Beta: Cialy
♥
Avvertenze: Spoiler
seconda stagione fino alla settima puntata.
Disclaimer: I
personaggi sono tratti dalla serie tv – che li ha in parte
tratti dal libro di Stevenson e in parte sono persone realmente
esistite, quindi sono un po’ confusa *_* – e sono
quindi proprietà dei legittimi creatori. Io non traggo alcun
vantaggio economico dall’uso di essi e non li reclamo come
miei.
Note:
•
Scritta in occasione del compleanno di Eowie
nel Marzo 2015 - un anno fa, yep, sono sempre scattante nel postare
le mie fic in giro.
•
Manco a farlo apposta
è stata scritta prima che andasse in onda l'ottava
puntata della seconda stagione, puntata
in cui ci è stata rivelata la backstory di Billy. Peccato
che io a quel punto
me la fossi già inventata di sana pianta perché
mi serviva, quindi questo (e molto altro) discosterà dal
canon. Grazie,
Black Sails, grazie. La cosa buona è che Flint lo salva
comunque,
quindi anche se le circostanze cambiano si parte sempre dallo stesso
presupposto.
• James Flint è tutto. Questa nota
è
davvero molto rilevante per la fic ma mi sentivo di condividere l'amore
totale che sento per lui. Lui
è tutto. E vorrei sapere come farò
ad aspettare la quarta
stagione fino a
Gennaio prossimo e coltivare insieme la speranza che la sua vita non
sia ancora più miserabile.
• Per tutto il resto vi lascio alle note finali.
•
Titolo
fregato a Florence Welch, perché chiaramente Cosmic Love
è la canzone del Flint/Billy.
And So I
Stayed In The
Darkness With You
I
took the
stars from our eyes, and then I made a map
And
knew that somehow I could find my way back
Then
I heard your heart beating, you were in the darkness too
So
I stayed in the darkness with you
1705
James
Flint, I
È
così che la felicità arriva: tagliando di
traverso la vita. E quando se ne va non c’è
più modo di rimetterne insieme i lembi, di ricucire lo
strappo.
Siete
diretti verso il
mare aperto, ancora qualche minuto e del porto alle vostre spalle non
ci sarà più traccia, l’esistenza che
hai vissuto fino ad ora spazzata via, giudicata troppo immorale, troppo
scomoda.
Ti
giri
un’ultima volta verso le coste dell’Inghilterra e
quello, quello
non è un addio.
1708
Billy
Bones, I
La
Galatea solca il
mare leggera, una scia appena di schiuma bianca dietro di sé
a tagliare il blu dell’acqua.
È
una nave
piccola, dall’equipaggio stranamente ordinato e un capitano
che mira a bottini quasi sempre certi, abbastanza per farvi vivere
tranquillamente.
Nei
due anni
lì sopra, oltre che ad assaggiare la vita del pirata e a
diventare un buon marinaio, hai imparato a prenderti cura degli altri
– i tuoi compagni sono un’estensione di te stesso,
ognuno di loro è come un osso del tuo scheletro che ha uno
scopo nel funzionamento del corpo –, ad essere leale e,
soprattutto, a fidarti, perché durante la battaglia devi
avere la certezza che ci sia qualcuno a coprirti le spalle.
Ti
stai dirigendo
sottocoperta quando il grido arriva e ti coglie di sorpresa.
“Vele!”
Ritorni
sui tuoi
passi, puntando lo sguardo verso l’orizzonte dove la stoffa
bianca guizza appena nel vento.
È
questione
di secondi e quel capitano sempre così prudente decide di
provarci, senza un piano, senza aver organizzato l’attacco in
precedenza come siete soliti fare, anche se avete già un
carico nella stiva che potreste rischiare di perdere. Usualmente non
compirebbe una manovra simile, ma l’altra imbarcazione
è di dimensioni poco più che modeste, non
più grande della vostra, il che la rende un azzardo
accettabile, un colpo fattibile.
Vi
impegnate per
sistemare l’assetto guadagnando nodi in velocità e
in un attimo le siete addosso, senza fatica.
Issate
il nero prima
di accorgervi che qualcun altro sta dietro alla stessa preda: la
bandiera con lo scheletro del Capitano Flint vi dà il
benvenuto mentre siete già in fase di virata per accostarvi,
la sua nave celata alla vista fino ad ora da un promontorio, ed
è troppo tardi per tornare indietro, troppo codardo lasciar
perdere.
Per
un secondo nella
tua mente si affacciano le storie che hai ascoltato riportare da
marinai più anziani e più esperti di te, e ti
auguri che neanche la metà siano vere mentre la distanza che
vi separa si riduce e in mezzo a voi resta solo una striscia di mare
azzurro e il bastimento mercantile.
Poi
lo senti, il colpo
delle carene che si toccano, e la nave è pronta per essere
abbordata, anche se non sei certo accadrà a questo punto.
L’aria
sembra immobile, come gelata, e dopo. Dopo lui compare a bordo della
Walrus, il sorriso più brillante che tu abbia mai visto e
gli occhi dello stesso verde dell’oceano lungo le coste.
