Salve!
Questo
è il seguito di “irrimediabilmente innamorato”.
Era
nata come One-Shot, ma la recensione di pepper snixx heat (che
ringrazio) mi ha fatto venire l'ispirazione per questo piccolo
continuo.
Lo
dedico quindi a te, pepper snixx heat ;)
Spero
vi piaccia! :)
P.S.
= non so se ci sarà un seguito anche a questo racconto, non lo
prometto ma neanche lo escludo :D
Il
maniero dei Malfoy era in festa.
Brillavano
sui colli delle dame sfarzosi gioielli e le gonne vaporose seguivano
il corso dei movimenti delle loro eleganti figure.
Non
c'era sempre un motivo per dare un ballo, Abraxas e sua moglie
infatti adoravano anche solo dare sfoggio della propria grandezza,
che esprimevano con grandi statue di granito bianco, fate
addomesticate che svolazzavano sopra le teste degli invitati e pavoni
albini, che roteavano in giardino mettendo in mostra la splendida
coda.
No,
non c'era sempre un motivo preciso, ma quel giorno, era un'occasione
del tutto particolare.
Era
infatti la festa per l'annunciazione del fidanzamento dell'unico
figlio dell'illustre coppia: Lucius Malfoy avrebbe sposato la piccola
Narcissa Black quando sarebbe giunta l'estate.
Così
durante il periodo natalizio il padrone di casa ebbe la grande idea
di far sapere al mondo magico la felice unione con il metodo che
preferiva di più, e di certo quello più efficace: un
ballo.
Se
lui e sua moglie non facevano che sprecarsi in sorrisi però,
il giovane Lucius si trovava irrequieto.
Aveva
pensato molto alla sua futura sposa e insieme al volto di lei,
arrivava come un pugno allo stomaco il ricordo della sua pessima
figuraccia.
Sicuramente
lo avrà preso per un idiota, un uomo che non è in grado
di mantenere un minimo di contegno, che non è in grado neanche
di riconoscere la propria sposa.
Molti
ospiti avevano già preso posto sull'immensa sala da ballo e
chiacchieravano tra loro degli argomenti più disparati, ma una
cosa li accomunava tutti (almeno agli occhi del bel Serpeverde) :
erano sorprendentemente noiosi.
Aggirandosi
silenzioso tra gli ospiti chiassosi riusciva a rubare qua e là
piccoli frammenti dei loro discorsi.
“E
hanno scoperto che quella mezzosangue era imparentata con loro, ci
credi? Se fossi in loro non mi farei più vedere in giro,
figuriamoci ad un ballo”
“Oh,
com'è ingrassata la signora Monroy, con quel vestito poi,
sembra una lumaca”
E
così via.
Ma
essendo un Malfoy aveva imparato ad apporre davanti al suo bel viso
una maschera di granito fatta su misura, fatta di buone maniere e
perbenismo.
Si
sprecava in affettati sorrisi e moine delicate.
Baciava
le mani ingioiellate di vecchie signore e stringeva la mano a tronfi
uomini in doppiopetto.
Non
aveva alcun interesse per quelle persone, ma aveva una grandissima
importanza l'immagine che un Malfoy doveva regalare a quegli ospiti.
Un
Malfoy non doveva essere mai sgarbato, fuori posto, mai indisponente
ma neanche vigliacco nell'esprimere la propria posizione.
E
se c'era una cosa che i coniugi Malfoy non potevano biasimare al loro
figlio, era quello di non rispettare queste regole.
Lucius
infatti non era sciocco, sapeva fin troppo bene quanto tutte quelle
piccole accortezze potessero aiutarlo nel futuro.
Ma
se da una parte le sue gambe lo portavano ad affiancare gli ospiti
per dare loro il benvenuto, dall'altra i suoi occhi scattavano alla
ricerca di lei.
-Arriverà
presto figliolo.
Giunse
al suo fianco la voce bassa ma sicura di suo padre.
Gli
rivolse cenno del capo per poi rispondere:
-Non
sono in ansia, penso solo che come moglie dovrebbe avere più
senso dell'orario. Non vorrei dover festeggiare il mio funerale per
quando si farà vedere.
