Gente che...

di Lily_LunaPotter
(/viewuser.php?uid=922705)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


I Black appartenevano ad una nobile casata, da secoli convinta che il sangue puro fosse simbolo di superiorità, e quando Walburga aveva sposato suo cugino Orion ne era stata orgogliosa.
Lo stemma di famiglia, che si stagliava come un marchio sulle pareti del loro palazzo, ed il verde, che illuminava ogni stanza, per loro erano un vanto, qualcosa di cui essere fieri. Alla nascita del loro primo figlio, Sirius, la possibilità di continuare al dinastia di Serpeverde Purosangue era nitida nelle menti di Orion e Walburga, ma pochi anni dopo era stato Regulus a renderli felici, non il loro primogenito.
Lui non preferiva le motociclette alle scope da Quidditch, non leggeva riviste disseminate per casa, non detestava le buone maniere e non ripudiava i loro insegnamenti.
Sirius non era un Black, lui era Sirius Black.
Il Malandrino, colui che rovinava i pranzi di famiglia con i commenti inopportuni, che si prendeva gioco del fratello minore, che a dieci anni aveva comprato una bandiera di una squadra di calcio per coprire lo stemma sopra il letto. Il vecchio elfo domestico si nascondeva udendo la sua voce, per paura di essere rinchiuso nel sottoscala, ed i quadri nei corridoi fuggivano nelle altre cornici spaventati dal rumore che la radio babbana emetteva, ma a Sirius non importava.
A lui piaceva vedere sua madre arrabbiarsi e gonfiarsi, il volto paonazzo per lo sforzo e le mani strette a pugno, senza perdere la sua espressione orgogliosa, lo trovava divertente. Negli anni aveva perso la voce ed imparato a memoria le canzoni che il figlio ascoltava a tutto volume, Sirius ne era certo.
Sul treno per Hogwarts poi, aveva conosciuto James Potter. Quel ragazzo dai capelli scompigliati, il sorriso sfrontato e l'aria di chi è stato viziato senza volerlo lo aveva da subito affascinato.
Erano così simili, così diversi.
Alla cerimonia dello Smistamento, Sirius non aveva avuto rimorsi, e quel "Grifondoro!" era stato la prima di tante sfide. La Strillettera dei suoi genitori, gli sguardi dei parenti, i borbottii ed il rifiuto del rosso e oro in casa avevano solo accentuato la frattura, ma la cicatrice c'era da anni e Sirius lottava con i suoi amici.
Non che al Malandrino dispiacesse far impazzire i Black, ma spesso preferiva abitare dai Potter, che lo avevano accolto come un figlio.
Era strano, il suo rapporto con Orion e Walburga.
Inizialmente le loro parole erano pugni, lasciavano lividi, poi erano diventate lacrime, poi urla nella testa come un'eco, fino a trasformarsi in tagli. In superficie, sempre più incisi, precisi e profondi con il tempo.
Era ferito, ma continuava a ferirsi, non riusciva a fare a meno di rispondere a tono, di reagire.
Non era un Black, ma Sirius Black, ed era autolesionista psicologicamente, bello e dannato.

ANGOLO AUTRICE Blabla scusatemi per il ritardo, ma come vi avevo già detto ero in gita scolastica. Alla prossima... (Che amore Sirius aww)




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3429397