Dopo
molti minuti
di lacrime, dopo molti minuti di dolore Hellis si
alzò fissando sempre il cadavere dell'uomo che aveva ucciso.
Pensò che non c'era altro modo e che doveva continuare per
vendicare i suoi genitori; e lui.... per vendicare il padre di Alessa.
Avanzò lentamente verso la porta e la aprì; era
tutta arrugginita e per questo emanò un suono stridulo.
Davanti alla ragazza, vi era un lungo corridoio fatto di grate
arrugginite e rosse come il sangue. Camminò a passo veloce
guardandosi intorno: non c'era nessun mostro, nessun fantasma, nessun
tipo di pericolo. Ciononostante
quell'ambiente le faceva venire i brividi ma non si sarebbe fermata;
niente poteva fermarla ora che aveva la determinazione e la forza di
fermare tutto.
Arrivò alla fine del corridoio, dove sentì il
rumore di una ventola e si chiese da dove venisse quel suono. Guardò
a sinistra e di fatto vide una ventola enorme che raggiungeva il
soffitto. Era innocua poiché rinchiusa da una grata, ma
produceva un forte vento da far invidia a una tempesta. Girò
a destra e continuò a camminare nel corridoio buio fino ad
arrivare a un portone. Mise le mani sulle due maniglie e
fissò a terra facendo un profondo respiro.
«Dai Hellis...» Disse a se
stessa. «Ce la puoi fare...»
Con forza
aprì il portone e si ritrovò in una specie di
cappella. Sembrava abbandonata da molto tempo, ma non era in cattive
condizioni: i banchi erano al loro posto, niente era distrutto e anche
l'altare in fondo alla sala sembrava in ottime condizioni. La ragazza
però notò che davanti a lei c'era una figura
femminile, e in fondo sul muro c'era una persona legata: era Travis.
«Travis!»
Esclamò mentre si avvicinava velocemente.
La figura
femminile si voltò e si rivelò essere Cristina. Hellis, di scatto, si
fermò fissandola infuriata.
«Tu...!» Disse Hellis.
«Sei arrivata... E
con te anche il dio.» Disse Cristina.
«M-Maledetta!
Lascialo stare!»
Cristina fece un
sorriso compiaciuto.
«E
perché dovrei? In fondo, sto solo cercando di nutrire il dio.»
Hellis
strabuzzò gli occhi dopo che Cristina disse quella frase.
Capì in quel momento che la morte dei suoi genitori, la sua
rabbia, Travis intrappolato
erano tutte mosse per nutrire il dio con la rabbia che
essa covava.
«Adesso capisco...
Capisco perché hai fatto ciò...»
Sussurrò Hellis. «Ma stai facendo un
grave errore...»
«Un grave errore?
Chiese Cristina. «Non capisco quale.
Il dio deve nascere per purificare il mondo e trasformarlo in un
paradiso perfetto. E grazie alla tua rabbia e alla tua sete di vendetta...»
«Ma un dio nato
dalla rabbia non potrebbe mai creare un paradiso perfetto!»
Esclamò Hellis interrompendo
Cristina.
La donna fissò la
ragazza con uno sguardo vuoto ma cupo.
«Non importa... In
ogni caso egli nascerà e ci libererà. Ma
c'è bisogno di fare una cosa.»
In quel momento
Cristina prese un pugnale e si avvicinò lentamente a Travis. Voleva
ucciderlo, voleva decapitarlo in modo da far infuriare di
più Hellis. La ragazza
gridò:
«NON FARLO!»
E in quel momento,
cadde a terra dolorante. La pancia le bruciava, la vista si offuscava e
si sentiva debole.
«Hellis!» Gridò Travis.
Cristina si
avvicinò lentamente alla ragazza, guardandola.
«Allontanati da
lei! Lasciala stare!»
Cristina si
inginocchiò, e con le due mani prese il volto della ragazza e fissandola negli
occhi iniziò
a sussurrarle
dolcemente parole
inquietanti.
«Accetta
semplicemente il tuo destino. Dopo il dolore scomparirà e
sarai libera...»
