Ti voglio bene...e addio
- Camilla! mancano dieci minuti alla fine del turno... che ne dici se ci andiamo a prendere una pizza? - chiese Sandy.
- scusa, ma non ho fame... - risposi. Mi era rimasto sullo stomaco
l'arrosto di mia madre, e giuro che se avessi mangiato qualcos'altro,
il mio stomaco non avrebbe più risposto delle sue azioni.
- va bè, visto che io con le clienti ho finito, comincio ad andare. Ci vediamo lunedì.
- ciao- risposi. Anche io avevo quasi finito di fare la piega alla
cliente, quindi ancora pochi minuti, e mi sarei ritrovata sul divano a
guardare la TV.
Certo che Sandy ne aveva di energie dopo il lavoro. Io invece mi
sentivo a pezzi, soprattutto il venerdì. Meno male che arrivava
il weekend, e mamma e papà sarebbero anche andati via per
lavoro... chissà quale reporto avrebbero trovato nel nuovo
scavo? Mah, mi sarei fatta raccontare tutto lunedì, al loro
ritorno.
Finito il turno, uscii dal negozio di buon carriera, non vedendo l'ora
di tornare a casa. mentre camminavo, trovai un manifesto che parlava di
un party, con tutti gli ex- studenti dell'alberghiero degli ultimi tre
anni. Caspita! Guardai il giorno e l'ora... dopotutto io rientravo tra
gli invitati, dato che mi ero diplomata l'anno prima. Certo, avevo
studiato per lavorare come receptionist in un albergo, ma mi
accontentavo momentaneamente anche di fare la parrucchiera. 12 maggio
dalle 22.00 in poi, al salone delle feste. 12 maggio... feci un
pò il conto e ...merda! Il party sarebbe stato domani. Mamma e
papà sarebbero stati fuori per lavoro, e io avrei dovuto badare
a Sara. Peccato, mi sarebbe proprio piaciuto andare a questo party:
avrei rivisto i vecchi compagni e mi sarei divertita un casino. Forse
avrei potuto trovare un compromesso...
- sono tornata!- annunciai, chiudendomi la porta alle spalle.
- tesoro... vuoi un pò di arrosto? è avazato da oggi... - chiese mia madre.
Al solo pensiero mi venne da sboccare: - no, sono a posto. Ho mangiato un trancio di pizza mentre tornavo a casa...- mentii io.
-ah, va bene.- disse lei.
Raggiunsi mia madre in cucina, per proporgli il compromesso che mi ero escogitata mentre tornavo.
- senti mamma, questo weekend ci sarà un party con tutti gli ex
studenti dell'alberghiero. Io sono dentro agli anni richiesti. so che
vi avevo promesso di tenere Sara per questi due giorni, ma potremmo
lasciarla dalla zia, solo per domani sera. Non farò tardi,
così la passerò a prendere a mezzanotte e la
riporterò a casa con la macchina. era solo per vedere un
pò di ex compagni, tutto qui.... ti prego! - spiegai,
aggiungendo gli occhi dolci all'ultima frase per completare il tutto.
Mia madre ci pensò su un pò, poi dolcemente disse: - va
bene, ma non oltre mezzanotte. E mi raccomando non bere, hai la
responsabilità di tua sorella.-
- grazie mamma! - e le stampai un bacio sulla guancia.
Il giorno seguente impiegai quasi tre ore per prepararmi, tra capelli, vestiti e trucco.
Ma alla fine, ero perfetta.
Alle 9.30 mi misi in macchina, e cominciai a dirigermi verso il salone
delle feste. Non era lontano da casa, ma non sapevo bene dove si
trovasse. Girai per due o tre quartieri, poi sentii della musica
provenire da una specie di capannone ristutturato e messo a nuovo. Non
mi ci volle tanto per capire che ero arrivata. C'erano già
alcuni ragazzi all'entrata, ma siccome era presto, non erano ancora
riusciti ad entrare.
Mentre aspettavo, vidi arrivare Jessica e Marianna, due mie ex compagne di classe. Mi avvicinai, e le salutai.
- Camilla! - esclamarono all'unisono. Ci abbracciammo e ci baciammo
sulle guance. Poi cominciammo a ricordare i vecchi tempi, poi a parlare
del presente, poi ancora dei vecchi tempi. Avevo proprio ragione, la
serata era promettente.
Quando entrammo, venimmo catapultate in un nuovo mondo, fatto di musica, ragazzi, alcool e tanto, tanto divertimento
La serata la passammo a ballare. Vidi altri tre o quattro ex compagni
di classe, ma rimasi sempre in gruppo con Jessica e Marianna
All'ora predetta, come cenerentola, mi rimisi in macchina. Chissà se mia sorella stava già dormendo. Probabilmente
si, visto che aveva solo dodici anni. O forse mi stava aspettando...
misi in moto, non ero l'unica che se ne stava andando, anche altri
ragazzi avevano cominciato a tirar su le moto.
***
Mamma, sono uscita con amici.
Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quelloche mi avevi detto. di non bere alcolici.
Mi hai chiesto di non bere, visto che dovevo guidare, così ho bevuto solo una sprite.
Mi sono sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il
modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo
guidare, al contrario di quello che mi dicevano alcuni amici.
Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto.
Quando la festa è finita, la gente ha iniziato a guidare senza che fossa in grado di frlo.
Io ho preso la mia macchina con la certezza che ero sobria.
Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... qualcosa di inaspettato!
Ora sono qui sdraiata sull'afalto e sento un poliziotto che dice: "il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco".
Mamma, la sua voce sembra così lontana.
Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando, con tutte le mie forze di non piangere.
Posso sentire i medici che dicono: "questa ragazza non ce la farà".
Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina, non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocità.
Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire...
Perchè le persone fanno tutto questo, mamma? Sapendo che distruggeranno delle vite?
Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente.
Di a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte.
Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare...
Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva...
La mia respirazione si fa sempre più debole e incomincio ad avere veramente paura...
Questi sono i miei ultimi momenti, e mi sento così disperata...
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene
per questo...
Ti voglio bene
e...addio.
***
Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente.
La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva...scioccato.
Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la
GUIDA IN STATO DI EBREZZA.
***
Ho trovato questa testimonianza mentre facevo una ricerca sull'alcool.
Ebbene si, la lettara è vera, come la storia del giornalista. io
ho montato dietro la storia. Questa storia non ha scopo di lucro e non
era mia intenzione farla diventare offensiva. Se ho infranto qualche
regola del regolamento fatemelo sapere.
Voglio inoltre sapere cosa ne pensate. come vi ho già detto, io
ho creato la storia dietro alla lettera, per farvi conoscere una
ragazza che ci aveva perso la vita. Naturalmente Camilla e la sua
famiglia sono inventate, ma la ragazza poteva essere chiunque.
|