Cento modi per uccidere Barbabianca

di Ice_DP
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100 modi per uccidere Barbabianca


#17 L’asse della giustizia

 

Quella notte sulla Moby Dick si respirava un’aria piuttosto strana.  La sera prima si era tenuta, come una sera sì e l’altra pure, una grande festa in onore di qualcosa inventato di sana pianta e usato clamorosamente come scusa.

I fumi dell’alcool vagavano ancora in giro per la nave, entrando con prepotenza nelle narici di Ace, dandogli fastidio.

C’era talmente tanta gente ancora sbronza che ciondolava qua e là, che nemmeno facevano caso alla sua persona. Così Ace poteva andarsene in giro per la nave totalmente indisturbato, senza dare particolarmente nell’occhio.

Stava vagando sul ponte principale, quando la sua attenzione fu attirata da una folla molto rumorosa. Istintivamente si nascose dietro all’angolo più vicino, facendo sbucare la testa, attento a non farsi cogliere in flagrante. Cosa piuttosto inutile, dato che capì presto che nessuno di quegli uomini avrebbe potuto prestargli attenzione: dire che erano ubriachi marci era riduttivo.

Vide troneggiare tra loro la figura del capitano, senza i suoi soliti tubi per l’ossigeno. Delle infermiere nemmeno l’ombra; probabilmente avevano desistito nella loro impresa. Quello in compenso, se la rideva fragorosamente, come se non avesse avuto un singolo problema al mondo, facendo tremare quasi tutta quanta la nave. Doveva avere delle corde vocali davvero notevoli, per raggiungere quell’effetto; probabilmente il potere del suo frutto del diavolo intaccava anche quelle.

“Bene” pensò subito il ragazzo lentigginoso “Questo è sicuramente un punto a mio favore”.

Scrutò per un po’ il capannello di pirati, scoprendo che stavano facendo un gioco abbastanza stupido: consisteva nel vedere chi riuscisse ad arrivare più lontano, senza cadere, camminando sull’asse che sporgeva dal parapetto.

Sì, quell’asse che serviva per giustiziare i prigionieri della ciurma, o chiunque non gli fosse andato particolarmente a genio. Stranamente però, non lo aveva mai visto in uso, anche se appena arrivato a bordo della gigantesca nave, aveva temuto che lo usassero per lui; ci sarebbe davvero voluto poco, dato che non era più in grado di nuotare.

In quel momento, un uomo abbastanza grasso era appena volato giù dall’asse che traballava pericolosamente, e fu ripescato repentinamente da un altro coraggioso membro dell’equipaggio.

Ed Ace fu colto da un’ispirazione illuminante.

Attese che Barbabianca fosse abbastanza vicino all’asse da essere a portata di tiro, e scattò in avanti non appena scorse un momento particolarmente ideale. Fu quasi invisibile agli occhi degli altri, ma non per un paio che aveva dolorosamente imparato a riconoscere. Fu questione di pochi secondi. Con le mani protese in avanti, nel chiaro intento di spingere il capitano giù nel mare scuro, non si accorse che quello aveva già intuito le sue intenzioni.

Con una mossa repentina si scostò all’ultimo momento, facendo barcollare Ace, che inciampò nello scalino che ancorava l’asse al ponte; subito dopo incespicò sullo stesso, cercando di mantenersi in equilibrio, ma fu tutto inutile.

Si senti un sonoro spalsh, seguito da uno scroscio di risate, sulle quali sovrastava quella del vecchio.

“Gurararararararara! Qualcuno lo vada a ripescare!”

Un bagno notturno non era esattamente quello che aveva architettato Ace.

 

 

 

 ANGOLO DELLA DEMENZA
Eccomi, mie prodi tortini di frutta! (?)
Ormai il vostro nome è segnato, mi dispiace tanto.
Questa volta sono arrivata un po’ prima rispetto al solito, e ne sono felice *rotola*; spero che anche voi possiate sollazzarvi di questa mia assenza meno pressante *rotola di nuovo*
Non ho molto da dire su questo capitolo, a parte che ho scelto l’immagine dell’asse perché, effettivamente, su ogni nave pirata che si rispetti (o almeno, nei film è sempre così!) lo si vede sempre. So che probabilmente la ciurma del vecchio non lo possiede (ma poi, perché non dovrebbe?), non si è mai visto da nessuna parte; o, meglio, io non l’ho mai visto da nessuna parte. Ma mi piaceva l’idea che lo si potesse trovare anche qui. D’altronde, la Moby Dick è pur sempre una gran nave pirata degna di rispetto, no?
Oggi vi lascio andare via, liberi come pennuti, di svolazzare verso altri lidi meno cretini di questo.
Non starò qui a sbrodolarmi per racimolare recensioni, tanto si sa che chi non vuole sentire è peggio dei sordi, no? Quindi mi limito a dire, peggio per voi! *rotola* *sì, mi piace tanto rotolare*
Spero di avervi strappato un sorriso, almeno.
Alla prossima! E grazie, come sempre, a tutti i miei fedeli tortini che mi seguono sempre! Tanto ammmmmmore!
A presto!





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