Errore
Mentre in classe c’è un’aria
irrimediabilmente assopita, mi riscopro quasi sdraiata sul banco a fissare
l’orologio. Ancora le 8.45. Credevo fossimo già verso la fine della seconda
ora, e invece siamo a malapena alla prima mezz’ora di scuola. Faccio un rapido
resoconto mentale: storia, filosofia, latino, inglese e scienze. Un massacro.
Alzo impercettibilmente lo sguardo per vedere chi è il “fortunato” del giorno e
scopro che è Luigia, che balbetta frasi
sconnesse e senza senso su quella che dovrebbe essere la storia di…? Di? Di chi
parla? Di cosa parla? E’ stata interrogata, ma quanto tempo fa? Decido di
mandare un biglietto al mio compagno di banco, Antonio.
“Di che parla?”
“Di Platone, addormentata cronica”
Leggo la sua grafia alta e sottile, e
mi sorge una domanda, spontanea:
“Ma non siamo nell’ora di storia?!”
“Ha chiesto di essere interrogata in
letteratura”
“Quando?”
“Cinque minuti fa, mammamia fatti
vedere da qualcuno!”
“Vabbè, ciao”
Appallottolo il biglietto nel mio enorme astuccio blu,
mentre una vocina comincia a parlare, nella mia testa:
“Addormentata”
“E’ lui che non si perde neanche una virgola di tutto
quello che succede in classe”
“No, sei tu che
vivi sulle nuvole”
Vivo sulle nuvole? Davvero? Meglio non pensarci. Comincio
a ripetere mentalmente Pathetique, una famosa sonata di Beethoven che
conosco a memoria, visto che l’ascolto dalla mattina alla sera, e comincio a
cullarmi nei suoi tempi e nelle sue dinamiche e nel sogno che un giorno
riuscirò anch’io nella grande impresa di suonarla. Quando torno nuovamente alla
realtà –dopo un bel po’ di tempo- noto che tutti, intorno a me, scribacchiano
sui loro quaderni. Mi rifiuto di chiedere ad Antonio o a qualsiasi altra
persona per non fare di nuovo la figura della scema, e mi concentro sui
particolari: libri di storia aperti sul nuovo capitolo, sottolineature sui
testi molto probabilmente appena fatte, visi concentrati su appunti e
riassunti. Di nuovo. Capisco che la professoressa ha spiegato e che io, ancora,
mi sono persa tutto. Non ho sottolineato né fatto niente. Non ho voglia di
pensare all’espressione ebete del mio viso quando sono completamente immersa
nel mondo dei sogni, e guardo fuori. C’è il sole. Fa caldo. Siamo in Aprile,
fra un po’ mio fratello torna dall’università dell’Aquila, la scuola finisce,
mio padre termina la sua maledetta barca in costruzione da tre anni e si va a
mare. Si, che bello. Si torna a far niente. Poi, mentre sono cullata da questi
pensieri, la vocina di prima comincia di nuovo a riecheggiarmi nella testa:
“Lo vedi, non te
ne frega proprio niente”
“Questa volta non me ne sono neanche accorta”
E’ assolutamente vero. Possibile che abbia veramente
problemi nel stare attenta? Ma no, in classe staranno tutti a pensare ai fatti
loro, figuriamoci. Mi accorgo che le “veline” parlottano tra di loro sui loro
nuovi ragazzi. Ci sono Teo e Vanessa che chiacchierano e ridono sottovoce,
Saverio e Luigi che giocano con i calciatori panini. Mi stupisco sempre quando
penso che sono arrivati all’età di 15 anni suonati ed è come se ne avessero
ancora 8, viste le cose infantili che fanno. Ma forse loro sono più felici
così. Poi noto Giulia e Angela, Tania e Anna Clara, Crystall e Angelica, loro
mi stupiscono ancora di più. Sono quel genere di ragazze che studiano sempre,
ascoltano in silenzio, delle sante, insomma. Lì c’è veramente da ammirare.
Infine mi accorgo della professoressa che mi guarda furiosa, e mi urla contro:
-Mi raccomando, sempre attenta!-
Si girano tutti verso di me, ora è il mio turno di
balbettare frasi sconnesse e senza senso. Poi la prof parla di nuovo.
-NOTA!!!-
E scrive sul registro.
“Errore”
Ancora quella
vocina che mi rovescia la verità addosso, per la terza volta in una giornata.
Lo ammetto anch’io che ha ragione. La verità è che sono irrimediabilmente un’addormentata.
Scusatemi per questa scemenza,
ma non ho potuto fare a meno di scriverla^^. Sono curiosa di sapere cosa ne
pensate, sono accettate recensioni anche negative, non preoccupatevi. Vi
ringrazio anticipatamente.
Baci,
Bibi.