Questo è tutto per
Sara.
Tanti auguri, tesoro ^^
An (im)perfect Love plan for you
Capitolo Tre.
“Allora?”
Temari
era in piedi, braccia incrociate sul petto e uno sguardo indagatore che avrebbe
perforato anche l’intera montagna dei volti degli Hokage.
Per fortuna che erano a Suna, pensò Shikamaru.
Il ragazzo si appoggiò stanco
alla finestra, le mani in tasca. “Allora cosa?”
“Che vuoi da me?” spiegò lei,
sostenuta.
“Io? Che vuoi tu!”
“Questo biglietto” e Temari indicò il pezzo di carta che recava l’inconfondibile
grafia precisa di Ino, “dice di farmi trovare qui a
quest’ora, e ci sei soltanto tu. Quindi?”
“Quindi hai trovato me, punto.”
“Shikamaru! Non farmi arrabbiare
ancora!” s’infuriò.
“E va bene…” capitolò,
borbottando un qualcosa che assomigliava fin troppo a un ‘che
seccatura’. Fuori un paio di uccellini cinguettavano allegri sul davanzale,
tanto per ricordare che la vita andava avanti lo stesso, anche se lui fosse
morto quel giorno e in quella stanza. “E’ ovvio che Ino
abbia usato questo metodo infantile per farci parlare e fare pace” chiarì,
evitando di dire che lui sapeva benissimo tutto, e che era stato costretto
dalla sua amica a quel teatrino.
Temari
alzò gli occhi al cielo, spazientita. “E che c’entra? Se hai capito le sue
intenzioni, che ci fai qui?”
“Beh, ci sei anche tu, no?” la
contraddisse.
Temari
si risentì. “Io non sapevo chi mi avesse mandato il biglietto” trovò la scusa.
“Oh, ma per favore, non sei così
stupida.”
“E questo sarebbe un
complimento?”
“Senti, non ho voglia di
litigare.”
“Nemmeno io” ammise, concedendosi
un minuscolo sorriso.
Shikamaru
si rallegrò in segreto di quel piccolo gesto di lei. “Com’è che sei ancora qui? Hai detto che non volevi più vedermi.”
Lei alzò le spalle, tranquilla.
“Ormai ho fatto tutta questa strada, tanto vale sentire cosa hai da dire.”
Il ragazzo la guardò, attonito.
“Questa è una mossa sleale” sussurrò, mentre lei ridacchiava.
“Sentiamo pure le tue scuse,
avanti” lo incoraggiò, appoggiandosi con la schiena al muro, con un bel ghigno
sul viso.
“Non c’è proprio nessuna scusa, è
vero che il tuo Villaggio è troppo caldo e che vorrei non metterci mai più
piede” ammise, sbuffando.
“Perché invece Konoha è tanto bella…” lo riprese, scontrosa.
“Meglio di questo forno…” ammise
serio.
“E tutto quello che hai detto su
di me?” domandò lei, con un tono freddo e curioso.
Shikamaru
sbuffò per l’ennesima volta, evitando di guardare quegli occhi indagatori.
Sembrava che il cinguettio degli uccellini sulla balaustra fosse assordante,
per quanto silenzio era calato nella stanza.
“Ti infiammi
subito, ti credi la migliore e non accetti la verità. Questo
non cambia” dichiarò calmo.
“E tu sei immaturo, pigro e
noioso” caricò lei, sorridendogli impunemente.
“Perfetto.”
“Non c’è altro da dire.”
“Affatto.”
“Bene…”
“Bene.”
“Bene!”
Ed entrambi tornarono in
silenzio, assorti nei loro pensieri. Forse era vero, forse mettere quei due
insieme sarebbe stata una catastrofe, e non sarebbero durati più di un giorno
senza uccidersi, però, magari, una piccola speranza l’avevano pure loro. Anche
se diversi, anche se perennemente in lite.
Oh, insomma, ma che importava se
avevano caratteri opposti? Stavano bene insieme, punto. Non è che si deve
spiegare per forza ogni cosa, spesso la vita va presa come viene, anche se
sembra assurda, anche se mette insieme un ragazzino pigro e una donna
pericolosamente infiammabile. E poi c’era quella componente particolare a
tenere legato il tutto. L’imprevedibilità.
“Tregua, ok?” propose Temari, allontanandosi dal muro.
“Ci sto” accettò lui,
avvicinandosi.