E
dopo ancora
c’è solo caos e sangue e la certezza che quei
racconti non fossero altro che la verità.
*
James
Flint, II
Tu
e
il resto del tuo
equipaggio osservate le navi affondare, ancora agganciate tra loro.
Speravi di poter evitare tutto questo: la battaglia, lo spreco di
munizioni, il rischio di perdere uomini. Volevi solo
un’informazione e avresti concesso buona parte del bottino
alla ciurma rivale, senza pensarci due volte, senza disonore.
Dal
pontile a poppa
riesci a scorgere l’albero maestro di una delle due, mentre
vi allontanate sempre di più e la Walrus si lascia dietro
una coda di schiuma resa dorata dalla luce del tramonto.
Stai
voltandoti per
rientrare in cabina quando lo senti, il grido d’aiuto; scorgi
il capo di un ragazzo riemergere dall’acqua subito dopo,
ritornare sotto e poi nuovamente in superficie: ha il viso di un
ragazzino, forse a causa del modo particolare in cui i raggi del sole
morente lo colpiscono, e decidi di salvarlo, l’urgenza quasi
indomabile.
Chiami
Gates, urlando
di gettare l’àncora, di lanciare le corde in mare,
e, prima di renderti davvero conto che il giovane sta tentando di
raggiungervi, lo state già tirando a bordo e tu gli stai
porgendo una mano per issarlo su, evitandogli l’ultimo
sforzo, la presa così salda da fare male.
È
giovane,
ma non quanto hai creduto fino a poco fa, eppure il suo viso conserva
un’aria pulita, da bambino, nessuna traccia di risentimento
nel suo sguardo chiaro, solo gratitudine.
A
colpirti
però è la sua altezza, una spanna abbondante
più di te, e la forza che gli ha permesso di sopravvivere al
risucchio prodotto dalle imbarcazioni che colavano a picco, continuando
a nuotare, a lottare.
Rimani
a studiarlo per
un attimo, e poi gli offri un posto tra i marinai, gli offri la
possibilità di restare.
1712
Billy
Bones, II
È
il
silenzio.
Quell’attimo
di silenzio che precede l’abbordaggio – sembra
durare una vita ma è appena una frazione di secondo mentre
tu e il resto dell’equipaggio restate in attesa del segnale
per attaccare, in cui persino lo sciacquio dell’acqua contro
lo scafo si ferma, e su nel cielo non c’è volo di
gabbiano a scandire il tempo. E sotto, sotto solo il mare, di un blu
così intenso da fare male agli occhi.
Una
frazione di
secondo prima che le grida degli uomini e il cozzare metallico delle
sciabole riempiano l’aria, e il mondo diventi un inferno in
cui schivare colpi per sopravvivere è tutto ciò a
cui riesci a pensare.
È
in quella
calma che ti volti verso di lui, i vostri sguardi si incontrano, e
sapere che conta su di te per un’altra vittoria ti
dà la forza di combattere.
E
ogni qualvolta ti
interroghi sul perché sia così facile dare tutto
te stesso quando lo chiede, ripensi al giorno in cui ti ha salvato, il
giorno in cui avrebbe potuto lasciarti affogare, e confondi i segnali
che ti indirizzano verso una risposta differente con la
lealtà e la gratitudine.
*
Hal
Gates, I
Sei
in piedi di fronte
al capitano che sta finendo di appuntare alcuni dettagli sulla prossima
rotta. Non sembra minimamente interessato a ciò che hai da
dire, né pare aver dato segno di averti ascoltato.
“Allora?”
domandi qualche minuto dopo.
“Allora
cosa?” arriva la risposta, il capo sempre chino,
apparentemente altrove.
“Randall
è stato quasi picchiato a morte, e da quello che sostiene il
dottore non si riprenderà mai del tutto per via delle
lesioni alla testa. Sempre che sopravviva.” Scandisci bene le
parole, un po’ esasperato. “Ci serve un nuovo
nostromo e io avrei già in mente un paio di nomi, ma vorrei
una tua conferma prima di sottoporli alla ciurma per la
votazione.”
“Billy
andrà più che bene, è apprezzato
dall’equipaggio e non ci saranno obiezioni di
sorta.”
“Si,
ne sono
convinto anche io. L’ho già fatto
chiamare.”
A
quella affermazione
Flint emette uno sbuffo un po’ annoiato, e tu ridacchi mentre
un lieve bussare alla porta dà segno che il ragazzo
è già arrivato.
Billy
si ferma a pochi
passi da voi, ancora sporco di sangue e con un taglio non medicato sul
braccio.
“Ti
avevo
detto di farti vedere dal dottor Howell,” sospiri, mentre
sfogli distratto il diario di bordo dell’imbarcazione appena
assaltata, con una certa nota di rimprovero nel tono.
“È
ancora impegnato con Randall e la mia ferita non è grave, ho
preferito venire subito,” risponde semplicemente, mentre
sposta il peso del corpo da un piede all’altro e lancia
occhiate di sottecchi al capitano.
