City Hunter deve proteggere una giovane ragazza durante le sue vacanze
estive. Questo comporterà una copertura
“particolare” per Ryo e Kaori. Entrambi provati
dalla situazione in cui si trovano, avranno degli scontri verbali
sempre più accesi e intensi.
La villa sulla spiaggia.
1 - Incarico estivo.
Kaori rientrò in casa sbuffando.. Aveva appena accettato un
caso ben pagato, ma se n'era già pentita. Proteggere una
ragazza di soli 18 anni durante la sua vacanza di due settimane al
mare.. Tremava al pensiero di quello che avrebbe provato a combinare
quel maniaco di Ryo.
Aveva appena terminato l'incontro con un ricco industriale, il signor
Akimoto, che li aveva assunti per proteggere sua figlia Hiroko che per
la prima volta faceva una vacanza sola con gli amici. A malincuore il
padre aveva dato il consenso, ma ora la preoccupazione si era
impossessata di lui e aveva deciso di far proteggere la ragazza da un
professionista. Era disposto a pagare qualsiasi somma per la sicurezza
della sua amata bambina.. Era arrivato al punto da pagare l'affitto di
una villetta sulla spiaggia accanto a quella dove avrebbero alloggiato
Hiroko e i suoi amici, in modo che City Hunter avrebbe potuto
pernottare lì mentre la sorvegliava senza destare sospetti.
Ancora poco convinta, Kaori salì le scale per andare a
svegliare Ryo e informarlo che dovevano preparare i bagagli e partire.
Bussò e senza aspettare risposta ed entrò nella
stanza. Come al solito era completamente al buio. Si diresse verso la
finestra aprì le tende e la spalancò. Il sole di
mezzogiorno invase la stanza.
“Sveglia Ryo, abbiamo un incarico!” gli
urlò contro voltandosi verso di lui.
Un mugugno di protesta provenì da sotto il cuscino nel quale
il suo socio si era nascosto dalla luce solare.
“Andiamo, sai che ora è?” insistette lei
raggiungendolo per tirargli via le lenzuola, ma poi si
bloccò.
Il bianco tessuto era l'unica cosa che copriva il corpo nudo del suo
socio. Rimase per un attimo in contemplazione di come aderiva alla
forte muscolatura di Ryo. Inoltre, sembrava coprirlo solo il tanto
necessario per nascondere la sua virilità alla sua vista.
Lui, ancora con la testa sotto il cuscino, non si era reso conto dello
sguardo carico di desiderio che la sua bella socia gli aveva riservato.
Prima che potesse accorgersene, Kaori distolse lo sguardo e si
dedicò a strappargli di dosso il cuscino.
“Ryo! Non farmi arrabbiare.. Alzati! Abbiamo un caso e
dobbiamo preparare le valigie.”
“Mmmhh.. Valigie? E perchè mai?”
brontolò infine lui con voce impastata dal sonno.
“Perchè dobbiamo proteggere una ragazza e dobbiamo
raggiungerla al mare.. Poi ti spiego in viaggio, ora alzati..”
“Una ragazza??” domandò lui
improvvisamente alzandosi e raggiungendola e prendendole le mani fra le
sue. “E dimmi, è bella? Quanti anni ha?”
continuò con faccia da maniaco.
“Ryo, è una ragazza molto giovane, non cominciare
a fare pensieri lussuriosi..”
“Ma che dici? Io non penso nulla del genere..”
cominciò a discolparsi lui con un sorriso fasullo.
Kaori lo guardò con rabbia, credeva davvero di farla franca
con quella faccia? Senza contare che pur senza abbassare lo sguardo
riusciva a percepire il membro eretto di lui eccitato alla sola idea di
incontrare la loro giovane cliente.
“Ryo, sei nudo. Non puoi nascondere quello che pensa la tua
mente malata..”
Lui sussultò e tornando a letto cercò invano di
coprirsi con un lenzuolo.
“Ehm.. Sai Kaori, è una reazione involontaria la
mattina...”
“Ma che reazione involontaria!” gli urlò
contro lei non sopportando più le sue baggianate.
“Vuoi vedere una vera reazione involontaria??”
continuò brandendo il suo martello Gold Edition da 10000t e
colpendolo con tanta forza da creare uno spostamento d'aria che fece
volare via il lenzuolo.
“Kaori..” bofonchiava lui con la testa infilata
dentro al muro. “Ma questa a me sembrava una reazione
volontaria..”
“Basta con questa storia. Preparati la valigia, si fa
tardi.” concluse lei uscendo dalla stanza con aria risoluta.
Uscendo dalla stanza, richiuse la porta dietro di se e dopo qualche
passo poggiò la schiena contro il muro. Questo incarico
sarebbe stato davvero faticoso.. Senza contare che avrebbe dovuto
mantenere a bada Ryo per evitare che facesse il maniaco con
Hiroko o qualsiasi altra ragazza, lei avrebbe dovuto dividere la
villetta con lui e lo avrebbe visto seminudo più spesso del
solito.
I suoi nervi cominciavano a cedere.. La continua tensione sessuale e il
desiderio che provava la logoravano. Fece un profondo sospiro di
rassegnazione prima di proseguire verso la sua stanza.
