Ok, sono in ritardo
stratosferico, lo so e mi dispiace. Ma tra gli esami, il tirocinio,
la tesi e la prossima laurea e qualche malanno di stagione, ho avuto
qualche problema. Aggiungiamo anche che la crisi da pagina bianca si
è fatta ben sentire, spero potiate capire.
In ogni caso ecco qui il
capitolo.
Giuro che ci ho provato a
scrivere lo scontro con Orochimaru, ma proprio non mi usciva in
nessuna maniera, quindi spero che vi vada bene come ho risolto la
faccenda.
Spero perdoniate eventuali
imprecisioni in questo capitolo ma sono andata a memoria e potrei
aver fatto qualche piccolo errore. In caso prendetele come licenze
d'autore ecco.
Vi auguro buona lettura e
spero vogliate lasciare un commento lo stesso nonostante il mostruoso
ritardo.
Buona lettura!
CAPITOLO 28
Erano partiti quella mattina presto per poter
arrivare a Konoha che faceva ancora giorno.
Per tutto il viaggio, chi più chi meno, era
stato immerso nei suoi pensieri.
Uno soprattutto, il cui atteggiamento così
traqnuillo aveva fatto preoccupare non poco Jiraya.
Sì, perché vedere Naruto tranquillo a
riflettere per più di due minuti era preoccupante.
Però, pensandoci sopra, e osservando come
guardava pensieroso Hinata, l'eremita era giunto alla conclusione che
le pene di cuore potevano mettere ko chiunque. Soprattutto se testa e
cuore erano entrambi confusi e non volevano saperne di collaborare.
Povero il suo allievo!
Alla fine aveva deciso di non intrommettersi
preferendo vedere come si sarebbero svolte le cose. Era sicuro che ci
sarebbe stato da divertirsi.
Naruto invece non riusciva a smettere di pensare a
quello che era successo durante lo scontro con Orochimaru e Kabuto di
qualche giorno prima.
Perché sì, alla fine del tempo concesso
da Tsunade per apprendere il rasengan, erano andati da lei e Shizune
gli aveva comunicato che la sua maestra era andata all'incontro con
l'ex-compagno di team e ex-amico.
A Jiraya era quasi venuto un colpo e si era
precipitato a fermarla, nonostante fosse leggermente malfermo nei
movimenti.
Perché Tsunade quando faceva qualcosa la
faceva bene. Aveva dorgato uno dei tanti drink che la sera prima
Jiraya si era scolato con lei con il risultato di lasciarlo intontito
per parecchio.
Nonostante questo, l'uomo si era precipitato a
fermare l'amica intimando ai due ragazzi di restare alla locanda dove
alloggiavano.
Inutile dire che Naruto non l'aveva manco ascoltato e
l'aveva seguito portandosi dietro Hinata.
E fu così che si era ritrovato davanti a
Orochimaru e Kabuto intenti a convincere Tsunade a guarire le braccia
del sennin delle serpi.
Mai come in quel momento il no gli è sembrata
la parola più bella del mondo.
Fatto sta comunque che si era ritrovato in mezzo allo
scontro tra Tsunade e Kabuto, mentre Jiraya pensava ad Orochimaru e
Hinata e Shizune facevano quel che potevano per aiutare.
Ed è proprio qui che le riflessioni di Naruto
cominciavano a farsi confuse.
Ricordava di essersi messo in mezzo quando Kabuto
aveva messo all'angolo Tsunade con la sua paura del sangue.
Ricordava che aveva provato a fermarlo con un
rasengan nonostante dovesse ancora, beh, metterlo a punto ecco.
Ricordava che c'era riuscito dopo un paio di
tentativi grazie all'aiuto di un clone, ma che era stato colpito a
sua volta finendo a terra perdendo i sensi.
Cos'era successo dopo non lo ricordava, ma ricordava
una sensazione strana, come se qualcuno o qualcosa stesse rimettendo
a posto qualcosa che si era rotto dentro di lui e poi solo il buio.
Quando aveva riaperto gli occhi si era trovato
davanti Hinata che lo guardava preoccupata e nessuna traccia di
Orochimaru e aiutante.
Quando aveva chiesto spiegazioni, Hinata gli aveva
raccontato che Tsuande e Jiraya erano riusciti, assieme, a mettere in
fuga il sennin dei serpenti in uno scontro sconvolgente.
La reazione del biondo era stata di sconcerto per
essersi perso lo scontro e la ragazza non poté che sorridere
per quella reazione prevedibile.
