Luna d'argento: Primordio notturno

di Emmastory
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Luna d’argento: Primordio notturno
 

 
Capitolo I
 

 
Sopravvivenza
 

 
Correvo. Non facevo altro che correre, ed ero ormai rimasta da sola. Fuggivo nel buio muovendomi nella muta foresta e dentro di me non cercavo che aiuto. Oltre a me neanche un’anima, e nella tetra oscurità, una luce. In alto nel cielo, ora scuro e tinto di nero, l’argentea luna. Brillava in tutto il suo regale splendore, e mi accompagnava nel mio viaggio alla ricerca di un riparo dalla paura e dal dolore, provati quando ero ancora troppo giovane e ingenua per fiutare da lontano il disgustoso e penetrante odore del pericolo. Facevo quindi del mio meglio per scappare e allontanarmi dalla minaccia che aveva brutalmente ucciso i miei genitori. Una saggia e affidabile coppia di lupi che aveva dato alla luce me e i miei fratelli Rhydian e Astral. Il mio nome è Runa, e fuggo sperando nella sopravvivenza. So bene di essere ancora inesperta, ma nonostante tutto voglio fuggire e provare a salvarmi.  Ricordo bene quel giorno, quasi come se fosse appena ieri. Ho perso tutto in quella nefasta e fatidica notte, ma non il mio nome. Sono Runa, lupa bianca nata dai capibranco Alistair e Nadia, e con la lucentezza degli astri come solenne testimone, affido al cielo un mio pensiero, e recitando una preghiera, non desidero altro che la salvezza. Ora come ora, sto scappando dal dolore e da una minaccia a me completamente sconosciuta, e forse, addentrandomi nei meandri di questa verde e cupa foresta, riuscirò nel mio intento più importante, ovvero eccellere nell’arte sacra a noi lupi, l’ardua e quasi impossibile sopravvivenza. Ansimando, miro il cielo punteggiato di sfavillanti stelle, che parlandomi mi incoraggiano ad andare avanti e proseguire in quella che è la mia missione. Sono stanca, ma non posso mollare. Questa stellata notte ai miei occhi diversa, poiché io, Runa, ho stretto un indissolubile patto con me stessa.




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