Stolen
[About a playboy and a petty thief~]
-Oh,
cos'hai rubato di bello oggi, Sil?
Non sapeva se fosse quel suono stridulo ad avergli imposto di portare
l'indice a massaggiare con veemenza la tempia pallida.
Strizzò gli occhi argentei e serrò la mascella
nel vano tentativo di non lasciarsi sfuggire nessun insulto. Se gli
avesse risposto, sarebbe stata la fine.
-Sil?
Perché non mi rispondi~?
Odiava
quando allungava le vocali in quel modo assolutamente sdolcinato. E
odiava anche quel nomignolo che era sbucato fuori dal nulla.
Lo odiava. Odiava ogni singolo particolare -anche quelli che sfuggivano
alla vista- del suo corpo e del suo carattere, a partire da quella
vocina acuta e da quegli irritanti occhi dorati. E Lui sembrava
essersene accorto, eppure faceva di tutto pur di incontrarlo anche nei
posti più disparati -ma Silver era convinto che in
realtà il corvino lo stesse pedinando dal giorno nel quale
si erano fortunatamente
conosciuti.
-Sil...!
E quando udì nuovamente quella voce, il cui unico vero
obbiettivo sembrava quello di fischiargli nelle orecchie mattina e
sera, il suddetto Sil alzò lo sguardo argentato
verso quello malizioso del Rivale, scrutandolo avverso.
-Non rubo da tanto tempo, lo sai.- mormorò freddamente,
così magari Gold avrebbe finito di parlargli e non l'avrebbe
più perseguitato -o, a detta del rosso, molestato.
Ma, anche se Silver ne era già sicuro sin dall'inizio di
quella conversazione non richiesta, il ragazzino dal cappello del
medesimo colore dei suoi occhi gli sorrise, sorrise in quella maniera
che il rosso odiava tanto -c'era qualcosa in lui che non odiasse?
Non era un sorriso malizioso, però -almeno non come i suoi
soliti-, tantomeno uno benevolo. Sembrava quasi derisorio. E, diamine,
nessuno poteva rivolgere quello sguardo a Silver. Nessuno.
-Oh, Sil caro~,- soffiò il
corvino, assottigliando gli occhi felini come se avesse creduto di
apparir in qualche modo sensuale -ma al più giovane sembrava
solo un Bellsprout in calzamaglia intento a calmare un Ursaring
inferocito e affamato.
Gold gli si avvicinò, all'ombra di quell'albero in qualche
sperduto percorso tra Wakaba Town e l'Indigo Plateau, portando le mani
poco abbronzate ai lati del capo dell'interlocutore, poggiando i palmi
sulla corteccia ruvida; quello sguardo eloquente ancora dipinto in
volto.
Il giovane dai capelli cremisi, che aveva scrutato l'evolversi
dell'azione in silenzio, non metabolizzò immediatamente la
situazione. Quei pochi neuroni che alloggiavano nella sua testa bacata,
nello stesso istante in cui aveva notato il viso del moro sempre
più vicino, sembravano essersi eclissati, impedendogli di
realizzare cosa l''amico'
avesse intenzione di fare.
Ma il suo corpo, che l'idea iniziale di Gold l'aveva ben capita,
rispose alla sollecitazione dell'altro imponendo alle gote nivee del
giovane di imporporarsi vergognosamente, tanto da confondersi con i
folti e lisci capelli rosso fuoco.
E Silver odiava anche quello: odiava il fatto che Gold -non Crys, Blue
o Lance, ma Gold-
gli facesse quell'effetto. Si sentiva vulnerabile, ed essere
vulnerabili di fronte a quella peste poteva anche preannunciare la
fine. Quel ragazzino dagli occhi color del miele era capace di tutto.
Solo quando il viso di quest'ultimo fu distante dal suo esattamente
qualche centimetro, Silver capì che no, c'era qualcosa che
non quadrava.
-Tu hai rubato una cosa molto importante.- asserì il
Dexholder più grande, puntando le iridi dorate in quelle
lattee di Silver. -A proposito, dovresti rendermela.
Il rosso non fece in tempo a chiedere a cosa si riferisse -complice la
momentanea incapacità di proferire parola. Sentì
poco dopo l'alito caldo dell'altro ragazzo solleticargli il lobo
destro, e l'assurdo era che non si era nemmeno reso conto del movimento
improvviso del più vecchio. Era cascato nella sua trappola,
come una farfalla ingenua nella ragnatela.
La parte razionale del suo cervello -ma non era sicuro che essa potesse
resistere ancora a lungo- gli suggeriva di mollare un gancio nello
stomaco di quel baka e scappare come aveva sempre fatto, ma il suo
corpo era paralizzato, chinato al volere di quel riccone sciupa femmine
che l'avrebbe portato sicuramente alla rovina.
-Tu hai rubato il mio
cuore, Sil.
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