GlobalSuccess
A
Niall
che
ci da solo gioie
“GLOBAL SUCCESS”*
Londra, 19 febbraio
2014
Niall
ama le premiazioni. Ama vestirsi bene, sedersi fra tutti quei
cantanti pazzeschi e godersi lo spettacolo.
Ama
anche ritirare premi, ma non è fondamentale.
A
lui basta già essere li, insieme ai suoi amici. Gli sono mancati in
quelle settimane di libertà che ha usato per operarsi al ginocchio e
ora è felice di passare quella giornata con loro, in attesa dei
Brit's 2014.
L'idea
di ritrovarsi tutti quanti in quel hotel è partita dal solito Liam,
ma sono stati tutti entusiasti di accontentarlo.
Sono
arrivati la sera prima, sul tardi e hanno preso possesso delle loro
suite. Hanno fatto di tutto per non far trapelare nulla e godersi in
santa pace quelle ventiquattro ore, senza folle urlanti di fronte la
hall.
Stando
alla sua TL di Twitter la notizia non è ancora trapelata, anche se
loro avevano scommesso sul cameriere del servizio in camera. I soliti
malfidati.
Visto
il numero delle canne di Zayn dovrebbe essere all'incirca
mezzogiorno. Niall è ancora a letto, ma non per pigrizia, sta solo
cercando di far riposare il più possibile la sua gamba. Le stampelle
sono appoggiate al comodino. Le osserva per un momento, valutando se
imbracciarle per raggiungere la chitarra abbandonata sulla poltrona,
ma poi ci ripensa.
“Zayn,
passami la chitarra”,
dice al moro, che è tutta la mattina che staziona sul divano, con
l'occorrente per fumare apparecchiato sul basso tavolo da caffè.
Zayn
non risponde, si alza, afferra la chitarra e gliela porta.
Niall
ama la sua chitarra. Lo sanno tutti, si vede chiaramente. Quello che
la gente non sa, e che forse lui non ha mai confessato, è che aver
imparato a suonarla è una delle cose di cui va più orgoglioso.
Poggia
le spalle alla testiera, sistemandosi meglio la chitarra in grembo,
mentre Zayn è tornato a trafficare con le cartine, canticchiando un
motivetto a mezza bocca e da qualche parte un cellulare annuncia un
messaggio.
Niall
pensa che Zayn sia bello. Bello da guardare, ma anche da vivere e lui
ama averlo intorno. La sua calma filtra nelle sue ossa, attraverso
strati di vestiti, pelle, muscoli e vene, come un flusso potentissimo
di radiazioni nucleari. Si fonde con il suo dna, producendo
endorfine. A volte pensa che se Zayn non ci fosse stato, in molte
delle situazioni che hanno vissuto da quando tutto è iniziato, Niall
si sarebbe certamente lasciato travolgere da uno di quegli attacchi
di panico che in più occasioni hanno minacciato il suo equilibrio.
Ma lui c'era, insieme alle sue radiazioni che di nocivo non hanno mai
avuto nulla.
Si
concentra sul suo borbottio e poi attacca qualche accordo cercando di
accompagnarlo, un po' in sordina, quasi casualmente.
'Ma
ci vai anche al bagno con quella chitarra?',
gli chiede allora Zayn, senza alzare gli occhi dal tavolino.
Niall
ridacchia, ma non risponde.
Ormai
si è abituato al fatto che tutti, in quella band, lo sfottono per
l'attaccamento che dimostra per quello strumento. Ma Niall non se la
prende. Il più delle volte ride con loro. Pensa sia normale, per gli
altri, non riuscire a spiegarsi la sua ossessione. Ci ha messo un po'
anche lui a comprenderla.
Si
ricorda ogni istante del suo processo di apprendimento. Gli
innumerevoli tentativi. Le prove estenuanti. I primi live con la
chitarra al collo, dove era rigido e teso, impaurito da ogni tocco
che lasciava su quelle corde. Il suono degli amplificatori, che
rimandavano centuplicata la carezza dei suoi polpastrelli,
plasmandola in una melodia a ogni esibizione sempre più precisa. Ha
faticato Niall. Gli altri, forse, non hanno capito lo sforzo e
l'impegno che ci sono voluti per renderlo un tutt'uno con la sua
chitarra. Ma a Niall non è mai pesato. Lo voleva dall'età di sette
anni, immedesimarsi con essa, come quel musicista geniale, che non
voleva essere il pianista, ma il piano. Come si chiamava? Mah,
GlennQualcosa...non è
importante.
Quello
che conta è che ci è riuscito. Lui, ora, è quello
con la chitarra. E Niall
ama essere quello con la chitarra, lo definisce e finché non è
stato così, ricorda di essersi sentito intimorito dai suoi amici,
dai loro talenti, così limpidi e riconoscibili.
Liam
appare all'improvviso nella stanza. Indossa una tuta, probabilmente
andrà a correre in palestra. Ci dormono loro tre in
quell'appartamento, lui, Zayn e Liam e a Niall sembra un angolo di
paradiso.
“Vado
a correre”, esordisce
Liam, sistemandosi il cardio-frequenzimetro al polso e
appallottolando la fascia toracica in una tasca.
“Ti
stimo”, gli fa sapere
Zayn, che ora si è sdraiato sul divano, sopra il quale fluttua una
splendida nuvola di fumo grigio. Liam passa davanti a lui, gli offre
il pugno e Zayn lo fa scontrare con il suo, in un saluto che Niall si
è sempre rifiutato di replicare. Appartiene a loro.
“Ah,
dimenticavo...”, dice
poi Liam, “Titti e
Silvestro sono svegli”,
afferma, con uno sguardo colmo di inquietanti sottintesi, poi se ne
va, chiudendosi piano la porta alle spalle.
Niall
scoppia a ridere.
“Biondo
non c'è niente da ridire. E' finita la pace ”,
commenta Zayn.
“Morirò.
Hazza come Titti. Non ce la faccio”,
dice Niall, senza smettere di ridere.
“Beh,
gli occhioni sono quelli, no?”,
commenta Zayn, trattenendo un sorriso fra le labbra.
“Assolutamente”.
Zian
sospira enfatico.
“Maledetto
Liam. Ora come farò a non disegnarli come Titti e Silvestro, me lo
dici?!”, domanda
retorico il moro.
“Spero
solo che Tommo non trovi mai quel disegno Z. Anzi no, spero che lo
trovi e che io sia presente. Sarà memorabile”,
dice Niall, fissando il vuoto e immaginando Louis in preda allo
sdegno che sbraita, “Io
non ho nulla a che fare con quel gatto sfigato del cazzo, stronzi!”.
Niall
vorrebbe che Zayn iniziasse ora a buttarne giù uno schizzo.
Il
moro nel frattempo ride in silenzio, a testa basta, come fa sempre
quando non riesce a trattenersi. Ha le dita schiacciate sugli occhi
chiusi e scuote piano la testa, mentre piccoli sussulti gli scuotono
le spalle. Deve aver immaginato la scena anche lui, pensa Niall
guardandolo.
“Dio,
Louis sarebbe capace di sgozzarmi nel sonno”,
considera alla fine Zayn, mentre riprende fiato.
Niall
ride.
Il
talento di Zayn risiede sicuramente nella sua voce, ma Niall crede
anche nel modo in cui guarda il mondo, che pare concentrarsi nei suoi
occhi scuri, per poi colare dalle sue mani quando disegna. Ricorda
perfettamente quando lo conobbe a X Factor e pensò di non aver mai
incontrato un ragazzo così giovane con già impressa a fuoco la
parola artista in
ogni gesto e affermazione.
