Alternate universes

di Kilian_Softballer_Ro
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Alice non ha mai preso sul serio gli universi paralleli. Ha fatto ipotesi su di loro, naturalmente. E’ il minimo che si possa richiedere a una ragazza che guardi serie tv di fantascienza. Ma non si è mai fermata a riflettere seriamente sulle possibilità di un’altra Alice, in un altro universo, con una vita completamente opposta alla sua.
Eppure ora sono l’unica cosa a cui riesce a pensare mentre osserva il muro ritto davanti a lei.
C’è silenzio. E’ l’unica persona, lì. Prevedibile, in un certo senso.
D’altronde è San Valentino.
Tutti sono chiusi in casa a tubare come piccioncini, o a rimpiangere le loro metà morte durante l’epidemia. Anche lei dovrebbe tornare a casa. Lo farà, più tardi. Tikal la sta aspettando. Ma ora deve restare lì ancora per un po’.
Se ci pensa, da un certo punto di vista è strano che non ci sia nessun altro con lei. Quel posto contiene più ricordi dolorosi sugli amati persi di ogni altro luogo in città. Chi soffre, dovrebbe venire qui a ricordare.
Prima che le persone iniziassero ad usarlo per il suo nuovo compito, era un semplice muro bianco appartenente all’atrio della banca di Metal City. Poi, seguendo l’esempio di alcuni, tutti, uno per uno, hanno iniziato a scriverci sopra. Penna, matita, pennarello, ferri appuntiti. Ogni mezzo è stato usato per tracciare sul muro i nomi dei parenti, degli amici e degli amanti persi a causa della malattia. E’ diventato lo sfogo della città, un monumento ai caduti scolpito con l’inchiostro.
Alice non ci ha mai scritto sopra un nome. Ha visto altri farlo, e non di rado. E’ stata lei, d’altronde, a sollevare Dodge sulle spalle perché potesse segnare il nome di suo fratello in grandi letteroni irregolari. Era alle spalle di Tikal mentre la ragazza si baciava la punta delle dita prima di usarle per sfiorare il nome del suo ultimo fidanzato. Ha assistito alla trascrizione diligente di nomi su nomi, nomi di morti dell’epidemia, del caos successivo o delle esplosioni del primo autunno; tutte vittime di un solo colpevole, di un grande burattinaio che si è divertito a rovesciare la scatola delle marionette. Ma lei non ha ancora scritto nulla.
E ora che sta per farlo non pensa a ciò che dovrebbe pensare. Non pensa a fermare il tremito delle mani, o che forse ci sono altri nomi che dovrebbe segnare per primi. Morti più distanti, ricordi di una vita più tranquilla.
Alice pensa agli universi paralleli.
Perché da qualche parte, lontano migliaia di chilometri, c’è un universo dove Wave non ha mai fatto saltare in aria un edificio. C’è un universo dove l’Uomo Bianco non ha mai preso una vita.
E c’è un universo dove Aidan non è mai partito per una missione suicida da cui non è mai tornato indietro.
Ci sono tanti universi, o forse ce n’è uno solo. Non ha importanza. E’ tutto lontano in ogni caso.
Il muro, invece, è vicino. Può toccarlo. Può allungare una mano che trema ancora, ma poco, appena appena, per tracciare una A, e poi una I, e poi tutte le altre lettere che compongono un nome che ad alta voce ha pronunciato raramente, ma che nella sua mente grida e rimbomba, dal momento in cui ha visto una schiena magra allontanarsi da lei e sparire nella notte.
Può appoggiare la fronte su quelle lettere impresse sul marmo freddo e pregare che in uno di quegli universi ci sia un’Alice che non ha perso l’ennesimo pezzo della sua vita. Un’Alice che sta trascorrendo un San Valentino diverso, più caldo, più accogliente.
Un San Valentino in compagnia di qualcun altro.





 
Premettendo che forse non sopravviverò a lungo dopo aver scritto questo perché QUALCUNO mi ucciderà...Buon San Valentino, people!
Se mi chiedete il senso di questa storia l'unica cosa che posso dire è che l'altro giorno ho avuto un'idea e mi son detta "Perché non farne la fic di San Valentino per eritrophobia" (Ciao donna hai visto quanto ti amo) e poi mentre la scrivevo ho pensato "Perché non condividerla in modo da poter fare gli auguri a tutte le brave persone che mi leggono" (Vi amo tutti anche se probabilmente siete in quattro gatti).
Perché sì, volevo scrivere una storia per San Valentino un po' diversa, e spero che vi piaccia comunque anche se è dolorosa e sono stata malvagia.
E poi, se recensite sono molto felice (ovviamente), ma se non lo fate non importa perché ehi, è San Valentino. E' il giorno per fare altre cose! Per uscire se avete una dolce metà(?), per sfondarvi di  cioccolatini se siete single, eccetera.
Quindi passate una buona giornata che gli auguri ve li faccio a prescindere.
A presto!
^Ro
 




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