Solo in un secondo momento Naruto si era accorto
della fasciatura che l'amica aveva alla gamba.
Quando aveva chiesto spiegazioni, lei lo aveva
rassicurato che non era nulla di grave e così lui non ci aveva
più pensato.
Il giorno dopo aveva dovuto mantenere la scommessa
fatta con Tsuande e, contro ogni prognostico, ce l'aveva fatta.
Aveva imparato il rasengan, aveva convinto la donna a
tornare a Konoha e non si era fatto rompere tutte le ossa in un
colpo. Fantastico.
E così si erano messi in marcia, ma presto
Hinata era rimasta indietro e così, senza neanche pensarci,
lui l'aveva presa in spalla e aveva ripreso il cammino.
Evidentemente la gamba le dava ancora qualche
fastidio.
E si era ritrovato a farsi raccontare da Tsuande come
Hinata si era ferita e lo scoprire che si era ferita per dare il
tempo alla donna di curarlo lo aveva fatto sentire strano.
Nessuno si era mai preoccupato così di lui,
Kakashi a parte, e la cosa lo faceva sentire bene.
Un calore gli si era irradiato all'altezza del cuore
e lo aveva scaldato come poche volte prima.
Però gli dispiaceva che Hinata si fosse fatta
male per colpa sua.
E averla così vicina non aiutava i suoi
pensieri a schiarirsi.
Perché lo aveva fatto?
Perché era sempre gentile con lui quando
sapeva benissimo cos'era?
E perché averla vicina lo faceva sentire così
bene?
Non riusciva proprio a capire da dove derivasse quel
senso di benessere.
E più ci pensava più non capiva.
Anche in quel momento, mentre Hinata sembrava
paralizzata, si sentiva stranamente bene, escludendo il senso di
colpa per la ferita della ragazza.
<< Scusami >> si ritrovò a dire
all'improvviso senza neanche pensarci.
<< Per cosa Naruto-kun? >> gli aveva
chiesto la ragazza dopo un momento.
<< Perché ti sei ferita per colpa mia >>
rispose colpevole.
<< Non è colpa tua Naruto-kun. >>
rispose Hinata dolcemente.
A quella frase, per Naruto fu come se un peso gli si
fosse tolto dal cuore.
E in quel momento si ricordò del piccolo
regalo che aveva preso per l'amica quando avevano fatto quel giro tra
le bancarelle del mercato.
Con una mano, facendo attenzione a non farla cadere,
si mise a frugare nelle tasche della felpa finché non trovò
il piccolo pacchettino e lo porse alla ragazza.
<< Per te >> disse semplicemente felice
che Hinata non potesse gurdarlo in faccia visto quanto rosso era
diventato.
Non che Hinata fosse messa tanto meglio.
Rossa più del rosso prese il pacchettino e
balbetto un grazie pieno di sorpresa e imbarazzo.
Naruto non ebbe il coraggio di controllare se il dono
era stato apprezzato, ma Jiraya e Tsunade videro la ragazza aprirlo
con attenzione e sorridere nel vedere il piccolo fermaglio a forma di
farfalla.
Hinata se lo mise in tasta con l'intenzione di
metterselo appena ne avrebbe avuto l'occasione.
Il resto del tragitto passò in tranquillità
e arrivarono alle porte del villaggio nel primo pomeriggio.
Hinata si sentiva meglio così decide di fare
l'ultimo tratto sulle sue gambe così da non pesare più
sul biondo.
E poi, che figura ci avrebbe fatto nel tornare al
villaggio sulle spalle di Naruto? Non che le importasse, ma
sicuramente suo padre sarebbe stato tra la folla ad accogliere il
nuovo Hokage e non voleva dargli altri motivi per odiarla.
Lei ce la metteva tutta eppure sembrava che qualsiasi
cosa facesse non fosse mai abbastanza.
Però una cosa voleva farla: si mise il
fermaglio che le aveva regalato Naruto.
Il biondo, quando vide che lo aveva indossato, rimase
piacevolmente sorpreso.
Non pensava l'avrebbe indossato.
Fu così che fecero il loro ingresso al
villaggio, dove tutti li accolsero festanti quando videro che erano
riusciti a riportare a casa la principessa delle lumache.
Tra la folla, un volto spiccava per Naruto.
Kakashi era orgoglioso di quello che il figlio era
riuscito a fare, anche se avrebbe preferito essere avvertito di
persona e non con un biglietto, ma dettagli.
