Era un pomeriggio sereno a Fork, da tempo non si vedeva un sole
così caldo.
Un sole che risplendeva in alto nel cielo, che colorava con i suoi
raggi ogni cosa sul quale questi si posavano. Tutto risplendeva e io
non potevo fare a meno di ammirare la sua bellezza sotto quei caldi
raggi. Non potevo fare a meno di restare abbagliata dal mio sole
personale, il mio universo, il mio nord, il mio sud, la mia stella
polare, l’amore della mia esistenza, il padre di mia figlia,
Mio marito: il mio Edward. Anche lui mi guardava, con uno sguardo pieno
d’amore e di ammirazione, come se dovesse essere lui a dover
dire grazie. Ma ero io, ero io a dover ringraziare chi sa chi per
avermi regalato un uomo così. E una bimba così.
Bellissima e forte ma allo stesso tempo delicata, con i suoi lineamenti
perfetti, di mio marito e gli occhi profondi color cioccolato, i miei
occhi umani.
La nostra Reneesme.Nostra, si nostra. Erano passati due anni da quando
l’avevo messa al mondo, ma non sembrava affatto una bambina
di due anni, ma almeno una bimba di cinque.
Lei, tranquilla, giocava rincorrendo una farfalla e come questa danzava
in aria nella nostra radura, per poterla toccare.
Io ed Edward distogliemmo il nostro sguardo l’uno
d’all’altro, distratti dalle risate della nostra
piccola.
<< Quanto è bella ,Edward!
>>dissi non lasciandola con gli occhi.
<< si è bellissima!Sono stato molto fortunato
ad avere due donne così stupende. >>disse
<< E siete entrambe mie!
>>aggiunse.
Lo guardai sorridendo e mi beai del suo sguardo di nuovo su di me.
<< Sai cosa pensavo? >>continuai.
E lui < No, purtroppo ancora non mi permetti di ascoltarti
>>.
<< dai… .>>lo apostrofai.
<< continua >>mi suggerì ridendo.
<< Vorrei fare un viaggio, prima di iniziare la nostra
nuova esistenza! >>.
<< Dove vorresti andare, amore mio?
>>
<< Ecco, mi piacerebbe portare Reneesme
nell’isola D’ESME >>.
Edward si illuminò di più, come se fosse
possibile. Ma veramente sembrava iridescente, pieno di entusiasmo.
<< SI mi piacerebbe molto. La nostra piccola deve vedere
quel paradiso terrestre dove siamo stati veramente felici e dove, ma
questo lei non lo saprà mai, promettimelo,
l’abbiamo concepita! >>disse sussurrando
l’ultima parte del discorso per non lasciarle intuire niente.
Ma lei aveva sentito<< dove andiamo ? >>ci
interruppe.
Vedendo noi stupiti aggiunse<< Dove siete stati felici?
>>Per fortuna non aveva sentito tutto. Edward
aprì le braccia per farle segno di raggiungerlo ed
accoccolarsi con lui.
<< Andremo in un posto magico, vedrai Reneesme.
>>.
<< Ma vengono anche gli zii e i nonni ? >>
domandò lei.
<< Se vogliono si .>>rispose lui.
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