Zayn
lo aveva intimorito a lungo per questo e per quel suo modo di stare
al mondo e non esserci davvero. Di stare in mezzo a loro, riuscendo
comunque ad estraniarsi, ma sempre senza risultare arrogante, o
annoiato dalla loro banalità. Con il tempo, la sua presenza-assenza
è diventata una delle costanti preferite della vita di Niall.
“Tanto
lo so che ti erano mancati”,
commenta allora, mentre la cassa della sua chitarra risuona vuota,
quando ci poggia sopra la mano per fermare la vibrazione delle corde.
Zayn
lo guarda un istante, distogliendo poi lo sguardo per nascondere un
sorriso appena accennato.
Niall
allunga la gamba sana sul letto e con attenzione appoggia la chitarra
di piatto sulle sue cosce iniziando ad accordarla, anche se sa che
non ce n'è davvero bisogno.
Pensa
a Liam. Al modo in cui è riuscito a riunirli li. Al suo talento, che
consiste in quella capacità di trasformarsi in un amalgama in grado
di tenere insieme i materiali più diversi. Se lui lo decide, nessuno
può staccarsi da quel mucchio caotico di elementi distanti e
opposti. Se Liam lo vuole, lo vuole davvero, troverà sempre il modo
di incollare gli uni agli altri, in modo perfetto, lasciando solo una
sottilissima fuga, il giusto spazio per respirare. Niall stima Liam
per questo e per la sua voce e il suo impegno e per l'interesse che
ha sempre dimostrato verso ognuno di loro e per i suoi testi, per
quelle parole che riesce a mettere insieme e che Niall canta,
cercando sempre di rendergli giustizia.
Niall
considera la sua voce un dono e la ama. Sa di essere intonato, ma
trova molto più gratificante suonare la sua chitarra. Chissà se
anche per Liam è così? Se è più gratificante scrivere una strofa
che cantarla? Non gliel'ha mai chiesto, forse perché dovrebbe
spiegargli cosa c'è davvero tra lui e la sua chitarra e come si
sentiva prima, di fronte a lui, senza quello strumento a definire i
contorni del suo essere e Niall non sa se vuole farlo.
Delle
voci rimbombano per il corridoio del loro piano. Niall guarda Zayn,
che lo sta fissando a sua volta.
“Scappiamo?”,
propone il moro con una smorfia, mentre tre colpi secchi risuonano
alla porta.
“Troppo
tardi”, sentenzia
Naill ridendo, quando un, “Aprite
stronzi”, giunge
chiaramente alle sue orecchie.
Zayn
alza gli occhi al cielo, si stiracchia come una pantera assonnata,
poi si alza per andare a aprire con il passo lento del condannato a
morte.
Nel
momento in cui Harry e Louis entrano nella stanza il silenzio viene
spinto di prepotenza in un angolo. Niall non riesce a spiegarsi come
sia possibile, ma quando quei due compaiono le sue orecchie iniziano
a ronzare. E non ha niente a che fare con la voce argentina di Louis,
o con l'incapacità di Harry di non sbattere contro ogni angolo acuto
che lo circonda. Possono rimanere in silenzio e immobili, ma
l'ambiente rimanderebbe comunque il battito dei loro cuori, il sibilo
sincronizzato dei loro polmoni, il fruscio dei loro capelli e il
rombo assordante del loro sangue, che sembra ribollire solo per la
loro reciproca presenza. .
Niall
ama il silenzio. Ma crede di amare un po' di più Harry e Louis che
inondano di vita ogni ambiente che occupano. Per lui è come
assistere a un numero di magia.
“Harreh
a fame. E pure io.
Chiamiamo il servizio in
camera. Dov'è
Payno? Z, fai una canna. Biondo, sposta il culo e fammi spazio”.
Quella
specie rara di tigre nana, foderata di tessuto felpato Adidas, che è
Louis Tomlinson, si lancia sul letto vicino a lui, mettendosi comodo,
incrociando le caviglie. E' scalzo, nota Niall, ma non se ne
sorprende minimamente.
Louis
ama stare scalzo, ovunque,
e
se anche soffre un po' per via della statura,
pochi
centimetri dati da un paio di scarpe cambierebbero poco, quando vai
in giro con una buona copia di un bronzo di Riace, alto quasi due
metri.
Harry
osserva apertamente l'espressione bonaria e giusto un po' preoccupata
che Niall sta dedicando al suo amico. Aspetta che Louis si sistemi
meglio, dando l'impressione di stare comodo, poi sorride a Niall in
quel
modo, in quel suo modo che dice, “grazie”.
Grazie
per sopportarlo.
Grazie
per guardarlo con affetto.
Grazie
per avergli fatto spazio vicino a te.
Grazie
per averlo accontentato.
Niall non sa come sia possibile leggere tutto questo in un singolo
sorriso, ma è così che funziona con loro due. Ormai lo sa. Louis
traduce i sorrisi di Harry in una lingua muta e non sembra nemmeno
accorgersene, mentre sfila di mano la chitarra a Niall, ancora preso
a fissare la fossetta di Harry, fermo ai piedi del letto.
“Liam
è in palestra”,
informa allora Zayn, mentre torna al suo divano.
“Liam
è uno sfigato”,
ribatte Louis, giocando con la chitarra di Niall che lo tiene
d'occhio, ancora preoccupato per il suo strumento e per la sua gamba.
Harry, alle parole di Louis, abbassa lo sguardo per nascondere il suo
divertimento, poi si avvicina all'impianto stereo, a cui attacca
l'Iphone, facendo partire una delle sue playlist. Nessuno commenta.
Tutti sanno che la musica la sceglie Harry. Louis muove un piede a
tempo, mentre studia la chitarra, segno che conosce bene quel pezzo
che Niall non ha mai sentito prima.
“Ordino
da mangiare”,
dice allora Harry, avvicinandosi al telefono.
“Dio,
ti prego, si”,
esclama Louis, alzando di scatto lo sguardo su di lui, come se avesse
sentito la voce di Dio in persona.
Harry
afferra la cornetta, fissa la moquette della stanza e parla a voce
bassa. Niall già sa che sbrodolerà un numero imbarazzante di
grazie, grazie
davvero
a chiunque gli abbia risposto prendendo il suo ordine.
Può appena vedere il suo profilo perfetto, nascosto dai boccoli
scuri che sembrano dipinti sulle guance pallide, come a disegnare
una lucida freccia che indica il lampo rosso delle sue labbra. Harry
era bello anche da ragazzino, a sedici anni, ma quello che è
diventato ora, Niall, non riesce a concepirlo. La sua bellezza è
qualcosa di folle e selvaggio, non può essere contenuta o gestita.
Il suo volto, il suo corpo, sono una bomba fatta brillare
involontariamente a ogni suo gesto, sprigionando una luce bianca che
ti lascia cieco a tutto, tranne che a lui.
Harry è pazzesco e Niall non si è ancora abituato a lui e forse non
lo farà mai. Se passano molto tempo separati, quando se lo ritrova
davanti, quando sente di nuovo la sua voce, ha sempre un momento di
sconcerto. Ma non centra nulla il suo orientamento sessuale, Niall
ama le donne. Ma Harry è un ibrido così perfetto da soddisfare ogni
desiderio e istinto umano e Niall non sa spiegarsi come sia
possibile.
“Nialler,
mi fai paura quando ti impalli così”,
gli dice a quel punto Louis, guardandolo storto di fianco a lui.
“Stavo
pensando”,
si giustifica Niall.
