La notte
dicono
sia fatta per dormire.
Dove il nero rigenera
le mani le gambe le schiene più stanche
ma non guarisce
questa mia mente instabile
né gli occhi miei
tristi ed aridi
come pianure durante la siccità.
Dicono
la notte porti consiglio.
Ma forse solo agli uomini
che non hanno peccato come me
a quelli che sanno sorridere
e respirare davvero.
A me la notte
ha concesso l'insonnia
e lacrime che non lavano via
né rabbia, né dolore.
Mi ha concesso incubi
che non avrei mai voluto vivere
realtà che non avrei mai voluto vedere
dita che stringono ghiaccio
e la sensazione
di vuoto al petto
di non ricordare più come si fa
a respirare
per poi riemergere
in un giorno di temporale
senza niente da stringere
niente su cui piangere
solo silenzio
che si accartoccia
tra i miei tremori
e l'ansimare
di chi si scordato cosa significhi
essere
- svegliarsi da un incubo
per viverne uno peggiore
e da cui sai che non ti risveglierai mai.
E tu
che mi guardi come se
fossi foglia d'autunno pronta a cadere
- siamo in primavera ormai
ricordi? -
come se potessi crollare
di nuovo
senza comprendere
che le mie fondamenta già
sono state distrutte
non capisci
che io ho paura
di me di te del mondo là fuori
la paura del sopravissuto
ad una catastrofe naturale
e che non vede altro
che macerie
e la casa amata bruciare.
È cenere il mio cuore
e le mie braccia che non sanno più
abbracciare
è tutta polvere
che non ricorda d'esser leggera
il mio corpo la mia anima la mia mente
che non sente il vento
gettarla altrove.
Non resta che
la disillusione
di chi ha smesso di credere
di amare di vivere
e porta la morte con sé
perché è certezza unica
in questo cielo di nuvole grigie
quando fuori è primavera
ma l'inverno è sovrano tra le costole
è tutto ciò che rimane
la mia fine
che ancora non vede il suo inizio
perché crede ancora
- bambina ingenua -
nella sofferenza degli altri
per la mia assenza
ignorando però
che io ho smesso ormai
di essere viva nei miei pensieri.
Tu
notte
ora chiudimi gli occhi
con le tue mani blu
ed avvolgimi
con tutte quelle stelle cadenti
portatrici di desideri
che non si realizzeranno mai in futuro
concedimi il sonno
di cui mi hai privata fino ad ora
oppure
se non sai donarmi nulla
di piacevole
porta con te
questo mio patire
ed i miei demoni i miei mostri
lontano
o portami con te
lontano da lui la sua memoria il suo profumo
forse lì tornerò a respirare
oppure finalmente morire
senza pianti sulla mia tomba
senza cuori feriti
solo io e le mie palpebre chiuse
in un riposo eterno
se non puoi concedermi la gioia
né l'amore né i suoi occhi
concedimi
la privazione d'ogni cosa
a me appartenuta
e che mai m'apparterrà.
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