Kowaii Kitsune (Spaventosa Volpe)

di KyubiKonanOfAkatsuki
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Allora! Comincio con il dire che questa è la prima fanfic su One Piece che scrivo, spero di non essere stata troppo influenzata dal mio precedente fandom (Naruto) e, soprattutto, spero di riuscir a restare IC con i personaggi e di non creare Mary-Sue *__*

Ora vi lascio alla lettura! Ditemi che ne pensate!

(In fondo alla pagina, un glossario con termini non proprio noti U_U)

 

 

[Kokitsune inspirò profondamente l’ultimo po’ di tabacco rimasto nel lungo kiseru.

Una nuvola grigia le, o gli che dir si voglia, uscì di bocca, modellandosi come un’inconfondibile muso di volpe demoniaca. Pensava a come tutto fosse iniziato, così per caso, trentuno anni fa…]

 

In una stanza, una bambina giocava allegramente con la madre.

Aveva solo un anno, non poteva rendersi conto delle sue azioni…

I capelli corti e castani, arruffati, due nei sulla fronte e uno vicino alle labbra.

Dolce e carina, come tutti i bambini in tenera età, e molto curiosa.

 

Il padre, durante uno dei suoi viaggi, aveva portato in casa uno strano oggetto.

Sembrava un frutto, ma con una forma stranissima, così come il colore:

Sembrava la caricatura di una testa di volpe, ed era giallo dorato, il picciolo arancione.

E proprio quello mise fine all’esistenza della bambina e all’inizio di quella di Kokitsune.

 

La piccola approfittò dell’assenza dei genitori.

Andò nel piccolo salotto, vicino alla bacheca nella quale era custodito il ‘frutto’.

Prese una sedia e vi salì sopra, in modo da raggiungere l’oggetto.

Lo raggiunse, covandolo con gli occhi, esaminandolo con cura, tra le manine bianche.

 

‘Chissà se è buono’

 

Si trovò a pensare, e subito decise di provare: con un morso deciso, prese via un ‘orecchio’ del frutto. Ma non riuscì sentir nulla, così decise di prenderne un altro po’, fino a che non lo finì del tutto. Ma quel che prima era insapore qualche minuto dopo le lasciò un amarissimo sapore in bocca, ma non solo…

La bambina cadde in ginocchio, gli occhi sbarrati, tenendosi il viso tra le mani, piangendo.

Le orecchie si allungarono, scurendosi, il naso si appuntò, come quello di un cane, le braccia si coprivano di pelliccia dorata. Da sotto lo yukata i piedi mutarono in zampe robuste.

Quello che aveva mangiato era un Frutto del Diavolo.   

 

[…Kokitsune sospirò. Presto sarebbe stata l’ora di rimettersi in viaggio con i suoi compagni. Kalifa era andata a comprare il necessario per la partenza, mentre lui, o lei, era a riposarsi dopo la spossante giornata per guadagnare soldi: tutto il gruppo doveva accumulare fondi per le cure mediche di Lucci]

 

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Kalifa: -Stai ancora pensando al passato, Kokitsune kun?-

Kokitsune: -Puoi chiamarmi anche ‘chan’ se vuoi, ora…-

Kalifa: -Devi essere proprio depressa allora-

 

La donna (?) ridacchiò, accostando il kiseru alle labbra nere.

Una risata roca, ma una voce dolce e rassicurante.

 

Kokitsune: -Forse… Forse…-

Kalifa: -Avanti, su con la vita… E non provare nemmeno a fare jigai-

Kokitsune: -Konkon, va bene… Però…-

 

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La bambina, incapace di controllare gli effetti del Frutto, cercava in ogni modo di mascherare il volto deturpato.

I suoi genitori, una volta tornati, gridarono, ovviamente peggiorando la situazione.

Cosa avrebbero detto di lei ora?

Cosa doveva fare adesso?

 

Il giorno dopo dal cambiamento della bambina, la madre la coprì con un lenzuolo.

Poi il padre invitò la donna a uscire di casa.

La piccola probabilmente credeva che la portassero a fare una passeggiata…

Niente di più sbagliato.

 

Arrivati al limitare di un boschetto, la posarono a terra.

La bambina li vide allontanarsi velocemente. Ma non poteva capire.

L’avevano abbandonata, come un cane.

 

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Kalifa: -Però cosa?-

Kokitsune: -Però sento qualcosa… Qualcosa che avrei giurato, non avrei sentito mai più… Qualcosa che ricordo bene-

Kalifa: -Se lo dici tu… Senti, tra poco partiamo, meglio se ti prepari…-

Kokitsune: -Va bene… Dammi solo un attimo-

Kalifa: -Ok. Io vado dagli altri, lupa solitaria-

Kokitsune: -Eheh, va bene, konkon-

 

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Un fruscio tra i cespugli.

Qualcosa si avvicinò alla bambina.

Era proprio una volpe, seguita da altri sette cuccioli.

La creatura annusò il lenzuolo nella quale era avvolta la creatura.

La afferrò dal collo e la trascinò nella foresta.

 

 

 

Kiseru: pipa giapponese usata per fumare il tabacco o, più raramente, l’oppio nell’antichità. Poteva anche essere uno strumento di battaglia, poiché era rinforzata in ferro e bambù.

 

Yukata: kimono estivo molto informale.

 

Jigai: corrispondente femminile del seppuku, praticato dalle mogli dei samurai per evitare un disonore. Bisognava legarsi le caviglie in modo da evitare le convulsioni dopo la morte e, presa una wakizashi, si recideva la giugulare.  

 

Konkon: onomatopea per il verso delle volpi.

 

Kokitsune: (essendo una cosiddetta self-insertion, non potevo mettere da dove viene il nome. Spero tanto che non sia una Mary-Sue *__*) Il nome (con i relativi kanji) significa ‘Piccola Volpe’. Il suo cognome è Seirei (Spirito Sacro).

Ecco una fanart (della sottoscritta U_U ): http://img21.imageshack.us/img21/192/kokitsuneseireifirstphab.jpg

 





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