Cominciò a preparare la valigia anche se non sapeva
esattamente cosa metterci. Dovevano fingere che fosse una vacanza
quindi prese i suoi costumi da bagno e dei vestiti comodi e leggeri.
Prese anche degli abiti sportivi che potevano tornare utili
mentre lavoravano. Una volta terminato, portò le sue valigie
accanto all'ingresso, ma Ryo ancora non era emerso dalla sua stanza.
“Non si sarà riaddormentato?” si
domandò Kaori risalendo al piano di sopra.
Bussò alla sua porta e sentì la voce del suo
socio invitarla a entrare.
“Ryo.. Ancora non sei pronto?” esordì
appena entrò nella camera, ma si bloccò non
appena lo vide. “Ma.. Come ti sei conciato?”
Ryo era di fronte allo specchio con indosso solo un costume da bagno
che non lasciava molto spazio all'immaginazione.
“È il mio costume nuovo.. Farà colpo in
spiaggia!” rispose lui con faccia da maniaco.
Kaori non potè trattenersi dal ridere. Era davvero ridicolo
con quel minuscolo e aderente indumento. Sembrava uno spogliarellista
da quattro soldi.
“Tu credi??” domandò continuando a
ridere. “Secondo me ti prenderanno tutti in giro..”
“Nessuno prende in giro lo Stallone di Shinjuku!”
“Sino ad ora.. Ma se ti vedono con quell'affare diventerai lo
zimbello di Tokyo!”
Ormai non riusciva più a smettere di ridere e si
accasciò a terra immaginando la scena di Ryo in spiaggia che
correva dietro a delle ragazze conciato in quella maniera.
“Ehi! Non ridere.. Tu non ne capisci nulla. È
ovvio che a te non piaccio, sei un uomo..”
Sentendo l'ennesimo insulto nei suoi confronti, Kaori si riprese e si
tirò su e lo fissò per qualche secondo.
Gliel'avrebbe fatta pagare.
“Sai.. Ora che ti guardo meglio, non sei male..”
cominciò con tono malizioso avvicinandosi a lui.
“In effetti, sei sexy.. Quasi quasi mi fai venir voglia di
saltarti addosso..” concluse mentre con una mano gli sfiorava
il petto.
Alzando lo sguardo vide che lui la guardava terrorizzato.
Improvvisamente si rese conto di quello che stava facendo e dicendo.
Ora era lei a rendersi ridicola, lui la trovava ripugnante, era
evidente dalla sua faccia. Riprendendosi, scoppiò a ridere
per nascondere una fitta di dolore che la stava attraversando.
“Non fare quella faccia Ryo! Ti prendevo in giro! Ti assicuro
che tu non mi interesserai mai, qualsiasi cosa tu indossi sarai sempre
lo stesso stupido Ryo..” dichiarò uscendo dalla
stanza lasciandolo impietrito di fronte allo specchio.
Si chiuse la porta alle spalle e sospirò.. Certe volte se le
andava proprio a cercare! Aveva voluto prenderlo in giro, ma alla fine
l'unica a rimanere scottata era sempre lei. Con aria rassegnata
tornò al piano di sotto.
Ryo diede un ultimo sguardo allo specchio e poi si sedette sconsolato
sul suo letto. Lui era sempre “lo stesso stupido
Ryo”. Per un attimo aveva davvero creduto alle parole di
Kaori e si era sentito terrorizzato all'idea di non riuscire a
controllarsi.. La sua vicinanza, il suo sorriso, il suo
profumo, la sua piccola mano delicata che lo accarezzava rischiavano di
fargli perdere la ragione.
Quando lei si era allontanata ridendo, per un attimo aveva provato un
senso di sollievo, ma subito dopo si era sentito morire quando lei gli
aveva detto che lui non le sarebbe mai interessato.
Si guardò allo specchio. Forse aveva ragione, era ridicolo.
Forse doveva ammettere che non aveva più l'età
per conciarsi così..
Fece un sospiro di rassegnazione e si cambiò.
Finì di preparare la valigia alla svelta e poi scese al
piano di sotto. Il caffè era pronto e lo aspettava sul
tavolo, mentre Kaori, seduta su una sedia, sfogliava una rivista per
ingannare l'attesa.
“Ce ne hai messo di tempo! Ci aspetta un viaggio in macchina
di 2 ore e tu perdi tempo??”
“Scusa, ma avevo bisogno di tempo per svegliarmi.. Non sono
abituato ad alzarmi presto come te.”
“Ma se è quasi l'una!!”
“Sì ma io di solito a quest'ora faccio colazione,
non preparo valigie!”
“Sempre a lamentarti..” sbuffò lei
esasperata. “Finisci in fretta quel caffè che
dobbiamo andare.”
Cinque minuti dopo, avevano caricato le valigie nella piccola Mini
rossa ed erano partiti. Dovevano recarsi in una zona balneare molto
alla moda. Distava un centinaio di chilometri da Tokyo e per arrivarci
dovevano attraversare le montagne.
Durante il viaggio, nonostante la vecchia radio sputasse delle note
rumorose, Kaori si addormentò. Appena se ne rese conto, Ryo
spense la musica. Ogni volta che la strada glielo permetteva, la
osservava. Doveva essere molto stanca. Si chiese quanto dormisse
normalmente. Spesso la notte lo aspettava in piedi e poi si svegliava
presto per controllare la lavagna alla stazione, fare la spesa, pulire
la casa, preparargli la colazione, e chissà che altro..
