Breathe.

di Destyno
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Inspira.
Espira.
Non è mai stato così difficile come adesso.
Forse perché, in effetti, non ne hai più bisogno.
Ti guardi le mani. Sono sporche di sangue. Il tuo sangue.
Ti rendi conto di essere di nuovo sulle tue gambe. Di nuovo in piedi.
Se fosse stato in altre circostanze – se fossi stato vivo – saresti scoppiato di felicità, avresti saltato in giro e gioito come un pazzo.
Ma sei morto.
 
morto morto morto morto morto morto morto morto sei morto perché sei inutile inutile come una fatina senza le ali chi ti ha strappato le ali piccolo Pupa Pan è stato il ragno cattivo ti ha strappato le ali te le ha rubate e le ha fatte sue e adesso tu sei morto e lei è viva e sta ridendo di te
Basta.
non ci sarà nessun Rufio ad aiutarti qui Pupa Pan nessuno nessuno nessuno nesssuno nessuno nessuno nessuno nessuno oh aspetta non c’è mai stato nessun Rufio è solo un amico finto stupido finto ed inutile come le fate come te
BASTA!
urlare non serve a niente piccolo Pupa Pan dovevi agire dovevi agire quando avresti dovuto ma hai sprecato la tua occasione povero piccolo Pupa Pan e adesso non potrai più volare mai mai mai mai mai mai mai mai
 
Stai piangendo e non te ne sei nemmeno reso conto.
Non c’è nulla attorno a te. Solo l’arido deserto del tuo pianeta, ma adesso non c’è nessun vento a spazzarne le dune.
Inizi a camminare, ignorando la voce cattiva di Vriska nella tua testa.
Cammini, e cammini, e cammini. Cammini per giorni, mesi, anni. Che senso ha il tempo quando sei morto?
E continui a camminare. E alla fine incontri qualcuno.
«Tavros?»
Aradia sembra sorpresa di trovarti qui almeno quanto tu lo sei nel vedere lei. E sai perfettamente che lei è viva.
«Ciao, Aradia» la saluti, senza riuscire a trattenere un moto di stizza. Lei ha le ali. Ha il suo abitino da God Tier. Esattamente come Vriska. Esattamente come la ragazza che ti ha ucciso. «Bel vestito.»
«Oh Tavros, mi dispiace davvero tanto!» ti risponde, senza cogliere il sarcasmo, ed immediatamente ti senti in colpa, perché Aradia non è Vriska, Aradia ti voleva bene e ha cercato di aiutarti, anche quella notte.
«Non serve che tu ti dispiaccia» borbotti, a disagio, grattandoti la nuca «Non è colpa tua e, uhm, posso di nuovo camminare!»
Ci provi a suonare entusiasta per questo cambiamento – ed in effetti lo sei davvero – ma la Fanciulla non si fa ingannare e continua a guardarti con occhi tristi.
«Immagino che tu sia rimasto da solo per molto tempo.»
«Uhm, il tempo non è davvero una  gran, ehm, cosa qui. Uhm, penso che, uhm, tu lo sappia»
«Sì, è vero.»
Ti sorride, e ti tende la mano.                                         
«Vieni, dai. C’è un sacco di gente che devo presentarti!»




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