i'll stand by you
Salve
bel fandom,avevo promesso ad alcune di voi il sequel di "Niente di
personale" e ahimè ho mantenuto la promessa con sei mesi di
ritardo cmq spero vi piaccia come la precedente, un bacio e buona
lettura. Se volete ascoltate la canzone I'll Stand by you dei
the Pretenders che mi ha ispirata per questo racconto, ah, questa shot
partecipa al contest "It's ok to be gay" di Rhys 89.
I'll stand by you
Per
anni la vendetta era stata la sua unica ragione di vita ma adesso a
cuor sereno la sua esistenza le appariva pervarsa di totale
inutilità, ora che Henry e la sua innocenza le avevano
squarciato il cuore facendovi entrare la luce dell'amore; poteva
definirsi lieto fine l'amore redentore di un figlio per la
madre
adottiva? Forse avrebbe potuto esserlo se Emma Swan non si fosse
intromessa. Emma dannazione! Le sue labbra, la sua pelle morbida al
tatto. Sospirò al ricordo di ciò che era accaduto
tra
loro qualche giorno prima; cosa può iniziare con un bacio
rubato
con la forza? Niente ma in verità le era piaciuto essere
baciata
dalla madre naturale di suo figlio: si era sentita bene, desiderata
dopo tanto tempo e viva dopo anni di oblìo, abbandono e
disperazione.
Senza quasi rendersene conto calde lacrime iniziarono a sgorgarle dagli
occhi; lo stava facendo di nuovo: piangere come una donnetta;
imbarazzante, e stupido da parte sua, era una cattiva
patetica!
Aveva distrutto la vita di tante persone giungendo anche all' omicidio
solo perché la vita le aveva sempre negato la cosa che da
sempre
desiderava: amore vero tutto e solo per lei; amore che
potesse lenire e
annullare tutto il dolore con cui la vita l'aveva oltraggiata ma il
destino continuava a giocare beffardo con lei decidendo di mettere
sulla sua strada Emma Swan, cosa voleva da lei? Divertirsi, ferirla o
cos'altro? Rabbia furente rabbia contro tutti e tutto:
afferrò
un posacenere e lo scagliò contro lo specchio del mobile
d'ingresso che aveva di fronte frantumandolo ma non fu abbastanza; per
placare l'immensa rabbia afferrò di nuovo il posacenere
finito a
terra lo impugnò come fosse una pietra e iniziò a
sferrare colpi violenti al mobile di ingresso. Che ne era stato della
sua esistenza e di se stessa? Si era trasformata in un mostro che
però piangeva ogni notte e si faceva del male ogni volta che
ne
aveva tempo e possibilità. Era una fallita in
balìa del passato
e del male che l'aveva plagiata. Colpì il mobile fino allo
sfinimento fino a che il pesante posacenere non le si ruppe in mano,
ferendola. "Henry piccolo mio, hai sempre avuto ragione"
sussurrò
mentre un convulso pianto dirotto si impossessava di lei
"Mamma non puoi nascondere né combattere il bene
che hai
dentro" le diceva di tanto in tanto il figlio quando la
vedeva
giù per via degli errori passati perché vivere di
ricordi
è triste ma vivere di rimorsi é insopportabile;
Henry
aveva portato amore nella sua vita ma aveva anche risvegliato la sua
parte
buona che le "urlava" contro al pari di uno spietato giudice. Aveva
bisogno
di "vivere", di dimenticare, riposare; non poteva andare
avanti così, l'inferno era niente se confrontato con la sua
esistenza presente. "Regina ci sei?" la
voce di Emma
Swan insieme a vigorosi colpi alla porta e scampanellii squarciarono il
silenzio fino a allora unico testimone dello sconforto di Regina
"Grazie al cielo" bisbigliò il sindaco Mills
fiondandosi
letteralmente verso la porta "Salvatrice!"
esclamò con
entusiasmo ma alzò un sopracciglio fingendo sarcasmo.
"Regina posso entrare? Credo che io e te dovremmo parlare, insomma
dobbiamo chiarirci!"
"Non c'è niente da chiarire Swan! Chiedimi scusa in
ginocchio e
per questa volta non ti ucciderò!" rispose
acidamente il
sindaco anche se la risposta che avrebbe voluto proferire era ben altra
ovvero "Grazie di avermi baciata; ti
prego fallo di
nuovo, fammi sentire viva Swan" intanto Emma per rompere il
ghiaccio disse: "So che in questo momento mi detesti e
vorresti
uccidermi ma ti chiedo perdono e ti ricordo che sei stata tu a
cominciare con le tue coccole particolari" quella frase fece
imbestialire Mills che partì al contrattacco
"Ecco lo
sapevo! Sei venuta per dare la colpa a me! Sei come tutti gli altri! Ti
prendi gioco di me, mi usi quando ti fa comodo e poi ti scagli contro
come tutti gli idioti di Storybrooke"
No, non andava bene pensò Emma, doveva chiarirsi con lei non
attaccarla! "Aspetta Regina, ti prego sediamoci"
"Perché?" rispose seria e decisa Mills sulla
difensiva
"Perché voglio chiederti scusa e
parlare di
ciò che è accaduto tra noi..."