“Ah,
beh, allora capisco il tuo sforzo”,
lo sfotte Louis, buttando la testa all'indietro per ridere a bocca
aperta.
Harry è seduto vicino a Zayn adesso, stanno parlando del pezzo in
riproduzione, ma come scoppia la risata di Louis la sua testa scatta
verso il letto. Niall giura che le pupille di Harry si allarghino
sempre di qualche millimetro, quando osserva la gola di Louis così
esposta. Aspetta che la risata si spenga, come se non volesse
perdersene nemmeno un singulto e poi torna a concentrarsi su Zayn.
Quando
il campanello della suite suona, annunciando il servizio in camera,
Louis balza giù dal letto e corre a aprire la porta. La cameriera
spinge il carrello nella stanza seguita da Louis che gli fa un gesto
vago con la mano, come a dire lascialo
dove ti pare,
poi la ringrazia, nascondendo appena la sua impazienza mentre lei
lascia la suite.
Niall si rimpossessa della sua chitarra e si sistema più comodo sui
cuscini.
I sui due amici si avvicinano al cibo, Harry tocca la teiera
accertandosi che l'acqua sia abbastanza calda e poi ci cala dentro un
paio di bustine di Earl Gray. Nel frattempo Louis sta zuccherando
della spremuta d'arancia in un bicchiere, spolverando un po' di
zucchero anche su una coppetta di frutta a pezzi. Quando Harry ha
finito di spalmare il succo d'acero sui pancakes e Louis di versare
il caffè in una tazza, poggiano tutto sul tavolo. Non stanno
apparecchiando, semplicemente riuniscono il menù in due sezioni
diverse di fronte a due sedie e poi, probabilmente senza rendersene
davvero conto, si scambiano di posto.
Niall vorrebbe urlare.
Guarda Zayn, in cerca di conferma su quello che ha visto, ma il moro
sembra non averci fatto caso, mentre parla al cellulare, quasi
certamente con Perrie.
Ogni volta che assiste a scene simili, Niall non può fare a meno di
chiedersi come ha fatto, all'inizio, a non notare questa simbiosi
quasi involontaria tra Harry e Louis.
Ricorda di aver pensato che erano stati proprio fortunati a trovarsi
quei due, in un contesto così disarmante come il successo che li
aveva travolti. Niall all'epoca pensava, un po' ingenuamente, che era
normale per il piccolo Harry, sentire il bisogno costante della
presenza di Louis vicino a lui, come lo era per Louis, il più
grande, quello di aver sviluppato un forte istinto di protezione
verso il più giovane della band. Per molto tempo non ci aveva visto
nulla di male. Erano Harry e Louis, vivevano insieme, erano l'uno
l'ombra dell'altro, mangiavano dallo stesso piatto e bevevano dalle
stesse bottigliette, usavano gli stessi vestiti e il concetto di
spazio personale era pura utopia. Dormivano addirittura insieme nello
stesso letto e Niall lo aveva accettato come aveva sempre fatto
nella vita, con naturalezza e nessuna malizia.
Poi era iniziato il gossip.
Ricorda
bene il primo video che vide su YouTube dedicato ai Larry.
Ci rise sopra per dieci minuti buoni insieme a Liam, sotto lo sguardo
neutro di Zayn, che senza dire una parola lasciò la loro stanza. Ma
per quante risate si era fatto quel giorno, di notte si ritrovava da
solo nel letto con il suo laptop, a scandagliare la rete in cerca di
altri filmati. Il tarlo del dubbio ormai aveva attecchito e quello
che vedeva in rete non era niente in confronto a quello che lui
stesso poteva osservare dalla sua posizione privilegiata.
Harry non avevo occhi che per Louis. Non era solo un ragazzino che si
imbambolava, perso nei suoi pensieri, come spesso aveva pensato
Niall. Era Louis il suo unico pensiero. E Louis...Dio Louis. Lui era
così sfacciato e geloso e possessivo e rabbioso che Niall pensava
che prima o poi lo avrebbe trovato a soffiare aria nei polmoni di
Harry perchè avrebbe voluto essere solo lui a tenerlo in vita.
Niall iniziò ad amarli in un modo nuovo e mai provato prima, li
amava oltre l'amicizia che provava per loro, li amava come si amano
le cose preziose e delicate, che non sanno di esserlo e che per
questo sembrano sempre sul punto di andare in frantumi.
'Come
va la gamba Nì?'
Harry ha finito di mangiare e si è seduto sul bordo del letto di
fianco a lui.
'Tutto
ok'
risponde Niall con un sorriso.
'Ti
da fastidio?Pensi di farcela stasera?'
'Tranquillo
Haz e poi passeremo la serata seduti',
commenta, per rassicurarlo.
'Col
cazzo che la passeremo seduti',
si intromette Louis, avvicinandosi al letto e puntandogli un dito
contro, “Noi
saliremo su quel palco Biondo e Liam alzerà quel fottuto premio, lo
sai che succederà',
conclude, afferrando le stampelle di Niall dal comodino e iniziando a
zampettare in giro, sotto lo sguardo corrucciato di Harry.
'Lou,
potresti poggiare quelle stampelle?Porta sfiga usarle',
lo rimprovera il riccio.
'Harreh,
non sono impedito come te Love,
rilassati'.
Niall si tappa la bocca per non sbottare a ridere in faccia a Harry,
li vicino.
'Impedito',
ripete Harry, come a sincerarsi che Louis volesse usare proprio quel
termine.
'Dai
Haz, lo sai, sei scoordinato peggio di un puledro, ma sei tenero eh',
spiega Louis, regalandogli un sorriso enorme, a rabbonirlo.
A quel punto Niall scoppia nella sua risata. Quella forte e rumorosa.
Zayn li guarda male a tutti e tre e si allontana imboccando il
corridoio.
Harry
allora si alza in piedi, si sistema i ricci sulla fronte, quasi
indifferente, prima di scattare in avanti e in due falcate
raggiungere Louis, che per lo spavento ha lasciato cadere le
stampelle, prima di essere sollevato di peso e scaraventato sul
divano li vicino, dove Harry lo tiene premuto e nascosto sotto di
lui, blaterando qualcosa come, “impedito
eh, impedito! piccolo arrogantello di Doncaster”.
Louis
inizialmente è tutto un, 'Dai
Harreh, piantala. E dai. Falla finita. Lasciami',
finto distacco e indifferenza poi, come sempre, non può resistere a
Harry che vuole giocare
con lui e sfuggendo alle sue braccia, ribalta le posizioni
montandogli sopra e mozzandogli il respiro con del solletico tattico
e mirato, che quasi fa piangere Harry, mentre lui gli urla, 'Perché
ti ostini?Eh?Eh? Lo sai, non puoi vincere!Arrenditi!'.
Niall
dal letto continua a ridere, afferra il cellulare e gli scatta una
foto che invia subito a Liam con un messaggio, “Quando
torni?”,
la sua riposta è un secco, “Mai”.
Niall ride ancora più forte.
Si asciuga le lacrime giusto in tempo per assistere alla strategia di
Harry, che per uscire da quella posizioni di svantaggio, decide di
giocare sporco come solo lui sa di poter fare.
Improvvisamente smette di ridere e, con ancora il fiato corto,
attacca le sue labbra rosse al collo di Louis, mentre le sue mani
enormi gli bloccano i fianchi, incastrando al millimetro le sue
lunghe dita nelle fossette di venere appena visibili sotto la felpa
di Louis.