“C’è un nuovo locale, a pochi
minuti da qui, che ne dici se andiamo a prenderci qualcosa di fresco da bere?”
“Non chiedevo altro” sospirò
drammatico lui.
“Oggi fa
veramente caldo, te lo concedo. Ah, ovviamente paghi
tu” evidenziò pragmatica.
“Io? E
perché? L’idea è tua” provò.
“Perché sei tu che mi hai fatto infuriare, tu
che hai voluto fare pace e sei tu che
mi hai fatto fare tutta questa strada fino a qui” gli
sorrise.
“Quanta strada, eh? Temari, la tua camera è in fondo al corridoio!”
“Sempre a lamentarti,
tu!”
“E va bene, pago io” si arrese,
sconfitto. Lo sapeva, doveva stare il più lontano possibile dalle donne…
“Grazie” sussurrò lei,
sfiorandogli la guancia con un bacio leggero.
… O forse no.
Shikamaru
rimase stupito, toccandosi quel punto sul viso con un dito, incredulo.
“Cos’è quella faccia sconvolta?”
lo aggredì lei.
“N-niente”
mentì.
Lei ghignò, trovando il suo punto
debole. “Ne vuoi un altro?”
“Cos- no!
Assolutamente no!” negò, allontanandosi da lei di un passo.
“Bene. Poche storie, andiamo!” lo incitò, prendendolo per un polso e
trascinandolo via.
“Temari,
fermati, così mi fai male!” si lamentò, mentre uscivano dalla stanza.
“Sempre a lamentarti… Muoviti!”
E si richiusero la porta alle
spalle.
*
Ino aprì
gli occhi all’improvviso, riprendendosi. Si ritrovò seduta per terra, all’ombra
di una tettoia, tra le braccia di Kankuro.
“Tutto bene?” s’informò il
ragazzo, aiutandola ad alzarsi.
“Sì, perfetto” disse, pulendosi
la gonna viola con le mani.
“Vuoi sederti? Vuoi un po’
d’acqua?”
“No, sto bene così.”
“E allora?” domandò, curioso.
Lei sorrise vittoriosa. “Era
esattamente come dicevo io!”
“Cosa?!
Mi stai dicendo che mia sorella e quel co…sì bravo
ragazzo di Shikamaru si sono messi insieme?” chiese sconvolto, correggendosi dopo aver notato lo sguardo
gelido di lei.
“Non proprio, ma ci manca davvero
poco. E comunque il nostro piano era far riappacificare quei due.”
“Ah sì?” chiese
atono lui, ricordando il discorso di lei della sera prima sul loro vero piano.
“Dovevi vedere quanto erano
carini” sorrise al ricordo, espirando stanca.
“Dai, siediti e raccontami tutto”
la convinse, sedendosi anche lui sulla panca di legno.
Ino gli
raccontò nel dettaglio tutta la scena e tutte le battute, sorvolò abilmente sul
bacio finale per concludere con “la fuga romantica”, a detta di lei, dei due.
Kankuro
la guardava parlare sicura di sé, mentre esponeva tutto in modo chiaro e
preciso, come una vera pettegola. Si ritrovò a sorridere di questo pensiero,
notando anche quanto fosse più carina quando era tutta intenta in qualcosa. E
lo dovette ammettere, quella ragazza di cervello ne
aveva eccome!
“Ho capito. Quindi la storia si è
risolta, bene.”
“Sì, e si è risolta grazie a noi
due!” evidenziò contenta, sorridendogli.
“Beh, io ho fatto ben poco”
ammise, alzando le spalle. “Sei tu che hai deciso di
aiutarli, sei tu che hai convinto il tuo amico a fare pace e mia sorella ad
incontrarlo. E sei tu che hai usato il tuo jutsu
per spiarli mentre parlavano. Non c’è che dire, un piano
geniale” ammise.
“A forza di stare in squadra con Shikamaru, un po’ della sua intelligenza sarà entrata anche
nel mio cervello” scherzò, sincera.
“Hai dimostrato di saper gestire
una situazione da cui io, un Jounin,
volevo scappare. Ci sei nata con questa dote, fidati”
concesse, non rendendosi nemmeno conto della profondità delle sue semplici
parole, tanto che non capì il rossore sulle guance di lei. “Ti senti
male? Hai consumato troppo Chakra?”
“N-no, affatto. Ho solo trasferito
la mia mente in un piccolo uccellino, non è difficile” si vantò, riacquistando
sicurezza. “Non ero nemmeno sicura che avevate
animali del genere, con questo caldo” rise.