Non
sapeva il perchè del suo tono, risultava strano perfino alle
sue stesse orecchie.
Forse
era l'agitazione per il suo ritardo, forse era l'imbarazzo per la
pessima figura che ancora lo faceva cuocere di imbarazzo.
Abraxas,
altrettanto stupito per il tono acido del ragazzo, gli diede una
pacca sulla spalla e gli rivolse uno sguardo eloquente, come a
volergli trasmettere “ fai un respiro profondo ”.
Lucius
osservò suo padre allontanarsi e prendere posto accanto a sua
madre per parlare con un paio di illustri membri del Wizengamot.
Decise
poi di sparire tra la folla e prendere aria in giardino, nessuno
c'avrebbe fatto troppo caso, tutti presi com'erano nel ritrovarsi
insieme nello stesso posto e a scambiarsi le più succose
notizie del periodo.
L'aria
era fresca, ma non così tanto da attaccarsi alle ossa o
pungergli il viso.
Il
giovane lasciava vagare i suoi occhi chiari sulle siepi alte e scure
che intagliavano i raggi della luna, sui pavoni, che superbi facevano
di tanto in tanto spettacolari giravolte in direzione di alcuni
ospiti che si godevano l'aria aperta.
Di
lei ancora nessuna traccia.
Per
un attimo, un brevissimo lasso di tempo, Lucius si immaginò di
aver sognato tutto, di vedere entrare in quella casa una promessa
sposa del tutto differente.
Non
ce l'avrebbe fatta, non dopo averla conosciuta.
Ma
mentre era preso da questi assurdi pensieri, arrivò una
carrozza solitaria, la sentì arrivare da lontano mentre le
grandi ruote strisciavano rumorosamente sulla strada chiara.
E
lo sapeva, ancora prima di vederla scendere.
Si
precipitò di nuovo dentro ma, per riacquistare un minimo di
contegno, rallentò davanti agli ospiti.
Si
aggiustò l'abito nero e si diede una pettinata veloce con le
dita, le fece passare tra i suoi lunghi capelli biondi.
Sentì
suo padre accogliere gli ospiti appena arrivati con un caloroso :
-Cygnus,
amico mio! Finalmente!Druella mia cara, siete splendida come al
solito! Narcissa, Bellatrix, bambine mie, diventate sempre più
graziose!
Lucius
decise di dare un'altra immagine di sè, per rendersi meno
ridicolo agli occhi della giovane promessa sposa.
Arrivò
con il mento leggermente alzato, guardando la famiglia appena giunta
dall'alto del suo metro e ottanta.
E
con un tono formale proferì:
-Signori
Black, è un piacere rivedervi, signorine.
E
con un inchino fece il baciamano sia alla sorella maggiore, che
l'accettò con un sorriso derisorio, che a quella minore, che
invece lo guardava un po' stupita.
Il
ragazzo era diverso da come lo ricordava.
Sembrava
fosse addirittura più alto e, ammise con tristezza a se
stessa, più arrogante.
Allora
decise di giocare al suo stesso gioco, fece un inchino meccanico e
abbassò un po' il mento.
Abraxas
rubò i genitori di lei, mentre Bellatrix aveva puntato un bel
ragazzo che non le staccava gli occhi di dosso da quando era entrata
e con un sorriso furbesco lo raggiunse ancheggiando.
Così
rimasero soli, di nuovo, per la prima volta dopo quel giorno.
-Sono
contento che siete finalmente giunta, vi stavamo attendendo con
ansia.
La
sua voce glaciale fece indispettire ancora di più la giovane,
che si voltò attorno con aria teatrale in cerca di qualcuno e
poi gli rispose:
-Voi
e chi altri?
-Io
e la mia famiglia
-Oh,
capisco, anche noi non vedevamo l'ora di giungere qua e di
rivedervi- fece lei con un sorrisetto marcando il plurale.
-Mi
volevo scusare per... per l'atteggiamento tenuto con voi, quel
giorno...
