Cento modi per uccidere Barbabianca

di Ice_DP
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100 modi per uccidere Barbabianca


#15 (In)corruttibile Marco

 

Che Marco fosse l’uomo più serio in quella ciurma di pazzi, era chiaro. Che fosse il più difficile da adescare, anche. Il più amichevole? Beh, cercava di esserlo con Ace.

Ace se ne stava a poppa guardando il mare, da un paio d’anni a questa parte il suo più grande nemico; sempre se si toglieva il vecchiaccio dall’elenco. Non sapeva che cosa fare su quella stramaledetta nave, e ogni minuto che passava si annoiava a morte.

Destino volle che da lì passò Marco, il comandante della prima flotta. O almeno Ace aveva capito così.

Il ragazzo lo fissò per un momento, obbligandosi a non posare il suo sguardo sugli addominali scolpiti; non voleva passare di certo messaggi sbagliati, che alla fine poi non lo erano.

Il biondo si accorse di essere osservato e si voltò verso la fonte che gli provocava quel pizzicore alla nuca, trovandovi Ace. Gli accennò un sorriso, che gli fece chiudere ancora di più gli occhi già sottili.

“Ehi ragazzino!” disse, alzando la mano in segno di saluto.

Per tutta risposta Ace gli fece gentilmente vedere il dito medio, girandosi con sdegno dalla parte opposta.

“Gentile da parte tua!” lo canzonò Marco, ridacchiando e avvicinandosi un po’.

“Io non sono gentile” aveva ribattuto il ragazzo lentigginoso, con fare arrogante.

“Lo vedo!”

Ace tirò un lungo respiro, sforzandosi di mantenere la calma.

“Non si può essere gentili con un branco di pazzi come il vostro!” si lamentò, tornando a guardarlo in faccia. Il biondo aveva sempre la sua solita espressione annoiata; Ace si stava chiedendo se i suoi muscoli facciali sapessero come lavorare.

“Non siamo un branco di pazzi, solo una famiglia molto numerosa” ridacchiò Marco, sedendosi sul parapetto poco lontano dal moro.

“Beh, credo che forse tu sia l’unico con un briciolo di cervello…” azzardò Ace, sperando di mettere a segno il suo colpo.

“Io non credo”

“Sì, invece!” esclamò il moro forse con un tono di voce un po’ troppo alto.

“Insomma, guardati! Sei sempre serio e composto, niente ti scalfisce e hai sempre tutto sotto controllo…sei la calma fatta a persona e…” continuò a sputare complimenti su complimenti, complice la vicinanza di quel biondo con la testa d’ananas. Gli faceva davvero un brutto effetto. Nemmeno Ace sapeva esattamente da dove gli uscissero quelle parole.

“…a parte la pettinatura ambigua, sia chiaro!” concluse, non abbandonando mai quel tono rabbioso e non smettendo neanche per un secondo di gesticolare.

Marco lo guardò per un lungo istante, prima di sogghignare apertamente. Aveva capito fin troppo bene dove volesse andare a parare.

“Ragazzino, non è che stai subdolamente cercando di corrompermi per ottenere qualcosa?”.

Ace avvampò. L’aveva smascherato senza nemmeno troppa fatica. Non rispose.

“Ci ho preso a quanto pare” e, con quelle parole, Marco si alzò e sparì dietro l’angolo.

“Maledizione!” tuonò Ace, calciando il nulla.

 Il suo malefico piano di portare Marco dalla sua parte non aveva funzionato. Adesso che ci pensava meglio, si disse che era stato anche un piano piuttosto stupido. Sì, decisamente stupido.

 





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