Kaori non si fermava mai. Era come se cercasse di tenersi impegnata per
evitare qualcosa o qualcuno. Forse evitava lui? No, non poteva essere.
Perchè avrebbe dovuto? Lui si sforzava di ignorarla, lei non
aveva motivo di evitarlo.. E se invece fosse stato vero?
Pensieri e sensi di colpa gli vorticarono in testa sino al loro arrivo
alle spiagge. Fece un profondo sospiro prima di decidersi a svegliare
la sua adorata socia.
“Kaori?” la chiamò scuotendole
dolcemente una spalla.
In risposta lei emise un mugugno che inspiegabilmente gli fece provare
una fitta di desiderio allo stomaco. Per un attimo allungò
una mano verso di lei per accarezzarle il viso, ma si fermò
quando si rese conto della sciocchezza che stava per fare. Avrebbe solo
complicato tutto..
Si allontanò e scese dall'auto per cominciare a scaricare le
valigie. Fece rumore di proprosito in modo che lei si svegliasse, era
meglio che lui non si avvicinasse a Kaori o che la toccasse in quel
momento.
Una volta scaricati tutti i bagagli si avvicinò a lei per
vedere se si era svegliata, ma continuava a dormire. In fondo gli
dispiaceva, ma doveva farlo. Allungò una mano verso il
volante e suonò il clacson. La sua socia spalancò
gli occhi rizzandosi a sedere spaventata.
“Oh.. Scusa, ti ho svegliato??” domandò
Ryo con finta aria innocente.
“Scusa un corno, lo hai fatto apposta!”
“Non ti svegliavi in altra maniera..”
“Un po' di delicatezza non avrebbe guastato..” si
lamentò lei scendendo dalla macchina e cominciando a
stiracchiarsi come una gatta.
Ryo la osservò per qualche secondo poi voltò lo
sguardo, vederla fare così era troppo..
“Allora, è questa la villetta? Sembra
piccolina..” chiese per distrarsi dall'immagine della sua
socia che si allungava in maniera sexy.
“Sì, deve essere questa. Non importa se
è piccola, siamo qui per lavoro, no?”
Prese le valigie si avviarono all'ingresso e suonararono il campanello.
Il loro cliente gli aveva detto che la padrona della villa li avrebbe
aspettati per consegnargli le chiavi.
Ad aprirli fu una signora di mezza età, con un severo
chignon sulla testa e vestita in modo molto sobrio. A completare il
tutto, un enorme crocefisso le pendeva al collo. Sembrava proprio una
suora..
Con aria indifferente gli mostrò la piccola villa, il
salottino, la cucina, il bagno, il piccolo patio, e infine la camera da
letto.
“C'è solo una camera da letto?”
domandò Kaori con tono leggermente ansioso.
“Sì, ecco perchè affitto solo a coppie
sposate, non ammetto fornicazione in casa mia.”
“Coppie.. Sposate?” le fece eco Ryo con apprensione.
“Sì, di solito chiedo come referenza un
certificato di matrimonio, ma per voi ha garantito il Signor
Akimoto quindi mi fido. Da quanto siete sposati?”
Kaori raggiunse improvvisamente Ryo e lo prese a braccetto
“Da pochissimo! Siamo appena rientrati dalla luna di miele in
Europa!”
“E le vostre fedi dove sono??”
“Sa com'è, il viaggio in aereo ci ha gonfiato le
dita.. Appena si sgonfiano le rimetteremo!”
“Capisco.. Dove siete stati esattamente in luna di
miele?”
“Abbiamo fatto diverse tappe. Londra, Madrid, Parigi,
Venezia, Firenze, Atene..”
“Allora congratulazioni. Ci vediamo fra due settimane, buona
vacanza.” concluse finalmente la donna e uscì
dalla villetta.
Appena se ne fu andata, Kaori fece un sospiro e si allontanò
da Ryo.
“Quella donna fa un sacco di domande! Accidenti, il signor
Akimoto poteva anche dircelo che aveva raccontato una balla simile, ci
preparavamo!”
“Tu non lo sapevi??” domandò stupito Ryo.
“No, non ne avevo idea!”
Avrebbe voluto dirle di come era orgoglioso di lei, di come era
riuscita a toglierli da quell'impiccio in maniera credibile. Lui al
contrario sarebbe rimasto a balbettare qualcosa di incomprensibile..
“E ora?” domandò Ryo infine.
“Beh.. Nel salottino c'è un divano.”
“E chi ci dovrebbe dormire?? Io?”
“Mi sembra la soluzione migliore!”
“E no! Quel divano è minuscolo, non ci
sto!”
“Preferisci il divano o dormire con me??” lo
sfidò lei con sguardo severo.
“Preferisco dormire nel letto da solo! Dormici tu nel
divano!”
“Non ci penso nemmeno!”
“Scusa perchè? Perchè tu devi avere dei
privilegi??”
“Perchè sono una donna..”
“No che non lo sei.. Sei solo un..”
Un martello chiodato da 500t lo colpì impedendogli di
terminare la frase.
“Sei solo un cafone! E io che ti ho anche proposto di dormire
con me.. Sognatelo! Tu dormi nel divano! E non ti azzardare a fare il
maniaco! Tutti crederanno che siamo sposati e non voglio fare la figura
della cornuta! Mi sono spiegata??”