Louis è un robot e Harry ha il telecomando. Spinge i tasti giusti,
che solo lui conosce e lo immobilizza all'istante. Niall può vedere
il momento esatto in cui Louis smette di respirare, tendendo ogni suo
singolo muscolo. Poi la scena riprende velocità e Harry quasi per
magia è libero e corre a rifugiarsi sul letto vicino a Niall,
ridendo come un bambino soddisfatto.
''Dio,
sei così prevedibile Lou',
lo sfotte a quel punto, al sicuro sul letto e poggiando sconsolato la
fronte sulla spalla di Niall.
Louis ha gli occhi spalancati di un azzurro impossibile. Sembra
sconvolto e incredulo mentre fissa Harry dal divano.
'Non
ci credo che lo hai rifatto un'altra volta!',
commenta irritato.
'Mica
è colpa mia se sei sempre arrapato',
ribatte Harry con un sorrisetto angelico e compiaciuto.
'Certo
che è colpa tua. Tua e di quelle labbra oscene, Styles. Sono solo un
uomo, mica Padre Pio, cazzo!'.
Niall si chiede se davvero è mai morto qualcuno per il troppo
ridere. Perchè lui potrebbe essere il primo. Louis frustrato è
l'immagine più esilarante che gli sia capitato di vedere da un bel
po' di tempo a quella parte. Sembra un bambino capriccioso che vuole
il suo lecca-lecca, ma allo stesso tempo si infila sfacciato una mano
nei boxer per sistemarsi l'erezione con tutta la naturalezza del
mondo, fulminando il suo ragazzo con uno sguardo. E' tenero e
sporchissimo insieme e se anche Niall riesce a percepirlo, pensa, non
può immaginare l'impatto che quell'immagine può avere su Harry, li
vicino a lui.
Harry si sta coprendo gli occhi con una mano, in imbarazzo per il suo
ragazzo, ma Niall può vederlo chiaramente sbirciare fra le dita,
mentre trattiene l'ennesima risata, sapendo che Louis non la
prenderebbe bene, arrivati a questo punto.
'Sei
adorabile',
gli dice allora, cercando forse di ammansirlo.
'Adorabile
un cazzo, Harreh. Se non fosse per l'anima candida e handicappata che
sta di fianco a te, te la farei vedere io una cosa davvero
adorabile!'
e dicendo questo si alza dal divano e imbocca il corridoio a passo
di marcia.
Harry e Niall si scambiano uno sguardo e poi scoppiano a ridere di
botto, prima di tornare a fissare la porta del corridoio.
'Ma
nemmeno al cesso si può stare tranquilli in questo hotel del cazzo?'
La voce di Zayn è colma di esasperazione.
Quando
il moro riappare nella stanza, punta un dito in direzione di Harry
con fare minaccioso e gli dice, 'Amico,
vai a recuperare quel nano, perché se mi ritrovo un'altra volta
chiuso in un cesso con lui a cazzo dritto, giuro su Allah che ti
vengo a cercare e non sarà piacevole per te Principessa'.
'Ma
che ci è andato a fare al bagno?',
chiede Niall.
'Sono
uscito prima di scoprirlo, grazie tante',
ribatte Zayn,'e ho
dovuto pure attaccare con Perrie',
conclude.
A quel punto Harry si alza dal letto con un espressione paziente in
faccia e si incammina verso il corridoio.
Niall riesce a sentire la sua voce anche a quella distanza.
'Loueh,
apri. Dai, per favore',
supplica Harry, probabilmente alla porta chiusa del bagno.
Non sente la risposta di Louis e quello che segue dopo è solo un
borbottio confuso da parte del riccio. Niall non sa cosa gli ha detto
per convincerlo, ma sente la porta del bagno aprirsi dopo qualche
istante e poi richiudersi subito dopo.
'Perfetto,
ora dovremmo chiamare il servizio in camera e far disinfettare il
bagno, ma che cazzo!',
esclama Zayn, accendendosi un sigaretta.
'E
dai Zayn, lasciali in pace',
dice Niall indulgente.
''Tu
li difendi sempre Biondo. Vanno educati. Non possono scopare sempre
impunemente dove gli capita, cazzo'.
'Sei
solo geloso'.
'Geloso?
Certo che sono geloso!Chi non lo sarebbe? Sembrano usciti da un
fottuto film porno Disney. Non so se mi si cariano più i denti o me
lo fanno venire più duro! E' sfiancante vivergli a fianco e non
dirmi che non è così. Con questi due nella tua vita qualsiasi altra
relazione sembra un fottuto rapporto medico-paziente!”.
'Come
sta Perrie, Z?'
'Che
centra ora Perrie, si può sapere?'
'Dimmelo
tu'.
Zayn lo fissa per una manciata di secondi, poi da un tiro alla
sigaretta, aspirando forte.
'Lasciamo
perdere', taglia
corto, soffiando una nuvola di fumo dalle labbra.
Niall sa che il rapporto di Zayn e Perrie è uno di quei rapporti che
qualcuno potrebbe definire “burrascosi”. E' abituato alle
telefonate interminabili di Zayn alla sua ragazza, a qualsiasi ora
del giorno e della notte. Non è mai riuscito a capire il motivo
delle loro discussioni e non l'ha mai chiesto. Pensa che i due si
amino, ma che in qualche modo, a tratti, questo non sia sufficiente
per loro. Come se si aspettassero anche altro dalla loro storia.
Qualcosa che a periodi sono disposti ad attendere e altri in cui gli
sembra così indispensabile da renderli impazienti e nervosi. E in
quel momento a Niall sorge il dubbio che quello che Perrie e Zayn
aspettano e vorrebbero, è quello che è chiuso a chiave nel bagno di
quella suite.
'Sai
quante volte capita, Z?',
domanda Niall con lo sguardo fisso sull'uscio del corridoio.
'Di
che parli?',
gli chiede il moro a bassa voce, prima di avvicinarsi al letto e
sedersi sul bordo del materasso, dandogli le spalle.
'Non
puoi prendertela con loro' continua
Niall, sempre osservando quell'uscio,'e
nemmeno con Perrie, Z. Quello che c'è in quel bagno esiste solo li',
conclude.
'Se
esiste li, perché non potrebbe esistere anche altrove?', ribatte
Zayn, senza voltarsi, ma fissando anche lui lo stesso uscio di Niall.
'Tu
hai mai visto qualcosa del genere da qualche altra parte?',
domanda retorico Niall, intrecciando le dita sul suo stomaco.
'No'.
'Io
ti capisco',
dice Niall, dopo qualche istante, a bassa voce, “Voglio
dire, guardami, con quante ragazze mi hai visto uscire? E quante hai
rivisto per più di due volte? Sto qui a farti la predica, ma è come
se la facessi a me stesso, credo',
confessa Niall.
'Mi
dispiace',
dice Zayn a quel punto, 'gli
voglio bene, lo sai'.
'Lo
so'.
'E'
solo che a volte è difficile',
dice passandosi una mano fra i capelli, 'Ci
sono giorni che non riesco neanche a guardarli.
Fa male e...e
loro sembrano così inconsapevoli. Quasi mi fanno rabbia',
conclude abbassando il capo, vergognandosi un po' per quella
confessione.
'Inconsapevoli?
Ti sbagli, credimi',
afferma Niall, osservando la sua nuca china.
'Mi
sbaglio? Io non credo. Guardali'
dice Zayn, indicando il corridoio con un gesto deciso della mano.
Niall sospira appena.
'Ti
ho mai raccontato di quella riunione a porte chiuse?',
domanda poi.
'Quale?'
'Quella
riunione Z. Quella per Eleanor',
dice con calma Niall.
Zayn alza la testa e si gira per guardarlo in faccia, confuso.