Dopo si sarebbe fatto raccontare tutto, ora meglio
lasciare il ragazzo a godersi il momento si disse.
Solo in un secondo momento vide il piccolo fermaglio
tra i capelli di Hinata e si chiese se fosse stata la ragazza a
comprarselo o qualcun altro.
C'erano parecchie novità a quanto pare che
Naruto doveva raccontargli.
Per prima cosa, ancora prima di andare dai
consiglieri per decidere il da farsi, Tsunade andò
all'ospedale, aveva una promessa da mantenere.
Per prima cosa la donna passò a vedere Sasuke.
Quando entrò nella camera del ragazzo trovò
Itachi e Sakura che vegliavano sul ragazzo.
Itachi aveva lo sguardo perso e si vedeva che era da
un po' che non tornava a casa. Se non fosse stato per Kakashi,
probabilmente si sarebbe anche dimenticato di mangiare.
Sakura invece era triste, ma con una piccola speranza
ancora nel cuore. Passava tutti i giorni portando sempre un fiore
fresco e si fermava a fare compagnia a Itachi quando gli allenamenti
con il suo team glielo permettevano.
Con il tempo era arrivata a tollerare Shino e la sua
mania degli insetti. Erano utili per carità, ma lei proprio
non li sopportava.
Kiba invece, con il suo modo di fare, le dava su i
nervi e aveva perso il conto delle volte che gli aveva tirato uno dei
suoi pugni. Akamaru invece le stava molto simpatico. Forse era per il
fatto che era ancora un cucciolo, chissà.
Fatto sta che Kurenai ci aveva messo parecchio per
fare in modo che i tre giungessero ad un equilibrio durante le
missioni.
Per ora, però, lo scopo sembrava raggiunto.
Tsunade diede un'occhiata a Sasuke sotto lo sguardo,
ora attento, di Itachi e, dopo pochi minuti, Sasuke era sveglio e
vigile sul letto.
Il ragazzo venne sommerso dall'abbraccio di Sakura e
di Itachi.
Naruto e Hinata osservarono il risveglio dell'amico
con un sorriso, ma senza intervenire per paura di rovinare quel
bellissimo quadro.
Dopo aver augurato una pronta guarigione all'amico,
Naruto si diresse a casa dove il padre lo stava aspettando, mentre
Hinata decise anche lei di andare a casa, dove ad attenderla trovò
un padre freddo e distante come sempre.
Arrivato a casa Naruto prese d'assalto il padre
raccontandogli del viaggio e non tralasciando nemmeno un minimo
particolare.
<< Sai, Jiraya mi ha insegnato una nuova
tecnica! >> disse tutto contento.
<< Ah sì? Di che si tratta? >>
chiese Kakashi curioso sperando che l'eremita dei rospi non abbia
trasmesso qualcuna delle sue brutte abitudini al figlio.
<< Mi ha insegnato il rasengan! Vuoi vedere? >>
Nel sentire quelle parole, Kakashi ebbe un tuffo al
cuore.
Quella era una mossa inventata dal Quarto Hokage, il
suo maestro, il vero padre di Naruto.
Non immaginava che Jiraya conoscesse quella tecnica e
tanto meno che Naruto avrebbe potuto impararla.
Però, a pensarci bene, quella era una delle
poche eredità che gli restavano dei suoi genitori e, se c'era
qualcuno che sicuramente poteva impararla, era proprio Naruto.
Ma, orgoglio per il figlio che era riuscito a
padroneggaire quella tecnica complessa, aveva anche un senso di
gelosia che non sapeva spiegarsi bene.
Certo, era contento che Naruto avesse imparato una
tecnica così complicata, ma qualcosa di non molto definito non
riusciva a farlo gioire del tutto.
Sentiva come se fosse stato privato qualcosa, anche
se sapeva benissimo che non era così.
Forse era perché difficilmente Naruto avrebbe
potuto imparare una delle sue di tecniche. Sì, era sicuramente
per quello.
<< Tutto bene papà? >> chiese il
ragazzo.
Evidentemente non era riuscito a nascondere del tutto
questo suo conflitto interiore.
<< Sì, stavo solo pensando. Da dove
spunta il fermaglio di Hinata? >> chiese sviando il discorso.
A quella domanda il povero biondo divenne rosso come
un pomodoro e si mise a balbettare sul fatto che era solo un regalo
per un'amica e nulla di più.
Il tutto facendo ridacchiare il padre, ora più
rilassato.
<< Allora, come avete convinto Tsunade a
tornare? >> chiese l'uomo curioso.
