Malinconia

di Mentemaniacale_
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Ho scritto questo tutto d'unfiato. E il titolo è plausibile considerando la soundtrack di American Beauty di sottofondo. Le mie emozioni più profonde e traumatiche riemergono. Immagini e scene avvolte nella malinconia. Mi sento triste. Impagabilmente triste e un po' vuota. Avrei voglia di piangere. E tutti i miei sensi sono coinvolti in questo turbine di emozioni opposte alla gioia e felicità. Il tatto è anestetizzato. Il gusto è ovattato, sottile il sapore del tabacco appollaiato nella bocca. L'olfatto è concentrato a capire da dove provenga quell'odore non descrivibile ma che si prova quando per errore o distrazione, al mare, ci si sbaglia e s'ispiria dell'acqua. Una specie di odore metallico ma non sarei in grado di definirlo a pieno. La vista è offuscata. Probabilmente a causa di quella voglia irrefrenabile di piangere che causa quel pizzicorio alle orbite e fa si che involontariamente delle lacrime fuoriescono, annebbiando, appunto, la vista. L'udito è rivolto alla soundtrack sopra descritta. Non so come riesco, nonostante tutto, a scrivere. Mi sento sola e abbandonata. In questo divano, davanti alla televisione, mentre la pentola a pressione cuoce il pollo insieme alle verdure con estrema lentezza e maestria. Mi concentro, o almeno tento di concentrarmi, su altre cose in modo da ingannare i sensi e perché no, anche la mente. In modo da evadere da questa tristezza. Ma il movimento meccanico della mia mano sul tasto replay del telecomando, non mi aiuta ad uscire da questa sottospecie di trans. Dove per altro mi ci sono messa da sola. Sono confusa. Non ho chiaro i motivi per cui mi sento così.. Disagiata. Fuori luogo. Emancipata dalla normale vita sociale ed emozionale. Non saprei. Mi sento il cuor in gola. E tutto questo potere pessimistico mi stordisce. Che stia impazzendo? Probabile. In fondo è un pensiero che oramai è quotidiano. Persistente. Continuo. So per certo di essere impazzita. Ho convinto me stessa a questo punto, eppure resto sempre nel dubbio. So anche che c'è qualcosa che non va in me. Qualcosa che 'devo buttare fuori', qualche malessere che deve essere debellato. Il mio stupore e tramortimento è nel fatto di non riuscire a rendermi conto quale questo 'macigno' possa essere. È frustrante. Non riesco a venirne a capo e ciò mi butta infondo al baratro ancora di più. Concretizzo soltanto discorsi, scritti o pensieri del tutto incoerenti, paranoici e palesemente contraddittori. Mi spaventa. Terrorizza completamente. Che abbia bisogno di sedute psichiatriche? Ritorno alla convinzione, o forse è meglio dire auto convinzione, di essere impazzita. O paranoica isterica. Come meglio la percezione momentanea mi rappresenta. Ho la testa divisa a metà. La parte fragile, docile, sottomissiva, bisognosa di attenzioni e protezione urla un disperato bisogno di aiuto. Lo grida con tutte le forze, piangendo in un angolo buio, in un vicolo oscuro dimenticato da Dio. Urla perché è spaventata. Terrorizzata dal mondo, dalle emozioni, dalle azioni, dai luoghi, da se stessa. Mentre l'altra parte, fiera di se, maniaca del controllo, sadica, orgogliosa e (finta) dominatrice, ha gli occhi iniettati di sangue. Totalmente fuori controllo, con la certezza che non ci sia niente che non va. Punta un kalashnikov contro chiunque cerchi di avvicinarla e capirla. Ho un museo degli orrori in testa. E ora, che sono riuscita a rinchiudere ambedue le mie alterego in una gabbia, dentro di me, da qualche parte. Sono sola. Malinconica. Triste.




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