n/t: ed ecco qui la seconda
parte della storia. Puro crack, siete avvisati!
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Capitolo 2.
Avvia
«Miha- Ma che diavolo...?»
Due teste scattano in
perfetta
sintonia.
«Che diavolo
state facendo
voi due?»
No
aspetta. Pausa. Riavvolgi. Sì. Ora avvia
L'unico accenno che
Mihawk si fosse
accorto della nuova presenza fu il leggero sbuffo e quello venne
coperto rapidamente dal fruscio del giornale. Tuttavia, Roronoa Zoro
si irrigidì percettibilmente, e alzò lo sguardo
dalla katana dalla
lama nera che stava pulendo. Lanciò uno sguardo allo
spadaccino
veterano e il suo sguardo si fece più stretto quando
notò che il
giornale era stato ingegnosamente sistemato tra lui e la faccia
dell'uomo. Non c'era stato un singolo movimento, la minima traccia di
nulla ma Zoro sapeva - da alcuni mesi si stava allenando con lo
spadaccino più forte del mondo – che quel
maledetto stava
sorridendo dietro quei giornali. Tuttavia, Zoro non disse nulla e
ritornò l'attenzione alla sua arma; chiunque Occhio di Falco
incontrasse nel suo tempo libero erano affari suoi.
Chiunque Zoro
inconsciamente
pensasse che avrebbe visitato i cupi e pericolosi luoghi dell'isola,
certamente non era l'uomo che aveva allegramente varcato le porte.
«Mihawk Occhi
di Falco!» Shanks il
Rosso agitò la bottiglia di vino nella sua mano mentre si
dirigeva
all'interno – i suoi occhi che lampeggiavano a sinistra erano
l'unico segno che avesse notato un curioso uomo dalla testa verde che
rinfoderava le sue armi. Gli estremi della sua bocca si curvarono in
un sorriso che alleggerì gli affascinanti lineamenti ma,
come aveva
fatto il giovane spadaccino minuti prima, Shanks non disse niente e
si gettò sulla sedia accanto al suo rivale. Suddetto rivale
girò
molto accuratamente un'altra pagina, un ovvio messaggio che Shanks
ignorò. Lui posò la bottiglia di vino tra di loro
sul tavolo mentre
continuava allegramente. «Che caldo benvenuto mi hanno dato
quelle
scimmie omicide con le spade... oserei dire che mi hanno ricordato
qualcuno».
Lo sbuffo dall'altra
parte della
stanza suscitò uno sguardo piatto del membro della Flotta
dei Sette.
Tuttavia, quando l'ex cacciatore di pirati si alzò e
sparì dietro
le porte di quercia, lo sguardo cambiò il suo obiettivo.
Con la completa
immunità finemente
affinata nel corso degli anni, Shanks sorrise – ma il
bagliore
lampeggiò per un momento dopo aver sentito l'attento
avvertimento
del suo rivale.
«Se
è una scusa che sei venuto a
chiedere, non l'avrai».
Le linee di Shanks si
ammorbidirono
brevemente – perché quella ammissione era la cosa
più vicina ad
una scusa che lo spadaccino potesse mai fornire – prima di
ritornare all'umore allegro, rumoroso e odiosamente felice che sapeva
Mihwak semplicemente odiava.
«Sappiamo
entrambi che lui non
sarebbe uscito fuori di lì vivo se davvero avessi voluto che
accadesse,» Shanks ghignò. «Per
qualunque ragione tu l'abbia
lasciato andare, l'hai fatto e questo è sufficiente per
me».
Il decennale rivale di
Shanks lo
fissò senza battere ciglio, prima di accettare infine la sua
risposta e sbuffare.
«Tu
non uscirai di qui vivo
se la tua ciurma ha trasformato questo viaggio in una gita al mio
castello».
«Nah, possono
essere idioti ma
nessuno di loro è un suicida,» Shanks
replicò con affetto. «Stanno
aspettando a riva con la nave. Sono venuto solo per darti
questo».
Il capitano dai capelli
rossi
sorresse la bottiglia di buon vino che aveva portato. Il membro della
Flotta dei Sette alla fine piegò il giornale e lo
poggiò sul
piccolo tavolo ligneo tra sé e il pirata. Si
appoggiò alla sua mano
mentre diceva, in tono quasi annoiato.
«Se
è così buono, suppongo che il
takju* che ho ricevuto da un lontano paese a Est
sarebbe
inutile».
Gli occhi di Shanks si
illuminarono
– bevande esotiche da posti nuovi erano un'offerta che non
aveva
mai rifiutato. E Mihawk lo sapeva dannatamente bene.
«Liquore di
riso?»
«Uno dei
migliori,» Mihawk tirò
fuori una piccola chiave dalla tasca mentre continuava.
«È giù in
una delle cantine più fredde, però. Un vero
peccato-»
Mihawk venne colto di
sorpresa.
Pausa,
avanti veloce, avvia
«Ma che diavolo...?»
Roronoa Zoro sta alla
porta,
fissando il suo mentore e l'amico del suo mentore con lieve sorpresa.
Alza un sopracciglio ai due uomini che si trovano nella loro ridicola
e compromettente posizione, uno praticamente seduto e allungato
sull'altro.
«Che diavolo
state facendo
voi due?»
Pausa,
questa volta riavvolgi, e avvia
«Dammi la
chiave!»
«Levati e ti
darò la chiave!»
«Dammi la
chiave e mi levo!»
«No, levati e
ti darò la chiave!»
«No, dammi la
chiave e mi levo!»
«Rosso!»
Infine,
pausa, avanti veloce e avvia
«Che diavolo
state facendo
voi due-no, non rispondete,» Roronoa Zoro si massaggia la
nuca.
«Tornerò più tardi».
Shanks discende
– con una spinta
irritata che lo spinge nella giusta direzione – e alza la
mano in
un modo in qualche maniera conciliante.
«Non
è come sembra, ragazzo»
Shanks comincia.
«Certo,»
Zoro concorda con calma e
serietà e Shanks può giurare che il ragazzo sta
sogghignando.
«Tornerò più tardi».
«No, ragazzo.
Hai capito male. Non
è-»
Ma la porta si chiude e i
passi che
echeggiavano lungo il corridoio muoiono via. Shanks sposta lo sguardo
dalla porta chiusa al suo rivale che sta ribollendo e pensa per un
momento. Poi rompe il silenzio vivacemente.
«Dammi la
chiave?»
Shanks non ottiene le
chiavi. Ma la
sua faccia sì.
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*Liquore
di origine
coreana.
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