La risposta che gli arrivò non gli piacque
proprio per niente.
A parte la romanzine che doveva fare a Jiraya per la
faccenda Shisui, dove suo figlio aveva rischiato grosso e Sasuke
aveva rischiato di rimanere in coma per sempre, a quanto pareva
avrebbe dovuto aggiungere anche questo.
Possibile che non potesse perdere di vista il figlio
un secondo che questo si cacciava nei guai?
E meno male che credeva che con Jiraya non gli
sarebbe accaduto nulla di troppo pericoloso.
L'eremita si sarebbe sentite le sue, altroché.
Ma avrebbe dovuto rimandare a dopo la celebrazione
per il nuovo Hokage che si sarebbe tenuta il giorno successivo.
Giusto il tempo di sbollire un po' insomma.
E mentre Naruto non capiva come mai il padre era così
arrabbiato con Jiraya, al povero eremita dei rospi fischiavano le
orecchie per le maledizioni che il copy-ninja gli stava mandando
mentalmente.
E così, il giorno dopo, Tsunade, dopoaver
sistemato tutto quello che era da sistemare con il consiglio, era
stata proclamata ufficialmente Hokage.
Come prima cosa però doveva trovare un modo
per rimettere in piedi Rock Lee per permettergli di riprendere la
carriera di ninja senza correre rischi.
Gaara c'era proprio andato giù pesante.
E mentre Kakashi cercava Jiraya, e non ci mise molto
a trovarlo, Naruto si era diretto al parco per godersi la bella
giornata. Magari, verso l'ora di pranzo sarebbe passato da Teuchi per
del buon ramen appena fatto....
L'idea iniziale era di andare da Sasuke o da Hinata,
ma il primo era ancora in convalescenza in ospedale per sicurezza,
sarebbe comunque passato il prima possibile, a villa Hyuga era meglio
se non ci metteva piede per non rischiare di finire molto male. A
quanto pareva Hiashi Hyuga lo tollerava ben poco.
Così al momento era da solo e aveva deciso di
passare il resto della mattina sulla sua altalena.
Però poco dopo fu raggiunto da Hinata che
stava facendo una passeggiata prima di tornare a casa.
<< Ciao Hinata! >>
<< Ciao Naruto-kun >> lo saluta educata
lei.
Solo in quel momento il ragazzo si accorge che lei
indossa ancora il suo fermaglio e la cosa non può che renderlo
felice in una maniera che non aveva mai provato prima.
Imbarazzato, Naruto cominciò a parlare a
raffica di tutto quello che gli passava per la testa.
Idiozie, idee assurde o strambe, tutto.
Ma a Hinata non importava, lei lo ascoltava e basta.
Dopo la ramanzina del padre e il divieto di portare
il fermaglio del giorno prima le ci voleva la solarità di
Naruto.
Non avrebbe mai potuto non indossare quel fermaglio,
ma in casa se lo toglieva per evitare polemiche di sorta.
Non voleva far arrabbiare e deludere ancora di più
il padre.
Purtroppo, nessuno dei due si rese conto che il tempo
passava e Hiashi, non vedendo la figlia tornare, andò a
cercarla di persona.
Una cosa doveva fare, una. E non riusciva a fare
neanche quella.
Una commissione e poi di nuovo a casa.
Si poteva sapere cosa passasse per la testa di quella
buona a nulla?
Quando la trovò al parco, a parlare con Naruto
e con ancora il fermaglio addosso, non gli piacque proprio per
niente.
Si parò davanti ai due ragazzi e con sguardo e
voce glaciale ordinò a Hinata di allontanarsi dal ragazzo e di
tornare a casa.
La ragazza fece solo qualche passo prima che Naruto
si opponesse.
<< Stavamo solo parlando! Non stavamo facendo
nulla di male!! >> scattò il biondo.
<< Occhio a come parli ragazzo >> rispose
Hiashi freddandolo con un'occhiata di ghiaccio.
Tutto inutile.
<< Ma si può sapere chi si crede di
essere?! >> gli saltò addosso Naruto.
Non sopportava proprio il suo modo di fare, né
il modo in cui trattava Hinata.
<< Ragazzo, non sono affari tuoi questi. E una
cosa: niente più regali a mia figlia. Sono stato abbastanza
chiaro? >> gelido come il ghiaccio del polo.
<< Padre.... >> provò a dire
Hinata, ma si fermò subito non trovando le parole per
continuare.