-Uhm?
Quale giorno?-
La
ragazza sembrava non volergli rendere le cose facili, lo osservava
con un tono falsamente stupito e confuso.
-Questa
è la seconda volta che ci incontriamo, credo che sia piuttosto
evidente il giorno al quale mi riferisco- rispose lui con voce dura.
-Ahh,
quel giorno. Quando mi avete descritta come...non ricordo, erano
parecchi complimenti-
Lui
arrossì lievemente al ricordo di come, pensando che la ragazza
di fronte a lui fosse un'altra e non la sua promessa, avesse
descritto la sua futura sposa con epiteti non molto lusinghieri.
-Sapete
bene che non avevo idea foste voi-
-Chi
vi dice che io non sia comunque così? Dopotutto, come avete
detto, ci siamo incontrati solo in due occasioni, contando anche
questa-
-Io
lo so che non siete così-
-E
come?-
-Lo
so e basta- perse la pazienza lui con un sussurro rabbioso in
direzione della ragazza.
Si
accorse subito dello sbaglio appena fatto, perchè chiuse per
un attimo gli occhi, come se si aspettasse di essere travolto da
un'onda, che in quel caso poteva essere la rabbia di lei.
Sua
madre gli aveva insegnato come comportarsi con le signore, eppure
Lucius sembrava in qualche modo sempre molto ignorante. Tutto andava
bene fintanto che non perdesse la pazienza, ma quando quest'ultima
scompariva, non era ancora in grado di tenere a freno la lingua.
Ma
come al solito, quando si trattava della giovane Black, le regole
andavano in fumo.
La
ragazza infatti, anziché girare i tacchi e sparire nella
notte, furiosa e indignata, ridacchiò per poi aggiungere:
-Siete
così buffo quando perdete la pazienza.
Lui
non poté fare a meno di ricambiare con un sorrisetto
accennato.
Poi
proruppe in un sonoro sospiro, come se prendesse fiato prima di
gettarsi in una pozza gelata.
-Cosa?-
chiese lei curiosa di quella reazione.
-Siete
così strana-
-Devo
aggiungerlo a ...ora ricordo! Erano “pazza, egocentrica,
viziata e inopportuna “! Ora non ci resta che aggiungere
“strana”, sono indecisa se piazzarlo subito dopo pazza o
prima di viziata- disse lei facendo finta di rifletterci.
Lui
fissò gli occhi sul viso della ragazza, studiando ogni suo
dettaglio e fece distendere la propria bocca in un sorriso, che
diventava sempre più ampio, per poi sbottare poco
elegantemente in una sonora risata.
Diversi
ospiti, che si erano limitati fino ad allora ad osservarli da lontano
curiosi, allargarono gli occhi stupiti dall'esagerata reazione di
lui.
Narcissa
lo osservò stupita quanto gli altri.
Com'era
bello.
I
suoi denti, che di solito si limitavano a rimanere nascosti dietro la
piega severa delle sue labbra, ora erano in bella vista e brillavano
come diamanti. E gli occhi di lui, strano come due occhi così
glaciali potessero bruciare.
La
sua alta figura, gli zigomi affilati....
Non
si era accorta di aver lasciato vagare per troppo tempo lo sguardo
sul viso del ragazzo, che aveva smesso di ridere da diversi secondi e
ora la guardava con un sorrisetto quasi malizioso.
-Cosa
c'è signorina Black? Sta pensando di tradire il povero
Oreus?Non potete fare questo al suo povero e debole cuore.
Per
la prima volta fu il turno di Narcissa di arrossire, le sue gote
presero fuoco, le sentiva bruciare fastidiosamente .
-Sciocchezze-
disse non appena si fu ripresa- Non potreste competere-
Detto
questo lo superò lanciandogli un'occhiata da dietro la spalla.
E
mentre la vedeva allontanarsi Lucius non potè fare a meno di
rispondere nella sua testa
“Lo
vedremo”
Ridacchiando
poi per conto proprio, sotto lo sguardo attonito dei suoi ospiti.
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