“Ma non è giusto..” si lamentava lui
massaggiandosi i bernoccoli. “Devo dormire su un vecchio e
minuscolo divano, non posso fare mokkori con le ragazze e devo anche
fingere di essere sposato con te.. Saranno due settimane da
schifo..”
“Saranno due settimane di lavoro, mettitelo in
testa!” lo rimproverò lei. “Ora
sistemiamo le valigie e poi ci mettiamo all'opera.”
Kaori si allontanò portando la sua valigia al piano di sopra
lasciando Ryo solo. Appena se ne fu andata, lui fece un profondo
sospiro. Ci mancava anche questa.. Dovevano anche far finta di essere
sposati. Sarebbe stato davvero difficile..
Kaori aveva passato l'ultima ora a sistemare i bagagli. Infine, stanca
dal viaggio, aveva fatto una doccia rilassante. Stava indossando una
maglia e dei comodi shorts quando si rese conto di non aver sentito Ryo
in tutto quel tempo. Che cosa stava combinando? Probabilmente era
andato a caccia di ragazze quel porco.. Armata di martello, scese al
piano di sotto, ma lui non c'era.
“Ryo?” lo chiamò con tono eccessivamente
dolce. “Che fai?”
Nessuna risposta. Uscì dalla villa con circospezione e vi
girò intorno. Di lui nessuna traccia. Cominciava a trovarsi
in difficoltà, quando sentì degli urli provenire
dalla casa accanto, dove alloggiava la ragazza che dovevano proteggere.
“Maniaco!”
La sweeper alzò gli occhi al cielo rassegnata e poi corse
verso l'urlo. Trovò Ryo spalmato su una finestra con la sua
solita faccia da pervertito.
“Ryo! Che diavolo stai facendo??”
“No.. Kaori non è come..” non
finì la frase perchè il martello della sua socia
lo spiaccicò sul pavimento.
“Sei sempre il solito maiale.. Pensavo che fossimo d'accordo!
Io non voglio fare la parte della moglie tradita!” lo
sgridò lei mentre lo trascinava via prendenolo per il
colletto della giacca sotto gli sguardi sbalorditi di tutte le persone
presenti.
Non appena dentro casa, Ryo cominciò a tentare di
discolparsi.
“Kaori, io stavo solo appostato per controllare la
situazione.. Dovevo studiare il luogo, gli eventuali punti di accesso..
Stavo solo studiando il campo insomma!”
“Ma per favore.. Stavi studiando la biancheria intima di
quelle ragazze, ecco perchè eri spalmato sulla finestra
della loro camera da letto!
“Non è vero! Tu mi hai detto che eravamo qui per
lavorare e io ho iniziato subito!”
“Ryo.. Evita di sparare certe scuse.. Tanto non sei
credibile!”
“Kaori smettila di darmi sempre addosso! Non sei veramente
mia moglie!” le urlò improvvisamente contro lui.
Kaori si ammutolì. Lo sapeva bene che non era realmente sua
moglie, ma sentirselo rinfacciare così era doloroso.
“Va bene. Cerca solo di non far saltare la copertura. Per il
resto non m'importa. Fai come vuoi..” concluse infine con
tono serio. Gli lanciò un ultimo sguardo ferito tornando al
piano di sopra e poi si chiuse nella camera da letto.
Si affacciò alla finestra a osservare la casa accanto. Era
molto più grande della villetta in cui stavano loro e vi
alloggiavano una decina di ragazzi sui 18 anni.
Nel patio circostante alcune ragazze prendevano il fresco, qualcuna
leggeva e qualcun'altra si faceva le unghie, ma non smettevano un
secondo di parlare e ridere. Le invidiò un po', erano
così spensierate e allegre. Lei alla loro età era
così? Nemmeno lo ricordava. Da quando Ryo era entrato nella
sua vita era come se il suo passato appartenesse a un sogno lontano.
Ricordava con esattezza solo tutto ciò che riguardava suo
fratello e la sua famiglia, ma il resto era annebbiato. Lo aveva
dimenticato come si fa con le cose che non sono importanti. Oramai per
lei contava solo Ryo.
Sospirò sedendosi nel letto. Quello stupido, invece, non
faceva che insultarla. Era stufa di rincorrerlo.. Non lo avrebbe
più fatto. Era una fatica inutile. Tanto lei non contava
nulla per lui...
Si sdraiò nel letto cercando di non pensare al suo stupido
socio, ma non ci riusciva. A distrarla fu il rumore del suo stomaco che
brontolava. Anche se non aveva nessuna voglia di rivedere Ryo,
decise di scendere al piano di sotto per prepararsi da
mangiare. Passando accanto al bagno sentì l'acqua scorrere,
evidentemente anche lui aveva bisogno di riprendersi dal viaggio. Scese
in cucina e preparò una cena fresca e leggera per sopportare
la calura estiva. Aveva appena iniziato quando sentì Ryo
scendere le scale. Continuò senza voltarsi nè
rivolgergli la parola, ma si bloccò per un secondo quando lo
sentì alle sue spalle.
“Kaori?”
“Cosa c'è Ryo?” rispose lei con un
sospiro.
“Scusami per prima.”