'Era
a porte chiuse, lo hai detto tu. Solo Lou, Harry e il management',
ribatte Zayn fissandolo.
'Già.
Ma poi la riunione è finita e le porte si sono aperte',
dice Niall spostando il suo sguardo sul copriletto.
'E...',
lo incalza Zayn.
'E
passavo di li. Per caso. Li avevano lasciati da soli nella stanza
dopo il meeting e...e credo che pensavano di essere soli. Sicuramente
lo pensavano, perché Harry piangeva. Tanto. Neanche a sedici anni
l'ho visto piangere così Z. Si era rifugiato in un angolo della sala
e Louis era di fronte a lui. Harry...aveva gli occhi sbarrati e lo
fissava in lacrime e diceva, “Che
faccio io senza di te Lou?'
Ripeteva solo quella frase capisci? Sempre la stessa:'Che
faccio io senza di te Lou?','Che
faccio io senza di te Lou?', Niall sospira dal naso, passandosi una
mano tra i capelli, 'Sembrava...sembrava
sotto shock. E forse lo era davvero. E Louis...Louis lo toccava
ovunque. Gli tirava i ricci e lo chiamava,
“HarryHarrysonoquisonoqui',
con quella sua vocetta... Ma Harry niente. Solo:'Che
faccio io senza di te Lou?'.
Credo che Tommo a quel punto fosse terrorizzato. Gli si è buttato
addosso e gli ha detto, 'Non
lo saprai mai, te lo giuro. Non lo saprai mai'...a
quel punto me ne sono andato'.
Niall
riprende fiato e quando torna a guardare Zayn ha un sorriso triste
sulle labbra, 'Sanno
perfettamente cosa hanno e cosa rischiano di perdere, ogni giorno'.
Zayn ha gli occhi lucidi nota Niall e un po' gli dispiace averlo
intristito così.
'Cazzo',
commenta solo, fra sé e sé, il moro.
'Già.
Cazzo',
ripete Niall.
Il moro si alza dal letto per raggiungere il tavolino e prendere
un'altra sigaretta. L'accende svelto e portandosi dietro un
posacenere, si accomoda sul letto accanto a Niall.
'Sono
un amico di merda',
afferma a quel punto, serio, ispirando piano dalla sigaretta.
'Stronzate',
lo rassicura Niall, 'in
fondo è vero, a volte sono insopportabili. Ma hanno solo noi, Zayn,
okey? Quello che sono, possono esserlo solo davanti a noi', Niall
si gira a guardarlo negli occhi,
'Esagerano, è vero, ma pensaci, non fanno che fingersi amici per
tutto il tempo. Ci saranno giorni in cui avranno quasi paura di
essere davvero solo quello, e quando si ritrovano da soli con noi, è
come se dovessero gridarlo il più forte possibile, che non è così.
Che si amano'.
Niall
distoglie lo sguardo da quello di Zayn, tornando a poggiarlo sulla
sua chitarra, 'Non
lo so',
riprende sospirando, 'forse
straparlo, ma a volte vorrei gridarlo anche io che non sono amici.
Vorrei urlarlo a tutto il mondo, cazzo, come quando canto'.
Zayn
fa calare un braccio sulle sue spalle, tirandoselo addosso.
'Maledetto
irlandese romantico', gli dice,
baciandogli i capelli biondi.
Niall
ridacchia sulla sua spalla.
Liam
sceglie quel momento per rientrare dalla sua sessione di allenamento.
'Vi
prego, ditemi che non è quello che sembra',
dice, fermo sulla porta a farsi asciugare il sudore addosso.
Zayn
gli tira un cuscino dicendo solo, 'Coglione',
mentre Niall lo rassicura con un “Non lo è, tranquillo
Liam'.
Liam
si lascia andare a un enfatico sospiro di sollievo, per poi chiedere,
'Titti e Silvestro?'.
Zayn
si stiracchia pigramente sul letto per poi dire, 'Mettiamola
così, non userei quel bagno al momento'.
Liam
alza gli occhi al cielo.
'Eppure
una stanza ce l'hanno',
commenta.
'Se
quelle quattro mura potessero parlare'
dice Naill ridacchiando.
'Urlerebbero,
Biondo', sottolinea Zayn.
'Ma da quanto sono
chiusi li dentro?', chiede Liam,
passandosi l'asciugamano sulla faccia e avvicinandosi al carrello
della colazione per bere.
'Un
po'', lo informa Niall.
Liam
svuota il bicchiere in quattro lunghi sorsi, si asciuga le labbra con
l'avambraccio nudo e avviandosi verso il corridoio dice, 'Beh,
è ora di sloggiare, è tardi dobbiamo prepararci e quel bagno ci
serve'.
Zayn
e Niall a quel punto lo vedono sparire nel corridoio e poi lo sentono
sbattere il pugno chiuso sulla porta, ripetutamente.
'Fuori
di qui. ORA!”
Niall
è ubriaco.
Ma ne
ha piena coscienza solamente quando rimonta in macchina dopo il party
dei Brit's e prende in mano il suo cellulare.
Twitter
è esploso. Ogni social è esploso, stando al suo smartphone,
tempestato da icone rosse con numeri improbabili impressi sopra. E
lui si impalla a scorrere ogni notifica.
Gli
altri quattro nel frattempo hanno scambiato la loro limo per un parco
giochi. Cantano e sbraitano come se fossero sul retro di un pullman
durante una gita scolastica.
Zayn
si è tolto la sua bandana nera dal collo per legarsela sulla fronte,
poi ha afferrato una bottiglia dal mini-bar per usarla come microfono
e cimentarsi in una pessima imitazioni di Bruce Springsteen, il che è
davvero una cosa assurda, che solo grazie all'alcool può accadere
veramente.
Liam
ha ancora un bicchiere in mano, ma non fa parte del servizio della
limo, se l'è portato dietro direttamente dal bar del party e
continua a bere, mentre incita Zayn a continuare nella sua
performance.
Harry
e Louis sono stravaccati sul sedile di fronte a loro. Louis è
sdraiato, le sue stringate nere e bianche affondano nella pelle del
sedile, e la testa sul grembo di Harry, ha il premio stretto in una
mano e una sigaretta nell'altra che tiene miracolosamente distante da
Harry e i suoi ricci.
Harry,
osserva ridendo quello che sta riprendendo con il cellulare.
“Potrò ricattarlo a
vita”, dice ridendo.
“Io cambierò il suo
contatto sull'phone, sarà The Boss”,
aggiunge Louis, osservando Zayn dal piccolo video del cellulare che
Harry tiene puntato di fronte a lui.
“Genio”,
commenta Harry, baciandogli la nuca ridacchiando.
Niall
ogni tanto alza lo sguardo dal suo cellulare per osservarli
divertito, ma poi torna a fissare il piccolo schermo, dove il video
della premiazioni appare in quasi ogni tweet.
Si
okey è ubriaco, ma non è per questo che vede sempre la stessa
immagine ripetersi all'infinito.
E' il
fandom che carica, posta e retweetta sempre la stessa gif. Quella di
Harry che, in ritardo, corre sul palco a ritirare il premio e di
Louis che alza gli occhi al cielo in una muta preghiera, tra il
disperato e il divertito.
Niall
è irlandese e cristiano, eppure di fronte agli occhi azzurrissimi di
Louis che si alzano al cielo, pensa che potrebbe convertirsi al suo
culto, anche se non sa quale sia.
