L'uomo nero

di Temperina
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"L'uomo nero non esiste, capito?".

"Davvero?".

"Ma certo!" esclama mamma, accarezzandomi delicatamente i capelli "E' un'invenzione creata da alcuni genitori per convincere i bambini a dormire".

"Perchè mamma?".

"Non lo so, amore".

"Sono genitori cattivi?".

Mamma sorride.

"Sapevi campione che il mito dell'uomo nero ha origini antiche" si sente in dovere di aggiungere il mio papà "In certe culture è una creatura che vive nell'ombra".

"Sul serio?".

"Proprio così".

"E non vede mai la luce del sole?".

"Preferisce abitare nelle soffitte e negli scantinati".

"Come mai?".

"Perchè è li che le persone tengono tutte le cose che non vogliono buttare via".

"Ohh!".

"Diciamo che difende le proprietà altrui" esclama il mio papà.

"Allora è come un super eroe?".

"Qualcosa di simile, si" conferma papà, scoppiando a ridere.

"Perciò non devi temerlo, ok!" conclude mamma.

"Mm mm".

"Adesso dormi, va bene?" dice mamma, alzandosi dal letto e baciandomi delicatamente la fronte.

Annuisco.

"Buonanotte, campione!".

"Spengo la luce?" mi chiede mamma.

"Si".

"Però lasciamo la porta aperta, d'accordo".

"Grazie".

Chiudo gli occhi.

Li tengo chiusi giusto il tempo che i miei genitori ci mettono ad arrivare alle scale, poi li riapro e mi rivolgo all'uomo che mi osserva attraverso le ante accostate dell'armadio. Papà si è rifiutato di aprire l'armadio quando gli ho chiesto di farlo, ma lui si è nascosto lì subito dopo avermi svegliato, facendomi urlare per lo spavento.

"Non mi fai paura, capito!" gli dico sicuro di me "Non sei reale, non esisti e io non ti temo più".

Lui mi guarda in silenzio, accenna un sorriso che sembra un ghigno sinistro tutt'altro che rassicurante, e apre la porta dell'armadio.





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