Il
giorno in cui Diana scoprì che il cuore può
spezzarsi
Diana
sistemò meglio i libri
che aveva tra le
braccia e sbuffando riprese a camminare lungo il corridoio del
dormitorio.
Forse
non avrebbe dovuto accettare quella ricerca extra di storia solo per
avere dei crediti in più.
In
biblioteca aveva dovuto prendere così tanti libri che si
sentiva più
simile ad un mulo da soma che ad una persona.
Incoraggiata
dal pensiero che ormai la sua stanza era vicina, iniziò a
camminare
a passo sostenuto finché, svoltato l'angolo, non vide
qualcosa che
la gelò sul posto.
A
due porte di distanza dalla sua stanza Martin era abbracciato ad una
ragazza e la stava baciando.
Il
primo istinto della ragazza fu di fuggire ma le gambe non volevano
risponderle e poi l'unico modo per raggiungere la sua camera era
passare da lì.
Cercando
di farsi forza, s'impose di proseguire.
Nei
romanzi aveva tante volte letto delle eroine dal cuore spezzato ma
aveva sempre pensato si trattasse di una licenza poetica; il dolore
che sentiva nel petto, però, la fece ricredere.
Di
certo il suo cuore era andato in mille pezzi e tra poco lei sarebbe
crollata a terra priva di vita.
Ricordava
perfettamente il momento in cui aveva scoperto di amare il suo amico
d'infanzia.
Stavano
svolgendo l'ennesima missione, come altre volte lui l'aveva stretta a
se per mettere entrambi in salvo solo che quella volta, nel momento
in cui lui aveva mollato la presa, lei aveva sentito un vuoto al
cuore ed aveva capito.
Erano
passati due anni da allora e lei era certa di essere riuscita a
mettere a tacere quei sentimenti ma ciò che sentiva in quel
momento
le aveva dimostrato che la sua era stata solo un'illusione.
Ostinandosi
a fissare la parete opposta si avvicinò alla porta di camera
sua.
«Diana!»
urlò Martin, venendole incontro.
«Oh
ciao Martin!» esclamò Diana, cercando di apparire
naturale. «Nuova
conquista. Complimenti! Clarissa, fa parte del club di teatro,
giusto?»
“Si,
brava, fai la splendida!” si rimproverò tra se.
«Oh,
quello di prima, no, hai capito male!» ridacchiò
Martin,
grattandosi il capo per l'imbarazzo. «Lei e le sue amiche
avevano
fatto una scommessa. Lei ha perso e per punizione doveva baciare il
primo ragazzo che passava e quello ero io.»
«Capisco.»
rispose Diana, cercando nel contempo di aprire la porta della sua
stanza.
Era
felice che Martin non fosse fidanzato ma essersi resa conto di amarlo
ancora era stato troppo destabilizzante, aveva bisogno di rimanere da
sola.
«Diana,
tutto bene?» chiese il biondo, vedendo il suo strano
comportamento.
«Si
tutto ok, non preoccuparti.» rispose lei, riuscendo
finalmente ad
aprire la porta e fiondandosi dentro.
Purtroppo
non aveva tenuto conto dei libri che aveva tra le braccia e che
crollarono a terra sotto l'oscillazione del suo corpo col risultato
che lei non poté chiudere la porta alle sue spalle e Martin
ne
approfittò per intrufolarsi nella stanza.
Senza
degnarlo di uno sguardo, Diana raccolse i libri e li ripose sulla
scrivania.
Voleva
solo che lui andasse via.
Stava
troppo male. Clarissa che non provava nulla per lui aveva potuto
baciarlo mentre lei che lo amava da due anni non aveva mai potuto
assaporare il sapore delle sue labbra.
Sentiva
le lacrime premere per uscire e sapeva che se si fosse voltata a
guardarlo non sarebbe riuscita a trattenersi.
«Martin,
va via.» supplicò, con la voce incrinata.
«Diana,
che ti prende?» chiese il biondo, allarmato, afferrandola per
un
polso e costringendola a girarsi.
Fu
un attimo. Mentre il suo cervello le imponeva di trovare una scusa
per mandarlo via e il suo cuore la supplicava di cedere ai suoi
sentimenti, lei si ritrovò a portare la mano libera alla
guancia di
lui e ad appoggiare le labbra alle sue mentre le prime lacrime le
rigavano il volto.
Martin
si sentì come se un pallone da basket l'avesse colpito in
testa.
Non
riusciva a dare un senso a ciò che stava succedendo. A
livello
logico capiva che Diana lo stava baciando ma gli sembrava una cosa
totalmente impossibile.
Eppure,
nonostante gli sembrasse incredibile, sentiva che quello era il posto
in cui le sue labbra dovevano stare.
Nella
sua vita non aveva baciato chissà quante ragazze ma di una
cosa era
certo, con nessuna si era sentito come in quel momento, quasi la
corrente elettrica lo stesse attraversando da capo a piedi.
Ripresosi
dalla sorpresa iniziale, lasciò andare il polso di Diana e
le cinse
la vita approfondendo il bacio.
Era
fantastico sentirla cedevole tra le sue braccia, stringerla a se
senza altro motivo che la voglia di farlo.
La
ragazza sentì il cuore batterle più forte. A
quanto pare questo
incredibile organo non solo poteva spezzarsi ma poteva anche tornare
integro.
Il
dopo, il domani non aveva importanza, in quel momento ciò
che
contava erano solo loro due e l'emozione che quel bacio stava donando
loro.
Fine.
Nota
dell'autrice: Dovrei
scrivere le OS per la Dartin-Week indetta da EvelynWolfman (anzi, che
aspettate? Contattatela e partecipate!) ma la mia fantasia ha deciso
di andarsene per fatti propri e questa OS non voleva uscirmi dalla
testa così l'ho scritta per liberarmi le idee.
Spero
vi sia piaciuta!
A
presto.
Notteinfinita.
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