Io
scommetto ancora su di te, Katniss
Coraggio
Katniss. Coraggio.
Sono
qui con te, sono qui per te. Sono sempre stato con
te, dalla
tua parte; dalla parte della libertà, dalla parte della
giustizia.
Dalla parte dei ribelli.
Eccola qui,
la Camera di
Lancio dell'arena.
Katniss
trema, riesco a
sentire chiaramente la paura e la rabbia spandersi nell'aria intorno
a noi. Non doveva andare in questo modo, decisamente. Lei e Peeta
avevano vinto, erano al sicuro – o così credevamo.
Ma a quanto
pare andrà
diversamente, perché Snow ha deciso così.
L'Edizione della Memoria,
la chiama. Certo, come se non fosse cristallino che è stata
pensata
per farla fuori, per uccidere la ghiandaia – e con essa lo
spirito
della ribellione.
Però
non ci sto, non
stavolta.
Le
intreccio i capelli e la
aiuto a vestirsi. Il costume che le hanno dato quest'anno è
parecchio leggero; mi chiedo quali pericoli dovrà affrontare
nell'arena. Come saranno le prove? Come sarà il clima?
«
Cosa ne pensi? »
mi domanda porgendomi un lembo del tessuto.
«
Non lo so » dico. « Non
offrirà molta protezione dal freddo e dall'acqua
».
«
E dal sole? »
«
Forse. Se è stata trattata
» rispondo. Del resto è possibile che l'arena sia
sotto un sole
cocente – tutto è possibile nell'arena, e niente
è scontato.
Guardo Katniss e mi sembra che manchi qualcosa alla sua tenuta. Mi
sono appena ricordato un particolare, piuttosto importante. Oserei
dire vitale. « Oh » aggiungo,
« quasi dimenticavo ». Tiro
fuori la spilla dalla tasca della mia giacca. È molto
più di una
spilla, entrambi ne siamo consapevoli – forse Katniss un po'
meno
di me, ma lo diventerà. So quello che accadrà
durante questa
edizione degli Hunger Games, so del piano di Plutarch, ma non so se
riuscirò a vederlo con i miei occhi. Non credo ci
sarò quando il
fuoco della rivolta divamperà nei Distretti.
Le appunto
la spilla d'oro
sulla tuta leggera e la ghiandaia imitatrice mi sorride.
«
Il mio vestito ieri era
magnifico ».
«
Ho pensato che ti sarebbe
piaciuto ». So cosa sta pensando – che è
stata una mossa
azzardata –, e sono d'accordo con lei. Sono consapevole di
quello
che ho fatto, so che verrò punito per questo –
l'ho sempre saputo,
dal momento in cui ho disegnato quel costume per Katniss Everdeen, la
ragazza in fiamme.
Accenno un
sorriso, perché di
più non so fare; e perché un vero
sorriso in un momento del
genere stonerebbe. Stiamo in silenzio per un po', seduti vicini e
tenendoci per mano, finché tutto è pronto per il
lancio. Katniss si
alza e io con lei, scortandola fino alla piastra di metallo.
«
Ricordati, ragazza di
fuoco, che io scommetto ancora su di te ». Le bacio la fronte
e
arretro mentre il cilindro di vetro corazzato si abbassa su di lei.
La vedo articolare un « Grazie » con le labbra e,
sebbene non
riesca a sentirla, mantengo il contatto visivo, nella speranza di
darle un po' di coraggio. Devo farlo, devo mantenermi lucido. Tiene
la testa alta, come le ho detto io.
Coraggio
Cinna, coraggio.
Attendo il
lancio, ma non
succede niente. Lei mi guarda con aria interrogativa. Faccio appena
in tempo a scuotere il capo che sento un rumore dietro di me e so per
certo che i Pacificatori – che nome ridicolo, vero?
