Primo
giorno: Holding hands
ca. 1200
parole
La neve era
scesa per tutto il giorno e aveva ricoperto Tokyo, avvolgendo la
città in una bianca coperta che attutiva i suoni di
una metropoli in costante movimento. Nagachika e Kaneki avanzavano con
cautela, per evitare di scivolare nella neve che in alcuni punti della
strada si era ghiacciata col freddo della notte.
Le lezioni
erano finite tardi e i due avevano deciso di fermarsi fuori a cena, per
poi passare la notte a casa di Kaneki visto che la giornata seguente si
sarebbero comunque dovuti trovare per studiare assieme, tanto valeva
evitare le perdite di tempo.
Nagachika camminava
alcuni metri dietro al moro, osservandolo mentre avanzava leggermente
ingobbito nel tentativo di preservare tutto il calore corporeo
possibile. Aveva il viso affondato nella sciarpa e le mani nelle tasche.
Il ragazzo
sorrise, con un leggero scatto raggiunse l'amico e gli
infilò le mani in tasca, intrecciando le sue fredde dita con
quelle calde di Kaneki.
Questi
sussultò e si fermò. Erano in una
strada laterale pressoché deserta, visto il freddo e
l'orario, però il contatto fisico era
comunque imbarazzante per il moro.
"Hide!"
protestò, leggermente esasperato. Era abituato ai "dispetti"
dell'amico ma era stata una giornata lunga e si sentiva un po' stanco.
Non voleva restare lì fermo con il rischio di essere visto
in una situazione così scomoda.
"Solo un
minuto, il tempo di scaldarmi le mani" promise Nagachika.
Kaneki
fissò intensamente le punte delle scarpe, a disagio. Voleva
che la questione finisse il prima possibile. Dopo una manciata di
secondi spostò lo sguardo verso l'altro, che teneva la testa
appoggiata sulla sua spalla destra e il torso leggermente aderente alla
sua schiena.
Aveva gli
occhi chiusi e un'espressione beata. Sembrava quasi un angioletto, un
putto dispettoso di un qualsiasi dipinto europeo. Nuvole di condensa
uscivano dal naso arrossato ad ogni espirazione, e il ragazzo poteva
sentire i movimenti di quei respiri regolari contro la sua schiena. Un
sentimento diverso dal disagio cominciò a farsi strada nel
suo petto, arrossendogli le gote e il naso già
martoriati dal freddo. Le dita cominciarono a sudare leggermente nella
stretta e fu scosso da un brivido.
Nagachika sentì
l'amico tremare nel suo strano abbraccio e aprì gli occhi.
"Scusa, non
volevo farti prendere freddo. Volevo solo scaldarmi un po', ho messo
una giacca leggerina stamattina". Si scusò con voce bassa.
"Non fa
niente", mormorò il moro, la voce ovattata dalla
sciarpa.
Lo
osservò ancora per qualche secondo, mentre Kaneki aveva
distolto lo sguardo dal suo viso e sembrava fissare con insistenza un
palo della luce più avanti.
"Beh,
incamminiamoci prima che ti prenda qualche malanno!"
Fece per
sfilare le mani dalle tasche dell'amico, ma incontrò
un'inaspettata resistenza: il ragazzo non sembrava voler lasciarlo
andare.
"Kaneki?"
"Ecco...
anche io ho messo una giacca un po' leggera... come dire..."
Nagachika lo
sentì stringere leggermente la presa, quasi cercasse di
prendere coraggio.
"Vuoi
camminare in questa posizione verso casa? Per me non c'è
problema..." lo prese in giro.
"No! Sto
cercando di dire... ecco..."
Ormai era
rosso come un peperone fino alle orecchie, e Nagachika in quel momento
pensò che era più adorabile di qualsiasi ragazza
avesse mai visto.
"Stai
cercando di dirmi che vuoi andare a casa mano nella mano, come se
fossimo due fidanzatini?" gli
sussurrò all'orecchio, stuzzicandolo.
"NO! Io..."
Cominciò
a tremare, e non per il freddo.
Il ragazzo
si sentì stringere il cuore, capiva perfettamente l'amico e
non se la sentiva di prenderlo in giro più di quanto non
avesse già fatto.
Sfilò
la mano destra dalla tasca e gli arruffò dolcemente i
capelli.
"Hidee!"
protestò di nuovo Kaneki.
"Quanto
manca a casa tua? Dieci minuti? Visto che non c'è nessuno,
posso far finta di essere la tua ragazza."
L'altro si
voltò a guardarlo con fare interrogativo.
