Acqua in Bocca

di CookieKay
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Acqua in bocca 

«Lo sai tenere un segreto?»

Ecco. Ci risiamo.

Per tutta la vita sono stata la custode dei segreti degli altri. Sono arrivata al punto di classificarli in sottoinsiemi, in relazione alla loro importanza e all' impatto che avrebbero nel mondo reale se fossero svelati. Come quando avevo sei anni e vidi il mio vicino di casa poco più grande di me che scavava una piccola buca in giardino. Ai suoi piedi c'era una piccola scatola di cartone sigillata da scotch trasparente. Appena mi notò, si paralizzò con un'espressione sul viso difficile da fraintendere: colpevole. «E' Sesamo, il criceto di mio fratello. O meglio, era Sesamo» abbassò lo sguardo verso la scatoletta a terra. Non dissi niente. Cosa poteva mai dire una bambina di sei anni al suo vicino che scavava una fossa per Sesamo il criceto? «Non dirlo a nessuno, d'accordo? Se lo dici a qualcuno, la prossima sei tu» mi minacciò brandendo la pala. Annuii lentamente indietreggiando e classificai la sepoltura di Sesamo come “di vitale importanza”.

Penso che tutto derivi da quell'episodio. Custodisco i segreti degli altri perché inconsciamente credo ancora che se li dicessi a qualcuno, farei la fine di Sesamo. E a lungo andare mi sto distruggendo. Perché quando uno mi confida qualcosa, grave o superficiale che sia, sta riponendo la sua fiducia in me. E' un po' come mettermi alla prova. E devo lottare contro me stessa per evitare di spifferare tutto, come una qualunque pettegola di quartiere. E i segreti degli altri si mischiano con i miei, creando una sottospecie di minestrone spirituale che mi fa mordere la lingua nel momento in cui, presa da un raptus di diarrea verbale, vorrei liberarmi con il primo sconosciuto che incontro per la strada rivelando i più oscuri e stupidi segreti che mi porto dentro. Ma non lo faccio. Ne varrebbe della mia credibilità. E quindi lascio che i segreti mi divorino dall'interno. Forse è più importante l'opinione che gli altri hanno di me. Essere la perfetta confidente che sta zitta, avere la loro fiducia, nutrire la mia curiosità: è una combo micidiale, che mi sta portando al baratro della follia.

E allora dico basta.

La soluzione è semplice.

«Lo sai tenere un segreto?»

No.


 





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