– hanno appena fatto irruzione nella stanza. Mi tengono ferme
le
braccia e qualcuno mi colpisce alla tempia con una botta sonora e
un'eccessiva violenza. È per Katniss, lo so. Lo fanno per
lei;
vogliono che si distragga, che l'angoscia l'attanagli fino a
confonderla, che il dolore la stordisca e che il disgusto le
paralizzi i sensi.
Non
dargliela vinta, Everdeen.
Non darla vinta a Capitol City, non darla vinta ai Pacificatori. Non
darla vinta al Presidente Snow.
Mi stanno
pestando a sangue, e
percepisco vagamente il rumore dei pugni di Katniss sul vetro. Come
se servisse a qualcosa, come se la sua rabbia potesse fermare questo
macabro spettacolo che hanno imbastito.
I
guanti dei Pacificatori, rivestiti di metallo, mi tempestano di pugni
e mi aprono squarci sul petto e sul volto. Non
mi sono mai piaciuti i loro costumi, non hanno classe nè
stile.
Stanno martoriando il
mio corpo con ferocia; so che sono prossimo alla fine. Sto perdendo
le forze, e probabilmente
fuori di qui continueranno a torturarmi fino alla morte. Sarà
lento e doloroso, ma ne vale la pena.
Coraggio
Cinna, coraggio.
Prima
di svenire intravedo Katniss: è disgustata e addolorata;
sta gridando
oltre il vetro, ma nessuno le presta ascolto. Smetto di dibattermi,
sono stremato; ma non urlo. Non darò questa soddisfazione a
Snow.
Voglio resistere.
Ti
prego Katniss, resisti anche tu. Ti prego, ghiandaia imitatrice. Per
Panem, per Prim, per Peeta – e per me. Sì,
anche per me.
L'ultima
cosa a cui riesco a pensare è la cartellina che ho lasciato
nelle
mani di Plutarch, lo Stratega.
Quella con
i disegni dei
costumi per Katniss. Gliela
farà vedere se e solo se sceglierà di impersonare
la ghiandaia, il volto della rivolta. Il fuoco sta divampando, e
starà a lei alimentarlo.
Coraggio
Katniss, coraggio.
Non
mi pento di niente.
Perché
sono certo che Katniss Everdeen è
la ghiandaia. Lo so. Io
scommetto ancora su di te, ragazza in fiamme. Ora e per sempre.
ANGOLO
AUTRICE
Hello
gente!
Bene,
partiamo con il dire che non ho mai
messo piede nel Fandom di Hunger Games e che non ho idea
di come mi sia venuta in mente questa... cosa
(sono più di 500 parole, sono 890,
quindi ho dovuto metterla come OS, ma è più una
Flash-fic). È
stata del tutto estemporanea. Non
so, volevo commemorare il sacrificio di Cinna. In fin dei conti per
lui non era necessario appoggiare
i ribelli:
era agiato e
viveva a Capitol City; è morto per una causa in cui credeva
e che
neppure lo riguardava da vicino. Per questo motivo, a mio parere,
è
un personaggio meraviglioso. Trovo molto significativa la frase che
dice
a Katniss: 'Io scommetto su di te'. Probabilmente
è la frase più significativa del libro. Nella
mia OS alla fine la ripete anche a se stesso, per ricordarsi che
scommettendo su di lei ha fatto la scelta migliore e ha puntato sulla
persona giusta. Per
la
stessa ragione ripete anche come un ritornello – nella
propria
mente – la
frase con cui
ho iniziato la OS, cioè di
avere coraggio. La
scena si
svolge a pagina 256 del secondo libro di Hunger Games – La
ragazza
di fuoco. I dialoghi sono presi da lì
– non che siano poi molti; la cosa si concentra sulle
emozioni e i
pensieri di Cinna, perciò l'ho scritta in prima persona dal
suo punto di vista.
Tutto
sommato è possibile che sia un vero schifo, ma volevo
postarla lo
stesso. Il mio piccolo omaggio al grande Cinna :)
Grazie a
chiunque abbia letto
e a chi – se c'è – sarà
così buono da recensire.
|