Al bar
Clint
prese un altro sorso dalla bottiglia che teneva in mano.
Sentì la birra fredda scendergli lungo la gola come un
toccasana dopo una giornata di intenso allenamento alla base dello
S.H.I.E.L.D.
Al suo fianco
Natasha si gustava il suo ‘white russian’
sorseggiandolo lentamente con evidente piacere.
Era il loro
rito. Niente poteva intaccarlo. Niente e nessuno.
Tranne
l’energumeno che si stava dirigendo verso il loro tavolo con
passo incerto. Non appena li raggiunse, entrambi furono investiti da un
potente aroma, un non ben definito mix letale di dopobarba, alcool e
sudore.
“Buonasera
dolcezza!” disse l’omone con voce roca, chiaramente
rivolto a Natasha.
I due partner
si scambiarono un’occhiata per poi tornare a concentrarsi
sull’uomo che li fissava sogghignando. Natasha in
più di un’occasione aveva dovuto sopportare la
vista e la sgradita compagnia degli uomini più disparati ma
questo era decisamente pessimo. Disgustoso.
Sotto una
sbottonata camicia di jeans l’uomo portava una canotta che un
tempo doveva essere bianca e che invece presentava degli aloni
giallastri. Dal collo gli pendeva una catena d’oro che gli si
poggiava sul petto villoso, così come le dita grassocce
erano strette da svariati anelli, dorati anch’essi.
“Rozzo
e pacchiano. Il tipo peggiore” pensò
Clint inarcando le sopracciglia con espressione perplessa.
Per un
momento, forse per solidarietà, aveva ammirato il suo
tentativo di approccio, pensando che sotto quegli strati di grasso e il
forte olezzo ci fosse nascosto – e anche parecchio bene
– un uomo che cercava solo di fare conversazione. Ma, proprio
perché faceva parte del genere maschile, sapeva che
difficilmente quel genere di avvicinamento era semplicemente
amichevole, specie se rivolto ad una donna come Nat.
Nel frattempo
l’uomo, che non aveva ricevuto la minima considerazione dalla
ragazza, poggiò pesantemente i palmi sul tavolino, facendolo
traballare, e si sporse un po’ in avanti.
“Cosa
c’è, zuccherino? Il gatto ti ha mangiato la
lingua?” allungò una mano per scostarle una ciocca
che le era scivolata davanti al viso e aggiunse “O magari sei
solo timida?”
Prima che
potesse anche solo sfiorarla, Clint gli bloccò il polso con
una mano facendogli abbassare il braccio nuovamente sul tavolo. Al
tocco appiccicaticcio Clint storse il naso ma sforzandosi di mostrare
il più cordiale dei sorrisi gli disse “Andiamo,
amico, lasciala stare...”
“Ehi
bello, che problemi hai?” biascicò
l’altro con tono brillo “...non vedi che sto
parlando con la signorina?”
Detto
ciò si rivolse alla diretta interessata chiedendole
“Dimmi tesoro, cosa ci fai con questo fallito?
Perché non vieni con me?”
La mano
nuovamente alla ricerca di un contatto con la donna.
“Ci
facciamo una birra e andiamo a divertirci un po’,
eh?”
Clint
notò la mascella di Natasha contrarsi. E quello non era mai
un buon segno.
“Davvero,
io non lo farei...” lo avvertì.
“Ma
che diavolo vuoi, moscerino!” protestò
l’uomo guardandolo con occhi strizzati, come se non
riuscisse a metterlo bene a fuoco “Cerchi rogne?”
Così
dicendo, poggiò un palmo enorme sulla mano minuta che la
donna teneva sul tavolo. Grave errore.
“Oh
oh...Poi
non dire che non ti avevo avvisato” disse Clint scostandosi
dal tavolino e poggiando la schiena contro la sedia.
“Che
diavolo stai blaterando?” chiese l’omaccione.
Il giovane di
fronte a lui fece spallucce e prese un sorso della sua birra.
L’uomo
si voltò con aria confusa verso la donna giusto in tempo
perché un gancio destro molto ben assestato lo facesse
sbilanciare all’indietro, stendendolo al suolo.
Clint si
sporse oltre il tavolo per controllarlo ma ormai era chiaramente
innocuo. Ancora
vivo,
ma innocuo.
Lanciò
poi un’occhiata alla donna accanto a lui.
“Beh?
Tu lo avevi avvertito, no?” si giustificò lei
riprendendo a sorseggiare il suo drink con aria innocente.
“Sei
terribile” sentenziò lui ridendo “Lo sai
che facendo così non troverai mai un fidanzato?”
“Non
ne ho bisogno. Ho già te” gli rispose sorridendo.
Uno di quei
sorrisi rari ma sinceri.
Lui non
poté fare altro se non ricambiare.
Credits: Clint e Natasha
appartengono alla Marvel. L'energumeno
invece l'ho creato io. Che soddisfazione, eh?
Note
dell'autrice:
Vorrei solo
dire che la frase finale di Natasha ha un significato molto ampio, a
libera interpretazione del lettore. Cioè, da shippatrice
ossessiva-compulsiva della coppia quale sono è ovvio che li
vorrei vedere romanticamente insieme e
stringersi disperatamente fino a soffocarsi l'un l'altro. Ma ho voluto
lasciargli un pò di libertà in modo che quel "Ho
già te" non significhi
necessariamente "come fidanzato" ma possa anche essere "come amico che
mi protegge" / "come compagno di bevute" / "come amico che mi tiene
compagnia" / "come partner nel lavoro e nella vita in genere" /
"semplicemente al mio fianco" e varianti del genere. Per come la vedo
io, non c'è bisogno che i due specifichino la natura del
loro rapporto. Stanno bene insieme? Ok, basta questo. Punto. <3
Sentitevi
quindi liberi di interpretarla come volete e magari fatemi sapere cosa
avete pensato. ;)
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