Jackie svolto' l'angolo decisa.
Si passo' velocemente la mano suo
viso, per asciugare le lacrime. Kenneth l'aveva respinta di nuovo.
Lei lo amava, lui la amava, ma
quest'ultimo non voleva ammetterlo, anche se ormai lo sapeva tutta la
scuola.
Jackie continuo' a camminare, il
vicolo in cui si era infilata era pieno di pozzanghere nere e di
sacchi della spazzatura mezzi rotti. Ma a lei non importava. Doveva
allontanarsi da Kenneth. Doveva allontanarsi dall'Amore.
Camminava a testa bassa, finche' non
colpi' qualcosa di duro.
"Un vicolo cieco" si disse
Jackie.
Si appoggio' al muro e comincio' a
cantare quello che pensava.
"
Forse, ti sembrero' debole.
Forse,
e' cosi'.
Ma
forse, ti stai solo sbagliando
E
son sicura che io non lo sto facendo!"
Jackie
sapeva che non si stava sbagliando, lei non era debole,
semplicemente era... aveva... paura.
Paura
di non essere apprezzata, paura di essere presa in giro, paura di se
stessa.
Ma
sicuramente non era debole.
Potevano
dir tutto di lei, ma non debole. E questo non sarebbe mai cambiato.
"Perche'ee
Potro'
sembrarti di cera,
Ma
ti assicuro che non mi sciogliero'
Perche'ee
Saro'
anche di cera
Ma
non c'e' nessuna fiamma, davanti alla quale, mi spegnero'!
Saro'oo
anche debole
Ma,
forte saro'.
Perche'ee
Potro'
sembrarti di cera
Ma
ti assicuro, che io di cera, non son!"
Non
si sarebbe sciolta come la cera davanti alla fiamma, se incontrava
qualche difficolta'. Non era debole. Lo aveva gia' detto, ma neanche
lei ci credeva, come tutta la scuola. La prendeva in giro. Ma Jackie
continuava a sorridere.
E
si rialzava, continuando a camminare, dirigendosi verso il suo scudo,
il ragazzo che la proteggeva, una sorta di SuperMan personale.
Kenneth
Shosh.
Che
aveva smesso di aiutarla.
E
il sorriso di Jackie spariva.
E
le lacrime riaffioravano.
Jackie
si lascio' cadere a terra, appoggiata al muro. Guardava le stelle.
Guardava l'Orsa Maggiore, la costellazione che aveva imparato ad
individuare per prima, grazie a sua madre. Era molto tardi, suo padre
si sarebbe preoccupato, quindi Jackie si alzo' e s'incammino' verso
casa sua.
Intanto
guardava le coppiette a braccietto sotto gli ombrelli, che si
guardavano tra di loro, con sguardi carichi di amore.
Jackie
guardo' a terra, in direzione dei suoi piedi.
"
Potro' sembrarti una ragazza di cera, ma una ragazza di cera non son!
E
di sicuro davanti a te non mi sciogliero'!
Potro'
sembrarti una ragazza di cera, ma una ragazza di cera non son!
Hai
visto la televisione? Dice che non mi sciogliero'!"
Continuava
a guardare giu'.
E
continuava a ripetersi che lei non era debole,
SEMBRAVA debole, ma
era forte, doveva farselo entrare in testa. Quella testa piena
d'amore per meta' e di odio per l'altra meta'.
Se
la strinse tra le mani, come per eliminarla.
"Forse
lo fai per dispetto,
oppure
non sai dire no,
Hai
un po' di tempo libero?
Te
lo insegnero'!"
Spesso
aveva creduto che Kenneth le dicesse tutte quelle parole dolci per
far ingelosire Lydia, la sua ex-ragazza. Ma Lydia non degnava di uno
sguardo Kenneth.
E
lui continuava a dirgli che la amava.
Quindi
lei Jackie scuoteva la testa per scacciare via i brutti
presentimenti.
E
canticchiava.
"Forse,
saro' debole
Ma
forse, non e' cosi'.
E
forse, sono tua prigioniera.
Ma
forse la vita cambiera'."
Le
lacrime di Jackie cadevano sul marciapiede, pitturato dai graffiti.
Leggeva, c'erano frasi d'amore.
E
tra queste ne vide una in particolare:
KS
e JT sono l'Amore
Ti
amo, Jackie Tompseith.
Dal
tuo Kenneth
E
nessuno pote' negare di aver visto una ragazza, che fino a quel
momento aveva pianto, correre e sorridere, diretta verso la scuola
privata.
Per
terra, un biglietto bagnato dalla pioggia con scritto: Per Jackie:
scusa se hai frainteso. Ti amero' per sempre.
Tuo,
Kenneth.
Angolo Autrice:
Questa e' la mia prima storia
originale, la canzone non esiste su You Tube, si chiama 'Ragazza di
Cera' .
E' inventata.
Recensite in molti, perfavore!
|