"Massì
dai, la tipa dell'Anteiku di cui parli sempre, quella a cui piace
leggere. Se vuoi chiederle di uscire devi avere un po' di esperienza,
no? Pensi di poterle far sentire una mano sudaticcia mentre camminate
fianco a fianco, mano nella mano, nel silenzio della notte? Beh, io,
Nagachika Hideyoshi, non permetterò al mio migliore amico di
fare figure pessime! Ne va della mia reputazione di amante!"
"Ma se sei
più solo di me!" protestò Kaneki, leggermente
sollevato.
"Non sono
solo perché le ragazze non mi desiderano, sono solo
perché non ho ancora trovato la Ragazza. La mia Musa, colei
che è Perfetta. La plebe non è degna della mia
perfezione."
"Ma
smettila, scemo." ridacchiò.
Nagachika si
staccò dall'abbraccio e si mise davanti al ragazzo,
esibendosi in un inchino esagerato.
"Allora,
vuoi essere il mio dolce principe per i prossimi dieci minuti, Kaneki
Ken?"
Lui si
ingobbì ancora di più, ormai solo gli occhi
sporgevano dalla sciarpa.
"E se ci
vedono?"
Fece finta
di pensarci su.
"Mmmmhhhh...
beh, potresti stringermi la mano nella tua tasca.
Così da distante sembrerà solo che stiamo
camminando l'uno accanto all'altro! Se qualcuno si avvicina possiamo
separarci senza dare nell'occhio."
Kaneki rimase
in silenzio per qualche secondo, poi annuì.
"EVVAI!"
"Shhhh,
Hide, non c'è bisogno di farlo sapere a tutto il vicinato."
brontolò.
Nagachika infilò
la mano nella tasca sinistra di Kaneki e intrecciò di nuovo
le dita con le sue. Gli accarezzò leggermente il dorso con
il pollice e il moro sobbalzò.
"Ahahahah,
scusa, dovevo. Volevo vedere che faccia avresti fatto."
"La faccia
di uno che sta per cambiare idea su questa trovata"
"No,
davvero, scherzavo. Ti preeeego..."
Sospirò.
Essere amici di Nagachika richiedeva un sacco di energie. Ma in quel
momento, mentre camminava mano nella mano con il suo migliore amico
sotto la luce fioca dei lampioni, si sentiva incredibilmente felice.
Hide con il
suo calore, fisico e mentale, spazzava via il suo costante senso di
solitudine. Era come un raggio di sole. Fastidioso se ti entra negli
occhi di prima mattina, ma quando ti scalda le ossa crea una delle
sensazioni più piacevoli che si possano provare. E in quel
momento Kaneki provava esattamente la seconda sensazione.
Quella notte non lo avrebbe lasciato solo. Avrebbe sentito il suo
respiro pesante mentre dormiva nella sua stessa stanza. Probabilmente
si sarebbe svegliato di soprassalto perché con una pedata
avrebbe rovesciato di sicuro qualcosa. E ne era immensamente felice.
Sperava che quei dieci minuti non finissero mai e dentro nel profondo
se ne vergognava. Ma fece del suo meglio per scacciare quei sentimenti,
il senso di colpa poteva aspettare domani per farlo star male.
Quello che
non sapeva era che non era solo lui a combattere tra
felicità e senso di colpa.
Nagachika
Hideyoshi, mentre camminava fissando il cielo nuvoloso, non riusciva
che a pensare a quando gli piacesse stringere la mano sudaticcia di
Kaneki, e a quanto avrebbe voluto stringerla per sempre.
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Non scrivo una ff più o meno dal 1470 a.C. quindi spero che
questa roba sia leggibile e apprezzabile. Ho deciso di fare una 30 days
OTP challenge tutta dedicata alla Hidekane, la potete trovare qui
->
http://30dayotpchallenge.deviantart.com/journal/30-Day-OTP-Challenge-LIST-325248585
Ho utilizzato i cognomi per entrambi perché se chiamo ken
per cognome, hide merita lo stesso trattamento.
La fine ancora non mi convince, ma ho dovuto troncare sennò
riempivo tutti i giorni con questa. Insomma, ci sarà spazio
per fangirlare nei giorni e nei prompt a venire.
Spero che fangirliate come ho fangirlato io mentre scrivevo (tra
l'altro doveva essere dal punto di nagachika nella mia testa mentre la
buttavo giù, com'è che di colpo il punto di vista
prevalente è quello di kaneki? ooooohhh stiamo calmini ken,
con queste manie di protagonismo) (ditemi che non sono l'unica scema
che fa fatica a "tenere sotto controllo" quello che fanno i personaggi,
del tipo che pensi "tizio fa x" e poi rileggi quello che hai scritto e
tizio fa tutt'altro ma tu non ti sei accorta di come sia potuto
succedere durante il processo creativo).
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