Era così stupita che rimase con la mano a mezz'aria. Ryo le
chiedeva scusa?? Si voltò lentamente e lo guardò
in viso, voleva accertarsi che non la prendesse in giro. Lui sembrava
serio e dal suo sguardo sembrava realmente pentito.
“Scusa se ho urlato contro di te.. Io..Non volevo farti
arrabbiare.”
Tutto qui? L'unico motivo per cui si scusava era perchè lei
si era arrabbiata?
“Non hai altro da dirmi?”
“Ecco.. Io..Credo di no.. Solo che mi dispiace per
tutto.”
Kaori tornò a cucinare senza replicare. Non si rendeva
nemmeno conto di quanto l'aveva ferita. Semplicemente non ci arrivava.
“Sei ancora arrabbiata?”
Poggiò ciò che aveva in mano con rabbia. Chiuse
gli occhi per un attimo per controllarsi.
“Sì, Ryo sono arrabbiata. Non si chiede scusa solo
perchè non si vuole far arrabbiare gli altri. Ci si scusa
quando si è capito il proprio errore e si è
dispiaciuti profondamente. Non devi scusarti solo per farmi contenta,
non me ne faccio nulla di scuse simili!”
Aveva parlato senza neanche voltarsi, ma riusciva a percepire
l'imbarazzo di Ryo. Non sapeva nemmeno cosa risponderle. Alla fine si
voltò e lo guardò.
“Ormai ci conosciamo da quasi dieci anni, mi vuoi dire che
non hai capito perchè sono arrabbiata??” gli
domandò con tono isterico.
“Io.. Non ne sono certo.”
“Tu non mi conosci affatto Ryo.. Ecco qual è il
problema.” concluse prima di tornare a occuparsi della cena.
Sentì i passi di lui allontanarsi verso il patio. Era sicura
che ora si sarebbe acceso una sigaretta, faceva sempre così
quando perdeva uno dei loro scontri verbali. Un minuto dopo l'odore del
fumo la raggunse. Lei lo conosceva fin troppo bene..
Passarono la cena in silenzio ed evitando di guardarsi. Al termine Ryo
si alzò e si diresse alla porta.
“Dove vai?” chiese lei sorpresa.
“Esco. Vado a fare ciò per cui siamo qui,
proteggere quella ragazza.”
Non replicò. Era vero, erano lì per quello, ma
sapeva che in realtà lui stava scappando da lei.
Riassettò la cucina e poi si cambiò per uscire
anche lei. Lo avrebbe raggiunto, dopotutto era la sua socia, ma doveva
vestirsi in modo che sembrasse una sposina in vacanza.
Indossò una camicetta azzurra e una leggera gonna bianca e
degli eleganti sandali. Aveva proprio l'aria della turista.
Uscì di casa e raggiunse la spiaggia. C'erano dei bar
all'aperto con musica dal vivo, inoltre in lontananza poteva scorgere
dei fuochi. Sembrava che qualcuno avesse organizzato un
falò. Era certa che i ragazzi della casa accanto fossero
lì e così vi si diresse. Quando ormai era poco
distante scorse le ragazze che aveva visto nel pomeriggio sul patio e
poco distante Ryo che li osservava fingendo di fumare una sigaretta con
aria indifferente.
Era arrivato il momento di iniziare la recita. Kaori si
stampò un sorriso in faccia e raggiunse correndo il suo
socio.
“Amore! Dovevi aspettarmi!” esordì
gettandoglisi fra le braccia.
“Cosa? Ma...” balbettò lui confuso.
“Ti sembra il modo di trattare la tua
neomogliettina??” continuò lei recitando mentre
gli lanciava uno sguardo allusivo.
“Oh.. Sì, hai ragione cara..”
replicò lui quando capì la situazione.
“Mi farò perdonare stanotte!”
Senza farsi vedere da nessun'altro, Kaori gli conficcò il
tacco nel piede e poi con grande naturalezza lo prese a braccetto e
cominciarono a camminare sulla riva come una vera coppia.
“Sarebbe così romantico.. La luna, il mare.. E
invece è solo una recita.” si ripeteva
continuamente Kaori.
“Sei davvero brava a recitare.. Per un attimo ho creduto
davvero che mi amassi..” le sussurrò lui
all'orecchio non appena furono lontani dal gruppo di ragazzi.
“Faccio il mio dovere per non rovinare la
copertura.” replicò lei con tono tagliente.
Passeggiarono avanti e indietro tutta la sera in modo da poter
controllare il gruppo in cui stava la giovane Hiroko, una ragazza
bionda e piuttosto timida. Se non fosse stato perchè
l'avevano sentita più volte chiamare dalle amiche, Ryo e
Kaori non l'avrebbero mai notata. Non sembrava in pericolo,
probabilmente erano lì solo per la tranquillità
di un padre ansioso, non perchè ci fosse una reale minaccia.
Quando finalmente a notte inoltrata i ragazzi spensero i fuochi e
tornarono alla villetta, anche loro li seguirono poco dopo. Appena
furono lontani da sguardi altrui, Kaori si allontanò da Ryo.
Era meglio tornare immediatamente alla realtà. Lui non
protestò, anzi gli sembrò di sentire un sospiro
di sollievo.
“Vai al diavolo..” pensò lei mentre si
dirigeva al piano di sopra.