Perché
se le preghiere di Louis riguardano Harry, Niall ne è certo, non
potrebbero mai essere rivolte a qualche Dio minore. Louis non
rischierebbe mai, sceglierebbe il Dio più potente e magnanimo a sua
disposizione, a costo di inventarsene uno di sana pianta, che sia
davvero in grado di proteggerlo. Ma forse, pensa Niall, se quel Dio
esiste, esiste solo per Harry, anche se lui non lo sa.
La
limosine si ferma di fronte l'hotel e loro si affrettano a scendere
barcollanti. Niall ha qualche problema di equilibro a causa
dell'alcool e delle stampelle.
Louis
prima di scendere afferra la bottiglia-microfono dalle mani di Zayn,
che pare non volersene separare e dice:“Ebbastaa!”,
poi l'abbandona sul sedile, uscendo dall'auto.
Schiamazzano
nella hall come una scolaresca qualsiasi, prima di essere guidati
verso gli ascensori.
Entrano
tutti nella suite di Niall salutando chiassosamente le loro guardie
del corpo, che si chiudono la porta alle spalle con un “Mi
raccomando”, del tutto
inutile.
Liam
sta trascinando Zayn verso il suo divano, il moro smanaccia sul
tavolino in cerca di una canna già pronta e non trovandola sbuffa,
abbandonando sconsolato e stanchissimo la testa sul cuscino.
Louis
va in giro per la stanza sbottonandosi la giacca con ancora il premio
stretto in una mano, mentre Harry si siede sul letto scalciando via
gli stivaletti dai piedi.
Niall
abbandona la sua giacca di pelle su una sedia. Deve fare pipì e lo
annuncia agli altri, poi scompare aiutato dalle stampelle nel
corridoio.
Una
volta chiuso in bagno evita di pensare a cosa si è consumato li
dentro quello stesso pomeriggio.
Perchè,
insomma, lui li difenderà pure Louis e Harry, ma preferisce non
avere strane immagini in testa.
Ci
mette un po' ad uscire dal bagno. Non è proprio semplice allacciarsi
i pantaloni e lavarsi le mani in equilibrio su una gamba sola.
Quando
rientra nella stanza principale tutto quello che vorrebbe fare è
lasciarsi morire sul letto fino al giorno dopo, ma il silenzio che lo
accoglie sull'uscio lo distrae dalla sua stanchezza.
Liam
è sparito. Niall si guarda indietro, nel corridoio, e vede la porta
della sua camera chiusa. Deve aver deciso di averne avuto abbastanza
per quella sera e se ne è andato direttamente a dormire.
Zayn
russa piano sul divano. Le lunghe code nere della sua ridicola giacca
da sera pendono dal cuscino sfiorando il pavimento. Per un attimo
pensa di svegliarlo e dirgli di andarsene a dormire in un letto, ma
il suo respiro è così profondo e regolare che Niall non ha il cuore
di disturbarlo.
Il
problema a quel punto è uno solo: il suo letto non è più suo.
In
calzini, boxer e camicia ci sono distesi sopra, in mezzo a un mare di
cuscini, Harry e Louis.
Niall
li osserva in equilibrio sulle stampelle. Li ha visti dormire, da
soli e insieme, migliaia di volte. Lui stesso, almeno una volta, ha
dormito in un letto con ognuno di loro, per cui non dovrebbe davvero
sentirsi come se stesse facendo qualcosa di proibito, guardandoli nel
sonno.
Ma
quella notte sembra esserci qualcosa di diverso. Quella notte
quell'enorme letto di fronte a lui, sembra uno spazio mistico. E non
sa bene da cosa dipenda, se dallo spesso silenzio della stanza, o
dall'armonia casuale delle pieghe del piumone, o da tutti quei
cuscini che li circondano, proteggendoli, come fossero in un nido.
Niall
non lo sa, forse è quella penombra grigia e cangiante che hanno
sempre le camere d'albergo in una grande metropoli, dove fuori non è
mai buio davvero, dove la notte riesce comunque a illuminare la vita,
a modo suo.
L'unica
certezza che ha, in quel momento, è che quella che sta osservando è
una scena iconica, che dovrebbe essere immortalata. Con una foto, un
quadro, una videocamera. O con una canzone.
Perché
per Niall quell'immagine racchiude tutto quello che sono Harry e
Louis. L'ambiente ristretto e protetto in cui vivono. Il loro
isolamento dal mondo. Il segreto che nascondono. L'amore che provano.
Harry
quasi scompare sulle lenzuola. E se non fosse per i boxer neri e
quella camicia, la sua pelle pallida, quasi traslucida sotto quella
strana luce, sfumerebbe nel bianco delle coperte, dando l'illusione
che Louis in realtà sia abbracciato a un angelo. Qualcuno fatto solo
di luce e boccoli scuri, che lo tiene premuto contro di se, una mano
sulla sua nuca, incastrata tra i suoi capelli e l'altra a cingergli
la vita.
Louis
sembra in pace con il mondo. Tutta l'energia cinetica che da sveglio
si impossessa del suo corpo e dei suoi gesti, sembra scomparsa. E'
inerme fra le braccia di Harry, ogni suo singolo muscolo, disteso e
rilassato. Ha il volto incastrato nel collo di Harry, dove il suo
odore deve essere puro, appena contaminato dal profumo del suo
shampoo e le sue piccole dita stringono il colletto della camicia,
insieme a qualche riccio setoso. Anche nel sonno e nella pace
assoluta, Louis non può rischiare di perdere Harry.
Niall
sospira osservandoli. Nel modo più silenzioso possibile si avvicina
a una delle due poltrone della suite. Poggia con attenzione le
stampelle ad un bracciolo, sfila il cellulare dai jeans e si siede
con cautela.
Guarda
ancora verso quel letto, ma ora il suo pensiero è altrove.
Pensa:
“Friends should sleep in other beds” e
non sa bene che farsene di questo pensiero, forse un po' scontato, ma
comunque afferra il cellulare e se lo appunta in una nota, il piccolo
schermo luminoso sembra ipnotizzarlo e lui continua a scrivere, al
buio, in silenzioso, un piccolo sorriso ad abbellirgli il volto.
Il
sole è quasi sorto quando sente Louis muoversi fra le lenzuola. Lo
vede riemergere dal collo di Harry, alzare appena la testa per
lanciare uno sguardo confuso intorno, fino a quando non lo vede li
seduto.
“Niall”,
sussurra, “che fai ancora sveglio?”,
gli chiede, prima di richiudere gli occhi e accoccolarsi di nuovo
addosso ad Harry, che dorme beatamente.
“Niente”,
soffia piano Niall.
“Dormi, cazzo”,
biascica ancora Louis in uno sbadiglio.
Niall
trattiene una risata, ma poi si alza dalla poltrona, lanciando ancora
uno sguardo al letto dove Louis si è riaddormentato di colpo,
imbraccia le stampelle e si incammina in camera di Zayn.
E'
stanchissimo e vorrebbe davvero dormire a questo punto, ma c'è
quella nota chiusa nel suo cellulare che lo tormenta.
Cosa
dovrebbe farsene? Dimenticarsela li dove sta, lasciando che il tempo
e altre mille note inutili la declassino in seconda pagina, o
rischiare?
Pensa
a Zayn, a quello che si sono detti quel pomeriggio. A lui che avrebbe
voluto urlarlo al mondo intero che quei due di là, richiusi in quel
sogno che è il loro amore, non sono amici.
Ma
sa, Niall lo sa, senza bisogno di nessuna conferma da parte del
management che non potrà mai farlo, ma forse, solo forse, c'è chi
potrebbe.
Con
ancora il cellulare in mano accede a WhatsApp e digita:”Sentiamoci
domani, appena puoi. E' importante”.
