Non
ci può essere amore dove non c’è fiducia
-
Edith
Hamilton
Alphonse
si ritrovò ad appisolarsi davanti ad un lago, immerso nei suoi
pensieri, esattamente come gli era capitato la notte prima della
partenza a Resembool.
Le
prime luci dell'alba illuminarono Xing e lui venne scosso brutalmente
dal suo sonno dalle urla di Jelso e Zampano, in apprensione per lui
per poi sentirli sollevati nel ritrovarlo.
“ Ragazzi...”
si alzò, doveva essere in uno stato pietoso, poiché i
due lo osservavano comprensivi dalla testa ai piedi.
“ Ti
conviene ridarti una sistemata, Alphonse. Ling vuole vederti”
lo avvisò Jelso.
“ Sì
d'accordo, dove ci incontriamo?”.
“ Palazzo,
ala ovest, stanza del ciclamino” sbottò Zampano a mo' di
navigatore.
Al
si incamminò come uno zombie a palazzo, seguito dagli amici.
“ A
noi è stato chiesto di aspettarti fuori, rimaniamo nei
dintorni, se avessi bisogno di qualcosa, fai un fischio o messaggi
volanti con l'alchimia”.
Il
ragazzo rise.
Mentre
camminava per gli imponenti corridoi trovò una domestica, si
avvicinò titubante, “ mi scusi sono Alphonse Elric,
vorrei sapere dove posso trovare la mia stanza”.
“ Oh,
il signorino Alphonse!” la donna alzò lo sguardo,
posando la scopa sul pavimento immacolato, “ mi segua per
favore, non è rincasato ieri sera”.
“ Temo
di essermi addormentato nel posto sbagliato “ sghignazzò.
“ Capisco,
ecco la sua stanza”.
“ La
ringrazio”.
Si
diresse verso la porta del bagno senza prestare minima attenzione
all'ambiente, sbottonandosi la camicia con nonchalance, non
rendendosi conto che due occhioni neri come la pece lo stavano
fissando sbarrati e imbarazzati.
“ M...May?!”
si richiuse di corsa i bottoni, a disagio, rosso come un peperone.
Era
seduta sul davanzale, indossando un kimono tinta unita con le maniche
a tre quarti e molto striminzito che lasciava in mostra le gambe
affusolate.
“
Sc...scusaAlphonseiononpensavochetu...insomma...tu”
farfugliò, muovendo velocemente le mani, Xiao Mei, sulle
spalle della giovane sbuffò.
“ Cosa
ci fai qui?Aspetta...solo un secondo che mi sistemo” le disse,
sparendo nel bagno.
Dieci
minuti dopo uscito, cambiato e lavato, sistemandosi i capelli corti
con una mano.
“ Credevo
avessi molte domande da farmi” spiegò la ragazza,
alzandosi per andargli a sistemare il colletto della camicia.
“ Infatti,
ma Ling vuole vedermi” lei si fermò con le mani a
mezz'aria, allacciate alla stoffa.
“ E'
un egoista, pensa solo a quello che è conveniente per lui e il
popolo, il mio Clan è alla deriva, quello che faccio lo faccio
solo per la mia gente non per lui” concluse.
“ Non
c'è un altro modo?”.
“ Se
non voglio far scoppiare una guerra, no. Non ho scelta”.
“ C'è
sempre una scelta, potresti non scegliere nessuna delle alternative
che ti sono state proposte e crearti tu stessa un'alternativa”.
Lei
gli sorrise rincuorata, “ la fai facile tu, per le persone
normali è così, se sei una discendente della famiglia
reale devi attenerti alle leggi del paese. Lo sai che le nostre sono
molto antiche e non possono essere modificate e infrante?” si
affacciò alla finestra, guardando il cielo azzurro senza
neanche una nuvola.
“ Bè...magari
Ling che è l'imperatore”.
“ Ha
le mani legate o almeno così mi ha detto, che non sia una
sciocca scusa”.
“ Non
ti mentirebbe mai”.
“ Capirai
presto che qui sono poche le persone di cui puoi fidarti”.
Alphonse
non capì quella constatazione.