Appena fu nella camera e si fu sistemata per la notte però,
i sensi di colpa la investirono. Ryo doveva dormire in quello scomodo
divano, mentre lei aveva un letto tutto per se..
Cercò delle coperte e dei cuscini e poi scese al piano di
sotto a portarglieli. Lui era seduto sul bordo della finestra e
guardava verso l'esterno.
“Ti ho portato coperte e cuscini..” lo
informò sentendosi improvvisamente stupida.
“Grazie, ma stanotte sto di guardia. Io me ne occupo la notte
e tu il giorno, così non siamo costretti a stare
insieme.”
Un pugno le avrebbe fatto meno male. Lui non voleva nemmeno lavorare
con lei. Furiosa, gli gettò le coperte e i cuscini sul
divano e se ne tornò in camera da letto.
Passò una notte particolarmente agitata, il nervosismo le
aveva creato una dolorosa morsa allo stomaco. Dopo due ore ancora non
aveva preso sonno quindi scese in cucina per prepararsi qualcosa di
caldo che le distendesse i nervi. Appena arrivò in cucina lo
vide.. Era a petto nudo e indossava solo dei pantaloni
chiari. Accidenti a lui! Era così bello.. Dovette imporsi di
mantenersi arrabbiata. Notò che accanto a lui aveva la sua
fedele Python. Poteva dire molte cose di lui, ma non che non prendesse
sul serio il suo ruolo di guardia del corpo.
Ryo era rimasto sulla finestra a osservare la villetta accanto. Avrebbe
anche potuto tentare un incursione nella casa accanto per sorprendere
qualcuna di quelle giovani ragazze, ma in realtà non ne
aveva voglia. Si sentiva un vero schifo. La litigata con Kaori, la loro
recita in spiaggia, e poi la fuga di lei non appena erano stati soli,
lo avevano provato più di quanto riuscisse ad ammettere. Non
sapeva nemmeno come aveva trovato la forza di dirle che era meglio se
lavoravano separati, ma aveva dovuto, lo sguardo furioso di lei lo
faceva star male.
Stava bevendo una tazza di caffè per tenersi sveglio, quando
la vide nell'ingresso della cucina.
“Che fai qui? Tutto bene?”
“Sì.. Ho solo bisogno di bere qualcosa di
caldo.” replicò lei con tono freddo. Era ancora
arrabbiata.
Era proprio un disastro con le parole. Aveva cercato di scusarsi e
invece aveva peggiorato la situazione. Avrebbe voluto dirle che, anche
se lei non era sua moglie, le doveva tutto e che era felice di averla
accanto, ma le parole gli si erano incagliate nel suo stupido orgoglio.
Aveva finito per farle delle scuse vuote..
La osservò prepararsi un infuso caldo. Sapeva che lo faceva
quando era nervosa.
“Stai bene?” le domandò preoccupato.
“Sì.”
“Di solito non bevi tisane a meno che non stai
male..”
Lei si voltò a guardarlo con aria di sfida.
“Che cosa vuoi Ryo?”
“Niente.. Io mi preoccupo per te..”
“Non ce n'è bisogno.” replicò
lei mentre si versava dell'acqua calda nella tazza.
“Senti.. Lo so che le mie scuse erano un disastro, ma mi
dispiace davvero.” insistette Ryo non sopportando la sua
freddezza.
“Ryo..” sbuffò lei senza rivolgergli lo
sguardo. “Non serve a niente scusarsi se poi si torna punto e
a capo.”
Aveva ragione, sapeva che una volta tornato tutto come prima, lui
avrebbe ripreso a comportarsi come sempre e a farla soffrire con i suoi
insulti e il suo comportamento.
“Forse hai ragione, è meglio lavorare
separati..” continuò lei distogliendolo dai suoi
pensieri. “Ma dobbiamo dare una parvenza di coppia sposata
non dimenticarlo.”
“Lo so..”
Kaori bevette la sua tisana e poi ripose la tazza nel lavello poco
prima di allontanarsi verso il piano di sopra.
“Vengo a darti il cambio alle 8. Dopodichè potrai
anche dormire nel letto..” lo informò senza
fermarsi né voltarsi.
Era così fredda con lui. Sentì un profondo dolore
al petto investirlo solo all'idea che lei lo odiasse.
Come avrebbe voluto salire al piano di sopra, stringerla fra le
braccia, baciarla e dirle che la amava da star male.. Chissà
quale sarebbe stata la sua reazione. Probabilmente lo avrebbe
allontanato schifata e poi lo avrebbe preso a martellate.. Una volta
pensava che lei lo amasse, ma ultimamente era quasi certo che lei lo
trovasse repellente. Ne era convinto ogni giorno di più.
Forse perchè ormai lo conosceva troppo bene. Non poteva
nascondere i suoi lati peggiori a lei, e sapeva di averne tanti.. Anzi,
si chiedeva come fosse possibile che non lo avesse ancora mandato al
diavolo.
Perso in questi pensieri rimase sorpreso nel vedere il sole sorgere e
farsi alto nel cielo. Nella villetta accanto, era stato tutto molto
tranquillo e i suoi inquilini cominciavano a svegliarsi.
Sentì dei passi scendere le scale. Li avrebbe riconosciuti
fra mille.. Kaori si era alzata.
