Breathe
Era un freddo giorno di fine Gennaio del 1560.
Elizabeth era nella sua stanza, le mani tra i capelli color rame, il
rosso dei Tudor.
Disperata, piangeva sulla sorte del suo Paese, e della sua. Sapeva che
avrebbe dovuto sposare qualcuno, e non ne aveva la minima voglia.
-Vostra Maestà?
La regina girò appena la testa, verso la dama di compagnia
che le aveva rivolto la parola.
-Vostra Maestà, c'è...-
La regina non le diede il tempo di continuare.
-Manda via chiunque voglia vedermi, Laetitia. Non posso. Non ora-
disse, con fare autoritario.
Laetita si inchinò, rispondendo :-Come volete, Vostra
Maestà- ma, invece di andarsene, si avvicinò
ancora di più alla regina.
-Si tratta di Lord Robert, Vostra Maestà. E' lui che chiede
di voi.
Elizabeth si riprese, alzando la testa, sorridendo. le guance si
tinsero di un leggero rosso, gli occhi brillarono.
-Oh, ma dovevi dirmelo subito! Fatelo entrare immediatamente!
-Come ordinate, Vostra Maestà- accondiscese la dama, senza
nascondere un sorriso malizioso.
Uscì fuori la stanza della Regina, raggiungendo Lord Robert
Dudley.
-Non vuole vedere nessuno- cominciò, osservando
l'espressione di disappunto mista a tristezza che apparve sul volto del
bell'uomo.
-Ma per voi farà un'eccezione- continuò.
-Benissimo. Perchè non parli chiaro da subito, Laetitia?
-Oh, perchè voi preferite così-
sentenziò lei, guardandolo in modo civettuolo.
-Laetita- lo ammonì Robert, sentendosi pieno di desiderio
verso quella ragazza in tutto e per tutto uguale alla regina. Ma non
l'avrebbe mai ammesso.
-Sì, lord Robert? Volete faccia qualcosa per voi?-
cinguettò angelicamente la ragazza, aggiungendo :-Ne sarei
ben lieta, e anche voi-
L'uomo rise leggermente, guardando negli occhi quella maliziosa ragazza.
-Voglio che mi accompagni dalla regina
-E basta? Ne siete sicuro? Credo che il vostro istinto da uomo non la
pensi così
Lui alzò gli occhi al cielo, pensando che aveva
tremendamente ragione, ma non era certo il caso di farsi prendere dal
desiderio. Robert Dudley era un donnaiolo affermato, e aveva imparato a
dominare gli istinti, anche quelli più forti,
così fece un cenno alla ragazza, che non prima di avergli
lanciato un'occhiata maliziosa, lo fece entrare nella stanza della
regina.
-Oh! Robert!- esclamò la regina, vedendolo
entrare. Si era aggiustata i capelli, e asciugata le lacrime, e
sorridendo, lo invitò ad avvicinarsi.
-Buongiorno, Vostra Grazia. Siete più bella che mai, questa
mattina.
Lei ridacchiò come una bambina, facendo cenno alle dame di
compagnia di uscire, in modo che potesse parlare privatamente con
l'uomo.
Appena l'ultima si fu chiusa la porta alle spalle, la regina si
gettò tra le braccia del suo amante, che la strinse forte a
sé.
-Elizabeth, è successo qualcosa?
-Oh, Robert, lo sai anche tu, e meglio di me! Il popolo è
scontento, le casse sono vuote, io devo sposare qualcuno e...
-E?
La regina tirò su con il naso, affondando la testa nel collo
dell'uomo.
-E amo voi.
-Elizabeth, anche io vi amo, e non dovete affliggervi
così, lo sapete.
-Ma come faccio, Robert? Il papa non fa altro che incitare il popolo
contro la regina infedele, e i cattolici inglesi lo prendono in parola!
Ogni minuto arriva alle mie orecchie la notizia di un nuovo complotto
contro di me, c'è sempre qualcuno che vuole imprigionarmi, o
uccidermi, o tutte e due le cose, e mettere sul trono Mary Stuart! E
Cecil continua a ripetermi che l'unico modo per risolvere tutto questo
è sposarmi, e dare un erede al trono, così che
sarò al sicuro!
-Elizabeth, vi prego, quando state male sto male anch'io. Ci sono io
quì. Calmatevi- sussurrò Robert, accarezzando i
riccioli della ragazza.
-Sapete cosa dovete fare, amor mio- continuò -sposare
l'unico uomo che amate, così che io possa continuare a
proteggervi apertamente, senza nascondermi, e tutta l'Inghilerra
saprà che ci amiamo
-Robert, lo vorrei tanto. Ma Cecil dice che...
-Non mi importa ciò che dice Cecil, Elizabeth. Io vi amo, e
voi amate me, e questa è la cosa più importante.
-Robert, come posso sposarvi? Sapete benissimo di essere sposato, e io
stessa ho danzato al vostro matrimonio. E come reagirebbe il popolo?
Cecil dice che metà corte vi odia, ed è vero.
Diventando re vi odierebbero ancora di più, e a quel punto
sarebbe in pericolo anche la vostra vita.
-Lo è già, amor mio, e non mi interessa. E voi
siete Governatrice Suprema della Chiesa, potreste sciogliere il mio
matrimonio.
Elizabeth chiuse gli occhi. Immaginò come sarebbe stato.
Avrebbe potuto far divorziare Robert da quella stupida campagnola della
moglie. Avrebbe potuto sposarlo. Avrebbe potuto avere un figlio da lui.
Avrebbe potuto vivere il resto della sua vita con lui.
Poi vide tutto il resto. Il popolo l'avrebbe odiata, e anche la corte.
Sarebbe stata una regina detestata da tutti, come era stata sua sorella
Mary. Anzi no. Non sarebbe più stata regina. L'avrebbero
costretta ad abdicare in favore di Mary Stuart. Avrebbe dovuto
rinunciare al trono. Sarebbe morta completamente sola.
Respirò profondamente, e si allontanò dall'uomo,
facendo un passo indietro. Si lisciò la gonna del vestito,
color verde brillante. E alzò lo sguardo, guardando negli
occhi Robert.
-Non posso. E lo sapete. Sapete quanto lo vorrei. Ma non posso. So che
non sarà semplice. La rottura sarà netta, e tu
non sarai quì a salvarmi. Voi siete l'unica cosa che conosco
come il palmo della mia mano, e io non posso vivere senza di te. Ma
devo. Devo vivere senza di te.
-Elizabeth...-
-No, Robert- lo interruppe lei.
-Non avrei mai desiderato questo, vedervi ferito. Ma le persone sono
persone, e talvolta le cose non si risolvono. Niente di ciò
che diremo, o faremo, ci salverà da cio che
accadrà. E' inevitabile. E io mi sento due volte peggio che
se avessi perso un amico. Non posso vivere senza di te, amore mio, ma
devo.
I due amanti si guardarono a lungo negli occhi, dopodichè
lui si inchinò, e se ne andò.
Appena ebbe chiuso la porta la regina scoppiò a piangere,
mormorando delle scuse.
Era finita, per il bene del suo regno.
Aveva dovuto scegliere tra il trono e l'amore.
Aveva allontanato Robert.
Ma sapeva che sarebbe ritornato.
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