La donna si
alzò semplicemente continuando a
fissare Hellis dolorante. Poi distolse lo
sguardo e si girò dirigendosi verso Travis senza accorgersi
che Hellis si era alzata. Il
dolore, almeno in quel momento, era sparito.
«MAI!» Gridò
la ragazza.
In quel momento
Cristina si congelò. Era immobile, ferma e
paralizzata. Con spavento e
stupore vide Hellis che si era
rimessa in piedi e che con aria arrabbiata la stava fissando.
«Non
accetterò mai questo destino, PUTTANA!»
Cristina non disse
niente, ma rimase di stucco. Hellis aveva l'occasione
di ucciderla, di vendicarsi per quello che aveva fatto ai
genitori. Ma non poteva, perché quell'atto avrebbe prodotto
sufficiente odio da far nascere il dio. In quel momento, si
ricordò della pietra azzurra che i loro genitori la
regalarono; dicevano fosse un piccolo portafortuna che l'avrebbe
però protetta nei casi peggiori. La ragazza ficcò
la mano nella tasca della borsa e tirò fuori una pietra non
troppo grande ma neanche troppo piccola. La portava sempre con lei ed
era un ricordo dei suoi genitori.
«Mamma...
Papà...»
Hellis ingerì
quella pietra, che si sciolse in bocca. Nei primi 10 secondi non
successe niente; poi ad un tratto Hellis ebbe conati di vomito. Si
inginocchiò e vomitò: cacciò il feto
del dio che era sanguinante e pulsante.
«C-Cos'è
questo?!»
Esclamò Cristina scioccata.
Hellis teneva una mano
sulla pancia. Il dolore era scomparso ed era finalmente
libera dall'influenza del dio. Ora poteva eliminare il dio e cacciarlo
via dalla terra. Alzò la gamba per pestarlo ma Cristina la
spinse facendola indietreggiare.
«FERMA!»
Esclamò la donna che raccolse il feto.
«Il dio... Il dio
è...»
Hellis vide che il
pugnale giaceva a terra, vicino all'altare. Fece una corsa veloce e lo
raccolse, dopodichè si
avvicinò a Travis e lo
liberò.
Entrambi si
allontanarono da lì e si girarono, vedendo Cristina intenta
a ingoiare il feto. I due ragazzi si coprirono gli occhi dal disgusto e
li riaprirono poco dopo. Cristina stava diventando rossa come il
sangue; come il sangue che scorre nelle vene di tutte le persone, come
il sangue che si vedono nei thriller e nei film horror...
«Alessa... Non puoi
uccidere il dio!» Disse Cristina dolorante.
«S-Sarò io a farlo nascere! Se non puoi farlo tu,
lo farò io!»
La donna
gridò di dolore e si avvicinò al buco nel
pavimento che stava dietro l'altare. Si inginocchiò e gli
diede un'occhiata, per poi essere trascinata da un mostro che
uscì dal pavimento distruggendolo. Hellis e Travis che avevano visto
la scena, rimasero scioccati da quello che era successo. La
ragazza sospirò, mentre Travis si
inginocchiò esausto. Preoccupata, la ragazza si
abbassò guardandolo.
«Stai
bene?» Chiese.
«S-Sono
solo un po' esausto... e debole.» Rispose Travis. «Non
credo... di poter riuscire a continuare.»
La ragazza annuì e si
alzò.
«Andrò
io... Risolverò io tutto, e ce ne andremo.
Promesso.»
Il ragazzo sorrise
per poi chiudere gli occhi e riposare. Hellis si
avvicinò al grande buco nel pavimento che si era formato e
con un balzo vi saltò dentro.
NOTE DELL'AUTORE:
Finalmente ho aggiornato questa storia! Mi scuso per non aver
pubblicato il capitolo, ma avevo già scritto il capitolo
molto tempo fa. Poi il computer è andato a farsi fottere e
quindi mi è preso lo sconforto. Questo è il
penultimo capitolo! Non perdetevi il prossimo!
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