Gli
sorridi
bonariamente, sai già che riterrà un onore essere
scelto. Non ti stupisce nemmeno che Flint abbia fatto il suo nome,
eppure non immaginavi lo stimasse tanto da proporlo come unica
alternativa.
Il
giovane sta
guardandosi intorno incuriosito, lasciando scorrere lo sguardo sui
libri che adornano le pareti, quando Flint ti passa il foglio che ha
finito di compilare. Si appoggia allo schienale della sedia e resta ad
osservarlo per un po’, per poi spezzare finalmente il
silenzio.
“Viste
le
condizioni di Randall,” inizia,
“c’è da supporre che, una volta guarito,
non potrà più svolgere i suoi doveri come
nostromo. Quindi abbiamo pensato che sia ora per te di avere
più responsabilità, Billy. Se sei
d’accordo, alla prossima assemblea Gates proporrà
il tuo nome per la posizione.”
Il
ragazzo si limita
ad un cenno col capo, ringraziando impacciato, come se non si fosse
aspettato di essere considerato per il posto vacante.
Poi
James gli sorride,
come non lo avevi visto fare da secoli, prima di congedarlo e
continuare a parlarti del nuovo itinerario da seguire.
1714
Billy
Bones, III
Li
senti discutere
spesso, gli altri membri della ciurma, quando Gates è
impegnato in qualche faccenda e non è lì per
partecipare attivamente. Gates è ‘l’uomo
di Flint’ e alcune delle chiacchiere non arrivano
più alle sue orecchie.
Davanti
a te discutono
liberamente, invece, sei il nostromo ma sei anche uno di loro.
‘Il fedele Billy’ ti chiama De Groot, e la tua
lealtà non viene messa in dubbio.
Però
riporti alcune delle chiacchiere a Gates, perché si fanno
via via più preoccupanti e, una parte di te che sfugge alla
razionalità, ti mette a disagio: perché tu questo
malcontento non lo senti, c’è qualcosa di
magnetico che ti tiene ancorato lì e ti tira verso il fondo.
E forse non te ne libererai mai.
1715
Billy
Bones, IV
Il
dipinto
è disturbante.
Stai
tentando di
vederne la bellezza – qual è lo scopo
dell’arte se non rappresentare proprio ciò che
c’è di più splendido al mondo?
–, di scovarla nonostante tutto, ma il senso ti sfugge. La
donna sembra così tranquilla, dai tratti così
morbidi e puliti. E poi c’è la testa.
“Cosa
pensa
di me l’equipaggio, Billy?” la voce di Flint
interrompe la tua contemplazione e ti coglie di sorpresa.
“Chiedo
scusa?” domandi, incredulo.
“Sei
il
nostromo della nave, sei a conoscenza di cosa parlano alle mie
spalle,” replica, avvicinandosi così tanto da
essere a poco più di un soffio da te, bruciando tutto lo
spazio nel mezzo, e da quella distanza riesci a vedere le lentiggini
sul suo viso, sentire l’odore della sua pelle.
“So
che mi
hanno sempre trovato distante, troppo istruito, ma ora sembra che mi
considerino...” fa un pausa, come se stesse cercando la
parola giusta.
“Troppo
debole,” prosegui al suo posto – senza riflettere,
sempre troppo onesto, convinto che quella fosse la naturale conclusione
della frase.
“Stavo
per
dire sfortunato,” ti corregge lui. Mandi giù un
boccone di saliva e ti maledici per aver parlato. Gates ti aveva
pregato di contenerlo, non di fomentare la sua già
leggendaria irascibilità.
“Quindi
è questo che pensano. Attacchiamo navi con carichi leggeri
perché sono troppo debole per fare altrimenti,”
prosegue tra sé e sé, come se stesse meditando su
una dura verità.
Poi
si avvicina di
mezzo passo e ti punta addosso quei suoi occhi verdi come
l’oceano lungo le coste e ti manca un po’ il fiato.
“La pensi così anche tu?” domanda, con
fare inquisitivo.
“Io...”
mormori appena, frugando nel retro della mente a caccia di una risposta
qualsiasi che ti tolga da quell’impiccio, ma niente sembra
pervenire. È solo l’apparizione di Guthrie che
interrompe la conversazione a salvarti. E benedici quella fortuna che
non ti saresti mai sognato.
*
Billy
Bones, V
La
mano gli trema per
lo sforzo fisico appena fatto mentre ti allunga il pezzo di pergamena.
Lo
osservi: il viso
sporco di sangue, i capelli madidi di sudore, e non sei sorpreso, solo
incuriosito, una marea di domande si affastellano nella tua mente.
Prendi
il foglio che
ti porge un po’ esitante, lo apri parzialmente, quel tanto
che basta per controllarlo. È spietatamente bianco.