“E invece Suna
ti ha sorpreso, eh!”
“Sono stata fortunata, meglio un
uccellino che una lucertola, no?”
“Di quelle ce ne sono a milioni”
la informò, mentre una smorfia di disgusto nasceva sul viso di lei.
Rimasero in silenzio per un po’,
guardando la sabbia ai loro piedi che veniva smossa da un venticello caldo.
“Ehi…” lo richiamò lei.
“Che c’è?”
“Non hai approfittato di me
mentre ero incosciente, vero?”
Kankuro
arrossì all’improvviso.
“Oddio, sei
arrossito! Allora è vero! Che mi hai fatto?” chiese
sconvolta lei, allontanandosi da lui di poco.
“Ma niente!
Ma che domande sono? Certo che non me
ne sono approfittato! Per chi mi hai preso?” si difese,
mantenendo un diffuso rossore sul viso, senza trucco per una volta.
“Meno male” sospirò sollevata.
“Ma guarda chi mi doveva
capitare…” borbottò, mentre ripensava a quei pochi minuti che era rimasto solo
con il corpo incosciente di lei. E gli tornò in mente quel viso candido, che
mai avrebbe pensato di vedere così vicino al suo, quei capelli morbidissimi che
gli sfioravano la mano, e quell’espressione delicata, almeno ora che non lo
sgridava per qualcosa. Non pensava che una ragazza potesse essere tanto fragile
e forte al tempo stesso. Ino in quei tre giorni lo
aveva colpito.
“Io ho fame” esordì lei,
alzandosi in piedi.
“Cosa?” Kankuro
si riscosse dai suoi pensieri.
“E’ quasi ora di cena ormai”
spiegò.
“Ah, ok, ci vediamo
domani, ciao” la salutò, alzandosi a sua volta per rientrare in casa, sotto lo
sguardo attonito della ragazza.
E poi, improvvisamente, come un
fulmine a ciel sereno, gli tornarono in mente le parole di sua sorella, a
severo monito.
Non può fare il bambino sempre, è ora che cresca e che impari a
comportarsi con una ragazza.
E sentì scattare qualcosa in lui.
Si voltò, richiamando Ino, che si stava avviando
stancamente verso il centro del Villaggio.
“Ino! Aspetta” la raggiunse. Lei si voltò, in attesa, con
un’espressione indecifrabile. “Ecco, mi chiedevo se… Beh, ho fame anche io,
quindi perché non… C’è un nuovo ristorante proprio qui vicino, magari noi due
possiamo…”
“Ci stai provando” affermò lei,
scettica, incrociando le braccia al petto.
“Ma no…” il ragazzo perse tutte
le forze, abbassando le spalle. “Senti, lascia stare, ci vediamo” la salutò di
nuovo, voltandole le spalle.
E Ino
si morse un labbro, riflettendo.
Ha un carattere forte, e tende sempre a comandare su tutto e tutti, alla
fine ci si stanca, no?
Shikamaru
aveva dannatamente ragione, e lei non voleva che qualcuno si stancasse di lei.
Non qualcuno a cui lei teneva.
“Kankuro”
lo richiamò. “Come sono le porzioni in quel ristorante di cui parli?”
Il ragazzo si voltò, speranzoso,
e trovò ad accoglierlo un bel sorriso dolce. Un sorriso di chi accetta un
invito.
“Enormi” le rispose, sorridendo a
sua volta e riavvicinandosi.
“Bene, allora accompagnami. Non
so se riesco a finire tutto il piatto, e mi servi tu.”
“Ma guarda che quelle porzioni
vanno benissimo per una persona…”
“Ho lo stomaco piccolo, io”
affermò, sospirando.
“D’accordo allora. Lascia fare a me, la metà che lasci la mangio io!” affermò,
battendosi una mano sul petto. “E comunque tu sei perfetta così, non
farti problemi se poi vuoi finire tutto il piatto.”
Noi donne vogliamo soltanto un po’ di gentilezza, che ci vuole a dire
due paroline carine? Mettete da parte il vostro stupido orgoglio maschile, una
volta tanto!
Ino
arrossì, annuendo.
“Allora andiamo…” disse lui, ancora
un po’ scettico per un probabile rifiuto.
Ino gli sorrise, prendendogli il braccio. “Ok” accettò.
Se mostrasse anche il suo lato gentile, ogni tanto, la potrei
sopportare meglio. Così è… impossibile.