"Ok sediamoci sul divano" non sia mai che il
sindaco venga
anche accusato di scarsa ospitalità si spostarono al centro
della stanza dove si trovava il divano di pelle bianca stando bene
attente a non sedersi troppo vicine " Ti chiedo
scusa
Regina, io non, non so cosa mi abbia spinta a..." Emma si
interruppe di
colpo riprendendo con un altro tono poco dopo: "Ma
si, al
diavolo! L'ho fatto perché lo volevo e lo volevi
anche
tu!
Siamo due persone adulte Regina, diciamo le cose come stanno: tu mi
piaci e se provi lo stesso per me, non giriamoci intorno, parliamone!"
"Oh" si lasciò
sfuggire dalle labbra Regina,
sorpresa dalla piega che aveva preso il discorso
"Emma se
è uno scherzo terminalo qui, ti prego e se non lo
è ti
chiedo di riflettere su ciò che stai dicendo io e te siamo
come
il diavolo e l'acqua santa, tu a detta di tutti sei la buona, la
"Salvatrice" e io sono la cattiva, il demonio che ha come unico scopo
nella vita quello di compiere il male, dimmi tu di cosa dovremmo
parlare? Per due persone così diverse non può
esistere un
futuro insieme, questo è poco ma sicuro!"
Emma sorrise divertita "Breve e concisa ma vedi io non
liquiderei la cosa così in fretta, il fatto è che
tu mi
piaci davvero e contrariamente a quello che vuoi far credere
c'è tanto bene in te; sai quando ero piccola in istituto e
le
suore mi raccontavano le favole, l'unica cosa che chiedevo a suor Agnes
riguardo alla regina cattiva era: "Perché la
Regina
è
diventata cattiva?", Non ho mai giudicato i cattivi per le loro
opere ma volevo capire il motivo delle loro azioni"
spiegò Emma con voce calma "E dimmi
quale era la
risposta di suor Agnes?" chiese incuriosita Regina
e la
risposta
giunse prontamente: "La risposta era semplice: -
credo sia
diventata
cattiva perché ha sofferto troppo -" Un nuovo
groppo nella
gola di Mills accolse quella risposta sospirò
"Beh, il
pinguino Agnes conosceva bene la natura umana" Si morse le
labbra
non appena terminò la frase; che diavolo stava facendo? Si
stava
scoprendo troppo, servendosi su un piatto d'argento tra le mani e la
compassione di Emma Swan. Stupida, idiota! Strinse forte i pugni
lanciando un gridolino di dolore visto che la mano destra era ferita e
dolorante. "Mio Dio,cos'hai nella mano Regina, fammi vedere"
le
disse la bionda accortasi solo allora del sangue che scorreva nella
mano dell'interlocutrice prese la mano ferita tra le sue, la
aprì con delicatezza e vide l'ampia ferita grondante di
liquido
vermiglio.
"Hai una cassetta del pronto soccorso?"
" Si, dentro la parete lignea qui dietro, terza anta in basso"
"Intanto tieni premuto con questo" Le disse Emma,
porgendole un fazzoletto immacolato, subito dopo si
precipitò
verso la parete attrezzata dove trovò la cassetta del pronto
soccorso proprio dove aveva detto Regina quindi la portò sul
divano prelevando disinfettante garze e bende; prese la mano del
sindaco e se ne occupò con cura e dolcezza. Ad un tratto
notò che gli occhi di Regina luccicavano: stava per
piangere;
"Non è niente, stai calma"
bisbigliò Emma
per tranquillizzarla ma non servì a molto visto che due
lacrimoni rigarono il volto di Mills. "Ehi
piccola, non
piangere" senza quasi rendersene conto la bionda
pronunciò
quelle parole con dolcezza e naturalezza; sapeva in cuor suo
che
Regina non stava piangendo per la ferita bensì per le parole
pronunciate poco prima riguardanti il suo passato
malvagio ;
il pianto divenne a dirotto e i singhiozzi provocarono un
groppo
alla
gola di Emma che sentì crescere un forte istinto protettivo
nei
confronti di Regina divenuta inerme e indifesa ai suoi occhi.