Posi
lo sguardo su di
lui e Flint lo contraccambia – e ti rendi conto che vuole che
tu menta per lui, che ti sta spingendo al largo lontano dal resto
dell’equipaggio, su una scialuppa che può metterti
in salvo ma che, allo stesso tempo, può decretare la tua
condanna a morte.
Vuole
vedere se sei
pronto a rischiare tutto per lui, con la promessa di un futuro,
superando una guerra che nemmeno vedi arrivare all’orizzonte.
“È
la pagina rubata,” dichiari, perché sospettavi fin
dall’inizio che avresti mentito, e forse lo aveva intuito
anche lui: il suo era un azzardo calcolato, era il gesto sicuro di un
complice.
Ed
è solo
nel momento esatto in cui quella bugia esce dalle tue labbra che
realizzi fino a che livello ti tiene in pugno. Non sai se Gates si
trovi nella stessa situazione, se avere potere sulle persone sia
semplicemente la sua forza, il suo modo di vincere, ma la presa su di
te è forte e salda e forse lo sarà per sempre.
Ti
guarda, mentre la
folla esulta al suo discorso, e il suo sguardo è uno
schiaffo, un pugno dritto in faccia. Ti ha usato, ma quel che
è peggio è che glielo hai lasciato fare.
*
Billy
Bones, VI
Lo
odi.
Anzi,
non è
che lo odi, è che non ti ispira fiducia con i suoi continui
sorrisi, l’aria amichevole e un’idea scaltra sempre
pronta a salvargli la pelle nei momenti più disperati.
Quello
che odi davvero
è quanto Flint lo consideri utile, come la sua sagacia e la
sua furbizia sembrino divertire il capitano. Quindi non è
che lo odi, però lo vuoi fuori dai piedi. Subito.
E
invece il capitano
lo fa entrare nell’equipaggio nonostante le tue proteste,
come una volta aveva accettato te. Solo che era diverso,
perché tu hai lottato per sopravvivere dopo che Flint ti
aveva tolto tutto ciò che avevi, mentre Silver ha rubato
ciò che l’uomo stava inseguendo da mesi e
nonostante questo si è ritrovato tra le mani più
di quanto avesse mai sperato.
La
vita è
strana così, ingiusta così.
Allora
lo sbatti a
pelare le patate con Randall, una piccola vendetta futile che sai non
servirà a niente, che non arresterà il corso
della cose, il processo ormai già avviato di entrare nelle
grazie di Flint.
Ed
è una
punta di gelosia quella che ti afferra alla bocca dello stomaco, anche
se fingi il contrario.
*
Billy
Bones, VII
Morley
te lo aveva
detto, e ora puoi incolpare solo te stesso per aver chiuso gli occhi.
Te lo aveva detto e ridetto che tipo di persona fosse Flint, di come le
sue parole abbiano sempre il potere di spingerti oltre, e non ci hai
voluto credere. Ti sei fidato, ti sei aggrappato al ricordo di quando
ti ha salvato dal mare, alla gentilezza con cui ti ha accolto,
all’aver riconosciuto il tuo valore e averti eletto nostromo.
E
adesso Morley
è morto, schiacciato sotto il peso della Walrus e solo
l’oceano e la sabbia come testimoni.
Le
parole di Gates
seduto al tuo fianco ti appaiono futili, persino fastidiose mentre ti
invita ad essere cauto, mentre tenta di risollevarti il morale.
È
che lui
nemmeno immagina, non può comprendere cosa ti ha spinto ad
ignorare gli avvertimenti di De Groot, e una strana frustrazione ti
scoppia dentro mentre l’altro sta cercando scuse razionali ad
azioni che di razionale non hanno nulla.
“Non
è per questo che-” sbotti spazientito, e poi ti
fermi, prima di dire troppo, prima di sbilanciarti. Anche se forse
Gates lo ha già intuito, forse ci è persino
arrivato prima di te.
“È
perché ho paura di lui,” concludi.
Ed
è vero,
in parte, ma hai molta più paura di ciò che sei
incline a fare per lui, e di quanto oltre ancora saresti disposto ad
andare se solo te lo chiedesse. Se Gates sapesse questo, se lo sapesse
il resto dell’equipaggio non ci sarebbero ulteriori scuse,
alcun punto di ritorno.
Te
ne
rendi conto in
quel preciso istante, con la mano dell’uomo che prova a
consolarti sulla spalla, che ‘il fedele Billy’ non
esiste più. Che tutto ciò che resta siete tu e
Flint e nessun altro al mondo.
*
James
Flint, III
È
sempre
così che succedono le cose: in un attimo.
È
di fronte
a te quando il colpo di cannone deflagra contro la nave, lo vedi
girarsi nella direzione opposta alla tua per pararsi il viso dalle
schegge, dal fuoco, e il suo piede affondare nel vuoto.
Sbilanciato
a quel
modo perde l’equilibrio in un lampo; ti sporgi per afferrarlo
mentre lui cerca a sua volta la tua mano, ma è troppo
distante da qualsiasi appiglio e la sola forza del tuo braccio
è niente in confronto a quella del vento che tira, alle onde
che si infrangono sulla fiancata della Walrus.
