l'ombra di se stessi

di shinichi_kudo
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L’ombra di se stessi
 
Mi sveglio, è notte fonda… ho sentito qualcuno chiamare il mio nome, non era un sussurro e nemmeno un urlo, eppure era una voce possente, grave.
-Shin, mi senti?
Tre parole che mi hanno destato in pochi istanti… sembrava la voce di mio padre; a passo svelto esco dalla porta della stanza di casa Mouri e superato il breve corridoio, attento a non far rumore per non svegliare né Ran né lo “zietto”, entro nel salotto avvolto dalle tenebre e mi guardo intorno, sicuro di vedere quella figura inconfondibile stagliarsi di fronte alla finestra.
Con mia grande sorpresa la stanza era vuota, esco di casa, scendo incuriosito le scale ed entro nell’agenzia dove la stessa scena di prima torna a presentarsi…
Comincio a dubitare ed a preoccuparmi leggermente per quella strana situazione; scendo velocemente le scale che portano in strada, per trovarmi di fronte solo il quartiere ancora carico di luci, che non esprimono però movimento e vita ma solo una quiete ed irritante stasi.
Risalgo lentamente ogni gradino, come fosse un passo sempre più a fondo nei miei pensieri, mentre la voce di quel ricordo comincia a sbiadirsi ed il ricordo di quella voce comincia a confondersi…
Torno in casa e chiudo lentamente la porta alle mie spalle, per evitare sempre di far troppo rumore, alzo lo sguardo e noto sul tavolino, rivolti verso il divano, i miei occhiali aperti, innaturalmente scintillanti alla luce bianca dei lampioni proveniente dalla strada…
Mi avvicino, piano, e mi siedo davanti a quel riflesso, che mi osserva, come fosse una presenza effettiva, nell’assoluta penombra.
Una domanda risuona, assumendo la voce di Heiji, insistente nelle orecchie, mentre fisso rimango nell’osservare quegli occhiali
-Dimmi, chi sei?
Sento il cuore battere a ritmo regolare nel silenzio della stanza
-Io…
Sussurro
-Io sono…
Mi blocco
-Sono Conan, Conan Edogawa
Un senso di amaro in bocca si presenta repentino a quelle parole
-Menti
Afferma la voce in un tono deciso
-Perché?
Incalza poi
-Forse perché mi sono abituato a farlo…
Rispondo con tono amareggiato
-Menti, ancora; è inutile… a quest’ora dovresti aver già capito chi è il tuo interlocutore
Sospiro leggermente, mentre con tono greve dico
-Sono io, l’interlocutore di me stesso
-e chi sei tu?
Mi chiede la voce di nuovo, troneggiante nei miei pensieri
-Shinichi Kudo
Rispondo seriamente senza esitazione, con un orgoglio che reprimevo da tempo
-Bravo!
Sento esclamare in un tono allegro, per poi interrompersi in un goffo “ah!” soffocato, accompagnato da un repentino ondulamento della lampada dietro di me…
Di scatto mi alzo ed accendo la luce e mi ritrovo davanti quell’idiota di Hattori sdraiato in posizione supina nascosto tra divano e lampada a massaggiarsi la nuca e guardarmi soddisfatto.
-Ma sei idiota!
Gli urlo con tutta la voce di cui sono capace svegliando inevitabilmente sia Ran che Goro.
Nel mentre che tutte le luci si accendano e quest’ultimi saltano giù dal letto per venire a controllare cosa stia succedendo, Heiji si rialza e venendomi accanto mi sussurra
-Non dimenticarlo ma, amico mio.
Ed inevitabilmente sorrido ringraziandolo mentalmente
-A proposito di ricordare, alla fine Ran si è dichiarata?
Ed ecco che voglio ucciderlo di nuovo…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Parole del detective:
Ed eccomi tornato, dopo quanto… non ricordo ahahah credo quasi due anni a dirsi dall’ultima ff pubblicata; anche se l’idea ti tornare l’ho sempre avuta.
Storiella senza pretese, è solo per “testare di nuovo il campo”, anche se spero vi piaccia comunque… a me non convince molto anche se l’idea dalla quale l’ho concepita mi ha stuzzicato e continua a stuzzicarmi molto.
Bene che dire… grazie a chi leggerà e a chi recensirà (che per ovvietà deve aver fatto anche la prima azione XD) spero di ritrovare vecchie conoscenze cosi da sapere che non sono rimasto l’unico della mia epoca XD




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