<< Non ti avevo detto di buttare via quel
fermaglio? >>
A quelle parole del padre, la ragazza si fece piccola
dalla vergogna, ma non avrebbe mai potuto buttare via quel piccolo
regalo di Naruto.
<< Come sarebbe a dire che deve buttarlo via?!
Non si può neanche fare un regalo ad un'amica ora?! >>
scattò il biondo senza riuscire a trattenersi.
Quando è troppo è troppo.
Era solo un piccolo, insignificante, innocuo regalo
per la miseria!
Cosa c'era di sbagliato in questo?
<< Non ti immischiare >> rispose Hiashi
irritato.
<< Ma si può sapere perché è
così idiota?! >> sbottò senza riuscire a
trattenersi.
Quell'uomo gli dava proprio su i nervi con il suo
atteggiamento.
Non lo sopportava proprio e la cosa sembrava essere
molto ricambiata.
Hiashi guradò il biondo con la sua espressione
più severa e raggialante.
Solo in quel momento Naruto si rese conto di aver
fatto una cavolata e che era finito in guai molto seri da cui non
sarebbe uscito con facilità, sempre che Hiashi fosse stato
disposto a passare sopra alla cosa.
Peccato che non sembrasse proprio disposto a farlo.
Non sapeva cosa gli avrebbe fatto Hiashi, ma era
sicuro che avrebbe fatto parecchio male.
Hiashi fece per muovere un passo, ma, come se
qualcuno lo avesse evocato apparve Kakashi che si mise tra l'uomo e
il figlio.
<< Posso sapere che succede? >> chiese
con calma l'argenteo.
<< Non credo siano affari tuoi Kakashi >>
rispose Hiashi freddo.
<< Visto che c'è di mezzo Naruto, direi
proprio che siano affari miei >>
I due contendenti si fissarono in una prova di forza
che durò qualche minuto, ognuno convinto delle proprie
ragioni.
Naruto non riusciva a trovare la voce per dire
qualcosa, mentre Hinata pregava in silenzio che il padre lasciasse
stare.
<< Hiashi, dovresti saperlo quanto si può
essere protettivi verso i figli >> disse Kakashi calmo, freddo,
con tono di velata minaccia facendo riferimento a quel piccolo
incidente con la Nuvola di anni prima.
Hiashi afferrò al volo la minaccia nascosta
nelle parole del copy-ninja, ma non rispose. Si limitò a
prendere Hinata e a andarsene.
Kakashi, assicuratesi che l'altro non tornasse
indietro, prese Naruto e lo riposrtò a casa.
Sapeva che con tutta probabilità Hiashi non
avrebbe lasciato correre, ma con un po' di fortuna, forse, chissà....
<< Papà... >> disse Naruto
titubante.
<< Non preoccuparti, non è successo
nulla. >> rispose l'uomo cercando di tranquilizzarlo.
<< Scusa... >>
<< Non è colpa tua, non hai niente di
cui scusarti. Su, non è niente di grave >> “Spero”
ma evitò di dirlo.
Il ragazzo si rifugiò nell'abbraccio del
genitore, aveva un gran bisogno che qualcuno gli ricordasse che era
come tutti gli altri.
L'ora di pranzo era passata da un pezzo ed era
proprio per questo che Kakashi era andato alla ricerca del figlio ed
era arrivato giusto in tempo per salvarlo dalla furia di Hiashi.
Fu così che i due mangiarono qualcosa in
tranquillità senza alcuna fretta.
Neanche il tempo di mettere giù i piatti che
qualcuno bussò alla porta.
Kakashi andò ad aprire e si ritrovò
davanti due ANBU che lo convocavano d'urgenza dall'Hokage.
Strano visto che era il suo giorno libero. Il primo
dopo parecchio tempo.
<< Come mai questa convocazione urgente? >>
chiese avendo comunque mezzo intuito il motivo di quella visita.
<< Hiashi Hyuga ha presentato un reclamo verso
di lei. L'Hokage vuole vederla per chiarire la faccenda >>
disse uno dei due.
“E ti pareva che non lasciava correre.”
penso l'argenteo sarcastico.
<< Mi date cinque minuti per favore? Vorrei
evitare di spaventare mio figlio >> disse sperando nella
comprensione dei suoi ex-compagni di quando anche lui era un ANBU.
Perché potevano indossare tutte le maschere
che volevano ma li avrebbe sempre riconosciuti ovunque.
<< Certo. Solo cinque minuti però >>
rispose lo stesso di prima.
Kakashi tornò in cucina dove trovò un
Naruto che lo guardava attendo di sapere chi c'era alla porta.