La
presa è
bagnata e diventa sempre meno salda, ma non vuoi mollare, la stessa
urgenza che avevi sentito il giorno del vostro incontro te lo impone. E
in un breve momento ti torna alla mente quando lo hai strappato dal
mare, quanto la tua stretta fosse forte e sicura nell’issarlo
a bordo, la luce del tramonto sul suo viso di ragazzino, e la
gratitudine per non averlo abbandonato ad affogare in mezzo
all’oceano.
E
poi
pensi anche,
mentre le sue dita scappano via a poco a poco, a come sarebbe
più semplice acquietare il suo dissenso, quanto sarebbe
più semplice lasciarlo andare, permettere al mare di
prenderlo con sé; pensi al peso del suo corpo che vi sta
trascinando entrambi fuori bordo e dritti giù
nell’acqua; al tuo polso incastrato nella cima per
sorreggerti che sta cedendo.
E
rifletti su quanto
non vuoi mollare, che lo vuoi salvare ancora, che lo vuoi salvare per
sempre.
Ma
è
davvero solo un attimo, e di lui non c’è
più traccia nel fondo di quell’acqua nera. Ed
è una vita che niente fa più così male.
*
Billy
Bones, VIII
“Quarto
giorno, marinaio,” annuncia il capitano della Scarborough, e
si allontana diretto alla tenda, verso il verde delle palme, al riparo
dalla vampa e dalla luce cocente.
Il
sole è
impietoso sulla pelle. Brucia e scava nel fondo, fino ad arrivare alla
carne, alle ossa.
Nonostante
ciò che Hume ti comunica ogni mattina, a cui non sai se
credere perché ti pare di aver trascorso ancorato alla
sabbia una vita intera, hai perso il senso del tempo che scorre mentre
la notte sussegue il giorno e il tuo respiro si fa sempre
più breve, ogni boccata d’aria trapassa i polmoni
come una lama.
Entri
ed esci da uno
stato di incoscienza in cui i sogni si confondono ai ricordi e ti
sembra di sentire le voci di persone che la parte ancora funzionante
della tua mente ti assicura non essere lì.
La
bocca è
riarsa ma implorare sai che non servirà a nulla,
così ti lasci andare, cadendo in uno stato di torpore dietro
l’altro, ognuno sempre più lungo del precedente,
senza fine.
Ti
risvegli
d’un tratto, con i tuoi vecchi compagni della Galatea che
ridono seduti di fianco a te.
“Mi
sa che
ci incontreremo presto,” dice il tuo capitano, la gola aperta
in due da una lama. Dopo svanisce, quando la ragione riemerge in
superficie.
“Sto
diventando pazzo,” mormori, le labbra secche incollate tra di
loro.
Poi
c’è di nuovo il buio e altri fantasmi che danzano
attorno a te.
*
Billy
Bones, IX
“Quinto
giorno, marinaio,” è la voce di Hume, la sua
sagoma che si staglia netta contro la luce abbagliante del mattino. Un
sorso d’acqua appena per tenerti in vita e la morsa del cuoio
secco in cui sei rinchiuso sempre più forte, sempre
più letale.
Soltanto
quando cala
la sera ti giunge un po’ di sollievo e il dolore si fa meno
intenso. Eppure gli spettri sono ancora lì con te:
c’è Gates che sorride e ti dà una pacca
sulla spalla; tua madre che ti stringe a sé; Joji che affila
una sciabola; i capelli biondi di Eleanor Guthrie che sembrano
contenere lo splendore della luna e di tutte le stelle al loro interno;
il blu del mare aperto; l’odore del vento; la sensazione
della sabbia bagnata sotto la pianta dei piedi.
Ma,
soprattutto,
c’è Flint. Flint che ti tira fuori
dall’acqua; che si avvicina così tanto a te da
poter sentire la fragranza della sua pelle, una traccia appena di una
spezia sconosciuta e qualcosa di inafferrabile ma familiare mentre ti
assicura che non c’è niente di interessante nel
suo mettere su casa con una brava donna; la tua mano che sguscia via
dalla sua un milione di volte di seguito, senza che l’esito
sia mai differente, sempre con la paura che sia stato lui a lasciarti
andare.
E
le
sue bugie e i
suoi sorrisi e i suoi occhi dello stesso verde dell’oceano
lungo le coste.
Sono solo ricordi,
ti dici quando esci dal torpore, anche se sono così vividi
da riuscire a percepire il suo profumo come se ti fosse accanto. La
sensazione delle labbra fresche del capitano sulla tua fronte,
però, hai la certezza di non averla mai sentita e allora la
tua sicurezza vacilla un po’ mentre cerchi di mantenerti
calmo, di appigliarti alla realtà.
Sono
solo
ricordi. Solo
ricordi e pazzia.