“Buongiorno..” la salutò appena la vide,
ma lei gli rispose con un semplice cenno della testa.
Non erano ancora le 8 e la sua bella socia iniziava a preparare la
colazione. Anche se la sera prima avevano fatto tardi lei non si
lamentava della stanchezza. Si alzava sempre così presto?
Anche quando restava in piedi ad aspettarlo sino a notte fonda?
Si avvicinò a lei e rimase a osservarla. Era così
bella anche quando si arrabbiava, però aveva voglia di
vederla sorridere..
“Cosa prepari di buono?” domandò
cercando un argomento neutro.
“Niente di che.. C'è troppo caldo per cucinare. Se
vuoi qualcosa di caldo preparatelo da solo.” concluse lei
mettendo in tavola del latte fresco e della frutta.
“No, mi va bene quello che prepari tu..”
Lei lo guardò con sospetto, come se non credesse alle sue
parole, ma non replicò e si sedette a tavola.
Fecero colazione in silenzio. Kaori teneva lo sguardo basso osservando
solo la sua colazione. Ryo invece la osservava con attenzione, ma
quando le alzò lo sguardo all'improvviso lui fu costretto ad
abbassare il suo concentrandosi sui biscotti che immergeva nel latte.
Lei finì presto di mangiare e salì al piano di
sopra lasciandolo solo a domandarsi se lei lo avrebbe mai perdonato per
tutto quello che le faceva passare o se ormai avevano superato il punto
di non ritorno..
Quando un quarto d'ora dopo, Kaori ridiscese era molto diversa.
Indossava un colorato copricostume a minigonna che faceva risaltare le
sue lunghe e splendide gambe.. Un cappello di paglia e una borsa dello
stesso materiale si accompagnavano perfettamente agli occhiali da sole
e alle comode infradito. Sembrava realmente una turista.
“Dove vai conciata così?”
domandò più ingelosito che sorpreso.
“Vado a lavorare..”
“Ma..”
“Ryo, devo tenere d'occhio dei 18enni in vacanza! Secondo te
dove passeranno l'intera giornata?? In spiaggia, ovvio.. E tu saresti
il grande professionista?” lo provocò con sarcasmo.
“Capisco..”
“Puoi andare a riposarti, ora inizia il mio turno. Mi darai
il cambio stasera alle 8.”
“Ma non dovremmo farci vedere un po' assieme??”
“Ah.. Sì.. Ok, allora stasera si replica la
sceneggiata di ieri. A dopo.” concluse lei con tono
lievemente scocciato uscendo di casa.
La guardò allontanarsi dalla finestra e, come se lo avesse
programmato, pochi secondi prima che passasse di fronte all'ingresso
della villa accanto, un gruppo di ragazze, compresa la timida Hiroko,
ne uscirono in tenuta da spiaggia. Kaori continuò per la sua
strada senza destare sospetti nel gruppo di giovani che la precedevano.
Era davvero brava.. Come avrebbe fatto senza di lei?
Salì al piano di sopra ed entrò nella camera da
letto. Non ci era ancora entrato. Era carina. I mobili in legno di
colore bianco davano una sensazione di freschezza e purezza. Il grande
letto a due piazze era rivestito di candide lenzuola di cotone ed era
stato rifatto con attenzione da Kaori. Quella stanza sembrava fatta
apposta per lei..
Si spogliò e si sdraiò nel letto. Il morbido
cuscino profumava di fiori, come la sua amata socia. Lo strinse a
sé e, cullato da quel delicato aroma, si
addormentò stremato.
Quando, ore dopo, riaprì gli occhi, era pomeriggio
inoltrato. Scese al piano di sotto, ma naturalmente Kaori non c'era.
Sicuramente era ancora impegnata a proteggere Hiroko. Cercò
qualcosa che desse sollievo al suo stomaco e aprendo il frigo vi
trovò due sandwiches. Evidentemente la sua dolce socia era
rientrata per un rapido spuntino e aveva pensato di preparare qualcosa
anche per lui. Sorrise pensando a quanto era buona con lui. Anche se
era arrabbiata si preoccupava che lui avesse sempre un pasto pronto. E
la sera prima si era anche preoccupata di portargli dei cuscini in modo
che fosse più comodo su quello stupido divano.
Divorò tutto in pochi secondi e poi tornò al
piano di sopra a lavarsi e cambiarsi, aveva deciso che l'avrebbe
raggiunta in spiaggia. Indossò il suo vecchio costume da
bagno, dopo i commenti di Kaori aveva preferito non portarsi dietro
quello nuovo. Non voleva essere ridicolo.
Si diresse in spiaggia e dopo una mezz'ora in cui esplorava il litorale
finalmente individuò il gruppo di cui faceva parte Hiroko e
poco distante, sotto un ombrellone colorato, due gambe perfette si
allungavano sotto il sole. Un cappello di paglia copriva il viso della
proprietaria, ma Ryo avrebbe riconosciuto quelle splendide gambe
ovunque. Avvicinandosi vide che, sempre ligia al dovere, la sua socia
continuava a osservare il gruppo di ragazzi fingendo di leggere un
libro. Inoltre una punta di gelosia lo assaliva quando notava che ogni
uomo che le passava accanto la squadrava con evidente interesse. Si
avvicinò lentamente a lei e le si fermò alle
spalle.