Le
spunte blu non compaiono, ma Niall lo sa, mentre si infila nel letto,
che il suo messaggio verrà letto e si addormenta.
La
mattina dopo fanno colazione tutti insieme, anche se in realtà
sarebbe ora di pranzo, ma a loro non interessa.
Zayn
ha un aspetto orrendo, forse quel divano non era poi così comodo
come sembrava. Beve il suo caffè amaro a testa bassa seduto al
tavolo della suite insieme agli altri. Liam si ingozza di pane
tostato e marmellata, passando da un sito all'altro del suo tablet e
leggendo a voce alta i pezzi salienti degli articoli più
interessanti sui Brit's appena conclusi.
Niall
partecipa commentando con qualche battuta, mentre Harry e Louis
parlano piano fra loro. Probabilmente stanno decidendo dove andare
una volta lasciato l'hotel e soprattutto come arrivarci, senza essere
visti. Harry mangia una banana affettata in un piatto e coperta di
zucchero che Louis gli ha messo davanti qualche minuto prima, mentre
il castano sorseggia il suo tea, reggendo la tazza con due mani,
quasi senza staccare gli occhi da Harry.
L'atmosfera
è rilassata, i Brit's che hanno vinto brillano al centro del tavolo
dove Liam li ha messi prima di iniziare a mangiare.
E'
pomeriggio inoltrato quando decidono di lasciare l'hotel. Harry e
Louis sono ritornati nella loro suite qualche ora prima, con la scusa
di preparare i bagagli, più probabilmente per fare sesso prima di
separarsi.
La
sua valigia, insieme a quella di Zayn e Liam staziona all'ingresso,
mentre Niall si guarda intorno valutando se c'è qualcosa che sta
dimenticando di prendere.
I
suoi amici sono già fuori alla porta, lo stanno aspettando per
aiutarlo con la borsa che non può portare. E' in quel momento che il
cellulare di Niall inizia a squillare. Lui guarda lo schermo e dice:
“Andate avanti, vi raggiungo”, non può non prendere
quella chiamata.
“Okey”,
dice Liam, “portiamo giù le valigie intanto”.
“Grazie”,
dice Niall con un sorriso.
Quando
gli altri si allontano, risponde velocemente.
“Ehi
amico, come stai?”, saluta nella cornetta.
Ed
Sheeran sta bene. Molto bene. E' contentissimo per loro, per i premi
che hanno vinto e si congratula con Niall più volte. Poi gli chiede
della sua gamba, se sta guarendo come si deve e se lui tornerà a
sgambettare e saltare sul palco come una volta.
Niall
lo rassicura, va tutto bene, lo vedrà ancora lanciarsi in aria con
la sua chitarra.
“Allora”
dice Ed, dopo le formalità, “cosa c'è di così importante?”
“Ho
qualcosa per te”, gli fa sapere Niall, lanciando uno sguardo al
letto sfatto di fronte a lui.
“Sarebbe?”
“Un
pezzo. Ho un pezzo per te”, specifica Niall, un po' in imbarazzo.
Insomma
Ed è un cantautore, probabilmente uno dei migliori della sua
generazione e forse non ha davvero bisogno di un pezzo di uno che fa
parte di una boy-band, per quanto di fama mondiale. Per un momento ha
paura che Ed possa offendersi in qualche modo.
“Davvero?”,
domanda Ed sorpreso, “e di chi è?”, gli chiede curioso.
“E'...è
mio Ed, l'ho scritto io”, conferma Niall.
“Amico,
ma è fantastico!”, esulta Ed, “Ma...ma perché non lo
cantate voi? Perché vuoi darlo a me?”, chiede subito dopo, un
po' confuso.
Niall
non risponde, si siede lentamente sul bordo del letto:”E'
complicato”, dice solo.
“Complicato?
Amico, è musica, la musica è complicata solo per chi non la sa fare
o ascoltare”, commenta lui.
Niall
ride piano.
“E'
la situazione ad essere complicata. Io...noi, noi non possiamo
cantarla. Ma io ci tengo molto. Voglio che il pezzo esca e...e ho
pensato che, magari dopo che lo avrai letto, tu fossi disposto ad
arrangiarlo e cantarlo...per me”.
Ed
non commenta, rimanendo in silenzio per qualche istante.
“Va
bene”, dice poi, “mandamelo, gli do uno sguardo e se è
okey ti faccio contattare dai miei per accordarci sui diritti”,
conclude pratico.
“No”
dice Niall, “No” ripete, “lascia perdere i diritti.
Io non voglio comparire, non posso”.
“Non
mi starai mica girando un inno a Satana, vero amico?”, ribatte
Ed ridendo.
Niall
sbotta a ridere.
“Niente
del genere, anzi...”, commenta poi.
“Okey,
ora sono curioso, muoviti a mandarmelo”.
“Fammi
sapere, okey?”, insiste Niall e poi attacca.
Si
alza dal letto, si infila il cellulare in tasca prima di imbracciare
le sue stampelle e lasciare la suite.
Prima
di chiudersi la porta alle spalle lancia ancora uno sguardo a quel
letto e sorride, pensa che gli mancherà quella camera.
In
realtà Ed si presentò a casa di Niall, a Londra, la sera del giorno
dopo la loro telefonata.
“Tu
li ami. Harry e Louis, tu li ami davvero”, aveva
esordito, fermo sulla porta con un foglio in mano.
Niall
per un momento tremò sulle sue stampelle. Era davvero così chiara
la sua canzone da far pensare immediatamente ai suoi amici? Ma poi
pensò che era Ed, era Ed e lui sapeva.
E
si, Niall li amava. Li amava per quello che erano e per cosa
rappresentavano.
Avevano
passato la serata intera a discutere su come e quando far uscire il
pezzo, Ed con una chitarra in mano, che strimpellava una melodia
dolcissima e nostalgica.
“Dovresti
dirglielo”, gli disse
a un certo punto, tra una birra e l'altra.
“No”,
rispose Niall.
“Ma
perché no?”,
insistette Ed, “Harry
scoppierebbe di felicità, lo sai”,
concluse, osservandolo.
“Harry
scoppierà di felicità comunque, ti adora”,
commentò Niall con un sorriso.
“Mi
sento un truffatore”,
disse Ed in una smorfia.
“Non
lo sei. Anche tu li ami”.
Ed
non tirò più fuori l'argomento.
Londra,
14 aprile 2014
Friends
di Ed Sheeran
è uscita oggi. E' una traccia extra in download, aggiunta in
extremis al singolo Sing
e Niall è nervoso.
Forse
il pezzo passerà inosservato. Forse ci vorrà qualche giorno prima
che i suoi amici lo ascoltino. Forse non verrà neanche scaricato da
Itunes, visto il poco preavviso che hanno avuto i fans di Ed.
Niall
non sa cosa aspettarsi. Ha sentito Ed il giorno prima, “Gli
ho detto che è per loro”,
lo aveva informato. Harry si era incantato sul disco,
graziegraziegraziegraziedavveroEd,
e senza neanche averlo ancora ascoltato mezza volta. Louis, stando al
racconto di Ed, era rimasto in silenzio per minuti interi, un
miracolo in pratica, poi gli aveva detto: “Hazza
sarà emozionato, grazie amico”,
ma in realtà quello con appena un filo di voce era lui.
Ora
è di fronte al cancello della villa di Harry e Louis. Quella
praticamente invisibile, nascosta dietro un muro di cinta alto come
quello di Berlino, abbellito dalle cime di folti alberi verdi. Una
telecamera lo fissa dal citofono, mentre lui risponde al “chi
è?”
di Harry con un “Justin
Bieber”
e il cancello si apre con un ronzio secco.