Si avviarono per le vie del
villaggio, vicini, parlando di qualcosa di estremamente banale.
Nessuna porta da sbattersi alle
spalle, nessuna sorella o migliore amico da salvare, nessuna teoria misogina da
abbracciare.
Era perfetto così, nella sua
imperfezione.
*
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Che ti avevo detto? Ho vinto io,
come sempre…”
“Quanto sei noiosa…”
Temari
si alzò, scendendo con un salto dalla tettoia di legno, dove era rimasta in
ascolto fino ad allora, seguita dall’altro.
“Questa storia è stata proprio
divertente!” esordì lei, stiracchiandosi, sentendo l’aria della sera scendere
più fresca.
“Questa storia è stata una noia
totale…” la contraddisse lui, sbadigliando.
Temari
lo guardò con un sorrisetto di sfida. “Dici così solo perché ho vinto la
scommessa.”
“Ricordami di aggiungere alla lista
delle tua qualità
anche ‘infantile’.”
“E alle tue
‘incapace di perdere’.”
Shikamaru
osservò la stradina buia dove i due erano spariti poco prima, riflettendo. “Tu
sei proprio sicura che Ino e tuo fratello siano una
bella coppia, eh?”
“Sì. Hai
visto come è andata a finire, no? Sono perfetti insieme” dichiarò convinta.
“Mah…”
“Ma cosa?”
“Niente… Conosco Ino, e tuo fratello, beh… senza offesa, eh!” provò lui,
facendo una smorfia.
“Lo so che Kankuro è un bambinone, ma sta imparando, no? Ha
colto alla perfezione tutti i miei consigli, e anche Ino
ha fatto lo stesso con i tuoi. Altrimenti non sarebbe finita così. E io non
avrei vinto. Ma questo era impossibile…” aggiunse ghignando.
“Ho capito, ho capito…” sbuffò
seccato.
“Che bella
coppia! Non ti senti soddisfatto dopo tutto questo
lavoro?” chiese, contenta.
“Se lo dici tu…” concesse,
scettico. Un fratello in meno da
affrontare.
“Lo dico io!”
“Ma perché ci tieni così tanto
che Ino si metta con tuo fratello?” chiese, ancora.
“Beh, è una brava ragazza, merita
un po’ di amore, no?”
“E credi che Kankuro
sia in grado di piacerle?” domandò scettico.
“Ovvio!” E almeno così Ino ti starebbe alla larga, nel
caso si accorgesse di te.
“Bah… Ancora mi chiedo come
questa assurda recita abbia potuto funzionare” continuò.
“Il nostro piano era perfetto,
non potevamo fallire.”
Shikamaru
si limitò a scrollare le spalle, evitando di dire che per quell’idea assurda di
Temari lui era stato, per i tre giorni della missione
a Suna, chiuso in camera senza poterla nemmeno
vedere. Perché grazie al piano della ragazza, loro due dovevano fingere di aver
litigato, così Kankuro e Ino
sarebbero caduti nella trappola, desiderosi sicuramente di aiutarli.
Oh, certo, come se a lui fosse
interessato qualcosa… Ino era come una sorella, e ci
teneva forse più della sua stessa vita, ma era più che convinto che sapeva trovarsi da sola un uomo; e quel Kankuro…
non è che lo ispirasse poi molto.
Un attimo. Quella era gelosia
fraterna?
“Non so cosa
hai detto a Ino, ma ha funzionato. Non ti credevo capace di affrontare discorsi del genere” lo prese
in giro.
“Le ho detto quello che mi hai
detto di dirle, che ai ragazzi non piacciono le donne con un carattere troppo
duro e autoritario, proprio come quello che tu hai mostrato l’altro giorno sulla
terrazza.”
Temari
annuì. “Beh, ha funzionato, ha capito che anche lei si comportava allo stesso
modo, e per evitare di finire come noi è cambiata” rifletté.
“Come noi secondo il tuo piano” precisò lui, ponendo l’accento sul fatto che
fosse tutta una farsa fin dall’inizio.
“Sì sì,
certo…” continuò. “Ma lei che ti ha risposto?”
Shikamaru
arrossì improvvisamente, ripensando alle parole della sua amica.
Beh, ma a te piace lo stesso, no?
E odiava ammetterlo, ma Ino aveva proprio ragione.
“Ma niente, non me lo ricordo”
mentì.
