutto ciò
è quel che noi non siamo mai stati, eppure
l'idea di lasciarti andare per spostarci in un altra stanza non mi
tocca per nulla. Penso che mi sbatterò il tuo corpicino qui,
proprio accanto all'intonaco rovinato. È questo quello che
vuoi, Gee?
E mi ritrovo con evidente tristezza a pensare che so come tutto questo finirà.
Ci baceremo finché non ci consumeremo a vicenda; ed allora
penserò che mi piacerebbe morire con le tue labbra
appiccicate alle mie. A volte la tua bocca sa davvero di veleno, ma
continuerò a baciarti ancora, ancora e ancora, con la tua
lingua a ridosso della mia in un intreccio articolato e quasi
inagibile, il tuo sapore dolce amaro completamente stampato
nell'apparato del gusto ed un leggero formicolio alle gengive
sanguinati. Mi mordi sempre; quasi come se tu fossi un feroce animale
affamato della mia carne, quasi
come se la cosa che ti premesse di più fosse farmi del male.
Poi ti leverò i pantaloni con un'occhiata maliziosa, mi
spoglierai con frenesia e ci ritroveremo semplicemente nudi.
Il tuo corpo perfetto completamente circuito dal mio fisico, il tuo
viso arrossato e la voglia liquida nei miei occhi che me li spegnerà
del tutto.
M'implorerai e non saprò dirti di no. Non ho mai saputo dirti di no.
Ed è da tempo che va avanti questo tuo giochetto,
eppure m'illudevo; m'illudevo con false parole che tutt'ora galleggiano
ritmicamente nella mia mente. I tuoi gemiti e i tuoi ansimi vorrebbero
stordirmi ancora, ma stanotte non glielo permetterò. Mi sto rassegnando, Gee.
You are a lie, and I am the
liar.
Non mi appartieni. Credo
proprio che prima o poi me ne renderò completamente conto e,
te lo giuro, potrei
morirne. Molto probabilmente il mio cuore stanco si
fermerebbe, ed io smetterei di vivere in mezzo ad un inutile quanto
schifoso amplesso. Perché questo è soltanto del fottuto
sesso, sesso che tu mi costringi a fare per compiacerti. E, quando
entrerò nel tuo corpo, le lacrime non usciranno dai tuoi
occhi, ma dai miei.
Credimi, quando ti urlo che
ti amo. Credimi, quando ti urlo che sei la mia vita.
Credimi, quando ti urlo che
te ne devi andare.
Perché sei tu, soltanto tu il carnefice che sta attuando da troppo tempo il
massacro della mia anima.
"This face means nothing, these
hands hold nothing.
I'm here, this heart is
yours.
Our love never dies.”
Fischiettavo nel tuo orecchio, quando ancora dormivamo tutte le notti
insieme in un unico letto e facevamo l'amore appena
potevamo. Sempre sfiancati, sudati e sporchi. Eppure felici.
Canticchiavo, mentre tu sorridevi. E
questo mi bastava, sai?
Adesso penso che se mai
vorrò morire,
resterò accanto a te e t'implorerò di non abbandonarmi.
Però ora
permettimi di andarmene, per favore.
Owari
Note:
*Canzoni i cui pezzi modificati e non fanno da colonna
portante della fic: “5th Period Massacre” by
LeATHERMOUTH - “My Way Home is Through You” by My
Chemical Romance - “Welcome to the Black Parade” by
My Chemical Romance - “English Summer Rain” by
Placebo - “Cellar Door” by Escape the Fate -
“Tunnel” by The Used - “Without You I'm
Nothing” by Placebo - “My Love Note Has Gone
Flat” by LeATHERMOUTH - “Bodysnatchers 4
Ever” by LeATHERMOUTH
Doveva essere una Lemon...
ma non ce l'ho fatta, la mia parte pudica ha vinto ed ecco questo
troiaio T.T Scritto quasi interamente con sottofondo di Frankie cattivo mode:on, si
può quindi capire la vena bastarda ed incazzosa che questa
fiction distintamente ha. Un Iero
stufo di tutto, della sua vita e di ciò che ha
combinato. Stufo dell'amore profondo che prova, che lo uccide giorno
dopo giorno, ma che non riesce a estirpare. Un Frank che mi assomiglia
molto, un Frank che stimo. Forse è per questo motivo che
questa fic, seppur non mi piaccia più di tanto, me la sento
molto vicina. In questa storia c'è molto di me, diciamo.
Beh, che dire oltre. Spero vi possa piacere, yeye. La dedico,
come mio solito, a due persone speciali: Twinna mia, che lei
per me c'è e ci sarà per sempre, lo so; ed alla
mia donna collegamentare,
Sory. Due
grandi donne potenti e
fighe. U_U
Me lo lasciate un commentino, vero?
AintAfraidToDie
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