“Signorina, è qui da sola?” chiese
cammuffando la voce.
“Ryo, non sei divertente..” replicò lei
senza neanche voltarsi.
Sorpreso le girò intorno per guardarla in viso.
“Come mi hai riconosciuto?”
“Odori di polvere da sparo..”
“Ma oggi non ho sparato..”
“Lo so, ma ormai quell'odore è impregnato nella
tua pelle, nei tuoi capelli, nei tuoi vestiti. È parte di
te.”
Ryo sorrise, era vero, lei lo conosceva fin troppo bene. Le si sedette
accanto in silenzio, cercando il coraggio per parlarle di quello che
gli stava a cuore.
“Perchè sei qui?”lo precedette lei.
“Non hai fiducia in me?”
“No.. Io volevo prendere un po' di sole.. E poi volevo
parlarti.”
“Di cosa?” domandò lei continuando a
osservare Hiroko con attenzione.
“Hai ragione ad essere arrabbiata con me.. Ma mi chiedevo se
potessimo avere una tregua sinchè non terminiamo questo
incarico.”
“E poi? Che succederà? Ti comporterai come se
niente fosse?”
“No, io.. Io voglio farmi perdonare.”
“E come?”
“Ancora non lo so..”
Kaori rimase in silenzio per qualche secondo, senza guardarlo
nè mostrare alcun tipo di emozione.
“Facciamo così, accetto la tregua, ma staremo qui
circa due settimane, cerca di farti perdonare prima che finisca
l'incarico.” concluse infine Kaori dopo un profondo sospiro.
Ryo poteva ritenersi soddisfatto. Sapeva che se non avesse fatto
qualcosa in merito, l'avrebbe persa per sempre, ma aveva appena avuto
una seconda chance.
Alzò lo sguardo verso il gruppo di ragazzi che dovevano
tenere sotto controllo. Hiroko leggeva un libro mentre prendeva il
sole, mentre gli altri chiaccheravano.
“Come è andata? Ci son stati problemi?”
“No, hanno fatto il bagno, preso il sole, giocato a beach
volley, fatto di nuovo il bagno, preso il sole, e così via..
Per pranzo son tornati alla villa e l'ho fatto anche io. Hai trovato i
sandwiches che ti ho lasciato?”
“Sì, grazie.”
Finalmente lei si voltò verso di lui e gli sorrise. Gli
sembrava di non vedere quel sorriso da anni.
“Prego..” replicò lei con dolcezza.
Questa era la sua Kaori, quello era il sorriso che lo mandava in tilt,
lei era la donna che amava come non aveva mai amato nessun'altra.
“E che mi dici di quel tizio?” chiese per cambiare
argomento.
“Quello che finge di leggere il giornale? È
lì da qualche ora e osserva le ragazze. Credo sia solo un
maniaco,sin ora non ha fatto nulla di male..” lo
informò con schiettezza la sua socia.
Non poteva negare che era davvero migliorata molto. Anni prima non
avrebbe neanche fatto caso a un uomo che fingeva di leggere il
giornale.. Avrebbe pensato che era un turista come gli altri.
Ora invece era diverso, era riuscita a cogliere le sfumature necessarie.
“Va bene, ma sarà meglio tenerlo sotto controllo,
non si sa mai.” aggiunse con tono preoccupato.
“So come tener a bada i maniaci, ho fatto pratica con
te!”
“Ma.. Io non sono pericoloso!”
“Dipende da cosa intendi per pericoloso..”
“Io non farei mai del male a una donna, lo sai.”
“Del male no, ma attenteresti alla sua virtù.. Per
me anche questo significa essere pericoloso..”
“Sai.. Non tutte la pensano come te..”
“Lo so. Ma io mi riferisco alle ragazze serie mica alle
puttanelle che frequenti tu.”
“Io non frequento solo puttanelle..”
Lei emise uno strano suono, come uno sbuffare tra il divertito e il
sarcastico.
“Non mi credi Kaori?”
“Dopo tanti anni so che quelle ci stanno con te di solito son
solo delle puttanelle, anche se fingono di non esserlo.”
“Quindi tu non lo sei perchè con me non ci
staresti mai..” replicò lui quasi senza pensarci.
Quando Incontrò lo sguardo stupito di lei e improvvisamente
si rese conto di quello che aveva detto.
“Cosa? Che vorresti dire??”
“Non è come credi.. Io.. Intendevo.. Era solo un
esempio..” balbettò imbarazzato e preoccupato
all'idea di ricevere una martellata.
“Tanto per la cronaca, se anche fossi come quelle puttanelle,
so bene che tu non mi vorresti mai.. Mi hai detto tante volte che ti
faccio schifo.” precisò lei con tono leggermente
offeso.
“Beh.. Sì, l'ho detto, ma..”
iniziò ma poi si fermò. Non era né il
luogo né il momento giusto per parlare di certe cose.
“Ma?” insistette lei.
“Ma.. Io esagero sempre, lo sai.”
“Quindi? Cosa significa??” lo incalzò
lei con uno strano tono ansioso.
“Significa che.. Beh.. Non sei così male in
fondo..” riuscì a dire infine. “Io vado
a fare un bagno..” aggiunse allontanandosi. Non poteva
rispondere ad altre domande.
Fece una lunga nuotata per schiarirsi le idee.
CONTINUA..
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