*
John
Silver, I
Billy
potrebbe essere
un problema. Però, nonostante la minaccia che hai lanciato
in aria, non è il caso di liberarsene, soprattutto con
Randall presente. Non si sa mai, in fin dei conti. E benché
tu abbia avuto la certezza fino a poco prima che Flint lo avesse spinto
in mare, a quanto pare non è così. La vera follia
è che sembra ancora riporre fiducia nel capitano, sebbene tu
l’abbia informato della morte di Gates e degli eventi che
hanno condotto ad essa. Quando si parla di stupidità.
Lo
raggiungi alla
locanda, gli comunichi la notizia con aria grave e i dettagli del
racconto di Billy mentre rientrate all’accampamento.
Non
sai bene cosa
aspettarti da lui perché, nonostante tutto, la sua arguzia
riesce ancora a sorprenderti, a coglierti impreparato.
E
succede, in un modo
che credevi impossibile, non sei nemmeno in grado di capire se sia
genuino o meno, ed è questo a metterti in allarme,
perché potrebbe esserlo. Potrebbe esserlo.
Avevi
immaginato una
stretta di mano calorosa e un ‘ben tornato’ a
beneficio della ciurma.
Invece,
l’abbraccio e quelle parole sussurrate lasciano intendere che
considera Billy più prezioso di quanto avesse fatto pensare.
E che è davvero contento di rivederlo, di riaverlo indietro
sano e salvo. E questo sì che è davvero
preoccupante.
*
James
Flint, IV
Billy
fa il suo
ingresso senza bussare poco dopo che Miranda ed Abigail sono uscite per
andare sul ponte a godersi il sole del pomeriggio, come se avesse
aspettato il momento giusto.
“Stai
evitando la ragazza?” domandi, alzando il capo nella sua
direzione.
Lui
annuisce mentre
attraversa la cabina in tre grandi falcate, dopo aver richiuso la porta
alle proprie spalle, e la desolazione sul suo viso ti strappa un
sorriso.
“Hai
un
minuto?” chiede poi, in un moto di educazione quasi sorpreso,
come se si fosse reso conto solo ora che è entrato senza
permesso. Con un gesto vago della mano gli indichi di sedersi,
accantonando per un attimo ciò che ti preoccupa sulla via
per Charles Town.
“Vorrei
parlarti del cuoco,” dice, con la solita schiettezza che lo
contraddistingue. La sua espressione però sembra preoccupata
e questo ti impensierisce.
A
Billy non
è mai andato giù, sin dalle prime battute si
è dimostrato diffidente e ostile nei suoi confronti,
benché Silver ce la metta tutta per piacere alla gente.
I
due, comunque, non
potrebbero essere più differenti, di questo sei
perfettamente a conoscenza.
Cerchi
di dissimulare
la tua inquietudine davanti a lui. “A che
proposito?”
“Sta
combinando qualcosa,” afferma, senza perdere tempo.
Ti
appoggi allo
schienale della poltrona. Sei quasi certo che abbia ragione,
è la questione dell’oro ad impensierirti: senza
quel bottino è difficile garantire la sua fedeltà
alla ciurma e, soprattutto, a te, che hai così bisogno di
lui, per via del suo acume e del suo ascendente
sull’equipaggio. E vorresti poterti fidare, credere alle sue
parole, ma sembra sempre più difficile. È come
una strada alla cui destinazione non si arriva mai.
“L’ho
visto bofonchiare con i due di guardia al tesoro nei giorni
scorsi,” aggiunge subito, sapendo di catturare la tua
attenzione in questo modo.
“Cosa
intendi?” domandi allora, lentamente, scandendo ogni sillaba,
il corpo che involontariamente si protende in avanti, verso di lui.
Siete
entrambi piegati
sullo scrittoio, le voci il più basse possibile.
“Anche
dopo
la morte di Irving hanno continuato a scambiarsi occhiate strane e li
ho sorpresi a bisbigliare nelle cucine,” replica.
Resti
a fissarlo per
qualche secondo e ti domandi di nuovo perché lo stia
facendo. Perché è ancora qui quando avrebbe
potuto andarsene, imbarcarsi su un’altra nave, e non vivere
col dubbio che lo hai lasciato cadere, anche se ti ha detto che
è nel passato e che ormai non importa.
Sospira
dopo quel
lungo silenzio, come se avesse rinunciato a farsi ascoltare.
“Solo… non ti fidare di lui,” conclude,
ma, prima che possa alzarsi per uscire dalla cabina, Miranda rientra.
È istintivo per te spostarti indietro di colpo,
allontanandoti da Billy. Lei lo nota, nota quel gesto, te ne accorgi
dal secondo di pausa nella sua camminata, dalla sorpresa, dallo sguardo
che posa sul ragazzo.
Poi
guarda te, per un
attimo che sembra un’eternità, prima di afferrare
il libro che aveva dimenticato e risalire in coperta, seguita poco dopo
dal giovane.
E
ora
potresti
raggiungerla, provare a spiegarle che stavate parlando di una faccenda
importante, che non credevi fosse lei ma Silver, però non
avrebbe senso. Sarebbero giustificazioni inconsistenti a cui nemmeno tu
crederesti.
