Kame Lin - La misteriosa criminale

di Gloria Lovely
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"Ricordo che Shifu, in questo capitolo, si comporta esattamente come Po. Poi capirete il perché andando avanti con la storia.
Non prendetela come 'casualità' o 'stranezza'. E' una fanfiction!"





- Capitolo 1 -


 



"Panda, preparati a piangere"


 

Salii le lunghe scale che portavano al Palazzo di Giada, la rabbia mi saliva sempre di più.

Mi chiamavano "La misteriosa criminale" per via del mio aspetto, ero identica a Tai Lung ma avevo un volto misterioso che pochi avevano visto.


Arrivata in cima, davanti alla porta del Palazzo, bussai. Mi trovai davanti il Maestro Shifu, dubbioso.

"Tu sei...?"

"Kame Lin"

"Somigli a Tai Lung. Sei un suo parente?" mi chiese sorridendo come non mai.


Preparai la Scarica Mortale e toccai il suo braccio con la mano, ma non reagì.

"Certo che diventeremo amici - disse lui - non c'è bisogno di fare scena muta"

Non sembrava per niente cattivo, io ero piena di rabbia e non vedevo l'ora di vederlo morto.

Gli dissi che ero la sorella di Tai Lung, colei che non aveva mai visto nell'arco della sua vita, lui rimase sorpreso e saltellò dalla gioia.


"Non ci credo - esclamò - la so...sorella di quel Tai Lung, che onore conoscerti!"

Mi strinse la mano e cominciò a parlare a raffica, di come sia finito in quel Palazzo e di come conobbe i Cinque.

"Che noia!" pensai.


 


***





Continuò a parlare senza sosta ed io, ad un certo punto, stavo per addormentarmi.

"Non ti piacciono le mie storie, vero?" mi domandò.

"... al contrario, mi piacciono ma... sono giorni che non dormo..." risposi sbadigliando.

"Se vuoi puoi dormire nella mia stanza, mi hanno messo un secondo letto siccome quello vecchio sta cadendo a terra"



Accettai e lo seguii nella sua stanza, aprì la porta e mi mostrò il letto.

Educato, lo disfò e mi accese una candela. Rimasi a bocca aperta nel vederlo lavorare per me ed io che volevo ucciderlo.

"Se la candela ti dà fastidio puoi sempre spegnerla" disse lui.


Mi sdraiai sul letto e mi addormentai.

Dentro di me, però, avevo la rabbia che lentamente s'impossessava del mio corpo.





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