“ Riporrei
la mia vita nelle tue mani” disse con un sorriso, per poi
rendersi conto di quello che aveva appena pronunciato, “
cioè...io...ecco nel senso che...”.
May
sorrise genuina, “ sì sì faccio finta di non aver
capito queste tue parole” lo prese in giro.
“ MAY?!”.
Scoppiò
in una risata fragorosa che le veniva dal cuore, si teneva la pancia
in mano, poi ritornò seria, “ anche io comunque, lo
farei”.
Al
la guardò, sorridendo e incrociando le braccia al petto “
meglio che vado da Ling”.
“ Quando
finisci vieni in quel giardino “ indicò un punto fuori
dalla finestra, “ ti mostrerò l'Alkhaestry”.
La
ringraziò giungendo le mani e si congedò.
Quando
Alphonse giunse nella stanza indicata, Ling lo fulminò, da
dietro un pilastro Lan Fa li teneva d'occhio.
“ Non
preoccuparti di lei, puoi fidarti”.
“ Volevi
vedermi?”.
Ling
spostò la pergamena ad un lato dell'immenso tavolo, “
sì...hai parlato con May?”.
“ Può
darsi” si sedette al fianco dell'amico.
“ Mi
odia, da un lato non le do torto dall'altro potrebbe mettersi nei
miei panni. Non mi fa piacere condannarla, ma non ho scelta”.
“ E
se lei rifiutasse?”.
“ Nutri
dei sentimenti per lei, Al?” chiese schietto l'altro,
strizzando un occhio.
“ Io...cioè
le voglio molto bene, non voglio vederla soffrire tutto qui”
quella domanda l'aveva preso in contropiede.
“ Non
ti biasimo per questo, se quella testona lo capisse che non voglio
vederla soffrire, invece di condannarmi come sta facendo. Credo che
lei sia innamorata di te” affermò tranquillo,
sorseggiando una tazzina di tè.
Il
cuore di Alphonse perse un battito, anche suo fratello gli aveva
detto una cosa simile.
Era
l'unico a non vederla sotto quel punto di vista?
“ Non
saprei, May non è mai stata implicita nei miei confronti. Non
sono rimasto indifferente a quanto sia cresciuta...comunque è
molto bella”.
“ Ma
non si è ancora accesa la scintilla”.
“ No...”.
“ Non
voglio metterti fretta, rifletti bene su quello che provi per lei.
Chissà un giorno le cose cambieranno” gli sorrise.
Dopo
l'assurda conversazione avvenuta con l'imperatore di Xing, andò
a cercare Jelso e Zampano.
Li
trovò ad abbuffarsi in un locale, “ voi non mollate mai
il tiro” commentò sedendosi con loro.
Jelso
gli allungò della zuppa di miso e Zampano del latte, non
rifiutò facendo colazione così.
“ Devo
incontrarmi con May per la prima lezione sull'Alkhaestry, venite con
me?”.
“ In
realtà, avevamo intenzione di visitare un po' la città”.
“ D'accordo”.
Quando
arrivo nel luogo di incontro con May la trovò seduta sulla
testa di un drago di marmo alto sei metri insieme a Xiao Mei.
Il
giardino era circolare, avvolto da una miriade di fiori di diversi
colori, la chiamò e in un balzo saltò giù,
finendo per poco in un laghetto pieno di carpe.
Le
prese la mano all'ultimo.
“ Sei
distratta”.
“ Ultimamente
molto spesso, grazie. La vedi quella statua lassù dove ero
poco prima?”.
“ Sì”.
“ Salici”.
“ Cosa?”.
“ Hai
capito, devi salirci. Devi incominciare ad avvertire il flusso di Ci
racchiuso nella terra. A quell'altezza sei anche vicino alle
montagne, dovrebbe essere più potente” spiegò.
Riluttante,
il ragazzo fece come gli venne detto.
“ Ah!
Ti sto prendendo in giro! “ esclamò divertita.
“ Maledetta!”
la rimproverò, mettendo il piede in fallo.
“ Alphonse!”
urlò lei.
Il
ragazzo cadde dal monumento.
|