Era una bella giornata di sole quando
aprì gli occhi, cosa strana visto che ero andata a letto
poco fa e pioveva a catinelle, pensai mentre lentamente muovevo qualche
passo in quella radura circondata da grossi e alti alberi.
L’erba fresca sfiorava e solleticava le mie caviglie lasciate
appena scoperte dal pigiama che indossavo.
Ad ogni passo mi trascinavo dietro Teddy, il mio orsacchiotto e ad ogni
passo riuscivo a percepire sempre piu chiaro il profumo del
mare, il suono delle onde che si infrangevano tra gli scogli
e i gabbiani che cantavano tra di loro.
e poi finalmente la vidi, la baia che tanto avevo cercato. Davanti a me
un mare quasi trasparente, una spiaggia bianca e oro.
Il paesaggio alle mie spalle era mutato così velocemente,
troppo. Era passato da una fitta foresta ad un boschetto con pochi
alberi e l’erba era improvvisamente scomparsa, aveva lasciato
il posto ad un dirupo con pietre affilate e taglienti, abbassai lo
sguardo da quella paradisiaca baia degna di ogni migliore sogno a quel
dirupo buio e nebbioso di cui non si intravedeva nemmeno la fine.
Fu come quando il cuore ti sale in gola per l’ondeggiare
troppo veloce dell’altalena, il cuore accelerò e
gli occhi da prima spalancati per la meraviglia si chiusero come a
voler scacciare quell’immagine.
Ma come accade nei migliori sogni o cominci a volare o il tuo angelo
custode corre a salvarti, il mio però non lo ricordava
tanto, aperti gli occhi una volta al sicuro tra le sue braccia riusci a
definire bene i contorni dell’uomo che mi aveva salvato dal
precipizio
e tutto ricordava meno che un Angelo custode
emma da piccola con
teddy
Scesi rapidamente dalle sue braccia fini ma muscolose e notai che alla
fine di una di esse, dove di norma ci dovrebbe essere una mano, un
lungo e ricurvo uncino brillava al riflesso del sole.
mi spaventai e strinsi piu forte il mio orsacchiotto, ancora pensavo
che un uomo con un uncino poteva e sapeva essere solo pericoloso.
Mi appoggiai con la schiena al al tronco di un albero
sentendomi tremendamente piu al sicuro a quella distanza, abbastanza al
sicuro per poter continuare a scrutarlo.
Risali lentamente dall’uncino fino al viso dove un dolce
sorriso cercava di convincermi che non c’era pericolo con lui.
i capelli neri si abbinavano perfettamente alla giacca lunga di pelle
nera lasciata appena aperta sul petto, una lunga collana con un teschio
come pendente ricadeva su di un panciotto nero anch’esso
chiuso da un elegante spilla. Continuai a guardarlo puntanto i miei
occhi verdi sui suoi incedibilmente celesti.
Mi sembrava di essere rimasta a guardarli per un esistenza intera e
invece era stato solo un fugace sguardo, il tempo di un passo che ci
divideva.
abbassai lo sguardo sulla mano che mi tendeva e notai che
all’altra mano non aveva niente, capi allora che non era
pericoloso.
Mi apri in un grosso sorriso e lo abbracciai come per ringraziarlo, da
piccola ero un po piu espansiva che da adulta.
Entrambi si sorrise, poi torno alla sua statura normale e dopo avermi
accarezzato la testa riprese a camminare come se non fosse successo
niente.
strinsi teddy con entrambe le mani e lo segui restando indietro di
qualche passo ma non dissi una parola.
scendemmo lungo la scogliera fino alla spiaggia che avevo visto dalla
radura e sorrisi, lo segui ancora mentre saliva a bordo della nave che
avevo visto.
Staccai il piede dal piccolo molo di legno e Sali anche io sulla grossa
nave.
ispezionai la nave da cima a fondo prima di trovarlo steso su di un
letto vicino ad un oblò.
aveva chiuso gli occhi come se dormisse, mi avvicinai al letto
strusciando le gambe di Teddy per il pavimento polveroso, piano mi
arrampicai sul letto e mi sporsi sopra la sua testa,
all’improvviso apri gli occhi e sorrise.
Quell’incontro con quegli occhi cosi blu mi fece cadere
all’indietro e battere il sedere, lui mi guardo poi ridacchio
appena e risi anche io grattandomi la testa per nascondere
l’imbarazzo << io mi chiamo Emma
>> a quella vocina che mi ritrovavo non
riuscì a trattenere un sorriso e mentre pronunciava il suo
nome mi svegliai di soprassalto nel letto << K..Killian
>> ripetei perplesso al mio orsacchiotto guardandolo
seduto accanto a me sul letto.
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