Il papavero

di mamie
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IL PAPAVERO
 
Non era neppure per te, quella freccia fatale. Una mano tremante aveva mancato il bersaglio. Eppure andò a segno in un attimo, oh, un attimo solo. Quanto pesa un attimo sul cuore del mondo?
 
Ettore, il forte, ti prese per non lasciarti cadere. Ti adagiò piano sull’erba, per non farti male. Ma già il tuo respiro se n’era volato col vento. E gli occhi guardavano per l’ultima volta il cielo.
 
Eccolo lì il papavero rosso. Il fiore purpureo che giace sull’erba, il capo piegato dal peso della rugiada che si china e sparpaglia i suoi petali fragili come un soffio di seta, come quelle belle vesti delle donne che ondeggiano ad ogni loro respiro.
Che sapevi tu delle donne, allora? Forse qualche schiava presa in un angolo nascosto, con ancora un po’ di infantile pudore. E della guerra, che sapevi della guerra? Della guerra quanto basta per morire.
Si muore per molto meno, figlio della bella Castianira, si muore sui campi incolti, per le strade polverose, si muore sul mare lucente, ovunque. E dunque rallegrati di questa bella morte cantata dai poeti.
 
Ma forse la tua anima fragile non si rallegra, e nelle buie sale di Ade rimpiange il vivido sole di Ilio e il tempo di quando giocavi con i sassi del fiume. Rimpiange i fiori che la forza della vita spinge a crescere anche abbarbicati alle severe mura di Laomedonte, e vorrebbe di nuovo – oh, per un attimo soltanto! – tornare a sentirne il calore. Perché fa freddo laggiù, nel mondo dei morti, fa freddo. E nessuna canzone riscalda le notti su cui regna la bianca Persefone.


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NdA: nell'Iliade il gesto pietoso di Ettore non c'è... ma mi piaceva l'idea ;-). Non sono nemmeno ben sicura che ad Ilio in epoca così antica arrivasse la seta, ma concedetemelo: bisso mi suonava male...

P.S. Per completezza aggiungo le fonti, che sicuramente ricorderete...

La morte di Gorgizione.
Come nell'orto un papavero reclina il capo
grave del frutto o delle piogge di primavera
così chinò egli la testa, grave dell'elmo.

Iliade VIII 306 - 308

Il discorso di Achille (notate che questo discorso lo fa l'unico che sa con certezza di morire in quella guerra!)...
Buoi e grassi montoni si possono rubare,
tripodi e cavalli dalla bionda criniera si possono comprare
ma la vita di un uomo non torna indietro
e non puoi rubarla o comprarla
una volta che è uscita dalla chiostra dei suoi denti.

Iliade IX 406 - 409

La risposta di Achille a Odisseo che, nel regno dei morti, lo chiama "felice":
Non truccarmi la morte, divino Odisseo
vorrei essere uno schiavo, servire un padrone
miserabile, che non avesse ricchezze,
piuttosto che regnare su tutte le ombre consunte.

Odissea XI 488 - 491
 




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