Lei
può
vederti, può vederti veramente.
*
John
Silver, II
“Allora,
Randall,” inizi, sedendoti e afferrando un tubero
dall’enorme cesto al tuo fianco, “visto che abbiamo
del tempo per noi mentre sbucciamo quintali di queste deliziose patate,
perché non mi racconti un po’ come il nostro caro
amico Billy si è presentato per unirsi alla
ciurma?”
Se
qualcuno sulla nave
può crearti dei problemi, quello è Billy, lo hai
capito già da tempo. È attento abbastanza e
intelligente abbastanza per fare due più due, soprattutto
valutando il comportamento delle persone con cui agisci. Quindi
ottenere informazioni su di lui può solo esserti utile per
l’avvenire. Come ti ricordi sempre da anni: non si sa mai.
“Non
si
è presentato,” risponde, il tono sospettoso come
al solito, “stava su una nave, che si è trovata in
mezzo mentre cercavamo di abbordarne un’altra, e le abbiamo
affondate entrambe. Billy è sopravvissuto al
risucchio.”
“E
Flint lo
ha… pescato?” domandi, incredulo.
Randall
accenna un
assenso col capo, lasciando passare qualche secondo. “Ha
fatto gettare l’àncora e ci ha fatto lanciare
delle cime e lo ha tirato su. Poi gli ha chiesto se voleva entrare
nell’equipaggio e Billy ha accettato.”
E vissero tutti felici e contenti.
È peggio di quanto avessi creduto, ma questo spiega la
fiducia incrollabile che nutre nei suoi confronti. Come potrebbe essere
altrimenti se gli ha evitato una morte certa?
“C’è
altro?” chiedi poi, aspettandoti qualche ulteriore prodezza
del genere.
“A
volte
parlano, sul pontile della nave all’alba.”
Resti
ad osservare
l’uomo mentre continua a sbucciare e pensi che probabilmente
la tua è una battaglia persa.
*
James
Flint, V
Metti
piede sul molo
di Charles Town con Miranda ed Abigail al tuo fianco, osservi il
profilo delle case, la terra battuta delle stradine e poi ti giri verso
la nave, solida in mezzo al blu del mare, le vele bianche che splendono
sotto la luce del sole.
Ripensi
a dieci anni
prima, quando volgendoti verso le coste dell’Inghilterra ti
sei ripromesso che quello non sarebbe stato un addio, che non era
nemmeno passato.
Adesso
sei ad un
soffio dall’ottenere ciò per cui hai lottato, per
cui hai sacrificato tutto.
E
davanti, per la
prima volta, ti si apre la possibilità concreta di un
futuro, che ti dà speranza ma fa anche un po’
paura.
1718
James
Flint, VI
Non
importa quanto ti
sei battuto, quanto hai perso lungo la via – parti di te
stesso che non riavrai mai indietro, le decine di vite che hai spezzato
per un sogno, il sogno di Thomas, un’idea per un avvenire
migliore –, Nassau è comunque finita,
l’illusione infranta, nessun domani all’orizzonte.
Forse
il problema
è che non sei in grado di mollare, non hai saputo lasciare
andare lui nello stesso modo tenace con cui hai inseguito suo padre per
mesi, con cui hai spinto il tuo equipaggio sempre più oltre.
Combattere
per
quell’obbiettivo comune era solo un modo di placare il senso
di colpa, la vergogna di averlo abbandonato in
quell’ospedale, a morire. Hai scelto di salvarti invece di
lottare, e combattere troppo tardi è come non aver
combattuto affatto.
Allora
rifiuti il
perdono che il nuovo governatore ti offre perché, ancora una
volta, non c’è assoluzione che
l’Inghilterra ti possa concedere.
*
Billy
Bones, X
Lo
segui fino in capo
al mondo, perché non c’è altro che tu
possa fare. Lo segui nella sua disperazione, nel suo andare avanti
senza meta.
Solo
l’idea
di allontanarsi da lui è impensabile. Il tempo in cui
credevi di doverglielo perché ti aveva salvato è
appena un ricordo: rimani perché lo vuoi, perché
non c’è alcun posto in cui vorresti essere se non
al suo fianco. Non conosci altri modi di vivere se non con lui.
E
la
grazia offerta
non significa nulla.
*
James
Flint, VII
“Cosa
ci fai
qui, Billy?” gli domandi. È ancora così
giovane, potrebbe ricostruirsi una vita, una meno dura, meno aspra. Con
più gioia che dolore. Lontano da te, che ormai sei solo
rimpianto e sofferenza, e ti privi di ogni briciolo di speranza, di
ogni granello di amore.
Ci
siete soltanto voi
due sul pontile, l’alba è quasi alle porte mentre
il silenzio della notte stagna nel cielo. Vi incontrate così
da anni, e parlate di cose che non riguardano la nave e le rotte da
seguire e i mercantili da assaltare.
