Fattoria 1
CAPITOLO I
Fattoria Duke, sabato, notte fonda. Nella camera dei ragazzi si udì un bisbiglio.
“Luke, stai dormendo?”.
Un sospiro: “Sì, sto dormendo”.
“Come?! Mi prendi in giro? E allora come hai fatto a rispondermi?”.
Tra sé
e sé: “Ma è stupido? Ci casca ogni volta!”.
Bisbigliando: “Io sono capace di parlare mentre dormo, dovresti
saperlo ormai”.
“Mi prendi in giro! Smettila”.
Tra
sé:“Si, ti prendo in giro…come sempre…e come
sempre smetto”. A bassa voce: “Che vuoi?”.
“Posso farti una domanda?”.
“Non puoi aspettare domattina?”.
“E’ importante Luke!”.
Tra sé:
“ Sì certo! E’ sempre importante! Come quando volevi
sapere una scusa per farti esonerare dall’interrogazione di
chimica dalla signora Nellingham…o come quando volevi sapere
perché il sole sorge a est e non ad ovest… o come quando
non sapevi sciogliere i nodi del filo da pesca che TU avevi
imbrigliato…ah…e l’ultima volta mi hai chiesto
perché tu non hai ancora i peli sul petto…già!
Questioni di vita o di morte!”.
“Luke? Allora?”.
Tra sé:
“E io sono stanco! Ho seminato tutto il giorno i campi con lo zio
Jesse, poi ho spaccato la legna, ho sistemato l’infisso che TU
hai rotto con la mazza da baseball….ahi, il dito mi fa ancora
male per quella martellata…e per cena…fagiolini bolliti!
No, no, no, NO! Non risponderò a nessuna delle tue stupide
domande!!!”.
“Luke, ti prego!”.
Un sospiro rassegnato: “Ok, dimmi…”.
“Ehm…dunque…ehm..”.
“Allora, sbrigati per favore, ho sonno!”.
“Ok. Dunque…ehm...Luke, tu cosa fai quando baci una ragazza?”.
“BO!!” gridò Luke balzando a sedere in mezzo al letto.
“Shhhhhhh! Sei pazzo? Vuoi fare arrabbiare zio Jesse?!” rispose Bo, faticando a mantenere il tono del bisbiglio.
“Tu sei pazzo! Che razza di domande sono?!”.
Bo si mise a sedere in mezzo al letto e accese la lampada, mettendoci il cuscino davanti per attenuare la luce.
“Spegni,
non ho nessuna intenzione di…” Luke non completò la
frase, Bo aveva abbassato lo sguardo e aveva assunto la sua tipica
espressione da cagnolino bagnato…sospirò:
“Perché lo vuoi sapere?”.
Bo sorrise
imbarazzato: “Sai, domani dopo la funzione rimango in chiesa per
il picnic dei giovani volontari di Hazzard….ehm..e ci
sarà Betty Sue…”.
“E…” l’impazienza di Luke si stava trasformando in curiosità.
“E…lei mi…piace” ammise Bo sottovoce, rosso fino alla radice dei capelli.
Luke
faticò a trattenere un sorriso, provocando un sbuffo di Bo, che
si girò, appoggiando la testa sulle ginocchia piegate:
“Lasciamo stare, tu mi prendi in giro”.
Luke si diede
del cretino e aggiunse precipitosamente: “No no no no no, Bo! Non
ti prendo in giro, sul serio…cosa…ehm…cosa vuoi
sapere?” pentendosi immediatamente per quella
disponibilità.
Bo si girò di nuovo, rincuorato, e ricominciò: “Allora, tu cosa fai quando baci una ragazza?”.
Luke era
imbarazzato: “Be’, Bo, ecco, non penso che dovrei dirti
quello che faccio…cioè…non che non te lo possa
dire…potrei, perché non c’è niente di
male…da nascondere intendo dire…il fatto è
che…pur potendotelo dire…in un certo
senso…”. Si era perso!
“Luke…” Bo lo guardava sconfortato.
Luke cercò una via d’uscita: “Tu vuoi baciare Betty Sue domani?”.
Bo diventò ancora più rosso: “Sì!”.
“E lei lo sa?”.
“Alle funzioni lei mi guarda e io guardo lei”.
“Bo…vuoi dire che vi siete solo guardati?”.
“Ma ci siamo guardati tanto!”.
