Occhi di fiamma e ali spiegate;
asilo richiesto, ricercato, combattuto.
Re, zingaro e guerriero, fratello, padre.
Notre Dame, giudice.
Pietra robusta che non interviene.
Osserva. Guarda la disfatta del popolo che avrebbe dovuto accogliere.
Il sangue macchia i ciotoli bianchi della piazza;
rosso, colore del fuoco che brucia le streghe,
colore del fuoco negli occhi di Clopin.
Un angelo, un diavolo, ali nere e viso di prete.
O forse è la morte, la vita che soffoca tra colpi e ferite.
C'è un uomo, riverso sulla pietra;
un sogno spezzato, un'ultima preghiera.
Niente più fiamme, soltanto silenzio.
Assordante silenzio tra le grida dei vinti.
Niente più fiamme, ma occhi spalancati al cielo.
Nero vitreo che non può vedere il massacro di un popolo che ha per colpa la libertà.

Buonasera a tutti e buon -controlla- 6 aprile. Se vi interessa oggi è l'anniversario del giorno in cui Petrarca incontrò Laura.

Ho visto il musical sabato sera a Milano e me ne sono innamorata. Innamorata nel senso che sono 4 giorni che ascolto le sue canzoni non appena capito davanti al PC o al cellulare. Ma immagino che voi capiate ciò che intendo.

Ho sviluppato un amore incondizionato per Clopin, per il suo coraggio, la sua combattività, la sua forza, la sua figura protettiva... per questo, quando ho sentito il bisogno di scrivere sul musical ho subito pensato a lui e al popolo che ha guidato e per cui ha combattuto.

Davvero, credo sia il personaggio meglio riuscito dell'intero musical.

Visto che le note sono già fin troppo lunghe per una drabble mi dileguo sperando con tutta me stessa che questa drabble abbia reso onore al re dei gitani (e alla sua morte) e ai ''clandestini'' (di ieri e di oggi).

Se vi va, lasciatemi una recensione, mi farebbe davvero piacere!

NinetyNine