Lui
non ti risponde,
ti osserva soltanto dando le spalle al mare. E “ho scelto di
stare qui,” dice, come se di scelte non ne avesse avute
affatto. “Vorresti che accettassi il perdono?”
chiede poi, cogliendoti alla sprovvista. Dalla sua espressione ti
accorgi che è una domanda che si è posto
più volte, che ha paura della risposta ora che è
riuscito a darle voce, ma anche che deve sapere, a tutti i costi.
Allora
replichi
onestamente, perché il rischio per una volta non lo vuoi
correre, e l’aria è ancora così scura
attorno a voi, cela il tuo viso vulnerabile nella verità.
“No,”
dici. E ce ne vuole di coraggio, più di quanto avessi
immaginato. “Vorrei che restassi.”
Poi
lo guardi, mentre
il sole sorge appena in lontananza. Ed è un attimo, un solo
attimo mentre lui si sporge in avanti, verso di te, in cui tu avresti
il tempo di fermarlo, di spostarti. Invece vai incontro a quel bacio.
Ed
era una vita che
non ti sentivi così.
1719
James
Flint,VIII
“Non
mentirmi, ti conosco,” ti dice Miranda, dopo
l’ennesima scusa, dopo l’ennesimo viaggio in mare
durato mesi. “Ti senti in colpa verso Thomas, lo so, ma devi
andare avanti. Ti devi dare un’occasione perché
è questo che lui avrebbe voluto.”
“Di
cosa
diavolo stai parlando?” le chiedi, già sfiancato
da quella conversazione. Solo il pensiero di dover affrontare
nuovamente la questione del perdono che hai rifiutato ti annienta le
forze.
“Di
Billy,
James, sto parlando di Billy. Stai trascinando questa situazione da
anni e non riesci nemmeno più a guardarmi in
faccia,” il tono è esasperato, sfinito.
“Non è giusto,” aggiunge poi, con un
sospiro stanco, “non è giusto nei suoi confronti.
E nemmeno nei miei.”
E
non
era
ciò che ti aspettavi, non credevi sareste finiti
lì, a quel punto, a discutere di un possibile futuro di cui
non farete parte insieme, ma non c’è accusa nella
sua voce. È che per così tanto tempo siete stati
solo voi due e il fantasma di Thomas sempre ad un passo, sempre a
gettare ombra sulle vostre vite, che ai tuoi occhi solo pensare a Billy
appariva come un tradimento.
Ti
sei aggrappato al
passato, e lo hai tenuto così stretto che non hai visto la
strada davanti a te, ma solo quella già percorsa.
“Ti
meriti
un’altra possibilità di essere felice,”
conclude, poggiando le mani ai lati del tuo viso mentre ti sorride.
“E anche io.”
Non
sei pronto a
lasciarla andare, vorresti poter esprimere a parole quanto è
importante, quanto è vitale, quanto hai bisogno di lei.
Invece l’abbracci soltanto, più forte che puoi.
“Lui
illumina la mia oscurità, Miranda,” mormori contro
la sua spalla, semplicemente. Perché avete attraversato
insieme troppo per mentirvi ancora. “Da tanto tempo non sono
più una brava persona, ma lui mi rende migliore.”
“Lo
so,” replica lei, mentre le prime lacrime iniziano a cadere.
E
hai
paura che
finisca così, adesso, in una casa lontano dal mare, nel
dolore. Poi ripensi a ciò che vi lega e realizzi che non
finirà mai.
Note finali:
Scrivere su una serie in corso è sempre un po’ la
morte. Scrivere su una serie in corso come Black Sails è
sinonimo di sciagura. Il problema sta sicuramente nel fatto che non si
sa che strada decideranno di prendere
i creatori al di là dei rapporti interpersonali - intendo
quindi ciò che concerne il futuro di Nassau, la guerra e
quindi come cambieranno dinamiche e alleanze tra i vari personaggi.
Fatta questa premessa, ci sono da dire un paio di cose:
1. La fic è un regalo di compleanno e in quanto
tale ha una conclusione molto positiva (ad esempio, non credo
che Flint rinuncerebbe mai a combattere contro l'Inghilterra dopo che
gli ha rovinato la vita e gli ha tolto tutto ciò che aveva e
amava) che sicuramente non avrà coerenza con le serie
successive - e non è in linea nemmeno con questa serie ma
who cares?
2. Probabilmente Miranda e James non si lascerebbero mai di comune
accordo, sono tutto ciò che resta di una vita ormai finita e
sono tutto l'uno per l'altra. Per farli separare avrei dovuto uccidere
Miranda, cosa che non mi sentivo di fare (anche perché avrei
dovuto gestire le conseguenze della sua morte e il Flint/Billy non
sarebbe mai più accaduto, statene sicuri, oppure veniva una
fic di sette milioni di parole). Tanto ci penserà
già Black Sails e far fuori gente nel canon, io li voglio
fare felici e basta.
3. Prevedere cosa succederà è impossibile quindi
godiamo delle piccole cose. Grande filosofia di vita questa. Nel
complesso spero sia una fic almeno decente. XD
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