<< Naruto, devo andare un attimo dall'Hokage,
torno presto. Non fare guai ok? >> cercò di indorare la
pillola l'uomo.
Naruto non sembrò fiutare la mezza bugia e
promise di non combinare guai. Disse anzi che sarebbe andato a
trovare Sasuke più tardi.
Kakashi, rassicurato andò con i due ANBU
dall'Hokage dove trovò una Tsunade alquanto contrariata e uno
Hiashi più rigido del solito.
<< Allora, posso sapere che cavolo è
successo stamattina di così importante e sconveniente da farmi
interrompere il mio lavoro per trovare un modo di rimettere in piedi
un ninja? >> la donna non nascondeva la sua palese irritazione
per l'interruzione delle sue ricerche.
Come risposta partì una discussione tra
Kakashi e Hiashi che, se possibile, fece innervosire ancora di più
la donna.
Ok, forse Kakashi aveva esagerato, ma anche Hiashi
non c'era andato giù leggero.
Naruto era solo un ragazzino che aveva fatto un
regalo ad un'amica, nulla di più.
Era una forza portante, ma non per sua scelta, questo
era certo. E non poteva cambiare la cosa.
Fatto sta che la discussione fece saltare
definitivamente i nervi a Tsunade.
<< ADESSO BASTA!!! >> si ritrovò
ad urlare picchiando con uno dei suoi pugni sulla scrivania.
I due si bloccarono immediatamente senza smettere
però di guardarsi in cagnesco.
<< Ma vi sembrano modi di comportarsi questi?!
Hiashi, da un capo clan non mi aspettavo un reclamo per una bega del
genere. E per quanto riguarda la faccenda regalo, è solo un
regalo. Nulla di più. Un ragalo tra amici, non c'è
nulla di male. Kakashi, si può sapere che ti è preso?
Lo sai vero che non posso ignorare un reclamo di un capo clan vero?
>> disse la donna cercando di ritrovare la calma.
<< Sì, Hokage >> risposa Kakashi
pronto per qualsiasi pena.
La donna si prese qualche minuto per pensare. Non
poteva lasciare correre o Hiashi sarebbe stato una spina nel fianco
dura da tenere a bada, ma non poteva neanche dare una pena troppo
dura visto che, in fondo, non era successo praticamente nulla di
grave.
Alla fine optò per una punzione che,
sicuramente, sarebbe andata bene ad Hiashi e che non sarebbe stata
vista come tale da Kakashi, o almeno così sperava.
E poi, qualche giorno di ferie al copy-ninja serviva.
<< Kakashi Hatake, visto l'accusa presentata
dal qui presente Hiashi Hyuga a suo danno, lei è sospeso per
due settimane dal suo compito di ninja, potete andare. >> detto
ciò la donna tornò alle sue scartoffie senza più
curarli di alcuna attenzione.
Hiashi se ne andò soddisfatto mentre a Kakashi
scappò un piccolo sorriso da sotto la maschera.
Un po' di tempo libero gli ci voleva proprio.
Tornò a casa con calma, pensando se dire o no
tutto a Naruto, ma quando aprì la porta non trovò
nessuno.
“Sarà andato a trovare Sasuke in
ospedale” pensò l'uomo e cambiò subito
destinazione.
Arrivò in ospedale una decina di minuti dopo,
ma trovando la stanza di Sasuke vuota rimase sorpreso. Da quello che
sapeva sarebbe dovuto rimanere sotto controllo ancora qualche giorno.
Dove si erano cacciati quei due?
Mentre ci pensava sopra vide arrivare una Sakura
tutta trafelata che gli disse che Naruto e Sasuke erano sul tetto che
stavano per scontrarsi.
<< Va a chiamare Itachi, subito >> ordinò
a Sakura.
Aveva un pessimo presentimento e sicuramente Sasuke
non avrebbe ascoltato lui, ma forse il fratello sì.
Intanto lui si precipitò sul tetto sperando
che non fosse già successo qualcosa di irreparabile.
Per quella giornata aveva già dato in quanto a
guai e disastri.
Decisamente aveva già dato.
Spero che vi sia piaciuto
quello che avete letto e che sia bastato a farmi perdonare.
In caso contrario non posso
far altro che implorare il vostro perdono.
Spero di non farvi attendere
più così tanto ma non ne sono sicura. Di sicuro ce la
metterò tutta.
Spero vogliate lasciare un
commento con il vostro parere, alla prossima!!!
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