Lei lo scrutò, poco convinta. “Ah, sì? E cos’è questo niente
diffuso su tutta la tua faccia da bravo bambino?” chiese
ironica, tirandogli una guancia.
“Ahi, mi fai male” si lamentò.
“Pensa a tuo fratello invece che a me, che non è riuscito nemmeno a convincerti
a fare pace… Ma di che avete parlato? Ah, inutile che te lo
domandi: di me, immagino, e male…” cambiò discorso, toccando inconsciamente un
tasto dolente.
“Non sono affari tuoi!”
E non hai negato! Temari, tu sei cotta totalmente!
Ma da quando Kankuro
aveva la sensibilità di capire certe cose? Di certo si era esposta troppo, e
lui se ne era accorto. Quei tre giorni erano passati lentamente, per lasciare
suo fratello e Ino da soli, lei e Shikamaru
si erano accordati di vederli il meno possibile, e dato che nemmeno loro due
potevano stare insieme, per via del litigio, Temari
aveva avuto tanto tempo libero. Per stare da sola. A pensare.
E la cosa le dava sui nervi,
perché ovunque guardasse, quello stupido e infantile sentimento continuava a
riemergere più chiaro che mai.
Ok, un giorno gli avrebbe fatto
pagare anche questo, a Shikamaru. O a Kankuro. In fondo era uguale.
“Io ho fame, mi porti a mangiare
qualcosa?” esordì, cambiando argomento.
“Cosa? E perché io?” si allarmò l’altro.
“Vedi qualcun altro qui?” gli
fece notare, decisa.
Shikamaru
sbuffò. “D’accordo…”
“Bene!
Dobbiamo trovare un posto in cui stare abbastanza lontano, ma abbastanza vicino
per sentire cosa si dicono” pensò ad alta voce.
“Eh? Ma vuoi seguire Ino e Kankuro anche a cena?”
“Certo! Devo vedere come quello scapestrato si comporta con lei” ammise
seria.
Il ragazzo espirò forte, alzando
gli occhi al cielo. “Non ne hai abbastanza? Sono tre giorni
che li spii…”
“No, ormai devo sapere come si
conclude questa storia” s’intestardì lei.
“Guarda che sono abbastanza
grandi per gestirsi da soli” chiarì.
Temari
ci pensò su per un secondo. “Sì, ma io…” provò.
“E se andiamo in quel ristorante
in fondo a quella strada?” propose lui, indicando la via opposta a quella presa
da Kankuro e Ino.
“Quello?!”
chiese conferma lei, interessata. “Fa delle porzioni minuscole, però.”
“Mi sembra quello giusto,
quindi…”
Temari
arrossì. “Che intendi dire?”
“Che prendiamo due piatti, e il
terzo lo mettiamo al centro, così chi vuole lo mangia, ok?”
“Ok!” accettò entusiasta.
Gli prese il braccio con entrambe
le mani, avvicinandosi a lui e iniziando a incamminarsi sulla strada. Entrambi
arrossirono per quella vicinanza gradita, rimanendo per una volta in silenzio.
Non che ci fosse poi niente da dire.
Erano incompatibili, strani,
facilmente propensi al litigio e imperfetti in tante piccole cose.
Ma insieme, formavano una squadra
a dir poco perfetta.
There is no such
thing as perfection. The world itself is imperfect, that’s what make it so beautiful.
Fine
Note: inizio col dire che la citazione finale è copiata pari pari dalla puntata 51 di FullMetal Alchemist. Chi mi
conosce, sa! <3
L’ho messa in inglese perché non
ricordavo bene le parole in italiano XD “Niente al mondo è perfetto, ed è per
questo che è così bello” devono averlo tradotto in questo modo.
*O*
Ok, mi sono ripresa, devo solo
evitare di pensare a quella scena.
Sì, è una ShikaTema,
è un altro fandom, io ce la posso fare! *fa tutto da
sola*
(Anche
nell’altra fic, “Useful fever”, avevo messo qualche accenno sempre a questa
puntata… chissà perché XD Che poi mi ero totalmente dimenticata di quella fanfic, meno male che mi hanno avvertito, dovrei finirla
^^”).
Ma passiamo al capitolo!
(finalmente). Sto tergiversando perché non so che dire, ovviamente era tutto
calcolato dall’inizio, e se Kankuro e Ino sembravano i cupidi, in realtà i veri cupidi erano Shikamaru e Temari. Beh, si sono
fatti del bene a vicenda, dai XD Per questo dicevo che
il primo capitolo faceva schifo, perché quella litigata continua a sembrarmi
talmente finta che non so come avete fatto a non insultarmi ^^”
E metto la parola fine alla mia
prima long… che emozione! Ce ne sarà mai un’altra? Dipende solo da voi (e da
me, e dai miei prof).
