.:Sciroppo:.
Che
Naruto avesse un ego particolare, Sakura lo sapeva da molto tempo.
Ma quando sul biondo incombette una febbrone di 40 gradi,
capì che alla sua vanità non c'era davvero fine.
L'Uzumaki stuzzicava continuamente l'istinto omicida della rosa, di
sé per sé molto
fragile.
Anzi, sembrava volerla provocare.
E Sakura non si poteva definire una persona propriamente paziente, no.
Così, tra imbarazzanti deliri e zuppe calde, ecco che
arrivò il fatidico momento dello sciroppo.
Naruto non sembrava molto disposto ad inghiottire quella roba,
tutt'altro.
Emise un verso di disgusto al solo vedere il medicinale e si ritrasse
indietro -per quanto lo schienale del divano glielo permettesse-.
-No, Sakura-chan! Non voglio! Ha un sapore orribile!-
Bofonchiò con espressione imbronciata il biondino,
osservando supplicante la kunoichi, che, però, rimase
irremovibile.
"Non cedere al broncio,
Sakura. Non cedere."
-Oh, avanti!- Sbottò ella, incrociando sotto il -piatto-
seno le braccia. -Preferisci bere 'sta roba e stare meglio oppure
continuare a star male?
-Se sei tu a prenderti cura di me, preferisco star male~.
Una vena pulsante fece capolino sulla fronte pallida della giovane dai
capelli color ciliegio.
Che, poi, tra tutti, perché doveva badare per forza lei
all'Hokage?
Su questo ella s'interrogava, mentre con grazia ed eleganza
ficcava nella bocca del biondo il cucchiaio stracolmo di sciroppo.
Seguirono versi di disgusto, lamenti sommessi e occhiate intimidatorie,
e Sakura decise di porre la fatidica domanda.
-Perché non ti ho ancora ucciso?
-Ma è semplice, Sakura-chan.- Soffiò il giovane;
gli occhi turchesi lucidi, il viso arrossato dalla febbre. -Tu mi ami, così come
il resto dell'umanità.
Seguì qualche istante di silenzio, prima che la rosa si
alzasse scocciata dal divano, ben consapevole del fatto che il biondo
avesse assolutamente
ragione.
-Oh, ma certo. Speraci,
Uzumaki.