IO MI RICORDO
Io mi ricordo
dei cucchiai affondati
nel nulla di un piatto nostalgico
Io mi ricordo
dei volti giovani e venduti
alla stazione di Milano
Io mi ricordo
delle ossa estive
sotto le bombe piovose e educate
Io mi ricordo
dei corpi vuoti galleggiare sul mare
della loro speranza naufragata
Io mi ricordo di quei tempi che furono
d'un dolore un unico canto
nelle note dell'indifferenza dei sordi
Per questo soffro,
con i miei fratelli di altro mare, di altra terra, di altra pelle:
perchč fui loro e loro sono me.
Note: Il tema della poesia č la sofferenza degli immigrati che in questi anni stanno scappando da paesi martoriata da una guerra folle (ma non lo sono tutte le guerre?), per rifugiarsi in stati priviligiati, sordi alla loro disperazione, che li considerano un problema parassitario, invece che la dimostrazione di come l'umanitą sia incapace di imparare da sč stessa.
Nella poesia faccio riferimento infatti a quando sono stati gli italiani a trovarsi nella situazione attuale dei paesi islamici, citando dei fatti in ogni strofa.
Nella prima mi riferisco alla fame dopo la seconda guerra mondiale.
Nella seconda faccio riferimento al protocollo Italo-Belga, che ha visto scambiato carbone con uomini italiani mandati a lavorare in Belgio.
Nella terza mi riferisco ai bombardamenti inglesi sull'Italia durante la seconda guerra mondiale.
Nella quarta invece parlo degli italiani morti affogati col naufragio del Titanic.
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