Bene, è tutto finito nel verso
giusto, viva l’ammmore!!
*fugge*
Spero che la fic sia piaciuta, e
ne approfitto per fare ancora gli auguri a Sara ^^
Grazie mille a chi ha commentato e a chi lo farà.
Grazie a chi ha messo la fanfic
nei preferiti dal primo capitolo, ma pensate che vedrò
mai un vostro commento? Lo so che la fic vi piace dato
che è nei vostri preferiti, ma mi farebbe piacere lo stesso sapere cosa effettivamente vi ha colpito ^^
E poi i lettori anonimi… beh, per
modo di dire anonimi, lo so bene chi è che legge XD Ma
come lo devo dire che bisogna commentare? Altrimenti poi gli autori perdono
interesse! Questo fandom è pieno di gente, eppure le fanfic hanno pochi commenti, siete pigri! Ho letto in
questi giorni due fanfic ShikaTema
bellissime, una lime e una dolcissima e tenera,
ebbene? Quindi non è solo me che non commentate, non
lo fate con nessuno ^^” Non so se sentirmi meglio o peggio XD
Su, avanti, due paroline di
commento non hanno mai fatto perdere tempo a nessuno, fate contenta me e vi sentite più leggeri voi.
Grazie ^^
Risposte ai commenti:
Vale: c’è una cosa che devo dirti e te lo dico qui perché almeno
non puoi rispondermi subito come su msn… Vale-chan, mi sono rotta del comico! Voglio scrivere
qualcosa di serio, una deathfic! Così la gente mi
apprezzerà di più ù_ù Darò sensazioni forti, e mi
prenderanno per una persona seria, sarò ad un livello più alto! *O* Che ne
dici? Mi seguirai? O mi spari perché sono uscita dal percorso stabilito? (citazione) XD Tesoro, ovviamente scherzo, lo sai come la
penso e quali sono i motivi che mi spingono a scrivere. Ma
siamo in vena di commenti scleranti per questa
minilong, quindi… Passando al commento, Kankuro e Ino mi danno tanta idea di comicità (mi dirai, chi non te
la dà… ^^” vero), quindi mi piacciono. Prima o poi descriverò solo per
te un Kankuro mezzo morto e mezzo nudo avvolto da una
copertina azzurra, ok? Ma in fondo, di lui seriamente ho già scritto ^^ (il tuo
vero regalo non pubblicabile XD). Sono contenta che ti piaccia sempre, so che
sei una estimatrice ù_ù E
grazie per il 30 e lode *faccina che ridacchia dietro il ventaglio* Ciao ^____^
Rinalamisteriosa: allur, Kanky non è il nomignolo che gli ho dato io, lo chiamano
così e ne ho approfittato XD e no, lui non mi piace “in quel senso” perché mi
ricorda in modo spaventoso mio fratello (e non hanno
nemmeno niente in comune, da notare). Ma lo sai che tanto scrivo sempre di
personaggi maschili che non mi piacciono XD Sarei da far vedere a uno bravo. E Ino… beh, questo capitolo è la conclusione, per cui niente
sfuriata XD Povero Kanky altrimenti, non si meritava
tanto, non ha alcuna colpa. E grazie per la solidarietà con i lettori anonimi,
ma come vedi, è tutto inutile XD Grazie ancora, ciao!
bambi88: ah, mi spiace, niente yaoi L
è andata così per stavolta, vedremo la prossima! In effetti mi sa che la protezione dei Kankuro
maltrattati mi verrà a cercare, ho esagerato… ma non ho resistito *-* e poi
sono stata fin troppo buona nel finale, deve solo ringraziarmi! E anche
quell’altro idiota! Come sono buona ^^
E noi non abbiamo solo il
territorio di caccia moro-biondo diverso, noi abbiamo anche il genere
comico-serio diverso! Siamo un po’ come lo Yin e Yang, tutto nero però ù__ù Ciao XD
Jiraiya: grazie mille! Sono contentissima che ti sia
piaciuto come ho reso i vari personaggi, ma come hai potuto leggere dal
capitolo, c’era qualcosa sotto (mi diverto a incasinare le trame ^^” è un
vizio). Grazie ancora, sei stato gentile, ciao!