La mia vita è come il Rock

di _sMeMMe_
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« Ginevra! Svegliati! ». « Eh.. Cosa?! Chi è Ginevra?! ». Mi arrivò un bicchiere d'acqua sul viso. « Scemo! » « E' tardi. Alzati! ». Mio fratello esagera sempre. « Che ore sono? ». « Le otto meno un quarto!» « Merda! » Mi buttai giù da letto e i miei piedi si mossero da soli verso la doccia. Impiegai il tempo record di tre minuti per lavarmi. Mi pettinai i capelli. Li devo tagliare, sono troppo lunghi. Presi una brioches al volo, baciai mio fratello su una guancia, presi il mio zaino e scesi in strada dove mi aspettava la mia fedele Kawasaki Ninja nera. C'era un grado. Mi misi la tuta da motociclista di pelle e partii. Il vento mi accarezzava il viso, o meglio, me lo schiaffeggiava. L'agitazione per il primo giorno nella nuova scuola si fece sentire appena scesi dalla moto. Ero riuscita ad arrivare in tempo perchè la campanella mi sorprese appena riposi il casco sotto la sella. Sciolsi l'elastico e i capelli mi ricaddero fluenti sulle spalle. Con gli occhi cercai il mio ragazzo, Andrea, ma non lo trovai. Speravo con tutto il cuore di frequentare la sua classe. Mi diressi in presidenza per compilare i moduli d'iscrizione. Dentro di me l'agitazione cresceva, facendomi inumidire gli occhi. Avrei frequentato l'ultimo anno del liceo classico: ero in una sezione diversa da quella del mio ragazzo. Eravamo a dicembre, per cui il programma era già iniziato. Mi diressi fino alla classe indicatami dalla bidella, la ringrazia di cuore, presi un profondo respiro e bussai. Il cuore mi martellava nel petto. Presi un'altro respiro, la porta si aprì e trovai la professoressa di greco e latino. Mi presentò alla classe: « Ragazzi, lei è Ginevra Ammanti e frequenterà quest'ultimo anno con voi ». Poi si rivolse a me. « Ginevra guarda, c'è un posto laggiù in fondo ». Il posto che mi aveva indicato era nell'ultima fila, accanto alla finestra. Passai tra i banchi e sentii gli occhi di tutta la classe su di me: gli occhi sognanti dei maschi con chissà quale pensiero erotico nella mente e le frecciate arrabbiate delle femmine, gelose del mio successo. Ma non me ne importava niente, avevo già il mio Andrea, gli altri non contavano. Appena arrivai al posto assegnatomi mandai un messaggino ad Andrea: "Mi sento un animale da circo, mi fissano tt!". La risposta arrivò quasi subito. "Piccola è normale k tt t fissino, bella cm 6!". Come al solito, mi fece arrossire. Ripresi a seguire la lezione, ma dopo ben poco mi persi nei miei pensieri. Mi sorprese la campanella della ricreazione. Aspettai Andrea davanti alla mia classe come mi aveva chiesto di fare. Arrivò dopo pochi secondi, mi diede un bacio leggero sulle labbra, mi prese la mano e mi condusse in giro per la scuola.




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