Le
mani della bionda accarezzarono il volto di Mills asciugandole le
lacrime "Ehi piccola, calmati" tutto
inutile, era un
pianto fuori controllo; d'istinto Emma si alzò dal
divano
attirando l'altra a sé e poi si risedette facendo in modo
che
Mills si sedesse sulle sue gambe, la cinse in un tenero abbraccio
mentre la mora appoggiava la testa al seno di Emma versando tutte le
lacrime trattenute in una vita di perdizione; dopo qualche minuto il
pianto di Regina si calmò un poco, evidentemente le
attenzioni
di Emma erano più che gradite e fu allora che la
"Salvatrice"
decise di riprendere il discorso interrotto dalle lacrime:
"Regina, è evidente che tra noi c'è un
feeling
particolare ma credo che dovremmo ricominciare tutto da capo, abbiamo
corso troppo la volta scorsa non trovi? Che ne dici se adesso ti bacio
e iniziamo a fare le cose come si deve? " lo
disse con
un sorriso intriso di dolcezza;
"Piantala
Swan e baciami" sentenziò Regina attirando Emma
verso
sé e lei non esitò a far si che le loro
labbra si
unissero in un bacio profondo e pieno di trasporto, assaporando con
serena calma ogni brivido che da esso scaturiva e soprattutto la
sensazione di aver trovato quello che da sempre cercava, per placare le
tumultuose onde del suo essere stanche delle tempeste che le avevano
sconvolto la vita e così come le onde che giungono
sulla
tanto bramata riva, naufraghe da un lungo pellegrinare in aperto
oceano, Emma per la prima volta dopo tanto tempo si stava adagiando
sulla riva sicura offertale da Regina, aveva bisogno di sostegno e di
aiuto perché essere la "Salvatrice" era divenuta la sua
condanna, le responsabilità la stavano consumando e sentire
qualcuno accanto che le dicesse un semplice
"Andrà tutto
bene" era divenuto un bisogno primario e in cuor suo
desiderava
che fosse Regina la persona in questione, la sua spiaggia sicura. Si
era rilassata sin troppo visto che ad un tratto sentì le
mani di
Regina premerle sul petto ma non era un gesto dettato dal desiderio, la
stava allontanando così Emma interruppe il lungo
bacio
"Che succede?" chiese interdetta
"Calma Swan, volevo solo respirare" Nell' impeto del momento
la
bionda l'aveva baciata con così tanto trasporto da lasciarla
letteralmente senza fiato; dopo quel piccolo inconveniente
ripresero a baciarsi andando avanti per un tempo indefinito per poi
ritrovarsi sedute con le gambe accavallate vicine fisicamente a
chiedersi "E adesso?" un attimo di
silenzio e
Regina azzardò una risposta a quella domanda
"
Adesso... stammi vicina, non lasciarmi sola a combattere"
parole
semplici ma che toccarono il cuore di Emma poiché erano le
stesse che avrebbe voluto proferire lei fu allora che rispose
"Andrà tutto bene, se stiamo insieme, andrà tutto
bene."
5 anni dopo
Quante ne avevano viste e affrontate ma dopo
tanti dubbi e tentennamenti il loro giorno più bello era
finalmente giunto, era stata una cerimonia spartana che aveva rischiato
di naufragare a causa di Uncino che aveva fatto irruzione in municipio
sbraitando come un indemoniato contro Regina e un presunto sortilegio
d'amore usato per indurre Emma a innamorarsi di lei ma l'interessata
per prima non aveva dato peso alle accuse dell'ex sapendo bene che i
suoi sentimenti erano maturati in tempi non sospetti mentre Regina dal
canto suo si era "limitata" a aprire la finestra al piano
terra da cui Emma inviperita aveva scaraventato fuori l'ex
pretendente maldestro.
"Alla donna che mi ha salvata e che ha reso la mia esistenza
degna di essere vissuta, alla nemica che non sei mai stata, all'amica
che sei diventata, all'amore mio che ora sei e che in futuro e per
sempre sarai, dono questo anello come simbolo e somma dei
miei sentimenti" aveva detto Regina con la voce strozzata
dall'emozione ricambiata poco dopo da Emma che teneva in
mano l'anello in cui era incastonato uno zaffiro
gigante ed ecco che recitò la sua formula
" A te che sei mia amica, sorella, amante, Regina e
tesoro prezioso; a te che eri tenebra e ora sei luce accecante,
all'amore mio che sei e che tale rimmarrai, dono questo anello come
simbolo del mio amore incondizionato e della mia fedeltà"
scandì la parola fedeltà guardando
Regina fissa negli occhi cercando di scacciare l'ombra delle sue
scappatelle passate, appunto, tutto apparteneva al passato ora c'era
solo Mills e l'amore smisurato che nutrivano l'una per
l'altra.
|