I Veglianti di Synt
ehm...
lo sto facendo?
no, intendo lo sto facendo davvero?
ehm... diciamo che ci sto provando.
ho paura.
PROLOGO
«Ciao, Helen», salutò il Signor Douquette entrando nella stanza.
«Signor
Douquette», ricambiò lei, tranquilla. Aveva i polsi
stretti in un paio di manette fermate al tavolo, ma non sembrava
curarsene.
«Abbiamo preso nota della tua lista», iniziò.
«Lo so».
«Un po’ scarsa».
«Lo so», confermò. «Le avevo detto che alla lunga avrebbero imparato».
«Già», rifletté lui. «Idee per risolvere la questione?».
Helen sorrise assottigliando lo sguardo. «Mortificata di non poterla aiutare».
«Sa, negli ultimi tempi sua madre non è stata molto collaborativa».
Per alcuni
secondi Helen rimase in silenzio, poi indietreggiò appoggiandosi
allo schienale della sedia. «È davvero venuto fin qui per
minacciarmi, signor Douquette?», domandò. «Lo trovo
poco furbo».
«Se lei non collabora ho promesso di ucciderti».
Helen
arricciò le labbra in una smorfia dispiaciuta. «Oh, e
privarsi così del mio spiccato intuito?», domandò.
«Poi chi la aiuterà a fare i gruppi? Chi le dirà
“Veggente. Vegliante. Umano”?».
Logan Douquette
la fissò in silenzio per un lungo momento. «Tu sai
dov’è. Non è vero?».
Helen rise e si appoggiò allo schienale della sedia. «Io so tutto».
L’uomo si
alzò, fiero della sua superiorità, legata com’era
Helen Dandley non poteva alzarsi. Poteva fare la presuntuosa quanto
voleva, poteva fingere di avere il controllo; ma non ce l’aveva,
era in catene.
«Ricordi
il ragazzo con i capelli rossi?», le chiese. «Quando non
hai aggiunto il nome alla tua lista l’hai pagata cara, avevi
ancora un padre quando ci siamo resi conti della tua svista».
Helen rimase zitta.
«Credo che dovresti rivedere le tue posizioni, hai ancora uno zio ed una madre».
Si voltò e fece per dirigersi verso la porta blindata.
«È servito?».
Logan Douquette
aveva già una mano sulla porta e sapeva con ogni fibra del suo
essere che voltarsi, guardarla, affrontarla, sarebbe stato un errore.
Si girò e la fissò.
«Ho messo
il ragazzo dai capelli rossi nel mucchietto sbagliato», Helen
sorrise. «Uccidere mio padre ha davvero riparato il mio
errore».
Questa volta lui fu costretto a rimanere zitto.
«Io. So. Tutto», ripeté lentamente. «Anche le conseguenze delle mie azioni».
Silenzio.
«E lei sa a cosa porteranno le sue azioni?».
non riesco a credere che lo sto facendo.
Fragolottina.
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