Quando
entra in casa Louis, in tuta e maglietta, sta palleggiando in mezzo
al salotto, la televisione accesa su un canale sportivo.
“Ehi
Biondo, ciao!”,
gli dice Louis, giusto un po' sorpreso.
“Ciao”,
ribatte Niall, lasciando la giacca all'ingresso.
Harry
entra nella stanza in quel momento, è in boxer e maglietta, un bun a
tenergli i ricci sulla testa e una banana in mano.
“Ciao
Nialler”,
lo saluta, prima di lasciargli un bacio appiccicoso sulla guancia e
poi andarsi a sedere sul grande divano di fronte alla tv, “che
ci dici di bello?”,
gli chiede poi, vagamente distratto da Louis che ha ripreso a
palleggiare.
A
Niall è sempre piaciuto piombargli in casa all'improvviso, a Harry e
Louis. Gli piace vederli vivere in quello spazio privatissimo, non
sembrano neanche loro. Sono sciolti, sorridenti, un po' trasandati e
felici.
“Tutto
okey”.
“Ti
fermi a cena vero?”,
chiede Harry.
E
si, Niall si ferma a cena. Adora cenare in quella casa. C'è sempre
un buon odore di cucinato grazie a Harry e un sacco di risate, di
musica, di chiacchiere e mille, milioni di piccolissimi dettagli e
gesti che urlano amore.
C'è
Louis scalzo, in cucina, che apparecchia la tavola e impreca perché
non arriva a prendere i bicchieri sul pensile in alto, allora Harry
lo sovrasta da dietro e si allunga a prenderli per lui, dicendo solo,
“faccio io,
babe”,
prima di baciandogli i capelli lisci. Louis si lamenta, “potresti
metterli in un posto più comodo”,
ma Niall lo vede, quando non può fare a meno di strusciare il suo
sedere addosso ad Harry dietro lui. E pensa che in realtà potrebbe
davvero infuriarsi Louis, se Harry decidesse di dargli retta e
spostare quei bicchieri privandolo di quel momento, di quella
vicinanza.
Poi
c'è Harry che cucina sorridendo, un bicchiere di vino in mano e la
felicità negli occhi mentre guarda Louis e Niall chiacchierare di
calcio. Deve sembragli una scena così colma di normalità e
abitudine, da riempirgli il cuore.
Louis
mangia sempre con appetito, tanto che Niall sospetta che tutto quello
che è stato messo in tavola sia stato fatto esclusivamente per lui,
una selezione dei suoi piatti preferiti. Harry non mangia mai
tantissimo, ma si illumina quando loro si complimentano con lui per
la cena.
Finiscono
in salotto, la tv è accesa, ma loro chiacchierano. Louis è
l'immagine della pigrizia abbandonato su quel divano, addosso ad
Harry, che gli sposta la frangia sulla fronte con gesti lenti e
metodici, neanche fosse un gatto sul procinto di fare le fusa.
“Harry
oggi è felice”, dice all'improvviso Louis. Harry sorride.
“Ah
si? E per cosa?”chiede Niall.
“Gli
hanno fatto un regalo”, risponde Louis con un sorriso furbo.
“Lo
hanno fatto anche a te”, ribatte Harry, tirando appena i capelli
del castano.
“Si,
okey, è vero”, ammette Louis.
“Ed
ha scritto una canzone e parla di noi, è uscita oggi”, dice Harry
con gli occhi luminosi.
“Wow”,
commenta Niall, cercando di non arrossire, “e...e vi è piaciuta?”,
domanda un po' esitante.
“Tantissimo”,
dichiara Harry, prima di afferrare il telecomando dell'impianto
stereo, accendendolo e selezionando una traccia dal suo Iphone,
“aspetta, te la faccio sentire”.
Toglie
l'audio alla tv e fa partire il brano.
L'arrangiamento
di Ed è perfetto. Dolce, dolcissimo e vagamente malinconico. Niall
si appunta mentalmente di complimentarsi ancora con il suo amico.
Durante
tutto il pezzo Louis non ha fatto altro che fissarlo, studiando la
sua reazione. Niall non sa perché e si sente a disagio.
Quando
la riproduzione giunge alla fine, Niall sorride ai suoi amici.
“Davvero
bella e...e siete voi, davvero, è incredibile”, dice in una risata
un po' nervosa.
“Si
è incredibile”, dice Harry, “All'inizio non sapevo come
prenderla. Insomma, in alcuni punti, forse, fa un po' male, ma...il
sentimento che predomina è l'amore, non è vero? Per cui, ho deciso
di prenderla come un augurio, un supporto ecco”, conclude con un
sorriso, incorniciato dalle sue fossette.
“Io
più che altro vorrei capire cosa ne sa Ed dei letti in cui
dormiamo”, dichiara Louis.
Harry
scoppia a ridere a quella che sembra una battuta, ma Louis non sta
ridendo, non è nemmeno arrabbiato però. Osserva Niall con
attenzione e un dubbio negli occhi azzurri.
Niall
cerca di non irrigidirsi troppo sotto quello sguardo e si impone di
mantenere i suoi fissi in quelli di Louis.
“Beh,
forse” dice continuando a fissarlo, “forse, li ha sognati”,
dice allora Niall, addolcendo lo sguardo.
“O
forse, li ha immaginati in una notte d'insonnia” ribatte Louis e
Niall non se lo sta immaginando l'inflessione ironica di Louis, alla
parola immaginati.
“Forse”
sussurra, perdendosi nell'azzurro degli occhi di Louis.
“Già,
forse”, ribatte il castano, sciogliendosi in un sorriso grato.
Note Autrice:
I
ringraziamenti, prima di tutto: a Federica, la Pazienza fatta donna e
a Ginger SheeranStyles , grande fan di Ed, che ha risposto alle mie domande
e ai miei dubbi su di lui e i suoi dischi, grazie di cuore a tutte e
due davvero.
E
ovviamente grazie anche alle ragazze del Gruppo Facebook Larry Fan
Fiction Will Tear Us Apart, questa OS è anche per voi, per alleviare
la nostra penuria di aggiornamenti.
Questo
delirio nasce mesi fa, l'ho iniziata, abbandonata, ripresa e
terminata in un lasso di tempo abbastanza lungo e mi scuso se lo
stacco temporale e quindi emotivo è troppo evidente.
Forse
ci saranno delle imprecisioni, purtroppo non facevo ancora parte del
fandom nel periodo dei Brit's, per cui ho fatto le mie “ricerche”
su qualcosa che non ho vissuto in prima persona e di cui ho dato solo
una mia personalissima interpretazione.
E'
la prima volta in assoluto che scrivo dal punto di vista di Niall, ma
è stato bello poterlo fare, bello e anche “facile” per certi
aspetti, è il filtro perfetto per osservare i Larry.
Di
solito non sono solita chiedere commenti a quello che scrivo, anche
perché lo faccio davvero poco, ma in questo caso sono molto curiosa
di sapere la vostra su questa interpretazione sulla nascita della
canzone Friends, lo sono molto più su questo che su la validata
della mia OS, per cui se voleste farmelo sapere ne sarei davvero
felice.
Grazie
per avermi letto, davvero.
Angelique
Con
questo mio scritto non intendo mettere in dubbio la proprietà del
testo e della musica di “Friends”, che è e rimarrà sempre opera
di Ed Sheeran, per la quale lo ringrazio di cuore.
*"Global Success" è una delle categorie in cui hanno vinto i ragazzi ai Brit's 2014.
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