Luke
sospirò. “Bo, secondo me, visto che vi siete solo guardati
fino ad ora, forse bisogna preparare un po’ l’evento”.
“Preparare?!”.
“Sì
Bo! Non vorrai mica darle un bacio di punto in bianco nel mezzo del
picnic e con tutti i ragazzi intorno! Devi portarla in un luogo
un po’ appartato, creare un po’ di atmosfera e
poi…ehm…magari…”.
“E come si crea l’atmosfera?” Bo cominciava a nutrire dei dubbi.
Oddio, si preannunciava una lunga notte insonne! “Dovete mettervi un po’ comodi e..”.
“In piedi o seduti?”.
“Non ha importanza, come ti viene meglio!”.
“Ma io non lo so come viene meglio! A te come viene meglio?!”.
“Bo! Non
importa come viene meglio a me…ma che razza di domande
fai?!” Luke stava perdendo ogni speranza.
“Allora…ricominciamo, andate in un luogo un po’
appartato, vi mettete un po’ comodi…” Luke si
arrestò…adolescenti con gli ormoni in
fermento…forse era meglio evitare un’eccesiva
comodità… “ma in effetti la comodità non
è poi così necessaria…” oddio, si stava
perdendo di nuovo!
“Ma Luke, hai detto che era importante!”.
Dannazione, aveva ragione! “Sì, ma non ti concentrare su questo. Concentrati su quello che devi dire”.
“Dire?! Luke ma io non voglio parlare! Non voglio perdere tempo!”.
“Non
sarà una perdita di tempo! Servirà, fidati!”
sospiro profondissimo “Bo, ti svelo un segreto che ti
aiuterà per tutta la vita: con le donne non si va mai di fretta,
a loro piace perdere tempo, specialmente quando tu
vuoi...ehm…concl…ehm…quando tu hai
fretta…” Aiuto! “Comunque, parla un po’ e
dille qualcosa che possa impressionarla”.
Bo stava cercando di memorizzare tutto, erano tante cose! Annuiva, infine chiese: “E poi?”.
Luke sbarrò gli occhi: “E poi le dai un bacio naturalmente!”.
Bo era perplesso: “ E come?”.
“Come come? Bo! Non posso mica dirti come si dà un bacio!”.
“E
perché no? E’ proprio quello che voglio sapere! Io non lo
so come si dà un bacio!” piagnucolò il biondino.
Luke
abbassò il capo, sconfitto: “Bo, ma come faccio a
spiegartelo…non saprei…e poi non mi va di entrare nei
particolari e…no, per favore, smettila!”. Bo adesso
accompagnava lo sguardo da cucciolo bagnato con un gran broncio e gli
occhi lucidissimi.
Santa
pazienza! “Ok, facciamo così. Tu mi fai le domande e io
cerco di risponderti” e di nuovo si pentì della sua
disponibilità ancora prima di concludere la frase.
“Ho una sola domanda” ribattè Bo nuovamente rinfrancato.
“Vai!” lo incoraggiò Luke, sperando di finire presto.
“Come si dà un bacio?” chiese Bo, saltando sulle ginocchia.
Luke si
rassegnò: “Ok, Bo…hai vinto tu. Appena
arriverà il momento giusto…te ne accorgerai da solo,
fidati, ti avvicini piano a lei, le appoggi delicatamente le mani sul
corpo, la guardi negli occhi, pieghi leggermente la testa
e…lasci che… la natura faccia il suo corso” chiuse
sentendosi un po’ stupido.
“Il corso della natura?! Luke, sembri zio Jesse quando parla delle capre…”.
“Ehm…tutti
gli esseri viventi hanno uguale dignità…” e con
questo aveva raggiunto l’idiozia totale! “Comunque, Bo,
è tardi. Mettiamoci a dormire, domani dobbiamo alzarci presto e
aiutare zio Jesse e, inoltre, tu devi essere riposato per il grande
evento” disse sorridendo mentre guardava il cuginetto imbarazzato.
“Hai
ragione. Posto appartato, discorso per impressionarla, mi avvicino,
mani sul corpo, la guardo negli occhi, piego la testa e via! Grazie
Luke, buona notte!” e senza aspettare risposta riprese il
cuscino, spense la lampada e si infilò sotto le coperte. Luke,
basito per l’intera conversazione, era rimasto seduto in mezzo al
letto, indeciso se ridere o piangere.
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